Print Friendly, PDF & Email

lacausadellecose

Elly Schlein, cioè cosa?

di Michele Castaldo

834261 thumb full 720 s220520 giannini schleinC’è un entusiasmo smisurato intorno alla figura di Elly Schlein appena eletta a nuovo segretario del Pd che esordisce parlando di «una piccola grande rivoluzione», segno dei tempi.

Mettiamo però subito in chiaro un punto: che una donna rivendichi pubblicamente la propria sessualità dicendo: «Sono una donna, amo una donna, non sono madre, ma non sono meno donna per questo», rappresenta certamente un fattore di rottura nei confronti tanto del bigottismo di destra – ancora oggi rappresentato dalla Meloni che predica: «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana…», quanto del moralismo di sinistra e di una certa tradizione comunista contro cui oggi si scatena strumentalmente la critica della grande stampa benpensante della borghesia italiana.

E a proposito di un certo bigottismo di sinistra, tanto per non andare troppo lontano e citare Pier Paolo Pasolini, oppure il povero Aldo Braibanti (“Il signore delle formiche” di un recente film di Amelio, ricordo un episodio vissuto in prima persona nel costruendo stabilimento Montefibre di Acerra (Na) nel lontano 1976. Ero delegato eletto da oltre il 90% degli operai e durante una giornata di sciopero mi capitò di vedere Vittorio, un operaio omosessuale, piangere di nascosto dietro l’angolo di una baracca. Lui che era sempre attivo negli scioperi e sempre in prima fila nelle manifestazioni, e durante le occupazioni di cantiere si esibiva ballando e mettendo tutti di buon umore, insomma sempre sorridente e allegro, mi apparve molto strano vederlo piangere. L’avvicinai chiedendogli cosa fosse successo, pregandolo di volersi confidare. Alla fine sconfortato disse «non ce la faccio più a sopportare, prima mi insultano definendomi ricchione e poi mi chiedono di fargli i pompini».

Fui assalito da una furia, convocai subito l’assemblea generale di circa duemila lavoratori e redarguii l’atteggiamento avuto nei confronti di un operaio, un proprio simile, un compagno di lavoro, con orientamento sessuale diverso. Se non siamo in grado di avere verso di lui rispetto e ammirazione vuol dire che come classe operaia facciamo schifo. Seguì un silenzio tombale. Da quel giorno Vittorio fu rispettato da tutti i lavoratori. Confesso: sono stato alla testa di molte lotte in molti settori ma l’indignazione nei confronti della classe per cui mi battevo, in difesa di Vittorio e il rispetto per la sua omosessualità, lo conservo come il gesto più bello e prezioso compiuto in tutta la mia militanza politica.

Dunque salutiamo positivamente il fatto che la natura della omosessualità non debba più essere nascosta e repressa e avere pari dignità, come già succede, in modo particolare per le responsabilità elettive. Affidata piena dignità alla persona, cerchiamo di entrare nel merito del ruolo che essa va interpretando perché, come scrive Michela Murgia «Non me ne è mai importato niente che avesse potere una donna a caso, …».

Dunque in discussione non c’è una donna lesbica di famiglia ebraica nata in Svizzera, come vergognosamente allude la destra, ma un ruolo in un partito in una fase storica molto complicata con uno scontro armato in terra di Ucraina tra la Nato, di cui l’Italia è parte attiva, e la Russia quale avamposto dell’Asia contro cui l’insieme dell’Occidente punta le sue armi nel tentativo di superare una paurosa crisi di sovrapproduzione. Lenin era tutt’altro che proletario, ma fu calato in uno straordinario ruolo rivoluzionario.

