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sinistra

Raddoppiare gli errori fatali

di Piero Pagliani

Impero.jpgla dedichiamo a tutti quelli - e sono tanti - che pur essendo testimoni di fatti importantissimi e determinanti dell'avvenire della civiltà, neanche se ne accorgono!

Enzo Jannacci, “Prete Liprando e il giudizio di Dio”

 

1. Neanche se ne accorgono!

Qualcuno si chiederà perché ho così poca stima, e a volte nessuna, per la maggior parte dei politici, dei media e degli “esperti”, uomini e donne, che occupano la scena italiana, europea e occidentale.

La risposta è semplice: perché non si meritano nessuna stima.

Nel 2014 alcuni deputati del neonato Movimento 5 Stelle e il compianto giornalista Giulietto Chiesa, mi chiesero di presiedere un convegno internazionale intitolato “Global Warning”, cioè “attenzione alla guerra globale”. Il convegno si tenne presso la Biblioteca del Senato della Repubblica. La tesi dei lavori era che la Nato stava preparando un grande scontro con la Russia nell'Europa orientale. Tesi che Giulietto Chiesa ribadì nei suoi tour in giro per l'Italia. Con tutte le critiche di carattere teorico e politico che io gli rivolgevo schiettamente in quegli anni, riconosco volentieri che Giulietto vedeva più lontano di tutti i suoi colleghi giornalisti, sia perché era più intelligente, sia perché conosceva la Russia e l'Europa orientale molto meglio.

Ascoltate bene questi 57 secondi: https://www.youtube.com/watch?v=sDPVIljawNU

Era esagerato? Era complottista? Giudicate voi.

Nel 2013 pubblicai in rete 2 volumi sulla crisi sistemica, scritti l'anno precedente. Il secondo si intitolava “La crisi che verrà: Definanziarizzazione e deglobalizzazione”.

In esso sostenevo che si stava andando verso una spaccatura del mondo, verso una deglobalizzazione che avrebbe avuto come conseguenza la crisi del capitalismo finanziarizzato in Occidente:

«Possiamo sintetizzare quanto finora esposto, affermando che l’attuale crisi sistemica è causata dagli effetti di ciò che possiamo definire “dilatazione materiale dello spazio capitalistico occidentale e duale contrazione del suo tempo” che ha avuto luogo a partire dalla fine della II Guerra Mondiale»

Seguivano spiegazioni di questa affermazione che si concludevano così:

«Tutto ciò dovrebbe premere verso una de-globalizzazione e una de-finanziarizzazione.» [1]

Dieci anni dopo il mio manoscritto, nel 2022, il premio Nobel per l'economia, Joseph Stiglitz, ammise: “La globalizzazione è finita”:

«All'incontro di quest'anno delle élite economiche e politiche a Davos è apparso chiaro che la visione di lunga data di un mondo senza frontiere non è più credibile. Purtroppo è stato anche chiaro che riconoscere questa verità fondamentale non equivale a fare pienamente i conti con gli errori del passato.» [2]

Perché Stiglitz, che ovviamente ne sa molto più di me di economia, ci è arrivato dieci anni dopo? Io credo che fino all'ultimo abbia sperato che la globalizzazione potesse redistribuire ricchezza e tenere sotto controllo sia il protezionismo che la finanziarizzazione statunitensi. Ma faceva i conti solo con una delle facce del capitalismo, quella economica, mentre il capitalismo è un Giano bifronte. Un errore che si riscontra non raramente in chi è ingabbiato in una enorme conoscenza specialistica e specialmente nella “scienza economica”. Il problema è che prima di tutto l'Economia più che una scienza è una pratica che si avvale di un insieme non coerentizzato di formule matematiche la cui scelta dipende dagli interessi che si vogliono privilegiare, formule che cercano di descrivere ciò che non è possibile descrivere in questo modo, cioè le dinamiche sociali:

«[...] l'economia è innanzitutto una storia [...]. Pensare di fissare, anche temporaneamente, lo “spazio delle fasi” o dei possibili economici, necessario a scrivere le equazioni di una dinamica, è un errore concettuale, arricchito da semplificazioni o riduzioni delle dimensioni del problema assolutamente arbitrarie. O meglio, entrambe hanno motivazioni politiche che si mascherano dietro una presunta oggettività matematica». [3]

E se anche fosse una scienza, è sempre bene ricordarsi dell'avvertimento del filosofo ungherese Imre Lakatos: «nessun insieme di giudizi umani è completamente razionale e così nessuna ricostruzione razionale può mai coincidere con la storia reale» (“History of Science and Its Rational Reconstructions ”, 1978). E se questi sono i limiti della ricostruzione ex post figuriamoci quelli della costruzione ex ante.

Per quanto riguarda il rischio di definanziarizzazione, Mario Draghi ha dato la sua ricetta, che qui sintetizzo con parole mie: A causa della progressiva diminuzione di egemonia da parte dell'Occidente, dovuta alla guerra in Ucraina che stiamo perdendo, i giochi finanziari potranno continuare solo autocannibalizzandoci, cioè facendo man bassa della ricchezza privata e del dominio pubblico. Specialmente, la ricchezza privata in Europa è enorme ma non viene sufficientemente “investita” nei giochi finanziari. Infatti Draghi si è lamentato che “il mercato finanziario americano vale circa il 220% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti, mentre il mercato finanziario europeo vale appena l’80% del prodotto interno lordo europeo”. Ovvero, gli Stati Uniti sono più bravi di noi nel casinò finanziario [4].

