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lafionda

La dialettica del liberalismo

di Carlo Freccero

Liberalismo coverUgo Mattei è giurista, ricercatore e docente universitario sia in Italia che in America. Questa possibilità di conoscere da vicino e dall’interno la cultura statunitense, di cui siamo in qualche modo una colonia, gli conferisce una lucidità ed uno sguardo che oltrepassa la bolla spazio-temporale e autoreferenziale in cui da anni è relegato il dibattito politico italiano.

In un momento di grande incertezza e di incomprensione del presente, il suo libro “Il diritto di essere contro” ci offre la bussola per orientarci.

Tutti capiamo che la nostra Costituzione è stata calpestata, messa da parte e neutralizzarla. Ma come? Dove? Quando? E a che scopo?

Mattei fa un lavoro enorme sia sul piano giuridico che storico, per spiegare e ricostruire nei particolari il ribaltamento delle Costituzioni liberal-democratiche nel nuovo dispotismo occidentale.

Il suo ultimo libro potrebbe intitolarsi “La dialettica del liberalismo”. Mi ha colpito nell’impostazione del discorso proprio la struttura dialettica per cui una premessa si ribalta nel suo contrario. È la stessa struttura del libro di Horkheimer Adorno “La dialettica dell’illuminismo”. L’illuminismo, che è la glorificazione della razionalità, si ribalta, nel corso del tempo, nel suo opposto: l’assoluta irrazionalità del nazismo. La stessa cosa accade alle costituzioni liberal-democratiche moderne. Il liberalismo nasce per essere la glorificazione della libertà politica e si ribalta, nel corso del tempo, in dispotismo. Le limitazioni della libertà di espressione e di opposizione al sistema che soffriamo oggi hanno la propria matrice nel sistema liberale stesso.

Come si spiega tutto ciò? Mattei vede le origini del momento attuale nell’11 settembre. È a partire dal Patrioct Act che le libertà individuali della tradizione liberale vengono sacrificate sull’altare di un unico bene imposto dalla propaganda: la sicurezza.

Qual è il dispositivo delle Costituzioni liberal-democratiche che permette di passare dalla garanzia delle libertà fondamentali alla negazione della libertà stessa? Lo stato di eccezione. Agamben, probabilmente il maggior filosofo vivente, seppe spiegare la frattura epistemologica dell’11settembre, che ci lasciò allora sbigottiti di fronte all’illiberalità dei provvedimenti dello Stato americano (Guantanamo, Abu Graib, la tortura, il fermo di liberi cittadini al di là della legge ordinaria) facendo ricorso ad una categoria introdotta da Carl Schmitt: lo stato di eccezione, appunto.

Oggi il processo di compressione della libertà personale e dei diritti essenziali, iniziato con lo shock dell’11 settembre, sembra arrivato a compimento, prima con la pandemia ed oggi con la guerra.

Paradossalmente ci viene fatto credere che è per difendere la libertà che la libertà viene negata e la Costituzione stravolta.

Secondo la propaganda mainstream, se lo Stato liberale ha di fronte un dittatore, dovrà fargli guerra per motivi morali e la guerra trasformerà la democrazia dello stato liberale stesso in dittatura.

E’ lo schema attuale della guerra in Ucraina: Putin viene descritto dalla propaganda come dittatore, e per piegare la sua dittatura siamo pronti ad accettare una ben più tragica restrizione della libertà di quella che i suoi stessi cittadini conoscono. E tutto questo ci viene presentato come un dovere.

La propaganda di guerra trasforma il dissenso in diserzione, vigliaccheria, collusione col nemico. È recente la pubblicazione delle liste di proscrizione dei cosiddetti “putiniani” comparsa di recente sul Corriere della Sera, che dovrebbe essere il più autorevole quotidiano italiano. Per questa propaganda ogni dissidente è sinonimo, tout court, di putiniano. Non viene neanche preso in considerazione il fatto che un cittadino italiano possa non essere d’accordo con la guerra, secondo l’art. 11 della nostra Costituzione. La Costituzione italiana è putiniana? È assurdo ma, all’epoca del referendum sulla Costituzione, girava la definizione della Banca J. P Morgan per cui la Costituzione sarebbe stata invece socialista. La Costituzione viene messa in discussione per presentarla come inadatta al tempo presente e per aggirarla in nome di principi pratici di pronto intervento, contro un’emergenza che può essere terroristica, sanitaria o bellica.

L’emergenza può essere accettata dalla maggioranza. Ma, se una piccola fazione di resistenza non lo accetta e non lo giustifica, l’aspetto formale della legge ritorna risolutivo e assume nuovamente il suo ruolo di scudo delle libertà e dei diritti dell’uomo.

In effetti la Costituzione è oggi bypassata e di fatto ignorata, ma formalmente è ancora lì, non è mai stata rimossa e in questa fase di transizione, attaccarci alla lettera della Costituzione potrebbe rappresentare l’ultimo scudo contro il dispotismo incalzante.