Ora, il partito democratico si è caratterizzato per un appoggio incondizionato alla politica occidentale quale fedele alleato degli Usa e ha subìto una dura sconfitta alle ultime elezioni del 25 settembre 2022 anche per come si è schierato sulla guerra in Ucraina. Ma si tratta solo di un aspetto del problema, perché le masse di orientamento di sinistra, nauseate di elezioni che non risolvono un bel nulla, rifluiscono nell’apatia, mentre le forze sociali del ceto medio, attaccate dal grande capitale, hanno innalzato una donnetta a presidente del consiglio nella speranza che difenda i loro interessi. Sicché il femminismo e l’orgoglio di genere non c’entra un bel niente tanto per quelli che hanno votato la Meloni, quanto per quelli che si sono recati ai gazebo per votare la Schlein. Si tratta di due facce della stessa medaglia occidentale e occidentalista e se la Schlein si presenta come il volto nuovo che difende i diritti individuali delle persone sta sullo stesso terreno del partito democratico degli Usa, che è l’altra faccia della stessa medaglia di Trump e del partito repubblicano, ovvero del gangsterismo imperialista.

Certo, c’è una differenza tra loro come, ad esempio, sulla questione dell’aborto, ma si tratta di una differenza, ripeto, rispetto al diritto individuale, della persona, e se il femminismo gongola per l’elezione della Schlein a segretario del Pd, non può fare la stessa cosa per la Meloni, e allora? Quand’è che una donna è veramente donna? Nel ruolo della Meloni o in quello della Schlein? Negli Usa il progressismo democratico vanta il proprio impegno nella difesa dei diritti dell’individuo, ma non ha alzato un dito contro l’aggressione della Nato attraverso l’Ucraina per otto lunghi anni nel Donbass, e c’è voluta l’uccisione di George Floyd perché scoppiasse una rivolta contro il potere razzista nel paese “più liberale” al mondo. E nel paese dalla Costituzione “più avanzata” del mondo, come andiamo ripetendo per la nostra Italia, che vanta forze armate presenti in molti paesi, succede una strage di immigrati, in mare, con un barcone scaraventato sulla riva, con le autorità che si rimpallano le responsabilità, mentre Frontex aveva avvisato la Capitaneria e il Ministero di quel barcone che navigava verso le nostre coste. Con tutti i mezzi moderni disponibili come negare che ci sia stata una preterintenzionalità. Chi pagherà per questa ennesima strage? Mentre un Cospito viene fatto marcire al 41bis per una stupidaggine. Com’è possibile? E allora, come la mettiamo? Smettiamola di pestare l’acqua nel mortaio in nome del diritto eguale, questo è il diritto eguale democraticamente applicato.

La verità la dice a chiare lettere Aldo Cazzullo dalle pagine del Corriere della sera: «Il Pd è un partito di borghesia metropolitana, attento ai diritti civili», viva la faccia, e che la borghesia democratica miri e viri verso la Schlein è fuori discussione, basta leggere la stampa, perché teme come il fumo negli occhi che il governo della Meloni possa favorire un nazionalismo esasperato e destabilizzante per i già molto precari equilibri europei. Che la Schlein faccia promesse da marinaio, dimostra solo di non essere seconda alla stessa Meloni e viene ripresa da un’altra donna più navigata di lei, come la Rosy Bindi, che ha dovuto sperimentare sulla sua pelle che non sono più tempi di vacche grasse. Dunque: van bene i diritti civili individuali, ma i morsi della crisi obbligheranno a scelte sempre più dure, e chi oggi le sorride poi chiamerà lei e il partito che rappresenta ad agire di conseguenza.

E le masse proletarie? Stanno a guardare!

Diciamo allora a chiare lettere che l’elezione della Schlein segna l’epilogo, se ce ne fosse stato ancora bisogno, di una illusione storica che viene da lontano, diceva il Migliore (Togliatti) sconosciuto alle nuove generazioni, ed è arrivata al capolinea. Lo stesso apparato del Pd che veniva visto da vecchi militanti nostalgici come codicillo dei tempi che furono, è stato surclassato dalle nuove generazioni che si sono presentate a votare e si sono nei fatti impossessati della maggioranza del partito. Sicché due partiti in uno non possono coesistere e si arriverà per forza di cose a una separazione.