Quindi occhio al portafogli, alla vostra casa, ai servizi pubblici, alla Sanità, all'Istruzione, a diritti garantiti dalla Costituzione, all'aria che respirate (che pagherete con la “transizione ecologica”, un grande business finanziario con modesto beneficio ambientale).

Ma il nostro Draghi nazionale non dice che il mercato finanziario si regge sulla reggenza del Dollaro (scusate il bisticcio – voluto – di parole), reggenza che è sempre più messa in crisi dagli scontri globali e dalle conseguenti variazioni del “balance of power”, delle geometrie dei mercati internazionali, delle catene del valore e dei mezzi internazionali di pagamento. Scontri che abbiamo voluto con ogni mezzo per sostenere l'egemonia Usa e quindi, per l'appunto, la finanziarizzazione, e scontri che stiamo perdendo nonostante noi si stia usando tutti i mezzi (altro bisticcio voluto di parole). E non c'è verso che le cose cambino. Draghi lo sa, ma che sa anche che è troppo pericoloso far capire alla gente il rapporto tra finanziarizzazione e guerra. E, quel che è peggio, non ha una ricetta alternativa al proseguimento di questo giro vizioso che può solo finire in tragedia.

 

2. Sprofondamento

Nel 2003 pubblicai per Punto Rosso il saggio “Alla conquista del cuore della Terra” (quello sopra citato si sarebbe infatti intitolato “Al cuore della Terra e ritorno”: erano passati dieci anni), dove interpretavo l'11 settembre (le Torri Gemelle) come l'inizio di una forte proiezione di potenza statunitense verso Oriente con obiettivi privilegiati la Russia ma più che altro la Cina [5].

Preveggenza? No, solo un lavoro di logica su dati e avvenimenti alla portata della conoscenza di tutti. Io non ho la sfera di cristallo, non ho fonti particolari d'informazione, e di economia e geopolitica ne so poco. L'unico motore che fa muovere il mio pensiero è la logica (di questa effettivamente mi intendo) e la passione morale, quella che mi fa preoccupare e imbestialire, che mi fa capire che ormai la nostra società occidentale se a volte può essere ancora moralista, è ormai priva di etica, cioè di quella cosa che tiene amalgamata una società, che collega la coscienza del singolo con la coscienza degli altri. Siamo privi di valori comuni da condividere, oppure da contestare per farne nascere di nuovi in un movimento di Aufhebung. Siamo una società basata sull'accumulazione e sul desiderio, entrambi infiniti ma senza un fine, una società dove vige l'equazione desiderio=diritto e che per questa equazione fa guerre, provoca guerre, compie genocidi o si fa complice di genocidi.

Privi di fondamenta, sprofonderemo, non c'è nulla da fare.

La Nato tutti i santi giorni ripete che dobbiamo armarci fino ai denti perché “tra cinque od otto anni la Russia potrebbe attaccarci”. “Servono più armi, dobbiamo produrne come fatto con i vaccini”, ha detto Ursula von der Leyen all'Assemblea Plenaria di Strasburgo, qualche giorno fa (un paragone inintenzionalmente onesto, quasi un lapsus direi, che dovrebbe far pensare).

In realtà la Russia potrebbe attaccarci adesso. Ne ha tutti i mezzi. Ma non trova in noi più alcun interesse. E non saremo più interessanti tra cinque o otto anni, quando saremo ridotti alla quasi totale ininfluenza. Cinque od otto anni è in realtà il tempo che serve a noi per riarmarci e poter muovere contro la Russia una “guerra totale”, un'espressione che è ripetuta in modo martellante, ai ritmi tipici dell'indottrinamento.

Se non cambiamo traiettoria, tra cinque od otto anni saremo alla disperazione (una disperazione autoinflitta che illumina in modo abbacinante la saggezza popolare del proverbio “Chi troppo vuole nulla stringe”: il principio base darwiniano per evitare l'estinzione, l'adattamento, è del tutto ignoto a chi ci governa) e questa disperazione potrebbe effettivamente spingere le nostre élite a uno scontro con la Russia in un tutto per tutto. Non sarebbe la prima volta. Ed essendo le élite che ci comandano e ci governano, sociopatiche - e lo si vede dal modo ignobile e spietato con cui sfruttano l'Ucraina per i loro propositi - non me la sento di escludere uno scontro simile.

E Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di Sicurezza Russo (che quando era Presidente della Federazione Russa era nettamente filo-occidentale, quindi capite cosa siamo riusciti a combinare con la nostra aggressività: “A fateful error” scriveva George Kennan nel 1997 sul New York Times, questo siamo riusciti a combinare: un errore fatale), Medvedev, dunque, ha recentemente ripetuto che se l'integrità della Russia e dello Stato russo fossero seriamente minacciate Mosca farebbe ricorso alle armi nucleari [6]. Non è uno scoop, perché non ha fatto altro che ribadire la dottrina nucleare di Mosca, che è di dominio pubblico.