È quello che oggi in Italia vorrebbe la nuova resistenza. Il problema è che il diritto dovrebbe essere tutelato dalla magistratura e dal suo capo, il Presidente della Repubblica.

Ma la magistratura è fatta di uomini e questi uomini non solo possono essere opportunisti o addirittura collusi; possono anche, in buona fede, essere vittime della propaganda che incessantemente giustifica l’infrazione della legge formale in nome di valori che possono anche essere fittizi, ma vengono presentati all’opinione pubblica come inderogabili, perchè legati alla sopravvivenza stessa dei cittadini.

Non è un caso che le scelte peggiori non vengono presentate come una decisione del potere, ma come una conseguenza dell’emergenza in tutte le sue forme.

Come ancora una volta insegna Agamben, la nuda vita viene presentata come un valore superiore al diritto e ciò al solo scopo di ridurre veramente le nostre vite ad una vita di pura sopravvivenza .

Proprio perché ripercorre tutta la storia del diritto, il libro di Mattei è un omaggio al diritto occidentale, nel momento della sua crisi forse terminale. L’identità del pensiero occidentale è costituita da una componente critica che incessantemente spinge oltre ogni conquista, per conseguire sempre nuovi obiettivi. Non a caso il pensiero occidentale nasce come filosofia e non come Sofia.

Sofia è la sapienza che esprimono tutte le altre culture. La Filo-Sofia occidentale significa che non possediamo ancora la Sofia.

L’amiamo e vorremmo conseguirla. La cerchiamo in quanto non la possediamo. Ogni verità ha limiti che vengono ogni volta criticati, non per rinunciare alla verità, ma per andare oltre.

La verità occidentale, a differenza di tutte le altre, è una verità non ancora conseguita, una verità sempre in cammino verso traguardi successivi più veri, ma egualmente falsificabili.

Per questo la cultura occidentale non è Arte, Sapienza, Diritto, ma Storia dell’Arte, Storia della Filosofia, Storia del Diritto. Senza storia non capiamo la sostanza del nostro sapere. Così, il gesto di dissentire viene indagato da Mattei come costitutivo dello stesso diritto e nella sua genesi temporale.

Nell’età moderna il diritto nasce per dare credibilità e significato al potere. Nel Medio Evo il potere derivava direttamente da Dio. Un potere di natura non trascendente deve avere giustificazione in qualcosa di diverso. Il diritto è l’insieme delle norme che permettono la vita associata. Senza diritto non ci sarebbe il contratto sociale e il passaggio dallo stato di natura alla società civile. Il diritto è quindi al di sopra del Sovrano stesso perché giustifica l’autorità nello Stato Moderno.

Il dissenso vigila sul diritto e la sua corretta applicazione, ma può anche anticipare forme di diritto diverse, se queste si tradurranno in una vittoria ed in un cambiamento delle regole.

Oggi si fronteggiano due forme di diritto. I governi, non solo il governo Draghi, ci impongono lo Stato di Eccezione in nome di valori che contrastano con le nostre Costituzioni. Nel far questo realizzano una vera e propria guerra civile contro i loro stessi cittadini. Se vincono queste visioni del mondo avranno valore e verranno consolidate in nuove norme liberticide.

Ma poiché i valori dell’emergenza sanitaria – i loro valori – sono per noi aberranti, abbiamo diritto, in nome delle nostre costituzioni ancora vigenti, a chiederne il ripristino ed il rispetto.

Questa Resistenza è fondamentale. Mattei ci insegna tra l’altro che sono i vincitori a fare la storia. Non possiamo permettere a Draghi di vincere e avere ragione.

Oggi, e fino a quando la Costituzione non verrà modificata, abbiamo ragione noi e la nostra resistenza è, a mio parere, non solo un diritto, ma anche un dovere.

Che cos’è oggi, realmente, la riduzione della libertà che subiamo in nome della guerra al virus e della guerra al tiranno russo?

È la realizzazione progressiva e costante, per molti versi accelerata, del modello di “Capitalismo della Sorveglianza” esposto nel libro omonimo di Shoshana Zuboff.

Il capitalismo della sorveglianza rappresenta, in qualche modo, la tesi del libro di Mattei. La sorveglianza è il fine ultimo per cui il diritto viene stracciato a favore del controllo. Il libro di Shoshana Zuboff a cui Mattei fa riferimento è interessante ed esaustivo, ma ha un limite. Vede la luce nel 2019, quindi alla vigilia della rivelazione del Grande Reset e non può quindi tener conto di questo evento fondamentale.

In effetti anche nel Grande Reset la sorveglianza è prevista attraverso la digitalizzazione del sistema, che dovrebbe annullare definitivamente il libero arbitrio.

Per questo la digitalizzazione è uno scopo del Reset. Ma è uno scopo utilizzato a sua volta come mezzo per raggiungere l’obiettivo, finale, la Quarta Rivoluzione Industriale, in cui si mescolanno intelligenza artificiale, transumanesimo e agenda verde. Sia Mattei che Zuboff non fanno riferimento ai libri di Klaus Schwab. Mattei cita la pandemia come “occasione” teorizzata da Schwab, ma non ritiene essenziale approfondire il suo Great Reset.

