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domenico de simone

Grande è la confusione sotto il cielo: possiamo essere ottimisti?

di Domenico De Simone

confucio11In questi tempi oscuri, la confusione regna sovrana e forse aveva ragione Confucio, che nella confusione vedeva sempre la possibilità per nuove idee di germogliare e crescere rapidamente e nella società umana di progredire verso nuove forme di convivenza. La confusione genera grandi discussioni, scontri, conflitti, contrapposizioni, nelle quali le strutture più solide vengono messe in dubbio e vacillano, e questa è sempre una grande opportunità.

In Occidente da oltre un anno ci raccontano e ci raccontiamo una storia. Il conflitto in Ucraina viene presentato come uno scontro tra la democrazia e l’autocrazia e ci viene detto che è nostro dovere supportare le aspirazioni degli ucraini a far parte del mondo occidentale e ad instaurare una piena democrazia nel loro paese.

E questo supporto si traduce in fornitura di armi e di intelligence contro l’esercito russo che ha invaso l’Ucraina e che, per il solo fatto di averlo invaso, è dipinto come il male assoluto, il nuovo fascismo o peggio il nuovo nazismo, proposto da una dittatura sanguinaria e feroce che ha in animo la restaurazione dell’impero russo e il progetto di dominare su tutta l’Europa, da Vladivostok a Lisbona. Tutti i leader europei ripetono lo stesso racconto che è giusto e legittimo aiutare i resistenti ucraini perché il loro paese è stato invaso dal mostro russo, e che chi invade ha comunque sempre torto e deve essere abbattuto e distrutto. Il Presidente della Repubblica Italiana ripete come un mantra ad ogni occasione che quella russa è stata un’invasione “brutale e non provocata”, contro la quale è giusto difendersi per tutelare i nostri valori democratici.

Ma davvero? Sembra una meravigliosa storia che rispecchia le gloriose pagine della Resistenza e della costruzione della democrazia dopo il fascismo e il nazismo. Peccato che però, il resto del mondo a questa storia non crede affatto. Ma certo che non ci credono, loro sono schiavi degli autocrati, mentre l’occidente rappresenta i veri valori democratici guidati dalla più grande democrazia del mondo. Peccato che questi “veri valori democratici” abbiano generato negli ultimi trent’anni, milioni di morti ammazzati in innumerevoli guerre di conquista scatenate sulla menzogna, sull’inganno, sul tradimento, al punto che americani, inglesi e francesi sono odiati in buona parte del mondo diverso dal “giardino dell’occidente“, come Borrell ha definito i paesi del G7, contrapponendolo alla “jungla” del resto del mondo. Quella jungla che si sta ribellando dopo secoli di soprusi, colonialismo, colpi di stato, rapine economiche e finanziarie, guerre incendiarie, fame e devastazioni. Gli abitanti della jungla, che sono la stragrande maggioranza degli abitanti della terra, all’incirca l’87%, non ne possono più soprattutto di essere considerati esseri inferiori dall’arroganza degli occidentali che sono andati a insegnargli cosa devono fare per essere belli e liberi come noi, tranne poi a scoprire che dietro questi insegnanti c’erano truffe, rapine, guerre e montagne di cadaveri. E tanti crimini di guerra che però anche quando vengono scoperti, come la strage di Mỹ Lai che il giornalista indipendente Seymour Hersh raccontò a tutto il mondo, non vengono mai puniti né perseguiti. Perché se è vero che per quella strage il tenente William Calley fu condannato a tre anni e mezzo di domiciliari, i reali responsabili, i vertici dell’esercito americano in Vietnam non furono mai nemmeno ascoltati. D’altra parte una condanna a tre anni e mezzo è una giusta punizione per aver ammazzato 347 civili inermi, dopo aver stuprato le donne e violentato i bambini. Tutti ammazzati a freddo e con criminale determinazione.

E non è che la punta dell’iceberg, un crimine forse peggiore fu l’uso massiccio del napalm per distruggere la jungla che per quella gente era fonte di vita, e stanare i vietcong. A Hersh fu conferito il premio Pulitzer per i suoi servizi giornalistici, ma erano altri tempi e altri giornalisti. Ora Hersh denuncia che sono stati gli americani a compiere l’attentato al gasdotto North Stream, ma subito una valanga di fact checker travolge la sua inchiesta per nasconderla e tentare di metterla in ridicolo. Hersh non è arrestabile per il suo lavoro, ma ad Assange che ha denunciato e mostrato i crimini di guerra americani in Iraq, come lui aveva fatto in Vietnam, è toccata, com’è noto, una sorte ben peggiore. La culla della democrazia e della libertà marchia come “propaganda russa” ogni racconto dei fatti che si discosti dalla narrazione ufficiale e perseguita chi osa farla. I media russi sono stati ostracizzati in tutta Europa e in tutto l’occidente, e i media indipendenti hanno grosse difficoltà a tenere ancora giornalisti degni di questo nome, com’è capitato proprio qualche giorno fa a Fox News che ha dovuto cacciare Tucker Carlson troppo inviso all’oscuro potere che domina l’occidente sedicente democratico.

Qualcuno ha perseguitato Colin Powell e Tony Blair per le evidenti menzogne sulle armi di distruzione di massa dell’Iraq che hanno indotto gli americani ad avviare guerre devastanti con milioni di morti in quel paese? O la signora avvocatessa Hillary Clinton, già segretaria di Stato degli Usa e candidata democratica contro Trump, che ha candidamente confessato di aver creato l’Isis che però poi le era sfuggito di mano? A qualcuno è venuto in mente di chiedere spiegazioni ai vertici europei che hanno fatto da garanti degli accordi di Minsk, che ingenuamente i russi hanno creduto una cosa seria, quando hanno candidamente confessato che gli accordi sono stati fatti con il solo obiettivo di ricostruire l’esercito ucraino e prepararlo alla guerra contro la Russia? Ma figuriamoci, siamo la migliore democrazia del mondo e facciamo come ci pare, raccontiamo tutte le menzogne che ci va di raccontare a quei trogloditi di esseri inferiori che vivono nella jungla e che non hanno diritto di vivere e figuriamoci di parlare. Siamo la razza pura ed eletta! Se ci pensate, il discorso di quel pazzo e delinquente di Borrell ha questa idea come presupposto. Vi ricorda qualcosa?

Stiamo mandando armi e denaro in quantità enormi, oltre 130 miliardi di dollari in un anno, a un paese che è guidato da una banda di fanatici nazisti, che bruciano libri, ammazzano i russi che vivono in Ucraina solo perché sono russi, ne vogliono estirpare la lingua, la cultura, la tradizione e vagheggiano di cacciarli tutti o eliminarli fisicamente. Qui naturalmente, si fa finta di niente, nessuno pubblica quel terribile video di un paio di giorni fa in cui un pescatore, tra le risate dei nazisti ucraini che lo guidavano, è stato ammazzato da un drone solo perché era russo. In un paese in cui oltre la metà della popolazione è russa di origine e l’80% parla il russo, estirpare la lingua e le tradizioni oltre a compiere stragi di civili è qualificabile come genocidio. Ci sarà mai un tribunale internazionale per questi crimini? Ovviamente no, e deve essere chiaro a tutti che per fare gli interessi degli Usa vanno bene anche i nazisti ucraini che sono stati allevati, coccolati, finanziati, armati di tutto punto per oltre vent’anni dagli anglosassoni, proprio in previsione di questa guerra. Come sono andati bene i talebani, i terroristi dell’Isis, i Pinochet, Saddam Hussein, finché faceva la guerra all’Iran, persino Bin Laden, finché andava d’accordo con la Cia. Poi, quando non servivano più, al macero!

La guerra in Ucraina non arriva all’improvviso cadendo dal cielo o emergendo dalle fiamme dell’inferno, ma è stata minuziosamente preparata da quella banda di guerrafondai che ha occupato il potere negli Usa, in Inghilterra e ha piazzato i suoi burattini ai vertici delle istituzioni europee, con l’obiettivo di distruggere la Russia. Perché oltre al fatto che i russi sono visti da oltre ottocento anni da tedeschi, polacchi, svedesi, baltici e anche italici (ricordando le crociate indette da diversi Papi nel XIII e XIV secolo contro i miscredenti di Novgorod), come una razza inferiore da distruggere ed eliminare fisicamente, ed è per questa ragione che nella seconda guerra mondiale la Russia ha avuto quasi trenta milioni di morti, perché tedeschi, polacchi, rumeni e i galiziani, oltre agli ebrei, dovevano sterminare zingari e slavi per fare emergere la pura razza ariana, ci sono ragioni geopolitiche e militari che inducono gli americani ad aggredire e far aggredire la Russia.

Le ragioni militari si riassumono nel progetto First nuclear strike, di cui ha recentemente parlato anche Biden, una vera e propria ossessione dei neocons americani, come la Rand Corporation, per esempio, e che presuppone il controllo e la possibilità di lancio da una serie di territori intorno alla Russia tra cui è essenziale l’Ucraina (oltre alla Georgia e la Finlandia e soprattutto il Kazakistan e l’Artico: basta guardare una cartina geografica per capire che per raggiungere le basi nucleari russe nel centro dall’immenso territorio russo la vicinanza geografica dei missili d’attacco è decisiva per infliggere un primo colpo nucleare devastante).

Le ragioni geopolitiche si riassumono nella banale considerazione che un’unione politica ed economica europea che comprendesse la Russia, diventerebbe in breve tempo la maggiore potenza mondiale, con energia a basso costo, materie prime in quantità illimitate, intelligenza e capacità tecnologica di prim’ordine e l’ombrello di seimila testate nucleari, che nemmeno gli Usa potrebbero contrastare efficacemente. Di qui la politica di espansione ad est della Nato, nonostante le promesse degli americani a Gorbaciov e a Eltsin di non coinvolgere nella organizzazione atlantica i paesi dell’ex patto di Varsavia (ma si sa che gli anglosassoni hanno la lingua biforcuta), l’ostilità americana all’interscambio commerciale con la Russia, il boicottaggio del South Stream, la demonizzazione dei russi sui media occidentali, la negazione di fatti storici noti ed evidenti, il golpe in Ucraina e l’ascesa al potere, soprattutto nell’esercito, dei nazisti ucraini nipoti del criminale di guerra Bandera, l’intervento in Libia per eliminare le fonti economiche di approvvigionamento di energia da parte delle industrie europee, eccetera eccetera.

E ora? L’Europa si trova una classe dirigente al comando che mai è stata di così scarso livello e così serva dei guerrafondai, un’economia che sta rapidamente precipitando a causa degli alti costi dell’energia, della chiusura di mercati di grande importanza e della fuga delle industrie manifatturiere che stanno allocando le produzioni in paese che garantiscono costi bassi di energia e manodopera, la prospettiva di una lunga guerra nel cuore dell’Europa che potrebbe rapidamente espandersi anche ai Balcani, o alla Moldavia o alla Georgia, l’altra allucinante prospettiva di andare a fare la guerra alla Cina per seguire gli americani nelle loro avventure in difesa dell’impero militare ed economico costruito dal dopoguerra in poi.

Una classe politica imbelle di servi e di mentitori sta portando l’Europa al suicidio economico e politico. Come notano già da qualche tempo i think tankers americani, le sanzioni alla Russia si sono ritorte contro l’Europa e gli Usa, mettendo allo scoperto i punti deboli del sistema di potere dell’Occidente. A partire dal sistema finanziario e bancario, che ha arrogantemente escluso la Russia dallo Swift, ha sequestrato circa 300 miliardi di dollari della Russia preconizzando un rapido crollo dell’economia russa, mentre è successo esattamente il contrario per ragioni che qualche mese fa ho cercato di spiegare in questo articolo. Come nota giustamente Elon Musk, se usi il dollaro come un’arma gli altri paesi non lo useranno più, ed è esattamente quello che è successo. Recentemente il CEO di una delle maggiori banche indiane, la Kotak Mahindra Bank, ha dichiarato che il dollaro è il maggiore terrorista finanziario del mondo.