Quindi è di dominio pubblico che semmai ci venisse l'insana idea di attaccare la Russia avremmo l'alternativa tra far ammazzare i nostri soldati a decine di migliaia nell'Europa dell'Est, o farci ammazzare a decine di milioni in tutto l'Occidente. E chi morrà subito sarà il più fortunato. O pensate che dopo un attacco atomico chi sopravviverà potrà nutrirsi, potrà dissetarsi, potrà curarsi? Avete in mente l'incubo del “day after”?

Cos'altro potrei pensare allora di una von der Leyen (medico ed ex ministro della Difesa) che accomuna i vaccini ai proiettili?

Cos'altro si può pensare di un Macron che chiede di inviare soldati della Nato in Ucraina?

Potrebbe intanto mandare i suoi 30 carri armati operativi in attesa che gli UK preparino la loro unica brigata pesante “combat ready”. Nessuno ha il coraggio di ricordare al capo dell'Eliseo che quando Napoleone incontrò Alessandro I a Erfurt nel 1808, lo zar lo accolse come “un fratello”, ma dopo l'attacco di Napoleone alla Russia nel 1812, Alessandro entrò a Parigi da trionfatore due anni dopo e dopo aver distrutto la Grande Armée che, fatte le proporzioni storiche, era ben più potente della Nato?

La Storia è maestra, si dice. Ma non si sa bene di che cosa. E agli imbecilli non può insegnare nulla.

 

3. L'Europa è la Grande Malata d'Europa

A ogni modo, so benissimo che Macron non intende inviare soldati francesi in Ucraina (per lo meno non in divisa). E di sicuro è a conoscenza che ha a disposizione non più di 30 carri armati operativi e missili mignon che tirano a 550 km di distanza a ben meno di Mach 1. E quindi mi rendo conto che in realtà ha solo voluto inviare un “messaggio”. Però c'è modo e modo e lui ha scelto quello di dire un'idiozia. È una questione di stile e io qui ho solo preso sul serio il suo modo di inviare messaggi obliqui, come per altro ha fatto mezza Francia, preoccupata, e tutta la Russia, tra lo sconcertato e l'ironico.

Ma quale messaggio? Macron vuole mettere in difficoltà i suoi alleati dicendo che la Francia vorrebbe che si facesse di più ben sapendo che nessuno lo farà (il business di riciclo di denaro e armi va bene così, anche se fa ammazzare un numero impressionante di uomini, così come la procedura di svendita dell'intera Ucraina ai suoi alleati, ovvero ai suoi creditori – non mi viene in mente nessun Paese che sia stato trattato peggio, in modo cosi vigliacco, rapinoso e sanguinario, dai suoi cosiddetti amici). In altri termini Macron manda a dire che la Francia la vuol fare da protagonista, si rende conto che i rami della gerarchia di potere del sistema occidentale sono scossi, che le posizioni sono rimesse in discussione e non vuole che la Francia perda la sua. E la stessa cosa ha fatto quell'altro stupido di Scholz quando a “rivelato” (segreto di Pulcinella) che i missili lanciati dalle truppe di Kiev in realtà sono lanciati dai soldati britannici: “British soldiers helping fire Ukrainian missiles, Olaf Scholz reveals” (The Telegraph, 28 febbraio 2024). Gli UK dal canto loro si erano già ritirati in una posizione privilegiata nel 2016 con la Brexit, due anni dopo il golpe della Maidan (quando, in pochi, sostenevamo che era una mossa eminentemente geopolitica, fummo aspramente criticati da chi a sinistra vedeva nella Brexit una vittoria di popolo contro l'austerità imposta dalla UE e chi da destra vi vedeva un grande errore economico, critiche con una stessa radice economicista).

La Polonia, che odia gli Ucraini per i massacri subiti durante la II Guerra Mondiale e vorrebbe riprendersi Leopoli, e quando può lo ricorda pretendendo che Kiev porga scuse ufficiali, si è atteggiata ad alleato di ferro e ha fatto sapere che vuole costruire il più grande esercito europeo in funzione antirussa. Tuttavia ha bloccato le importazione di prodotti agricoli dal martoriato “alleato”, per giunta dopo essersi anche stufata dei profughi ucraini, sottolineando così che l'Ucraina è solo uno strumento, un vuoto a perdere.

Varsavia sta dunque cercando di scalare la gerarchia ramificata di potere occidentale e di scalzare la Germania, in via di cottura, dal ruolo di referente continentale degli Usa (cosa comunque che può essere molto pericolosa per la Polonia). Ancora una volta la posizione geografica della Polonia, stretta tra Russia e Germania, sta facendo valere i suoi diritti. E così abbiamo Scholz che vuol mettere in cattiva luce gli UK verosimili sostenitori dell'ascesa polacca e cerca di far dimenticare a Mosca i Leopard che ha dato a Zelensky (che comunque bruciano molto bene, come si sono accorti i Russi).

Come ho scritto più volte, la “solidarietà europea” è solo una facciata per un ristretto comitato d'affari che non riesce a tenere completamente sotto controllo le forze centrifughe che il caos sistemico ha prodotto in Europa. Non ci riesce perché non può e non può perché gli interessi di quelle élite non coincidono e sempre più contrastano con quello del resto delle singole società.

Il problema europeo si può dunque sintetizzare così: l'Europa è la Grande Malata dell'Europa. Questo non è un gioco di parole. Paesi che dovevano la propria prosperità agli scambi internazionali e allo sfruttamento di risorse relativamente non capitalizzate provenienti dal di fuori dei confini della UE, si vedono costretti a isolarsi progressivamente dalla gran parte del mondo per piegarsi al volere del loro prepotente alleato d'oltre oceano che su di essi vuole scaricare le sue contraddizioni e lo farà in modo differenziato (e di questo processo la guerra in Ucraina è oggi sia l'esito più drammatico sia lo strumento principale).

Quindi da un parte i Paesi europei devono lottare per strappare, in concorrenza tra loro, le migliori condizioni a Washington e cercare di risalire il più possibile la gerarchia ramificata di potere occidentale, da Washington comandata e organizzata. Dall'altra capiscono che esiste una gerarchia ramificata di potere globale e che questa sta mutando con accelerazioni velocissime e improvvise, scollandola sempre più da quella occidentale [8]. E queste accelerazioni sono sensibili all'andamento della guerra in Ucraina.

E dato l'andamento della guerra, l'intreccio di impasse al quale i Paesi europei sono sottoposti è questo: da un lato devono porsi singolarmente nel modo migliore nei confronti di Washington, cercando al contempo di mantenere a galla la propria società e per giunta facendo finta di muoversi in sintonia con gli altri Paesi UE, e se questo è già un rompicapo, dall'altro lato devono cercare di non perdere del tutto la faccia e la credibilità nei confronti della Russia e del nuovo mondo di cui essa è punto di riferimento imprescindibile. Ma per ora i Paesi europei si trovano in una situazione di Zugzwang: come ti muovi sbagli. Si sono messi in questa situazione e non si vede in questo momento una via d'uscita.

Un problema quasi speculare ce l'hanno gli Stati Uniti: cannibalizzare gli alleati-vassalli è facile, e può consentire di rimandare per un po' il redde rationem, cioè, innanzitutto, lo sfaldamento sociale e politico degli Usa. Ma il risultato nel medio termine non può che essere un proprio indebolimento strutturale. A meno che … a meno che una volta sufficientemente dissanguati gli alleati-vassalli europei e rinvigoriti dal loro sangue, gli Stati Uniti negozino una posizione favorevole nella nuova gerarchia ramificata di potere globale. Magari previa sostituzione di una ormai sputtanata classe politica neo-liberal-con, proprio quella a cui noi europei oggi ci prostriamo credendo che siano i più puri rappresentanti della Fine della Storia.

E i nuovi “Grandi”, Cina e Russia innanzitutto, gli Stati Uniti li staranno ovviamente a sentire.

Anche la Russia dovrà però a sua volta porsi il problema di cosa fare con un'Europa immiserita, coi vicini di casa che incominciano a mettersi le pezze al culo. E non potrà non porsi il problema, perché avere come vicini di casa nobili decaduti, ex ricchi, rancorosi da una parte e piagnucolosi e puzzolenti dall'altra e che fanno andare in malora l'appartamento è una situazione che non si può ignorare. Cosa farà la Russia? Non lo so. Penso comunque che non c'invaderà perché non ne trarrebbe alcun vantaggio. L'invasione dell'Ucraina è una questione di sicurezza dei confini russi e non una frenesia da conquiste territoriali. Questo lo capisce anche un bambino e quindi lo capiscono anche le cancellerie occidentali. Quando sostengono altro sono in mala fede e hanno secondi fini.

 

4. Essere, Apparire, Scegliere

I secondi fini si possono capire o si possono intuire. Tuttavia ciò che appare influenza molto le nostre scelte data la mancanza di una credibile guida politica alternativa che ci spieghi che «mentre sulla scena politica si seguono queste banali rappresentazioni, nelle quali tutte le ambizioni umane intessono la loro menzogna, sullo sfondo giganteggia la maschera sghignazzante della realtà» (Gramsci). E quindi ciò che appare a volte è l'unica misura che abbiamo per capire il profondo. Ed è un guaio, perché c'è una bella differenza tra Schein ed Erscheinung, tra un'apparenza e una manifestazione.

Ma fermandosi all'apparenza, che è quella che caratterizza il circo politico e mediatico, come ci si può sentire a leggere i pareri e i commenti di chi non solo mostra di non aver capito nulla, non solo non ha compreso gli avvenimenti che gli passavano sotto il naso con tanto di didascalia appesa al collo, ma ci ha condotto in questa orrenda situazione e non fa altro che raddoppiare esattamente la stessa mossa sperando che l'esito cambi?

E chi agisce così, secondo Einstein è un idiota.

E se non c'è di mezzo l'idiozia, allora c'è di mezzo la disonestà, la vigliaccheria, la criminalità.

Potrei starmene calmo, far finta di niente? Sì, se fosse una partita a boccette. Ma ne va della vita nostra e soprattutto di quella dei nostri figli e dei nostri nipoti. E allora divento feroce.

L'uscita a Strasburgo di Ursula von der Leyen è sicuramente un lapsus. Col Covid hanno tastato il terreno. Senza un disegno preciso prestabilito, io penso. Anzi, all'inizio confusionario, andava a tentoni muovendosi tra la scarsa conoscenza sulla malattia e scontrandosi con i vincoli della tradizione democratica. Poi un disegno si è precisato e si è visto che sospendere la democrazia si poteva fare, che ci sono i mezzi per proclamare stati di emergenza a piacimento. Con la guerra si proseguirà su quella strada: «La consapevolezza di essere in guerra, e quindi in pericolo, fa sì che la concentrazione di tutto il potere nelle mani di una piccola casta sembri l’unica e inevitabile condizione per poter sopravvivere» (Orwell, “1984”).

