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sinistra

Paolo Sylos Labini, un intellettuale economista

di Joseph Halevi

hopper Superstrada a quattro corsie 19561. Introduzione

Durante tre decenni l’Italia è stata il fulcro di un pensiero economico molto avanzato - sia filosoficamente che politicamente - ove si intrecciavano tematiche classiche e keynesiane. Poi dalla fine degli anni 80 tale filone venne accantonato, non per volontà dei suoi principali ispiratori. Il declino coincise con la deriva politico-morale del paese (Sylos Labini, 2002, 2006) assieme all’omologazione subalterna della didattica e della ricerca ai criteri inventati nelle università statunitensi con irreparabile degrado della ricchezza del proprio bagaglio culturale.

E’ mia convinzione che Paolo Sylos Labini abbia costituito, fin dalla metà degli anni 50, il polo di maggior rilievo per la formazione e la crescita di quell’età dell’oro del pensiero economico che in Italia si venne formando nel quarto di secolo successivo alla Liberazione e alla fondazione della Repubblica. La pubblicazione della famosa monografia Oligopolio e progresso tecnico (1956, 1962, 1967) ebbe, in breve tempo, una risonanza internazionale, come testimonia la profonda disamina dello studio svolta -congiuntamente al lavoro di J.S. Bain Barriers to New Competition -da Franco Modigliani (1958) sulle pagine del Journal of Political Economy ancor prima della traduzione in inglese. Il valore universale di Oligopolio, comprovato dalle molteplici traduzioni, è stato ulteriormente sottolineato nel 1993 con la ristampa dell’opera da parte della casa editrice Augustus M. Kelley nella serie Reprints of Economic Classics. Inoltre, sul finire del millennio scorso, vide la luce, con la Cambridge University Press, il più accurato studio sulle teorie dei prezzi soggiacenti alla macroeconomia post-keynesiana. L’autore, Frederic Lee, purtroppo prematuramente scomparso di recente, sostiene che per quanto concerne l’analisi della formazione dei prezzi i lavori di Sylos Labini restano insuperati (Lee, 1998, p. 138).

La forza principale del pensiero di Sylos Labini risiede nella stretta integrazione tra teoria e storia, fenomeno molto raro tra gli economisti. In questo scritto cercherò di evidenziare l’originalità e la rilevanza dell’opera di Sylos Labini facendo leva sul nesso tra teoria e storia; legame che ha caratterizzato l’insieme della sua elaborazione intellettuale, dalla ricostruzione post-bellica al 2004, anno in cui venne pubblicato il suo ultimo libro di economia. Per una visione più completa e puntuale suggerisco la lettura delle analisi e dei quadri disegnati da Alessandro Roncaglia(2006a; 2006b; 2007).

 

2. Lo spartiacque teorico e storico

2.1. La novità teorica

E’ opportuno cominciare da Oligopolio e progresso tecnico poiché costituisce uno spartiacque concettuale per la comprensione delle economie moderne. L’idea per cui le dinamiche del capitalismo industriale avanzato fossero largamente condizionate dalle grandi imprese oligopolistiche esisteva già prima del volume di Sylos Labini. In particolare Michal Kalecki (1971) fece dipendere la sua teoria della distribuzione del reddito dal grado di monopolio, ove tanto maggiore è quest’ultimo, tanto più problematica diventa l’espansione degli investimenti, mentre Josef Steindl(1952), rielaborando le tesi di Kalecki, propose un’interpretazione dell’evoluzione dell’economia USA incentrata sul rapporto tra la maturità del sistema industriale - come portato della crescita delle grandi imprese - e la stagnazione di lungo periodo. Tuttavia i suddetti contributi non presentavano un’analisi approfondita della grande impresa, sia in termini strutturali che in termini storici. Non ne mostravano adeguatamente le ramificazioni sull’insieme del sistema economico, né affrontavano in maniera sistematica il ruolo del progresso tecnico e delle barriere all’entrata verso nuovi concorrenti inerente ai meccanismi delle grandi imprese in rapporto ai meccanismi concorrenziali classici ( Roncaglia, 1994).  

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