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sinistra 

Cosa ci porta una presidenza Biden/Harris? NATO first, Make NATO great again

di Luigi Ambrosi

Joe Biden e Kamala Harris si sono presentati insieme per la prima volta davanti alle telecamerePremesso che la partita elettorale negli USA non si è ancora conclusa considerate le denunce in corso per frodi elettorali, la nomina di Biden alla Presidenza è per ora solo una forzatura dell'apparato mediatico globalista, la reale e legale nomination avverrà non prima del 6 gennaio allo stato attuale delle cose; Biden per ora è solo un Presidente mediatico, anche se sta accelerando la formazione della nuova governance per cercare di imporre la sua presidenza come fatto compiuto.

Biden Presidente è "altamente probabile" ma non ancora certo.

Se poi i Repubblicani conservassero il controllo del Senato (5 gennaio), la eventuale presidenza Biden sarà quella di una anatra zoppa; altrimenti se i Democratici riuscissero a conquistare anche il Senato, le forze globaliste avrebbero strada libera, ma dovrebbero pur sempre fare i conti con gli USA profondamente divisi. Di altamente certo è che la società americana è e resterà a lungo profondamente divisa, quindi più debole nella sua governance locale e mondiale, per la felicità dei popoli del mondo; per questo la prima insistenza di Biden è di presentarsi vanamente conciliante come il Presidente di tutti.

Occorre riconoscere la potenza di fuoco raggiunta dalle forze globaliste mondiali, intendendo le grandi multinazionali occidentali (e le loro Agenzie di controllo e di propaganda) che sono riuscite a condizionare e ribaltare gli esiti elettorali nella sede della principale potenza mondiale.

Google, Facebook, Twitter, la quasi totalità dei canali televisivi e delle testate giornalistiche hanno censurato Trump e sostenuto Biden, comprese clamorosamente le sue denunce di frode. Gli USA devono essere il Bullo da manovrare sul pianeta ovunque necessario.

E la censura più arrogante e totale diventa il nuovo paradigma dell'informazione in Occidente.

Anche nel 2016 la potenza di fuoco fu notevole (pensiamo ai 202 quotidiani Usa su 205 schierati con la Clinton) ma il voto di protesta a Trump nato dalle macerie della globalizzazione si affermò a sorpresa. Sorpresa che è stata affrontata con l'ostruzionismo più esteso:quattro anni di presidenza semi-paralizzata da tre anni di Russiagate, poi dal tentativo di impeachment e dai continui ricatti dei neo-conservatori presenti nel Partito Repubblicano (ed in sintonia coi clintoniani Democratici); esemplari i funerali del neo-con Mc Cain che nel testamento vietò la partecipazione di Trump ma non di Obama a fianco dei Bush, o la recente dichiarazione di Colin Power ed altri 130 alti funzionari Repubblicani a sostegno del voto a Biden (tra cui il famigerato Negroponte).

Si pensi a tutta la propaganda basata sulle identità, in particolare di etnia o di genere, rivolta contro Trump nonostante che il maggior numero di afroamericani uccisi dalla Polizia sia avvenuto sotto la Presidenza di Obama, anno 2016 (uccisi 275), e nonostante che il maggior scandalo di genere (Epstein) abbia riguardato un personaggio vicino ai Democratici (oltre al fatto che la condizione materiale anche femminile sia stata resa più debole e precaria proprio dalle politiche di globalizzazione sostenute particolarmente dai Democratici).

Una Presidenza, quella di Trump, che ha diviso l'alleanza della Nato e che non ha promosso alcuna guerra militare, a differenza della Presidenza Obama che, oltre a continuare la guerra in Afghanistan, ha promosso la distruzione della Libia, la semi-distruzione della Siria, il golpe in Ucraina , il tentato golpe contro Chavez in Venezuela (+ sanzioni), l'avvio della guerra in Yemen, il grande exploit dell'Isis in Irak, le numerose altre destabilizzazioni in centro.sud america (Honduras ecc.), il tentativo di accerchiamento della Cina e una politica fortemente ostile alla Russia.

Non è un caso che nei recenti dibattiti televisivi per le elezioni presidenziali siano state vietate le domande sulla politica estera. Trump è stato un cane che ha abbaiato molto ma morso ben poco (vedi Corea del Nord), a differenza dell'Amministrazione precedente con 7 guerre a carico.

Cosa ci può portare l' eventuale presidenza Biden?

Lo ha detto lui stesso in una conferenza stampa poche settimane prima del voto: "La prima cosa che farò sarà chiamare i leader europei e dire loro: gli Stati Uniti sono tornati tra voi!", ovvero l'alleanza politica e militare dell'Occidente si ricompone, finalmente si può riportare legge e ordine nel mondo, il Bullo è a disposizione per disintegrare le Sovranità nazionali che non lasciano spazio libero alle Multinazionali e per sostenere il neocolonialismo inglese e francese e le velleità espansionistiche tedesche verso l'est europa.

 

Da "America First" si ripassa a " NATO First", "Make NATO Great Again"

Ma credo che ormai sia troppo tardi: Russia e Cina insieme sono complessivamente piu forti degli Usa sia economicamente sia militarmente; se nel 2012 davanti all'attacco Nato alla Libia entrambe si ritirarono per una valutazione delle forze in campo e per prendere tempo, ora il tempo l'hanno preso.

Non dimentichiamo che Biden sostenne la decisione del presidente repubblicano Bush nel 2001 di attaccare e invadere l'Afghanistan, e nel 2002 promosse una risoluzione bipartisan di 77 senatori che autorizzavano il presidente Bush ad attaccare e invadere l'Iraq.

Non dimentichiamoci che la Clinton, nei dibattiti televisivi per la sua elezione, sostenne due punti di politica estera: portare gli stivali delle truppe americane in Siria in contrapposizione ai russi, e il diritto degli USA all'attacco nucleare preventivo. E sappiamo che la Clinton è la piu potente figura nel partito democratico, ben rappresentata oggi dalla sua alter ego e vice-presidente Kamala Harris, spietata ed ambiziosa quanto lei, sostenitrice di "Legge ed ordine" e pronta a sostituire Biden.

I principali candidati allo staff presidenziale sono tutti stati forti sostenitori della guerra alla Libia e alla Siria: Susan Rice come Segretaria di Stato, Michelle Flournoy alla Difesa e al Pentagono (disse: la guerra in futuro potrebbe avere molti gusti diversi), Michael Morell alla CIA, Blinken Consigliere alla Sicurezza Nazionale e la Clinton Ambasciatrice all' ONU.

RUSSIA RUSSIA RUSSIA. In politica estera possiamo prevedere una politica di scontro anche frontale con il principale avversario militare, la Russia: strategicamente piegare o rovesciare la Russia vuol dire completare l'accerchiamento della Cina.

In Europa orientale possiamo prevedere un nuovo tentativo dell'Ucraina di occupare il Donbass supportato da nuove armi "letali" fornite dagli USA, e il tentativo di rovesciamento del governo Bielorusso attraverso nuovi "interventi umanitari contro i dittatori" delle forze Nato;

Caucaso e Repubbliche centro-asiatiche continueranno ad essere nel mirino di "rivoluzioni colorate", nonostante la recente debacle in Armenia.

Sul fronte mediorientale si può prevedere la ricerca dello scontro con la Russia in Siria attraverso una maggiore e più attiva presenza militare Usa, una nuova rinascita dell'Isis nella mezzaluna e un orientamento maggiore dei curdi contro il governo di Damasco.

Il centro- sud america sarà sempre considerato dagli USA il proprio giardino di casa, anche se non sarà così semplice, dopo i cambiamenti in Bolivia, Argentina, Messico, la resistenza prolungata di Venezuela, Cuba e Nicaragua, e senza dimenticare la crescente presenza economica della Cina e la disponibilità all' aiuto militare della Russia.

CINA CINA CINA La Cina riassisterà alle politiche del Pivot in Asia sud orientale, ovvero l' accerchiamento economico e militare precedentemente promosse dall' Amministrazione Obama: una forte alleanza politico-militare anti-cinese di Australia, Giappone, Nuova Zelanda e India e un piu forte sostegno alle rivolte colorate ad Honk Kong, in Thailandia e ovunque si dispieghi la Nuova Via della Seta. La strategia Usa sarà diretta al sabotaggio della costruzione della Nuova Via della Seta sia nei mari sia in terraferma, ricorrendo nuovamente ai mercenari jadhisti, a rivoluzioni colorate, e in extremis all'intervento della Nato o degli stessi Usa. I Rohinga in Birmania, gli Uiguri e i Tibetani in Cina, il Belucistan pakistano potranno tornare alla ribalta. Ma anche qui l'impressione è che sia troppo tardi. La strategia cinese continuerà ad essere quella di offrire accordi economici reciprocamente vantaggiosi, finanziamenti ai progetti di costruzione delle infrastrutture, con sempre minor timore degli USA: ciò creerà notevoli divisioni di schieramento ovunque, Africa ed Europa comprese. Gli Stati Africani che più partecipano alla Via della Seta, come l'Etiopia, saranno nel mirino

Meno chiara per ora appare la futura relazione Usa/Nato con Iran , Turchia, Israele : per esempio sarà interessante vedere se la resistenza irakena riprenderà lo scontro per cacciare le truppe americane.

In un quadro di rafforzamento del ruolo della Nato nel mondo, la riproposizione del dominio occidentale sul pianeta dovrà comunque fare i conti con una società americana profondamente divisa, e queste sono le preoccupazioni recentemente espresse dalla Merkel e dagli alleati europei.

Oltre ad una politica estera fortemente ostile verso Russia e Cina, l'Amministrazione Biden cavalcherà i cavalli dell' epidemia di Covid e del cambiamento climatico.