Il prossimo fascismo non sarà in orbace. E nemmeno in doppiopetto. Sarà un fascismo in casual, il dress code sarà informale. E se andremo in guerra lo faremo dietro bandiere arcobaleno, perché nel bipensiero “guerra è pace”, «la libertà è schiavitù». «l'ignoranza è forza».


Note
[1] Piero Pagliani: Al cuore della Terra e ritorno. Parte Seconda La crisi che verrà. Definanziarizzazione e deglobalizzazione. 2013 (i link originali non sono più funzionanti, ma lo si trova ad esempio qui: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacritica/pagliani2.pdf).
Questa è la citazione completa del passo:
«Possiamo sintetizzare quanto finora esposto, affermando che l’attuale crisi sistemica è causata dagli effetti di ciò che possiamo definire “dilatazione materiale dello spazio capitalistico occidentale e duale contrazione del suo tempo” che ha avuto luogo a partire dalla fine della II Guerra Mondiale.
Quest’enorme dilatazione, per molti versi mai sperimentata prima in quanto ampiezza e profondità, ha provocato una crisi di crescita per due ordini di motivi. Innanzitutto perché tale dilatazione ha fatto crescere Potenze con pretese contrapposte a quelle dei centri capitalistici termoindustriali occidentali finora dominanti, secondo una fondamentale contraddizione sistemica che tra poco analizzeremo in dettaglio. Ne nasce quindi una contestazione del rapporto di aggiunzione mondiale del Potere, che fa diminuire progressivamente la disponibilità di spazi fisico-sociali da collocare nella gerarchia ramificata di differenziali che sono necessari al capitalismo termoindustriale occidentale in quanto sistema dissipativo. In altri termini diminuisce la sua possibilità di scaricare all’esterno gli effetti entropici che produce e in particolare la disponibilità di natura relativamente non capitalizzata appropriabile. In secondo luogo, aumenta la perturbazione ecologica di risorse che si sono formate prima dell’avvento dell’homo sapiens […]. Possiamo per comodità descrivere quanto sta accadendo come un fenomeno di rendimenti decrescenti economici e politici nell’esplorazione e sfruttamento dello spazio geo-socio-ecologico attraverso la supremazia finanziaria, un po’, se vogliamo, come i risultati decrescenti delle prospezioni petrolifere, così che potremmo visualizzare il fenomeno con una curva simile a quella che descrive il famoso picco di Hubbert.
Tutto ciò dovrebbe premere verso una de-globalizzazione e una de-finanziarizzazione.»
[2] Joseph H. Stiglitz: Getting Deglobalization Right. Project Syndicate, 31 maggio 2022. ps://www.project-syndicate.org/commentary/deglobalization-and-its-discontents-by-joseph-e-stiglitz-2022-05
[3] Giuseppe Longo, Complessità, scienza e democrazia. A cura di Paolo Bartollini, 14 maggio 2016. https://www.sinistrainrete.info/teoria/7196-giuseppe-longo-complessita-scienza-e-democrazia.html.
Per Adam Smith, stracitato per la famosa espressione “mano invisibile del mercato” (che usa una volta solo nelle centinaia di pagine della sua “Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni ”) l'economia era strettamente connessa alla Filosofia Morale. E visto che si ama citare Smith, perché non questo passo: «[...] il saggio del profitto non cresce con la prosperità e non diminuisce col declino della società [...] Al contrario, esso è naturalmente basso nei paesi ricchi ed è alto in quelli poveri, ed è sempre massimo nei paesi che vanno a tutta velocità verso la propria rovina.»?
[4] Beda Romano: “Ue, Draghi: «Servono enormi investimenti, risorse pubbliche e risparmi privati»”. Il Sole 24 Ore, 24 febbraio 2024. https://www.ilsole24ore.com/art/ue-draghi-servono-enormi-investimenti-mobilizzare-anche-risparmi-privati-AFzAA9pC?refresh_ce=1
Detto incidentalmente, gli Stati Uniti non hanno i mezzi industriali per vincere la guerra con la Russia per vari motivi uno dei quali è proprio perché prosperano sull'economia finanziarizzata. Può sembrare paradossale, ma una precisa e concisa descrizione di questa difficoltà l'ha scritta su X l'ex consigliere speciale di Zelensky, Oleksij Arestovyč :
«Gli americani non possono lanciare il complesso militare-industriale, con il sistema esistente, né con i marocchini, né con i messicani, né con le danze, né con i tamburelli. La motivazione fondamentale del mercato è la speculazione finanziaria. Le aziende produttrici di armi mostrano una crescita della capitalizzazione, ma non mostrano mai una crescita della produzione (perché praticamente non ce n’è). Se la produzione cresce, lo fa con estrema lentezza, per non rompere gli schemi di capitalizzazione. Il loro compito è aumentare il valore delle azioni e non creare nuove attrezzature. Si investono decine di miliardi, ma non c’è crescita della produzione. E non lo farà, per questo è necessario cambiare l'intero paradigma, tutti gli schemi che garantiscono il suo benessere. Ho guardato i rapporti annuali e trimestrali di Ratheon [leggi Raytheon], Lockheed, Boeing: la stessa cosa ovunque» [traduzione automatica]. (https://twitter.com/arestovych/status/1734589246348906933)
[5] Piero Pagliani: “Alla conquista del cuore della terra. Gli Usa: dall'egemonia sul «mondo libero» al dominio sull'Eurasia”. Edizioni Punto Rosso, 1 luglio 2003. Curiosamente in rete il sottotitolo è stati invertito in: “dal dominio sul «mondo libero» all'egemonia sull'Eurasia”. Ma è proprio il contrario: la mia tesi era che gli Stati Uniti stavano perdendo la capacità di egemonia globale sulla metà del mondo detta “mondo libero”, dove il concetto di “egemonia” era inteso in senso gramsciano, e quindi dovevano imporsi con la forza come un dominio globale. In realtà a metà degli anni Novanta avevo scritto un romanzo - che pubblicai però solo 15 anni dopo per le edizioni Mimesis - il cui sfondo era la fine della globalizzazione e una spaccatura economica e finanziaria tra Est e Ovest. Ma all'epoca, a metà degli anni Novanta quando stendevo per l'appunto il manoscritto, tutti si ubriacavano col termine di “globalizzazione” (che per altro non capivano e travisavano).
[6] https://youtu.be/Qb2sOBJ-GnM
[7]https://www.telegraph.co.uk/world-news/2024/02/28/british-soldiers-help-ukraine-fire-missiles-olaf-scholz/
[8] Ho descritto il concetto "differenziali di sviluppo (politico, militare, economico e finanziario)" di "gerarchia ramificata di potere" per riprodurre i differenziali, motivandolo come fondante le società capitalistiche, nel già citato “Al cuore della Terra e ritorno” e l'ho sintetizzato in “Dopo il neoliberalismo” (a cura di Carlo Formenti, Mimesis, 2021) nel capitolo “La logica della crisi” dove l'ho articolato con la distinzione tra logiche locali e logiche globali.