Chi si candida a rappresentare le masse del proletariato sempre più impoverito e gli immigrati? Qui è necessario essere ancora una volta chiari. Un partito è una parte di un tutto, il tutto è il sistema produttivo e oggi più che mai il proletariato è preso nella morsa della crisi e l’avverte come drammatica e si affida in silenzio alla buona sorte pensando «e io? Io speriamo che me la cavo», come nel film del 1992 diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo Villaggio.  Insomma il Pd è diventato quello che attualmente è non per cattiva volontà dei suoi dirigenti, fra i quali allignavano o forse ancora allignano anche autentici mascalzoni. Il punto è che il capitalismo modella le persone ed i partiti. E se il proletariato subisce supinamente la forza ricattatrice del modo di produzione capitalistico, non può che ritrovarsi certi dirigenti politici che li rappresentano. E se invece ci sono omosessuali che rivendicano diritti in una società in evoluzione è del tutto naturale che trovino chi li rappresenti.

Diciamola tutta e fino in fondo: gli immigrati servono come l’aria per respirare al capitalismo italiano, addirittura ne occorreranno 500 mila per il prossimo anno, parola di ministro. Le Ong, come la Comunità di Sant’Egidio e strutture similari, sono funzionali a che essi arrivino nelle condizioni meno schifose di come sono arrivati sulla costa crotonese, e ci dev’essere chi le rappresenti, e chi sta intorno alla Schlein, dedito alla carità pelosa della tolleranza, assume questo ruolo.

Ora un partito per i diritti civili e la difesa di genere, o di un ceto medio buonista al servizio dell’immigrazione funzionale all’accumulazione del capitale nazionale, non è e non può essere una risposta plausibile, almeno per chi si ostina a credere alla crisi, in generale, e alla guerra come conseguenza della crisi, in particolare. È necessario ben altro e questo non è possibile costruirlo con la sola forza della volontà. Parlo rivolgendomi alle nuove generazioni, perché quelle della mia (degli anni ‘70 del secolo passato) sono ormai votate o a rincorrere astratti idealismi, metafisici programmi da sbandierare al proletariato nella speranza di mobilitarlo, o allo scoraggiamento, mentre è necessario oggi come non mai una critica radicale al modo di produzione capitalistico ed essere pronti a cogliere le ondate improvvise di mobilitazioni che necessariamente si svilupperanno anche in Occidente. Tanto per fare un solo esempio: il Movimento Cinque Stelle non esisteva, nacque, si sviluppò e si è esaurito come possibilità di «aprire il parlamento come una scatoletta», anzi ne è stato reso prigioniero. Tutti i movimenti parziali hanno la caratteristica di esser dilettanti allo sbaraglio e apprendisti stregoni; e non poteva fare eccezione il buffone Grillo. La Schlein è diversa da Grillo e l’elettorato che l’ha votata è schierato come lei sulla difesa dell’occidentalismo e speranzoso di raccogliere briciole da una eventuale “pace” a spese della Russia. Una “pace” in nome e per conto di una pace sociale contro il proletariato indigeno e immigrato. Ciò nonostante vorrei ricordare a quelli a digiuno di storia, che Lenin a gennaio del 1917 – ripeto gennaio 1917 – esule in Svizzera, ad una assemblea di giovani socialisti disse: «La rivoluzione in Europa è lontana, in Russia ancora peggio», un mese dopo scoppiarono le mobilitazioni delle donne contro la guerra proprio in Russia e fu l’inizio di una grande rivoluzione che terrorizzò l’insieme del mondo capitalistico. La storia ha sempre colto di sorpresa anche i più illustri rivoluzionari, perché questi la misurano secondo la propria volontà piuttosto che secondo i tempi che essa si dà. La storia è fatta di tempi e il tempo nonostante tutti i progressi scientifici non è possibile dominarlo.

Comments

Search Reset
0
Mario
Monday, 06 March 2023 00:21
Articolo condivisibile, ma che Cospito abbia commesso sciocchezze, mi pare un po' forzato, anche se il 41 bis è stata una scelta ingiusta.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit