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fattoquotidiano

Due anni di guerra tra Russia e Ucraina: così i nostri governanti mentono e distorcono la realtà

di Paolo Ferrero

Dopo otto anni di guerra civile nel Donbass, due anni fa, il 24 febbraio 2022, è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina. In questi due anni è cambiato il mondo e, tra le altre cose, è cambiata la comunicazione pubblica in occidente. Non che i media prima fossero un esempio di obiettività e di informazione pluralista, ma in questi anni di guerra la situazione è peggiorata in modo clamoroso e la manipolazione dell’opinione pubblica è diventata la norma.

Ovviamente non tutta la manipolazione dell’opinione pubblica passa attraverso bugie. Sovente basta il non detto, oppure illazioni che vengono ripetute così tanto da apparire vere. In altri casi ancora ci troviamo dinnanzi a bugie che producono un grande impatto e che poi vengono smentite debolmente, ma solo molto tempo dopo. In questo modo nella memoria delle persone rimane il falso, ma il potere può sempre vantarsi di saper correggere i propri errori. Qui di seguito alcuni esempi giusto per segnalare il problema.

 

Informazioni pilotate

Due anni fa in occidente questa guerra è stata presentata come un fulmine a ciel sereno dovuto alle manie di grandezza del folle autocrate russo.

Nelle settimane successive ci è stato raccontato che Putin voleva invadere tutta l’Europa e che quindi era necessario armare l’Ucraina per porla in condizioni di vincere la guerra, per difendere il loro paese e la nostra democrazia. In realtà, come è venuto chiarendosi nel corso del tempo, le origini di questa guerra sono molteplici e in larga parte attribuibili all’occidente, a partire dal continuo allargamento della Nato a est degli ultimi due decenni. In secondo luogo non sono stati irrilevanti gli effetti della rivolta/colpo di stato di Piazza Maidan che nel 2014 ha deposto il Presidente legalmente eletto e ha spostato il governo ucraino decisamente nell’orbita occidentale, riaprendo la questione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato.

Che dire poi del mancato rispetto degli accordi di Minsk da parte del governo ucraino, che ha continuato a vessare la popolazione ucraina residente nel Donbass. A questo riguardo si è anche saputo, dalle autorevoli voci di Merkel e Hollande, che i garanti europei di quegli accordi sapevano che non sarebbero stati rispettati, perché servivano solo per permettere all’Ucraina di armarsi e di costruire linee fortificate per fare la guerra con la Russia.

 

Informazioni non date

Il segretario generale della Nato Stoltenberg, durante un’audizione alla commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo tenutasi a Bruxelles all’inizio di settembre del 2023, ha rivelato che: “Nell’autunno del 2021 il presidente russo Vladimir Putin ci inviò una bozza di trattato: voleva che la Nato firmasse l’impegno a non allargarsi più. Questo è quello che ci ha mandato: naturalmente non lo firmammo”. Visto che questa “era la precondizione per non invadere l’Ucraina” – come ha poi proseguito Stoltenberg – non solo il conflitto non è attribuibile principalmente alla responsabilità russa, ma è del tutto evidente che la Nato si è mossa consapevolmente e colpevolmente per trasformare la guerra in Donbass in una guerra tra Russia e Ucraina dapprima, e poi nei fatti tra Russia e Nato. Che la guerra fosse evitabile noi non lo sapevamo, i nostri governanti sì.

 

Bugie varie

Nel corso della guerra è stato sottolineato più volte come fosse Putin a non volere una tregua, il cessate il fuoco, la fine della guerra. Si tratta di una bugia colossale. In primo luogo un accordo di pace venne firmato a Istanbul nel marzo 2022 da russi e ucraini. Questo venne disdetto unilateralmente dagli ucraini in seguito alle pressioni occidentali e in particolare del premier inglese Boris Johnson.

Di questo accordo aveva dato indiscrezioni il Financial Times ed è stato poi confermato da Putin il 17 giugno 2023 quando, ricevendo la delegazione dei leader africani al Cremlino, ha mostrato il documento firmato dal capo delegazione ucraino, denominato “Trattato sulla neutralità permanente e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”, che in 18 articoli dettagliava le clausole specifiche con cui porre fine alla guerra. Questo accordo non venne mai smentito, così come il ruolo rilevantissimo di Johnson nel farlo saltare. Così, dopo il ritiro delle truppe russe da Kiev – previsto nell’accordo – invece di proseguire nel percorso di pace, l’accordo venne stracciato dagli ucraini e la guerra riprese a pieno regime, producendo fino a ora oltre mezzo milione di morti e feriti tra i soldati russi e ucraini.