L'epidemia covid ha da tempo acquisito una dimensione più politica ed economica che sanitaria: la dimensione politica è finalizzata al controllo più vasto e profondo delle popolazioni prima che la crisi economica precipiti, ed il salto in avanti nella digitalizzazione delle relazioni ne è un aspetto. Biden intende prolungare e rafforzare questa tendenza al controllo delle popolazioni e possiamo prevedere tentativi di imporre nel 2021 estesi lockdown negli Usa, con grande soddisfazione delle Multinazionali Hitech, Farmaceutiche ed Amazon. Scontato il rientro degli USA nell' OMS, il comitato d'affari delle multinazionali Farmaceutiche.

Con la motivazione del cambiamento climatico, (nonostante occorra ancora dimostrare scientificamente l'incidenza del fattore umano), Biden cercherà di rilanciare la green economy, ovvero l'uso di denaro pubblico per la ristrutturazione per crisi di sovraproduzione dell' industria automobilistica in particolare. Su questo potrà ottenere un largo consenso dai leader UE: green economy (a debito) vs la Nuova Via della Seta. (Da ricordare che per tutti gli anni '70 gli scienziati sostenevano l'arrivo di una nuova era di glaciazione, ora è finanziato solo chi sostiene il contrario).

E la sinistra occidentale con Biden? Negli Usa, finito il suo uso elettorale, verrà drasticamente emarginata e liquidata: Sanders, la Warren, la Ocasio non servono più. In occidente quella sinistra che da alcuni decenni ha abbracciato le politiche globaliste e neo-liberiste, guerre incluse, è destinata ad affondare con l'acuirsi della crisi materiale della globalizzazione.

Sarà drammaticamente interessante vedere fino a che punto ancora vi sarà l'adesione di questa sinistra alle nuove guerre "umanitarie" che questa nuova Amministrazione proporrà: quali "dittatori" e quali "criminali che gasano le popolazioni" saranno di turno da abbattere.

 

Biden e la crisi economica

Le ragioni della crisi economica del capitalismo occidentale permangono e sono destinate ad aggravarsi; il tentativo di Trump di re-industrializzare gli USA attraverso i dazi sembra sia fallito, il capitale continua a concentrarsi sempre più nelle mani di pochi. Le grandi multinazionali che hanno supportato Biden potranno continuare a ricercare il massimo profitto e per questo necessitano di avere mano libera in ogni Stato, senza interferenze delle governance locali (per questo Stati sovrani come Cina, Russia, Iran, Siria, Venezuela... sono i loro nemici), necessitano di continuare a delocalizzare e di avere mano d'opera abbondante, precaria, ricattabile, sottopagata, di non aver più obblighi fiscali e sociali, ma comunque di ricevere finanziamento pubblico (a debito delle popolazioni).

Le ragioni del passato voto di protesta a Trump e ai "populisti" permarranno e si accentueranno, e per questo la società Usa è destinata irrimedialmente a scontrarsi internamente; vale anche per l'Europa.

E' per questo che sta avvenendo l'accelerazione del controllo delle popolazioni. E' per questo che vengono e saranno incentivate e accentuate le massime divisioni (e distrazioni) culturali e quindi politiche delle popolazioni sul tema dell'identità: di etnia (es. Black live matters), di genere (es. Me too /LGBT), di generazione (es. Greta...) , e ora anche "sanitarie" (mascherine, non mascherine). Politiche di Identità contro politiche di classe. Identità che cercano di prevalere e sovrapporsi al peggioramento delle condizioni di vita. Ma poichè alla fine è la condizione materiale e la lotta di classe a prevalere, concludo con la domanda : chi guiderà e rappresenterà le nuove ondate di protesta? Ancora un altro Trump o populisti vari?

Nel frattempo Biden cercherà ancora, come Obama, di togliere le armi alla popolazione statiunitense.


I dollari dati da Alphabet (Google)complessivamente ammontano a 11.373.000, di cui il 93% ai Democratici. Da Microsoft (Bill Gates) sono arrivati 8.847.000 dollari, di cui l’89% al partito del ciuco. Facebook ha donato 3.600.000, con il 90% ai soliti Democratici. Stesso discorso per Amazon dei cui 6.187.000 dollari l’84% sempre all’asinello. Apple è andata oltre: il 99,1% dei suoi 3.864.000 dollari, ancora ai Dem. Dei rispettivi tycoon, Jeff Bezos, Bill Gates, Marc Zuckerberg e altri predatori, le congratulazioni si sono precipitate su Biden.

Comments

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G.N. De Martini
Wednesday, 18 November 2020 06:32
Splendida, efficace ed agghiacciante sintesi della situazione
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ambrosi luigi
Monday, 16 November 2020 22:53
Dall'autore, un doveroso ringraziamento a Fulvio Grimaldi per aver comunicato e diffuso le informazioni sui finanziamenti a Biden e Trump riportate alla fine dell'articolo.
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