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sinistra

I Palestinesi in cambio di un pacchetto di prestiti da 10 miliardi di dollari

di Mike Whitney - unz.com

Come avevo previsto nel mio articolo all'inizio del massacro di Gaza, i palestinesi se ne dovranno andare nel deserto del Sinai [Antonio Pagliarone]

Palestinian refugees.jpgNonostante le proteste pubbliche, il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi sta aiutando Israele a trasferire 1,4 milioni di palestinesi da Rafah alle tendopoli nel deserto del Sinai.

Sabato le agenzie di stampa occidentali hanno riferito che a Parigi si sono svolti negoziati a porte chiuse per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Secondo la Reuters, i colloqui hanno rappresentato “il tentativo più serio da settimane per fermare i combattimenti nella martoriata enclave palestinese e per arrivare al rilascio degli ostaggi israeliani e stranieri”. Purtroppo, i resoconti di Parigi sono stati in gran parte un inganno mediatico, volto a distogliere l’attenzione dal vero scopo del vertice. Si tenga presente che i principali partecipanti all’incontro non erano diplomatici di alto livello o negoziatori esperti, ma i direttori dei servizi di intelligence, tra cui il capo del Mossad israeliano, David Barnea, quello dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, e il direttore della CIA William Burns. Questi non sono gli uomini che si sceglierebbero per concludere uno scambio di ostaggi o un accordo per il cessate il fuoco, ma piuttosto per attuare la sorveglianza elettronica, lo spionaggio o le operazioni segrete. È quindi estremamente improbabile che si siano incontrati a Parigi per definire un piano per la cessazione delle ostilità. La spiegazione più probabile è che i vertici dei tre servizi segreti stiano dando gli ultimi ritocchi ad un piano di collaborazione che permetta l’apertura di una breccia nel muro di confine egiziano, in modo che un milione e mezzo di palestinesi gravemente traumatizzati possa fuggire in Egitto senza alcuna seria opposizione da parte dell’esercito egiziano.

Un’operazione del genere richiederebbe un notevole coordinamento per ridurre al minimo le vittime e, allo stesso tempo, raggiungere l’obiettivo generale. Naturalmente, qualsiasi violazione verrebbe imputata ad Hamas, che sarà senza dubbio il comodo capro espiatorio che avrà fatto saltare in aria una sezione del muro creando un’apertura per migliaia di palestinesi in fuga. In questo modo, Israele potrebbe definire l’espulsione di massa una “migrazione volontaria”, che è il termine sionista dal suono gradevole per la pulizia etnica. In ogni caso, la maggior parte della popolazione musulmana di Gaza sarà stata sfrattata dalla sua patria storica e costretta in campi profughi sparsi nel deserto del Sinai. Questo è il gioco finale di Netanyahu, che potrebbe avvenire in qualsiasi momento.

Qualcuno dubita del fatto che il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi potrebbe collaborare con Israele e permettere ai palestinesi di entrare in massa in Egitto, ma questi dubbi si basano su speculazioni e non su fatti. Per coloro che desiderano scavare un po’ più a fondo, c’è una chiaro flusso di soldi che collega il losco presidente egiziano ad un cambiamento politico che sarà più che adatto all’ambizioso piano di pulizia etnica di Netanyahu. In altre parole, la soluzione è già pronta. Questo è tratto da Reuters:

I colloqui con l’Egitto per accelerare il programma di prestiti del Fondo Monetario Internazionale stanno facendo ottimi progressi, ha detto giovedì il FMI, affermando che l’Egitto ha bisogno di un “pacchetto di sostegno onnicomprensivo” per affrontare le sfide economiche, comprese le pressioni della guerra a Gaza….

