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Patacca Cia-Mossad-Wikileaks

di Fulvio Grimaldi

Ti pareva che questa sinistra disastrata, catarrosa e tartagliante nel coro delle volpi e delle pecore al seguito del pastore zufolante, non si tuffasse a corpo morto (NON si fa per dire) nelle sabbie mobili, astutamente occultate da mirti e ginestre, dell’ennesima megatruffa USraeliana? Wikileaks e il suo ambiguo portavoce Assange, inquisito per molestie sessuali e buttato fuori dalla tollerantissima Svezia (ovviamente da “toghe rosse”), se fossero quello di cui si vantano e che gli viene accreditato dalla Grande Armada di canaglie e utili idioti, i centomila squadroni della morte Cia-Mossad in giro per il mondo gli avrebbero già fatto la festa. Invece il ministro dell’offesa Usa, Robert Gates, criminale di guerre Bush, rimesso sugli altari dei sacrifici umani da Obama, ha tranquillamente dichiarato:”Quella roba non ci disturba per niente”. E ti credo! Perché, anzi, puntella con trucchi per gonzi proprio gli obiettivi strategici centrali della criminalità organizzata imperialista. Non ci credete?

Il primo compattatore Wikileaks, tra alcune nefandezze Usa in Iraq, scontate dai tempi di Abu Ghraib, Guantanamo e Bagram, ha sversato nella discarica imperiale un ordigno tossico: sono i pachistani del servizio segreto SIS a guidare, rifornire e incoraggiare i “terroristi Taliban”.

Ordigno la cui deflagrazione era perfettamente sintonizzata con la strategia Usa di criminalizzare i pachistani al fine di indurne il governo, valvassino imperiale, a massacrare la propria popolazione pashtun (sorella di quella afghana in rivolta) nello Swat e nel Waziristan e di squartare in combutta con l’India un paese dotato di armi atomiche. Cosa ci ha visto lo strabico esercito di polli da allevamento? La sconvolgente rivelazione che in Iraq qualche mela marcia statunitense a volte mitraglia la gente per strada. Per poi concludere rassegnato: a la guerre comme a la guerre…

Ora, tra i cimbali e i tromboni della processione alla madonna Assange, hanno anche inserito l’immagine del povero Nicola Calipari, cosa che fa rivoltare nella tomba il brav’uomo che ruppe le uova nel paniere Usa e a noi fa davvero schifo. Il disciplinato soldatino Mario Lozano non poteva non sparargli perché “le autorità irachene avevano rivelato che quella macchina in arrivo era un’autobomba allestita dal capo di Al Qaida, Sheikh Hussein, responsabile di tutti i rapimenti di stranieri in Iraq”. Che altro poteva ordinare il comando Usa se non di impedire che un’apocalisse al tritolo facesse saltare per aria l’aeroporto? Con questa balla sesquipedale, Wikileaks e Federico Gatti, fidato terminale Italiano della banda di Assange, hanno sparato, altro che un’autobomba, tre missili all’uranio (effetti degenerativi permanenti) nelle teste del volgo generale e dell’inclita sinistroide. Primo, gli Usa non hanno colpa, non potevano far altro che sparare a Calipari e a Giuliana Sgrena, che ne ha tratto l’aureola sempiterna di martire (a copertura delle ambiguità che sciorina), per impedire un'ecatombe di Al Qaida. Secondo, la colpa secondaria è delle autorità-fantoccio irachene che hanno tirato quel bidone agli inconsapevoli Usa. Terzo, Al Qaida, come a ogni piè sospinto ripete il gregge del “manifesto” dietro ai pifferai Sgrena e Forti, e non la Resistenza irachena, è quella che fa casino. Al Qaida, e non gli sgherri finti islamici assoldati da USraele, hanno rapito tutti gli stranieri. Curiosamente quasi solo coloro che agli occupanti davano fastidio, dai sostenitori dell’Iraq come Nick Berg, alla stessa Sgrena, troppo piagnucolante sulle vittime irachene uranizzate, ai giornalisti francesi non “embedded”, a esponenti tedeschi o inglesi di organizzazioni umanitarie rischiosamente loquaci sugli stermini di massa Usa.