Sauditi, indiani, thailandesi, cinesi e quanti altri hanno cominciato a ritirare il loro investimenti dalle banche e dalle società occidentali, e il fallimento di Credit Suisse, della Silicon Valley Bank, della First American Bank, tutti avvenuti con le stesse modalità, ovvero la liquidità che nel giro di pochi giorni viene ritirata dalle banche target con ritmi di uscita insostenibili per qualsiasi banca, stanno a dimostrare che nessuno nel mondo si fida più dell’Occidente e delle sue istituzioni finanziarie e politiche. La Tunisia ha recentemente rifiutato il solito prestito salva banche e strozza popolo che gli ha offerto il FMI e si è rivolto alla neocostituita banca dei BRICS. Una quindicina di paesi, tra cui l’Arabia Saudita e l’Iran – e scusate se è poco – hanno chiesto di entrare nei BRICS e molti di loro stanno già praticando scambi bilaterali con monete locali o con lo Yuan cinese al posto del dollaro.

Guidati dalla Cina, molti paesi stanno dismettendo i loro investimenti in Treasury Bond. La Cina negli ultimi due anni è passata da 1.350 miliardi a 850 miliardi e sta continuando a vendere, accompagnata da sauditi, emiratini, indiani, thailandesi oltre, ovviamente, ai russi sfuggiti ai sequestri imposti dagli occidentali ai loro beni. La Federal Reserve è dovuta correre ai ripari alzando repentinamente i tassi di interesse per evitare di andare in default per mancanza di acquirenti sui titoli del debito. Che ammonta a 31.381 miliardi di dollari e deve essere continuamente alimentato da nuove emissioni in sostituzione di quelle in scadenza. Naturalmente il tutto è stato fatto passare come una necessaria politica di contenimento dell’inflazione, che altrimenti il panico si sarebbe scatenato sui mercati con il default del debito Usa che la Yellen definisce un evento catastrofico se si verificasse.

Il problema non è tanto il tetto del debito, che il Congresso Usa ha già alzato 22 volte dal dopoguerra al 2021, e che alzerà anche stavolta, ma il fatto che la diminuzione della domanda mondiale di dollari in rapida decrescita, costringe le autorità americane a drenare dollari per evitare un’inflazione devastante e a cercare di riequilibrare la bilancia dei pagamenti. Impresa difficile se non impossibile, per realizzare la quale pagheranno gli alleati, e quindi noi, spostando la produzione in America e acquistando, non si sa bene con che cosa, prodotti americani che costano un multiplo di quelli cinesi o russi. Eh già, e mentre stiamo correndo verso il baratro, noi mandiamo la portaerei Garibaldi che si regge a galla per miracolo, a minacciare la Cina, visto che siamo così forti e potenti…

L’Occidente è riuscito nell’impresa di unire Cina e Russia che hanno costituito con l’India, Brasile e Sud Africa un polo di attrazione irresistibile per tutti i paesi che vogliono sottrarsi dal giogo degli occidentali. A partire dall’Africa, ad esempio. Durante i tre giorni di Xi Jinping a Mosca, si è svolto anche un congresso tra delegazioni dei parlamenti dei paesi africani e della Russia: erano presenti quaranta paesi africani su cinquantaquattro in tutto, a dimostrazione del totale isolamento della Russia nel mondo dopo la “brutale e non provocata invasione dell’Ucraina“, come sentiamo ripetere dai servi del regime pressoché quotidianamente dai “liberi” media occidentali.

