Sostituzione ed estinzione
di Jacques Camatte
Il capitale offre tutti i miliardi
dei quattro secoli di accumulazione per lo scalpo
del suo grande nemico: l’Uomo.
A. Bordiga
L’impianto dell’agricoltura, dell’allevamento e poi l’invenzione della ceramica nel corso del neolitico portano a far sí che la produzione divenga l’agire fondamentale della specie. Ora, a seguito della separazione dalla natura che ne deriva, s’impone la rottura di continuità e, in modo artificiale, l’impianto di una dinamica di sostituzione di ciò che è naturale da parte dell’artificiale, che fonda la dualità naturale-artificiale: la naturalità che conserva il legame col passato e l’artificialità quello col presente e soprattutto col futuro, che diverrà predominante. Tutto ciò che è immediato, in relazione con la continuità naturale, sarà sostituito, in particolare le relazioni umane. A seguito dell’emergere della diade amicizia-inimicizia, anch’essa derivante dalla rottura di continuità in cui la seconda diventa preponderante in quanto generatrice di una nuova continuità a partire dal discontinuo, che compensi la perdita di quella naturale. Per ciò, occorre che si effettui un movimento che colleghi i discontinui, occorre che si stabiliscano legami tra gli elementi sostituiti al fine di unirli. Ora, legare contiene un’ambiguità, prima di tutto l’idea di unione già menzionata e quella di allacciare per imprigionare. Per cui non essere legati è non dipendere, non essere schiavi o servi. Dato che il bambino è considerato un essere dipendente, diventare adulto significa uscire dalla minorità.
Produrre è una dinamica per uscire dalla dipendenza e il risultato della produzione sono le merci, oggetti materiali o no, differenti in funzione del quantum di valore che contengono, cioè in definitiva del quantum di lavoro incorporato in esse, che possono essere scambiate se vi è eguaglianza tra i quanta: legge del valore che sancisce la validità dei legami. Il movimento che lega i discontinui è rappresentato da Marx come segue: M-A-M, circolazione semplice delle merci, dove M è una materialità e A il denaro che può essere considerato come un legame immateriale che permette la continuità. Tale circolazione può essere intesa come la successione di tre metamorfosi. La loro messa in moto dipende da un’altra legge, quella della concorrenza, che è in definitiva una messa in atto dell’inimicizia: tutto vi è soggetto.
Ciò si accentua col passaggio del denaro allo stadio di moneta universale: mercificazione del mondo, e le merci tendono a sostituirsi agli esseri umani. L’obiettivo non è piú ottenere un prodotto divenuto merce, ma il denaro, e Marx rappresenta cosí il nuovo movimento: A-M-A’ con A’>A, e ciò che è essenziale non è la qualità ma la quantificazione, e perciò può costituire un supporto per esprimere un’insoddisfazione, un’insaziabilità.
Ciò che vale per le cose vale per gli esseri umani, diceva Marx, e anche affermava che dietro alle cose ci sono gli uomini. Cosí, avendo essi perso la loro immediatezza, il movimento economico serve loro ad esprimere i prodotti della psiche: sostituzione, proprio come le comunità sono state sostituite dagli Stati. Dunque nel neolitico la rottura di continuità genera la sostituzione delle relazioni umane da parte del movimento economico e l’inimicizia è divenuta un elemento determinante del comportamento degli esseri umani, anche all’interno di ciò che resta di comunità come la famiglia o associazioni senza scopo di lucro. Essa appare come un operatore di affermazione, dato che la rottura della continuità genera la perdita della certezza, della sicurezza e la crisi della presenza: il mondo contiene una minaccia, da cui si deve difendersi.
Anche a prescindere da atti di grande violenza, si hanno varie manifestazioni d’inimicizia nella vita corrente: la polemica, la denigrazione, l’ironia, l’humour, la volontà di distinguersi, di essere riconosciuti, le sfide, le varie competizioni (dove si deve prevalere su), le gare, l’operare per uscire da un’ambiguità, l’uccidere simbolicamente il padre. La paura di una manifestazione di inimicizia può condizionare un’inibizione di quella della simpatia, paura anche di esprimersi, di essere coinvolti in un mondo dominato dall’inimicizia, di essere trascinati in un divenire in relazione ad un’effusione che non si sollecita. Citiamo pure la repressione della naturalità del bambino, la misoginia che può arrivare fino allo stupro, all’assassinio, o lo sfruttamento nella produzione e la messa in dipendenza nelle relazioni sociali con difficoltà ad affermarsi, nonché le reazioni piú o meno violente a seguito di una rimessa in questione a sua volta suscitata dall’inimicizia.
Notiamo che in passato i dominanti avevano il diritto, anche al di fuori dei periodi di guerra, di portare e usare armi. Per reazione i dominati trasformarono certi loro strumenti e misero a punto arti marziali praticate a mani nude o con bastoni, rastrelli, ecc...