Episodiuccio che riguarda noi e che fa felice La Russa, Fassino, Napolitano e tutta la muta di pitbull addestrati all’attacco dal domatore Obama. Al Qaida è viva e lotta contro di noi, altro che farsa messa in scena dai pupari di Washington-Tel Aviv per rubare ogni cosa, ammazzare a gogò e succhiare il sangue ai sopravvissuti. Ma Wikileaks mira più in alto. Là, appunto, dove la vista delle talpe del campo occidentale non arriva. A parte il solito episodio di scostumatezza, smanieratezza e fin efferatezza, attribuito ai militari Usa, roba che per chiunque non si arrendesse ai lacrimogeni dell’informazione ufficiale e sue salmerie, era del tutto scontata. Mica solo per le ricchissime fonti web alternative, a disposizione in inglese, francese, tedesco (ah, ma qui casca l’asino in un paese burino che spande inglesismi senza sapere una parola di altre lingue). Sugli “abusi”, vale a dire assassinii arbitrari, torture, stupri degli occupanti, si sono fatti addirittura dei film circolanti in sale e televisioni. Andatevi a vedere Redacted del mica tanto irrilevante Brian de Palma e vedrete altro che le bagatelle da Wikileaks attribuite a qualche esagerato marine.

E allora cosa si propongono Wikileaks, il Pentagono, la Cia, quando scaricano sugli ascari al potere in Iraq questo secondo compattatore di rifiuti tossici e così esonerano in buona misura i primi responsabili della spaventosa tragedia irachena, una Gaza moltiplicata per venti, ma, diversamente dall’altra dei salutari convogli e flottiglie, meticolosamente rimossa? Dalla valanga di monnezza wikileakiana emergono, contornati da un po’ di patatine statunitensi, i quarti di società irachena macellati dagli assassini seriali e briganti di passo messi lì, per meriti di alto tradimento e ladrocinio, proprio dagli Usa. Sono loro, mica i marines, che torturano detenuti, stuprano, frustano, appendono per i polsi o per i piedi, elettroscioccano, giustiziano. E mentre gli americani, brava gente, conducono inchieste sui misfatti dei propri militari (ha-ha-ha!), quei bastardi di iracheni non si curano minimamente delle segnalazioni di crimini fatte loro dai meticolosi occupanti (la cui impunità assoluta, peraltro, è imposta alle leggi di tutti i paesi asserviti, dall’Iraq alla Colombia, dal Messico all’Afghanistan). Perché tanto accanimento contro i boia dagli stessi Usa posti in collo al popolo iracheno? Occhio, ecco il punto: trattasi di sciti, tutti quanti. Tanto che pur di togliere di mezzo il partito sunnita laico, vincitore delle elezioni, per non fargli aver neanche un fiatarello di voce nell’amministrazione del paese occupato e derubato, sono sette mesi che non si mette in piedi un governo in Iraq. E perché Wikileaks-Cia-Mossad ce l’hanno tanto con gli sciti? Ma perché i capi del regime che doveva essere fantoccio degli Usa, pian piano sono scivolati sotto il controllo di un altro protagonista dell’eliminazione dell’Iraq, l’Iran. E sono diventati fantocci di Ahmadi Nejad. E mentre i persiani prima di Ahmadi Nejad erano stati i partner collusi dello sbranamento del più grande, giusto e orgoglioso paese arabo, col tempo ne sono diventati partner in collisione mortale. In Iraq come nel resto del Medioriente. Chiaro perché a Wikileaks è dato il compito di bastonare questi fedifraghi? Una bella botta all'Iran e ai suoi proconsoli in Iraq per provare a riguadagnare l'egemonia perduta.

Non per nulla, il Partito Al Iraqiya dell’ex-premier fantoccio e stragista Allawi, maggioranza relativa, si è fiondato sul trampolino spianatogli da Wikileaks-Pentagono-Dipartimento di Stato per rivendicare i propri titoli al proconsolato, contro queste “bande di sciti obbedienti a Tehran che con le loro milizie hanno fatto pulizia etnica” (sorvolando sul fatto che quando faceva il capo dei fantocci lui, quelle milizie scite impazzavano, trapanando sunniti, quanto poi sottoAl Maliki). I persiani erano riusciti a mettere insieme le varie fazioni dello schieramento scita di obbedienza iraniana, s’era quasi arrivati a un governo che escludeva “l’amerikano” Allawi, ed ecco che Wikileaks, con le sue cannonate contro gli sguatteri di Tehran ha rimesso in carreggiata gli Usa. Bel colpo, no, per chi vien fatto passare per spada delle verità?