Interrogata sull’impatto che potrebbe avere sui colloqui il previsto ingresso dei rifugiati di Gaza in Egitto, la Kozack ha dichiarato: “C’è la necessità di avere per l’Egitto un pacchetto di sostegno onnicomprensivo e stiamo lavorando a stretto contatto sia con le autorità egiziane che con i loro partner per garantire che l’Egitto non abbia alcun bisogno di finanziamenti residui e anche per garantire che il programma sia in grado di assicurare la stabilità macroeconomica e finanziaria dell’Egitto”. IMF sees progress on Egypt loan program amid Gaza pressures, Reuters

Ripeto: “per garantire che l’Egitto non abbia alcun bisogno di finanziamenti residui”?

Caspita! Quindi il FMI ora fornisce sostegno finanziario alla pulizia etnica?

Sembra proprio di sì. Il FMI vuole assicurarsi che el-Sisi abbia denaro sufficiente a coprire i costi per nutrire e alloggiare un milione e mezzo di rifugiati. Ma è lì che andranno effettivamente quei miliardi di dollari, ai palestinesi affamati che hanno perso le loro case e tutti i loro beni materiali, o spariranno nei conti offshore di politici egiziani corrotti, proprio come è successo in Ucraina? Abbiamo già visto questo film molte volte e non finisce mai bene. Ecco un approfondimento del Financial Times:

La Georgieva ha chiarito che la guerra a Gaza è la ragione principale per cui il FMI sta portando avanti un accordo di prestito ampliato, nonostante avesse interrotto i pagamenti di un precedente prestito da 3 miliardi di dollari…

Secondo gli analisti, le discussioni tra Egitto e FMI si sono concentrate su un pacchetto di almeno 10 miliardi di dollari, di cui una parte proverrebbe dal finanziatore e il resto da altri donatori, tra cui probabilmente la Banca Mondiale. IMF ‘very close’ to fresh Egypt loan deal, Kristalina Georgieva says, Financial Times

Vediamo di capirci: il Fondo Monetario Internazionale aveva bloccato i pagamenti di un prestito di 3 miliardi di dollari all’Egitto, ma ora è pronto a consegnare 10 miliardi di dollari ad una nazione indebitata e a rischio di credito, la cui moneta l’anno scorso ha subito una svalutazione del 40% e la cui economia è attualmente allo sbando? Ha senso tutto ciò? Ovviamente no. Ecco altre informazioni da The Cradle:

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha dichiarato che ci sono “eccellenti progressi” nei colloqui con l’Egitto su un programma di prestiti che mira a “sostenere” il Paese nel superamento dei suoi problemi finanziari e nella gestione un potenziale diluvio di rifugiati palestinesi che Israele cerca di ripulire etnicamente da Gaza.

Finalmente qualcuno ha il coraggio di dire quello che tutti sanno già essere vero, cioè che il FMI sta finanziando la pulizia etnica di Gaza. Ecco altre informazioni tratte dallo stesso articolo:

La direttrice generale del FMI, Kristalina Georgieva, ha dichiarato a novembre che l’agenzia stava “considerando seriamente” un possibile aumento del programma di prestiti all’Egitto a causa delle “difficoltà economiche poste dalla guerra tra Israele e Gaza”.

“Il prestito potrebbe arrivare fino a 10 miliardi di dollari per aiutare l’economia egiziana a sopravvivere alle problematiche locali ed esterne, tra cui l’assalto israeliano alla vicina Striscia di Gaza e le tensioni nel Mar Rosso…

Ciò ha coinciso con l’inizio dei lavori di costruzione di una “zona di sicurezza isolata” nel deserto orientale del Sinai, al confine con la Striscia di Gaza, che, secondo molti, servirà come zona cuscinetto per i palestinesi sfollati.

I lavori di costruzione visti nel Sinai lungo il confine con Gaza – l’istituzione di un perimetro di sicurezza rafforzato intorno ad una specifica area aperta – sono seri segnali che l’Egitto potrebbe prepararsi ad accettare e permettere il trasferimento dei gazani nel Sinai, in coordinamento con Israele e gli Stati Uniti”. IMF vows to support Egypt as nation braces for mass displacement of Gazans, The Cradle

Vale la pena notare che, accettando il prestito del FMI di 10 miliardi di dollari, el-Sisi ha accettato di agganciare la valuta egiziana ai tassi del mercato nero, il che significa che, il giorno in cui l’accordo sarà firmato, il suo valore sarà dimezzato. I lavoratori egiziani – la metà dei quali vive già al di sotto della soglia di povertà – saranno gravemente danneggiati dal salvataggio, anche se non come i palestinesi, che saranno lasciati a marcire nelle tendopoli nel deserto.