La piú grave e piú pesante conseguenza nelle trasformazioni che ebbero luogo nel neolitico è il prodursi dell’insaziabilità legata alla rottura di continuità. Infatti se vivere in quest’ultima generava la pienezza e la soddisfazione, d’ora in poi è necessario produrre, dunque lavorare, per colmare una mancanza (la continuità), il che genera un’insaziabilità per l’impossibilità di raggiungere tale scopo.
L’enorme sviluppo del fenomeno del valore permise di dare espansione al consumo ostentatorio, alla produzione di un gran numero di legami e all’aumento dell’ambiguità, ma anche a un’altra forma d’insaziabilità con l’usura e l’accaparramento: l’avaro non è mai soddisfatto di ciò che ha acquisito perché ciò che accumula sono sostituti e non realtà tangibili. Questa tesaurizzazione può riguardare anche le relazioni umane: accumulare legami, al fine di essere riconosciuti, è quando il bisogno di riconoscimento sostituisce quello di affetto.
Quando avviene la circolazione semplice M-A-M, la materialità, il valore d’uso è l’obiettivo dello scambio, mentre con la fase monetaria è il valore di scambio e dunque quello per eccellenza, il denaro, e soprattutto il suo incremento: A-M-A’ con A’ > A, il che può essere un supporto per un divenire all’insaziabilità. Può permettere di soddisfarla, ma non di suscitarla. Ha solo la forma dell’incremento.
Il denaro, operando come rappresentazione e mediazione, può consentire lo sviluppo della sostituzione grazie al come se. In effetti, un uomo brutto può benissimo comprare donne e apparire bello grazie all’acquisto della conseguenza della bellezza: piacere; di conseguenza, tutto accade come se fosse bello. È un tema spesso trattato in letteratura, ad esempio da Goethe e Shakespeare, e che K. Marx ha citato nei Manoscritti del 1844 proprio per mostrare il carattere universale del denaro. Sotto l’ancien régime si potevano acquistare titoli nobiliari e diventare nobili, motivo per cui il denaro era biasimato come pervertitore della morale. Esso permette la realizzazione di relazioni umane artificiali ma non consente sostituzioni complete, rimanendo nell’apparenza, facilitando una sostituzione ma non creandola.
La speculazione già operante nell’antichità è un mezzo per soddisfare l’insaziabilità grazie al denaro, ma non la suscita.
L’umanità si oppose al movimento del valore, a un movimento di sostituzione componente della dinamica di domesticazione e cosí, alla fine dell’antichità, il valore regredisce notevolmente, scomparendo per zone, dando luogo a una grande fase di fondiarizzazione: il feudalesimo, che durò per vari secoli. La terra è il fondamento del processo di vita, il che darà luogo all’antropomorfosi della proprietà fondiaria, una sorta d’inversione (ritorno alla terra) senza messa in discussione dei rapporti di dipendenza.
Il feudalesimo produsse la propria ideologia in cui la fede era determinante e la scienza secondaria, il che non implicava stagnazione tecnica né ignoranza, ovvero oscurantismo. L’essenziale era il rapporto di dipendenza: dalla terra, tra gli uomini.
L’epoca del Rinascimento e della Riforma si caratterizza, da una parte, per la fioritura della filosofia del fare, che diviene il concetto fondamentale per definire la specie, soppiantando-sostituendosi a essenza, esistenza, concetti del continuo: l’uomo è ciò che fa. D’altra parte l’uomo non è, diviene (Erasmo), l’innato è solo secondario, da ciò deriva la necessità di un lavoro intenso per assicurare questo divenire, e la necessità del progresso, che diventa l’obiettivo essenziale e può suscitare l’insaziabilità con possibilità di autonomizzazione. Da cui l’eccezionale importanza dell’imprenditore. Produzione e simulazione permettono di aumentare il fenomeno della separazione, come opera nel XV secolo con l’invenzione del paesaggio.
Il divenire nella separazione, nell’autonomizzazione, è la base su cui può sorgere l’insaziabilità.
Questo periodo ha visto importanti sostituzioni, quella della fede, della religione e anche in parte della filosofia da parte della razionalità, della scienza, e di ciò che restava di comunità da parte dell’individuo; il che implica anche la sostituzione del comportamento dominato dalla passività, da parte di un altro che comporta un’affermazione attiva del fare, spesso con arroganza, quella dovuta al possesso del denaro, come si verifica nel borghese che si sostituisce al proprietario terriero. Nel dire questo, non si dimentichi che la sostituzione non implica la scomparsa. È una sorta di Aufhebung, di superamento, secondo W. Hegel. Se cosí non fosse, la naturalità sarebbe già scomparsa.