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Truman
Friday, 08 March 2024 11:05
Ciao Piero,
ricordo il convegno del 2014 e la bella tavolata a pranzo. Certamente Giulietto aveva ragione.

Sulla tua chiusa ho dovuto rileggere, perchè il fascismo arcobaleno per me è già qui, non vedo niente da profetizzare, basta constatare l'evidenza. Una magra consolazione è che non ho più difficoltà a capire il fascismo di Mussolini e molti eventi correlati.

Un saluto
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Alfred
Thursday, 07 March 2024 22:31
Davvero lei vede questo?
Usa÷Russia
o Usa÷Cina
?
Quando il processo di avvicinamento (anche nelle differenze e nelle distanze) tra Russia e Cina e' nei fatti oggettivi del recente passato e del presente?
Basti pensare all'aumento degli scambi commerciali tra i due colossi in questi ultimi due anni o a strutture enormi per il gas verso la Cina. Tutto accelerato dal 2014 data in cui noi occidente collettivo abbiamo iniziato a sanzionare la Russia .... non tenendo conto che ci stavamo dando martellate su parti intime, ma per l'Ucraina nella Nato questo e altro.
Ah, si, non l'ho sognato la notte, ne scrivevano pure su Ispi nel 2019, dal loro punto di vista, ovviamente
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/power-siberia-il-gasdotto-russo-che-rifornira-la-cina-24544
Ne dava annuncio, come notizia di colore, anche un giornale online periferico nel 2014
https://www.lettera43.it/gas-russia-cina-via-al-gasdotto-anti-sanzioni-delloccidente/
Sono passati appena 10 anni, chi lo avrebbe mai detto. Noi in Europa nel frattempo ci siamo baloccati con i social, un futuro radioso, viaggi e pinzillacchere. Va bene, anche una epidemia globale, ma con vaccino e i pochi resti di una morente assistenza sanitaria. Oltre a svariate operazioni accessorie di ingegneria sociale e contenimento fisico dei corpi e non solo. Sorvolo.
Oggi l'Ucraina e' in fiamme, l'occidente in declino a cominciare dalle colonie e senza risparmio del colonizzatore.
Sarei curioso di sapere come pensa che questo matrimonio di interesse, come tutti in questo genere di relazioni, tra due superpotenze si possa interrompere a breve per trasformarsi a vantaggio di un avversario morente.
Gli Usa si stanno mangiando l'Europa, l'unica colonia amica e succube e sicura che avevano. Cosa hanno da offrire a una Cina che sta costruendo i suoi mercati in Africa, America Latina e Asia?
Cosa possono offrire gli Usa ai Russi dopo avere cercato di frantumarli ed espropriarli nel periodo eltisin e avere poi armato un esercito che ha il compito di distruggerli?
In un matrimonio di interesse le parti devono offrire qualcosa, dare dei vantaggi. Oggi, secondo lei in che modo gli Usa possono maritarsi con Cina o Russia?
Cosa offrono? Carriole di dollari?
Se gli Usa stanno sopravvivemdo a se stessi lo devono al fatto che gli emergenti non hanno ancora un sistema per sostituire il dollaro.
Il dollaro e' creatura umana, quindi altri umani possono crearne di analoghi e, soprattutto, tutto quello che si crea (umano o non umano) e' anche destinato a finire. Il dollaro non fara' eccezione.
Ma se qualcuno fornisce versioni diverse su alleanze e futuro in modo articolato sono sempre disposto a imparare e riconoscere i miei limiti... che sono tanti
Saluti
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Franco Trondoli
Friday, 08 March 2024 12:10
Grazie Alfred per l'intervento.
Riporto una nota già scritta circa un'intervista recente a Raffaele Sciortino su sinistrainrete. Conosco bene gli argomenti da te riportati. Fanno parte di un certo "mainstream" di sinistra che anch'io prendo in considerazione. Però "azzardo" anche questa ipotesi. Vedremo cosa succederà.
"A mio parere non viene messo adeguatamente in risalto che è e sarà la cosiddetta "Europa" ( un insieme di " Brancaleoni" neofeudali ), il primo territorio da predare e ridurre definitivamente ai margini del sistema mondo dominato dai conflitti e gli accordi delle quattro grandi potenze del pianeta. Usa, Cina, Russia e India. Le tre potenze militari, prima di scontrarsi tra di loro , trasferiranno totalmente i loro conflitti ,per interposti gruppi neo feudali appunto, sul territorio Europeo. Yalta non è finita. Usa e Russia ( con Israele) , troveranno gli idonei accordi in funzione antieuropea. I cosiddetti imperialismi europei fanno assolutamente ridere..sono