Inoltre, sembra che il Fondo Monetario Internazionale continuerà a far ballonzolare il prestito (tangente?) di 10 miliardi di dollari sotto il naso di El-Sisi fino a quando i palestinesi non saranno finalmente passati in Egitto e l’operazione sarà conclusa. È così che gli oligarchi occidentali usano le istituzioni internazionali, come il FMI, per costringere i loro burattini a fare ciò che vogliono. In questo caso, avevano bisogno di un Giuda malleabile che fosse disposto a fare il doppio gioco con i suoi concittadini musulmani per riempire le tasche sue e quelle dei suoi più stretti alleati. A quanto pare, in El-Sisi hanno trovato il loro uomo.

Questo può anche aiutare a spiegare perché l’Egitto sta attualmente liberando una vasta area a pochi passi dal confine con Gaza. Il Cairo sta preparando il terreno per accogliere il grosso flusso di rifugiati che presto si riverserà nel Paese. Questo è un articolo di Forbes:

L’Egitto sta allestendo un campo vicino al confine con Gaza per far fronte ad un potenziale esodo di palestinesi dall’enclave nel caso in cui Israele proceda con un’offensiva di terra su Rafah, la regione di confine in cui si è rifugiata più della metà della popolazione di Gaza, secondo quanto riportato da Reuters.…

Citando quattro fonti anonime, la Reuters ha riferito che l‘Egitto sta preparando una “zona desertica con alcune strutture di base” per ospitare i possibili rifugiati come “misura temporanea e precauzionale”.

Il gruppo per i diritti umani Fondazione Sinai ha condiviso immagini dei presunti campi, e ha mostrato camion e gru che stanno allestendo una “zona di alta sicurezza” in un’area circondata da recinzioni di cemento.

Il New York Times ha confermato le immagini e ha parlato con gli appaltatori presenti sul posto, che hanno dichiarato di essere stati ingaggiati per costruire un muro di cemento alto 15 metri intorno ad un pezzo di terra di cinque chilometri quadrati vicino al confine. Egypt Is Preparing Camps To Shelter Fleeing Palestinians Before Israel’s Offensive On Rafah, Report Says, Forbes

Riassumiamo:

1. I capi dell’intelligence israeliana, americana ed egiziana si sono incontrati a Parigi per dare (secondo me) gli ultimi ritocchi al piano di espulsione dei palestinesi da Gaza.

2. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sta per fornire all’Egitto un prestito di 10 miliardi di dollari per “gestire un potenziale flusso di rifugiati palestinesi che Israele cerca di ripulire etnicamente da Gaza”. (The Cradle)

3. L’Egitto sta preparando una “zona desertica con alcune strutture di base” per ospitare i potenziali rifugiati” nel prossimo futuro.

4. L’IDF ha continuato i suoi attacchi aerei quotidiani sui civili di Rafah, al fine di incrementare l’ansia e il panico che contribuiranno a scatenare una fuga verso l’Egitto.

5. Ai camion che trasportano cibo viene impedito di entrare a Gaza. Israele sta deliberatamente affamando i palestinesi in modo che fuggano dalla loro patria non appena si aprirà un varco nel confine.

Tutte queste misure sono finalizzate ad un solo obiettivo, lo sradicamento completo della popolazione palestinese. E ora, dopo una sanguinosa campagna militare durata quattro mesi, l’obiettivo di Israele è chiaramente in vista.

Ci vorrà uno sforzo monumentale per fermare questo piano malvagio.


Fonte: unz.com

Link: https://www.unz.com/mwhitney/egypt-sells-out-palestinians-for-10-billion-loan-package/

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