Oggi una trattativa come quella non sarebbe nemmeno più possibile perché Zelensky, nei primi giorni di ottobre dello scorso anno, ha varato un Decreto che sancisce “l’impossibilità di intrattenere negoziati con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin” e quindi di aprire il dialogo con la Russia. Un decreto che ha valore di legge impedisce quindi al presidente e al governo ucraino di poter trattare con la Russia se non dopo una eventuale defenestrazione di Putin… Ma sarà proprio vero che è Putin che non vuole trattare?

 

Una bolla di… metano

Quando nel settembre 2022 un attentato terroristico fece esplodere il gasdotto Nord Stream, i media occidentali incolparono il governo russo e aumentò di molto il rischio di un coinvolgimento diretto della Nato nella guerra con la Russia. Al di là dell’impatto geopolitico, le perdite del gasdotto Nord Stream sono state un enorme disastro ambientale dovuto al più grande rilascio di metano dovuto all’attività umana. Ovviamente per settimane i media sono andati avanti a suonare la grancassa dell’attentato russo, fino a quando, a partire dal giugno 2023, sono iniziate a uscire indiscrezioni sul fatto che a fare il sabotaggio sarebbero stati gli ucraini con l’appoggio logistico e la copertura di vari paesi della Nato.

La tesi si è via via solidificata con una pluralità di inchieste giornalistiche, statunitensi come tedesche, dal Washington Post a Der Spiegel. Le inchieste ufficiali vanno invece avanti a rilento. La Svezia ha chiuso l’inchiesta sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream all’inizio di febbraio 2024 “perché non ha giurisdizione in materia”. Stoccolma invierà a Berlino le “prove” raccolte durante le indagini ma non le ha rese note. Chissà perché? L’inchiesta tedesca a sua volta viaggia alla velocità di un bradipo cardiopatico e probabilmente produrrà qualche esito solo quando sarà politicamente irrilevante, perché le bugie avranno già prodotto i loro drammatici effetti pratici. Del resto siamo quell’Occidente in cui, per giustificare la guerra in Iraq, Tony Blair mentì davanti al parlamento inglese e Colin Powell addirittura davanti all’assemblea generale delle Nazioni Unite.

 

Prese in giro

“Le sanzioni metteranno in ginocchio l’economia russa” ci diceva il segretario del Pd Letta nel febbraio 2022. Draghi nel settembre 2022 conferma: “Le sanzioni hanno avuto un effetto dirompente sulla Russia” e così nel dicembre 2022 la presidente del Consiglio Meloni rilancia intervenendo al G7. “Rimaniamo impegnati sulle sanzioni” e “Dopo le sanzioni sul petrolio russo oggi più che mai serve uno sforzo internazionale sul gas”. Non proseguo. Tutti, salvo i nostri governanti, sanno che le sanzioni stanno distruggendo l’economia europea e non hanno scalfito quella russa.

Non vi tedio con altre decine di esempi. Qui sopra ho solo accennato ad una situazione grave, che nel caso del genocidio del popolo palestinese a opera dell’esercito israeliano è anche peggiore. E’ bene che si sappia che abbiamo un problema da risolvere: i nostri governanti mentono e distorcono la realtà come il più incallito dei terrapiattisti. E lo fanno a reti unificate.

Comments

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Michelangelo Tumini
Wednesday, 06 March 2024 19:08
Caro Ferrero, una sola domanda, prendendo per oro colato la tua ricostruzione dei fati, perchè Putin attua - a di suo dire- un'operazione un'operazione speciale e prevede la galera per gli eventuali dissidenti che parlassero di guerra??? nell'ivadere l'Ucraina il 24 febbraio 2022 creando le condizioni politiche per vedersi opporre una reazione alla sua scelta da parte dell'Ucraina non solo, ma anche delle nazioni scandinave fino a quel giorno rimaste "indipendenti" di chiedere il giorno dopo di entrare nella Nato???
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