piccole briciole funzionali a rendere ancora più sottomesse le élite Europee che si vendono le condizioni di vita sostanzialmente di tutta la popolazione del continente. Credo che con l'elezione di Trump si vedrà chiaramente l'avanzare di questo ondivago processo storico. La Germania sarà "giocata" doppiamente dagli Usa su due fronti, prima come barriera alla Russia, la quale sarà "lasciata avanzare dagli Usa verso le sue storiche aree di " influenza" , secondo , sarà "controllata" dalla Francia da ovest con una linea di confine "Neo Maginot". Tutto questo perché soprattutto Francia e Germania sono storicamente antitetiche, e hanno creduto, con EU, di nascondere le loro velleità imperiali soprattutto nei confronti di tutti i paesi europei. Italia compresa ovviamente.
Nella sostanza tutti i territori Europei sono tutti contro tutti. Usa e Russia hanno tutto l'interesse a scaricare le loro contraddizioni sull'Europa. Ed è quello che stanno già facendo. La Cina non può fare altro che "stare a vedere". Deve crescere militarmente e ridurre la propria popolazione..giocare su più tavoli sapendo che non può permettersi che Usa e Russia siano (restino) unite.
Quasi impossibile che la Francia rinunci alla sua storia di alleato Anglo Americano per unirsi alla Germania e l'Italia per formare un Polo di vera Unione Europea che giochi le sue carte indipendenti nel sistema mondo.
Più facile che via Le Pen, la Francia trovi accordi anti tedeschi e italiani con la Russia".
In bocca al lupo.
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Alfreeeed@libero.it
Friday, 08 March 2024 13:20
Che l'Europa sara' macellata non ho dubbi, ma a favore Usa.
Da quel che vedo la Russia ha intenzione di tenerci alla larga in quanto Nato e di mantenere stati cuscinetto a tal fine. Confina con talmente tanto mondo che puo' fare a meno di noi.
Non hanno ne la voglia ne le forze (sono pur sempre intorno ai 200 milioni di abitanti in una estensione che e' pari a quasi due volte gli Usa) di fare o volere altro in Europa.
Hanno invece tutto l'interesse a collaborare con i cinesi perche' le economie sono diverse e nei prossimi decenni difficilmente entreranno in collisione. Con gli Usa hanno provato a fare le fusa (bianchi, occidentali, capitalisti anche loro), ma hanno beccato calci nel muso e guerra alle porte.
Non riesco a capre dove troverebbero punti di unione Usa, Russia, Israele e cosa pensano di guadagnare dall'Europa una volta che l'hanno depredata e la Russia ha Bielorussia e larga parte d'Ucraina come cuscinetto.
Nel mediterraneo le basi Russe sono in Siria e forse ne creeranno una in Libia, tutti stati a cui gli Usa hanno regalato morte e distruzione. Capisco che quando si pensa agli interessi si dimentica molto, ma potenzialmente Russia e Cina hanno presa su tutto il medioriente e l'Africa, cosa possono portare in dote gli Usa e Israele? Altra morte e distruzione?
O i russi pur di stare con Israele e Usa sono disposti ad alienarsi la Cina, la Siria e tante altre lucrose relazioni?
Senza contare che al mondo ci sono potenze regionali come Iran, Turchia, Pakistan, India e altre che giocheranno le loro carte.
Se persino un popolo come quello Yemenita sta creando i suoi bei problemi in un mondo globalizzato e iperconnesso cosa succederebbe se altri prendono spunto?
Gli Usa hanno 800 basi sparse per il mondo, Gibuti e' anche vicina agli yemeniti e .. che fa? che puo' fare? metta in conto che un po' di pirati o nazioni minori decida che le basi Usa sugli stretti o anche no gli stanno sui cabasisi. Basterebbe attaccarne anche solo un quarto di quelle sparse sul globo e gli Usa non potrebbero proteggerle perche' in quei casi servono truppe, non bombe nucleari o altri costosissimi gioielli da masturbazione guerresca.
Lei di recente ha visto articoli su entusiaste nuove reclute negli Usa? si rende conto di cosa accadrebbe in Usa se rimettessero in campo la leva obbligatoria? Ricorda il Vietnam?
se fossi nel governo Usa mi farei notate il meno possibile. Ritirerei parecchie cose indifendibili (Israele tra queste) e cercherei di ricostruire una nazione senza dare nell'occhio non disdegnanti i pirla europei che possono sempre utili, da idioti o meno. Quello che anno fatto i cinesi decenni fa, nella speranza che la situazione interna non imploda.
Biden, Trump?
Per noi colonie e per il mondo non cambierebbe niente di sostanziale salvo un po' di estetica.