Nel Great Reset di Schwab in pratica la sorveglianza non è fine a se stessa, ma alla creazione concreta del Transumanesimo. Lo scopo è “l’uomo Dio” di Harari. Perché pochi possano farsi Dei, cioè immortali , la maggioranza deve perdere il suo statuto di uomo e fondersi con l’intelligenza artificiale in modo da poter essere adibita a compiti utilitaristici. Secondo Harari l’uomo non è sacro. Non esiste nessun Dio che conferisca all’uomo uno stato superiore agli animali. La coscienza può essere hackerata in quanto l’uomo non può più rivendicare i famosi “Diritti dell’uomo”. Cosa significa hackerata? Che come un programma informatico può essere violata sia a scopo di controllo che di comando. Sempre secondo Harari il controllo deve passare da “sopra” la pelle” a “sotto la pelle”, dall’esterno, all’interno del cittadino. Queste sue ultime esternazioni pubbliche hanno avuto per teatro il World Economic Forum e godono quindi della sua approvazione.

L’esito di tutto questo è quel dispotismo Occidentale a cui Mattei fa riferimento e che già era stato denunciato, nel 2020 da Gianfranco Sanguinetti, situazionista e, tra l’altro, cugino di Mattei. Scrive Sanguinetti: “Noi assistiamo alla decomposizione e alla fine di un mondo e di una civiltà: quella della democrazia borghese con i suoi Parlamenti, i suoi diritti, i suoi poteri e contropoteri, ormai perfettamente inutile, perché le leggi e le misure coercitive vengono dettate dall’esecutivo, senza essere ratificate immediatamente dai Parlamentari, e il potere giudiziario, così come quello della libera opinione, perdono perfino l’apparenza di ogni indipendenza, quindi la loro funzione di contrappeso.”

Si abituano così bruscamente e traumaticamente i popoli, come aveva stabilito Machiavelli: “Le iniurie si debbono fare tutte insieme, accio che, assaporandosi meno, offendiamo meno”. Il cittadino, essendo oramai già da tempo scomparso a beneficio del consumatore, si vede ora ridotto al ruolo di semplice paziente, sul quale si ha diritto di vita e di morte, a cui può essere somministrata qualsiasi cura, oppure secondo qualsiasi altro criterio deciso arbitrariamente e senza appello, a discrezione del sanitario, o di altri.

La resistenza è necessaria, ma rischia di fallire, nella misura in cui la paura della morte innescata con la pandemia, tende a relegare a una dimensione soggettiva e individuale l’emergenza che stiamo vivendo. Se pensiamo solo a preservare la nuda vita non saremo in grado di percepire la violazione del diritto e la dimensione politica ancorché non partitica di questa violazione.

Credo che potremmo uscirne solo con il passaggio dall’io al noi, della dimensione individuale alla dimensione sociale, dal qui ed ora a quella storia del diritto come conquista collettiva che Mattei ha ripercorso per noi nel suo libro.

Comments

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Franco Trondoli
Tuesday, 19 July 2022 21:34
Mi permetto di riportare quanto segue: "La filosofia di Gilles Deleuze si è sviluppata in un continuo confronto con il fuori, con l'altro da sé che di volta in volta ha assunto i tratti del cinema, della psicoanalisi, della scienza, della politica, della letteratura. Più sotterranea è invece la sua relazione con il diritto, portata sapientemente alla luce da questo lavoro di Laurent de Sutter. L'ipotesi è quella che dall'opera deleuziana emerga una vera e propria filosofia del diritto, in cui alla giurisprudenza viene affidato il ruolo di dispositivo di collegamento fra diritto e filosofia. "La giurisprudenza - dice Deleuze - è la filosofia del diritto, e procede per singolarità, prolungamenti di singolarità". La sua caratteristica è quella di stabilire rapporti innovativi sulla base dell'autonomia dei soggetti e del loro agire pratico. È una operazione "disgiuntiva" che smonta la logica "congiuntiva" della legge, il trascendentale al quale vanno in anticipo riferite e ricondotte le azioni. In un'epoca come la nostra, segnata dalla crisi degli ordinamenti, della legge, delle sue fonti, la prospettiva elaborata da Deleuze fornisce strumenti indispensabili per ripensare il diritto, considerandolo non come una mera codificazione di norme e sanzioni sancite dal potere sovrano, ma come una pratica di invenzione, di associazione, di costruzione di relazioni". Consiglio a tutti di leggere questo meraviglioso libro.
Laurent de Sutter "Deleuze e la pratica del Diritto".
Mi permetto altresì di dire che non sono sicuro che dobbiamo "riconquistare il libero arbitrio" ; per la semplice ragione che forse non l'abbiamo mai avuto.
Cordiali Saluti
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