Personalmente, visto che del popolo iracheno, martirizzato per il suo valore come nessun altro al mondo, sono fraterno amico e frequentatore da lunga data, di queste porcherie di Wikileaks mi ha offeso più di tutte quella che rilancia, sotto la mimetizzazione di rivelazioni anti-Usa, la sanguinaria menzogna che elimina dalla vista e dalla coscienza universale, compresa quella già abbastanza miope, la prima, e sforacchiata la seconda, del “manifesto”, qualcosa come un milione e mezzo di civili iracheni ammazzati dal pianificato progetto genocida USraeliano. Riprendono, questi farabutti, i dati riduttivi diffusi per anni dal gruppo Iraq Body Count, una associazione a mentire britannica che, finanziata da George Soros, non fa che rilanciare i dati delle vittime diffuse a cazzo dal comando Usa a Baghdad: “109mila morti violente per TUTTE le cause tra il 2004 e tutto il 2009”, di cui appena 66.081 civili disarmati, in massima parte disintegrati dai “terroristi di Al Qaida” (leggi “Resistenza patriottica”) con le loro infami IED (ordigni piazzati nelle strade contro gli occupanti). Si torna all’iracheno delinquente che ammazza la propria gente, come Saddam con i curdi (gassati dall’Iran). Non c’è un cane – e se il bassotto Nando potesse parlare, ci sarebbe – che si ricordi che nel 2006, addirittura prima delle stragi di massa fatte dagli sciti e prima dell’onda alta dell’insurrezione nazionale e senza aver potuto indagare nelle due provincie a più intensa attività di controinsurgenza, il più autorevole periodico di medicina del mondo, “Lancet”, aveva documentato sul terreno la cifra di oltre 650mila morti. Cifra aggiornata due anni dopo da ORB, rispettatissimo istituto britannico di ricerca, che calcolava sul posto, in collaborazione con un ente iracheno, andando casa per casa e ospedale per ospedale, obitorio per obitorio, le vittime civili in 1 milione e 380mila. Oggi come oggi, rasentiamo facilmente i due milioni. Aggiungiamoli al milione e mezzo ucciso dall’embargo 1992-2003, e siamo a un 15% della popolazione irachena eliminata dalla faccia della Terra. E' permesso parlare di olocausto?

Capito a cosa serve Wikileaks? Particolarmente in una fase in cui Usa e carriaggi al traino, disperati per come gliela stanno mettendo in quel posto (e ai loro ascari) in Afghanistan, Pakistan, Iraq e mezza America Latina, qui fanno colpi di Stato, piazzano basi e innescano conflitti etnici, là scatenano bombe e bombaroli (La Russa) contro villaggi e famiglie fatti passare per roccaforti di Al Qaida e fanno piazzare bombe a Islamabad o Karachi da loro scagnozzi travestiti da “estremisti islamici”. E, sul binario parallelo a quello su cui viaggia il carro dell’Omino di burro Assange, zeppo di citrulli e tirato da somari (vedi Pinocchio), corrono anche le direttive Cia sugli “imminenti attacchi terroristici dei Taliban a Westminster, Torre Eiffel e Colosseo” che ci assordano da tutti i media. Terrorismo ovviamente assistito da centri sociali, anarcoinsurrezionalisti, morituri di Terzigno e Fiom. Oltrechè dai casseur della banlieu, oltreché dalle milionate di estremisti che devastano la sacrosanta economia dei ricchi buttando per aria la Francia.

Farabutti questi qui, mentre santi subito appaiono gli statunitensi che affannosamente, per quanto segretamente (pour cause), in simultanea con questi sfracelli islamici, vaticinano invece ritiri e annunciano negoziati con i Taliban “buoni”, cioè comprabili. Nessuno al mondo, da “Il Fatto” al “manifesto”, al Corrierone, al New York Times, a Vendola, si abbasserebbe mai a gettare un occhio sui continui comunicati ufficiali della Resistenza afghana che insistono a negare qualsivoglia intento terroristico, ma anche qualsiasi trattativa prima che l’occupante si sia tolto dai coglioni. Non si faceva così anche con l’Iraq, quando il governo di Saddam, per ben due anni prima dell’attacco iraniano, documentava al mondo, all’ONU, alla Lega Araba, alla Conferenza Islamica, gli innumerevoli atti di aggressione militare, terroristica, propagandistica, di Khomeini? O con quello che diceva DAVVERO Milosevic? Non si ignora con altezzoso disprezzo quello che DAVVERO fa Hugo Chavez? Quello che riferiscono i governi ceceni legittimi e non solo Astrit Dakli e le centrali antirusse? O, massima ingiuria all’intelligenza umana e alla professionalità di Tommaso De Francesco, oltrechè ai serbi da tenere in ceppi, ciò che esce dalle cataste di documenti raccolti da ricercatori onesti sulla non-strage di Sebrenica? Non sentite puzza, oltreché di malafede, dabbenaggine, ottusità servile, dell’intramontabile colonialismo razzista biancocristianocentrista? E possible che nessuno si chieda perchè Wikileaks si occupi solo dei misfatti di Bush e Co, morti e sepolti, e non riveli nessuna infamia di Obama, che sono commesse ORA? Solo dall'inizio di settembre, Obama ha autorizzato almeno 27 assassinii mirati. Le vittime, partigiani e, molti di puù, famiglie e bambini. Il totale da quando è entrato nella tana dei licantropi è oltre 100. "Manifesto" e gruppi umanitari tutti zitti.

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