Mi dispice, capisco i suoi punti, ma non li condivido, vedo altro, poi il tempo dira'
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Alfred
Friday, 08 March 2024 23:17
Scusate, l'indirizzo mail e sbagliato, non usatelo, non vorrei creare problemi qualora fosse attivo e di qualcuno
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Franco Trondoli
Friday, 08 March 2024 15:31
Tutte le più grandi guerre della Storia, sono guerre Anglo Russe contro
l'Europa.
Cordiali Saluti
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Alfred
Friday, 08 March 2024 23:16
Capisco l'anglo (almeno come Egemone), non capisco il russo.
Si, sono ignorante, quindi potrei avere delle lacune in merito.
Dal nozionismo scolastico ricordo che l'impero russo controllava (o era in parte controllato contrastato) dalle nazioni di confine, ma non mi risulta che abbia attaccato il cuore dell'europa. L'impero russo e l'urss hanno reagito ad attacchi pesanti da parte dell'europa (di alcuni paesi europei), non viceversa. Si, nella prima guerra mondiale erano nella triplice e dopo la seconda avevano meta' Germania e il patto di Varsavia, ma non direi che era cosa molto diversa dalla parte occidentale. Era una spartizione tra potenze e l'urss ha mollato in pace, durante il suo collasso. La Nato invece e' ancora viva e lotta per gli interessi dei suoi sponsor. Oggi niente mi sembra piu lontano da accordi con i russi dal boris inglese che vieta al comico di ratificare gli accordi iniziati a Istambul. La storia non e' la fisica e le leggi del moto non sono applicabili alla storia. E' collassato l'Impero romano, il Carlo V con impero in cui non tramontava il sole, anche gli inglesi dopo la perdita delle colonie non si sentono troppo bene.
E' un tempo di ibridi impensabili e non mi riferisco all'europa. Chi avrebbe pensato a calorose amicizie tra Iran e Venezuela? non ci sono precedenti storici. Oppure all'eterogeneita' dei brics, non ci sono precedenti storici. Direi che tante sono le cose che non si erano mai viste, salvo restando che accordi e dinamiche di relazione restano sempre quelle. Sono gli attori in campo a essere un po' diversi.
Introduco una variabile preoccupante per le relazioni Usa Israele e resto del mondo
Questi soggetti fanatici che sono un 14 % degli statunitensi e ... non promettono niente di buono
https://www.internazionale.it/opinione/catherine-cornet/2024/03/06/evangelici-stati-uniti-apocalisse-in-terra-santa
Buona serata
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Franco Trondoli
Saturday, 09 March 2024 01:21
A mio parere gli Anglosassoni hanno voluto saggiare la resilienza Russa con la guerra in Ucraina, ottenendo intanto la "sconfitta" della Germania come paese esportatore ad energia facile e primo interlocutore Cinese; facendo questo , l'obbiettivo Anglosassone è quello di tentare di rendere meno vincolante l'alleanza Russo-Cinese al fine ovvio di contenere l'avanzata della Cina come potenza Euro Asiatica (il cuore della terra). L'entrata a regime della Russia nel Mar Nero e nel Mediterraneo, e di conseguenza in Africa, insieme alla sicura gestione tra Usa e Russia delle nuove Vie Marittime che si apriranno nell'Artico con lo scioglimento dei ghiacci, potrebbero portare la Russia ad essere in una posizione privilegiata sia in termini di Heartland che di Rimland.
Chi vivrà vedrà..!!
Buonanotte..!!
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Alfred
Friday, 08 March 2024 13:23
Scusate, l'indirizzo mail e sbagliato, non usatelo, non vorrei creare problemi qualora fosse attivo e di qualcuno, grazie
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Alfred
Thursday, 07 March 2024 22:33
Scusate, volevo rispondere a Franco Trondoli e invece non sonobstato in grado di aggiungere come replica
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Franco Trondoli
Thursday, 07 March 2024 01:22
Sig. Pagliani,
Gli Usa , come Russia e Cina, devono trovare un'alleato. Gli Usa non lasceranno che si uniscano Russia e Cina. Fatto salvo che Russi e Cinesi vogliano farlo. Quindi: o Usa÷Russia
o Usa÷Cina. Non si scappa. In primis prevedo, credo diversamente da Lei, degli accordi Usa vs Russia.
La cosiddetta Europa tutta sarà in grave difficoltà, per non dire di peggio. In maniera differenziale ovviamente. Questo è fuori dubbio.
Cordiali Saluti
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