Agli amici che mi dicono che se fossi in Russia o Cina queste cose non potrei scriverle, replico che non sto affatto perorando i governi di questi paesi e un cambio di regime in Occidente, ma alla fine si tratta di metodi di coercizione e di censura diversi ma con il medesimo fine. Qui non c’è bisogno di mettermi in galera, basta semplicemente impedirmi di andare sui media di larga diffusione. E quando pubblicavo su Facebook, la censura ha colpito varie volte miei articoli, impedendone la pubblicazione, ed è questa la ragione per cui me ne sono andato. Ma poi quando la comunicazione diventa efficace e non controllata, arrivano le condanne ad Assange e l’estromissione di altri giornalisti dai media che contano. Ed è anche questa la ragione per cui qui sono tutti o quasi asserviti, un po’ perché hanno paura, e un po’ perché tutti “tengono famiglia” e le battaglie ideali le lasciano a chi non ce l’ha o non la può avere. E con queste logiche siamo scivolati in una dittatura ancora più pervasiva del nazismo e del fascismo, e persino del putinismo e dello Xi Jinpiismo. Perché almeno in Cina gli oligarchi (definisco oligarchi i tycoon delle multinazionali del mondo occidentale al pari dei riccastri russi e di quelli cinesi), sono tenuti sotto stretto controllo dal potere politico che quanto meno riesce a “pensare” a strategie per gli interessi del popolo cinese e non del capitale finanziario, e in Russia Putin è riuscito (quasi) a controllare gli oligarchi che con Eltsin si erano impadroniti della Russia. Mentre qui siamo servi delle multinazionali, a partire da quelle del farmaco, cui la UE ha dato centinaia di miliardi per vaccini sostanzialmente privi di effettiva efficacia, sperimentali e pure pericolosi come sta emergendo ormai dappertutto, persino nella anglossone Australia per finire con quelle delle armi, che stanno facendo affari da centinaia di miliardi grazie alla nostra stupidità, miopia e debolezza.

Nel frattempo, la Cina, insieme con la Russia, si pone come mediatore di pace in tutto il mondo, ed è riuscita a risolvere il conflitto in Yemen, quello tra Sunniti e Sciiti, mediando tra Iran e Arabia Saudita, e avviando proficue trattative di pace anche tra Siria e gli altri paesi coinvolti nel conflitto. I Sauditi non rispondono nemmeno più al telefono quando li chiamano gli americani, i Cinesi hanno preso a pesci in faccia la Von der Leyen nel suo viaggio in Cina, negandole il trattamento riservato ai capi di stato – come quello che ha avuto Macron, ad esempio – e rinviando sine die il viaggio di Borrell nel paese. Pesci in faccia pure agli americani, se è vero che, come riferisce Global Times, la rivista ufficiale del Governo cinese in lingua inglese, Biden vorrebbe parlare con Xi, Blinken vorrebbe andare a visitare la Cina e il dipartimento della Difesa Usa lamenta il fatto che il Capo di Stato maggiore cinese (peraltro sanzionato dagli americani) non risponde alla loro chiamate, ma i cinesi hanno deciso di congelare le relazioni con questo governo americano dicendo testualmente: “With such insincerity and even malice from the US, why should we cooperate with Washington politicians’ performances?“. Insomma, li definiscono bugiardi e in malafede, ma per noi il verbo dell’Occidente è oro colato.

Sembra proprio che invece di isolare la Russia, l’Occidente si sia autoisolato e sta perdendo pezzi e quote vitali di mercato, di operazioni finanziarie, di paesi amici e alla fine, anche di competitività in settori dell’economia essenziali e persino nella produzione di armamenti sofisticati (come i missili ipersonici che gli Usa ancora non riescono a produrre, mentre Cina e Russia stanno molto più avanti).

Nella complessità confuciana almeno una luce si vede. Non è niente di nuovo, ancora, ma almeno un mondo multipolare è decisamente migliore del dominio di un impero in disfacimento con una cultura putrefatta, nessuna prospettiva di sviluppo reale, nessuna idealità da sbandierare e proporre. Speriamo che da questo vuoto qualche nuova forza si coaguli intorno a un’idea portante e vincente. Ad esempio il reddito di cittadinanza universale, il rifiuto della guerra, la collaborazione tra i popoli, un globalismo delle persone e non solo dei capitali, il rifiuto del razzismo, dell’esclusione, dei conflitti interetnici, per una società libera e di eguali diritti per tutti i suoi abitanti. Magari una società umana che sia finalmente in grado di azzerare le spese militari e riconvertirle in spese per la conquista dell’universo a partire dal sistema solare. Utopie? Certo, ma senza l’utopia il mondo sarebbe ancora all’età della pietra o forse ancora prima.

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