Il fare e il lavorare diventano assolutamente essenziali per adattarsi al divenire fuori natura. Il progresso si misura in base al grado di allontanamento da essa. È la fase dell’antropomorfosi del lavoro dal cui seno emergerà il capitale — fase in cui si sviluppano lavoro e valore. È l’epoca in cui si afferma il sistema delle recinzioni, cioè la privatizzazione dei beni comunali, e in cui vi è, per realizzare un intenso allevamento delle pecore — manifestazione di un’insaziabilità —, una sostituzione di queste agli uomini, come fece notare K. Marx. Si ebbe dunque espropriazione degli uomini che furono spossessati e ridotti alla loro forza lavoro, i proletari, e fiorire dell’inimicizia.1 Cosí i detentori di denaro poterono comprare la forza lavoro e dare vita al capitale. Si trattava di uomini nuovi: gli imprenditori per i quali lo scopo dell’impresa, cioè la realizzazione di un progetto, una data produzione, non è meramente profano, ottenere un profitto, ma soteriologico. La realizzazione di esso sarebbe testimonianza della salvezza di colui che l’ha intrapreso. L’epoca in cui comparve il capitale fu un’epoca d’incertezza, di disperazione, di derelizione e, come ha esposto Max Weber, riuscire nella propria impresa era la prova della salvezza. La salvezza derivava dall’adozione di un nuovo ethos, il che ancora una volta fu possibile solo per i dominanti.
La dinamica dello scienziato è simile nell’obiettivo a quella dell’imprenditore e si basa sull’empirismo. Egli parte da un certo numero di fatti che cerca di organizzare e avanza un’ipotesi di cui deve verificare l’esattezza con un esperimento che in qualche modo corrisponde al momento in cui deve verificarsi la salvezza, che perciò è soggetta alle regole della razionalità, all’uso della ragione. Essa fu messa a punto alla fine del periodo feudale, nel Rinascimento, quando sono stati messi in discussione il fideismo e le antiche credenze, nonché l’onnipotenza della natura. Di conseguenza le donne sono considerate come troppo naturali, troppo legate alla natura, irrazionali, tacciate di streghe di cui molte furono mandate al rogo. L’epoca del Rinascimento fino alla fase di dominio superficiale del capitale sulla società, è la seconda, dopo il neolitico, dell’asservimento della donna, che vede l’impianto della produzione, la separazione dalla natura. Con il capitale è il trionfo dell’artificialità, il dominio della natura (e bisognava prima separarsene).
Dunque le due fasi di separazione sono fasi di arretramento per lo status della donna e di regresso della condizione dei bambini. Si constata che vi è pure in certi casi un tentativo di sostituirsi alla donna: l’invenzione dell’ostetrico.
La somiglianza degli obiettivi dello scienziato e dell’imprenditore rivela quanto l’uomo sia attanagliato dall’inquietudine, dall’incertezza sul mondo, indotte dalla rottura di continuità, e che egli si serve della conoscenza per darsi basi e sicurezza.
Lo sviluppo della scienza è inseparabile dalla genesi del capitale, se non altro a causa della necessità della tecnica — sviluppo del capitale fisso — e di quella dell’eliminazione delle conoscenze precedenti o contemporanee, come già segnalato, come del rifiuto della dipendenza rivendicato da F. Bacone, R. Cartesio, corrispondente a una volontà di dominare e uscire dalla natura, il che è alla base dell’insoddisfazione, dell’insaziabilità. Fu anche necessario per giustificare una presunta inferiorità della donna. Le necessità della produzione capitalistica hanno messo in discussione tale a priori senza far scomparire la misoginia, che ha altri fondamenti. Cosí i due sessi vennero considerati come indifferenziati, ma con una preponderanza per l’uomo, grazie alla razionalità, al rigore. alla diffidenza di fronte all’intuizione.
Fin dall’inizio della sua instaurazione, il capitale opera una sostituzione: l’operaio è sostituito dalla macchina, la legge del valore da quella del capitale, e questo si amplierà. Inoltre, a seguito del grande sviluppo del capitale fisso (macchine), il quantum di lavoro si riduce enormemente ed è questo capitale fisso divenuto Human Being, che produce effettivamente, che si sostituisce all’uomo naturale. Di conseguenza il numero di lavoratori produttivi diminuisce sempre piú e quello degli improduttivi va in senso inverso. Nei Grundrisse, Marx ha scritto che se i secondi avessero superato i primi, sarebbe una rivoluzione. Nel 1956 questo fenomeno si è verificato per la prima volta negli Stati Uniti, poi si è generalizzato. Ciò ha causato, per cosí dire, la perdita dello spirito proletario per adozione (o sostituzione) di uno spirito di consumatore, mentre il grande sviluppo dell’intelletto generale, del capitale fisso, ha causato la scomparsa fisica del proletariato. In un primo tempo abbiamo parlato di morte potenziale, poi di morte effettiva del capitale a seguito della scomparsa della diade valore-lavoro operante al momento della sua fondazione, cosí come è scomparso il dominio superficiale (formale) e poi reale all’interno del processo di produzione immediato, poi nella società a causa del suo sfuggimento e autonomizzazione. Si trattava di un fenomeno immediato, storicamente limitato. Cosí facendo si escamotava sfuggimento e autonomizzazione che avevamo tuttavia messo in evidenza. In effetti per questo il capitale, che ha sempre teso a sottrarsi alle contraddizioni e alla sostanzializzazione che lo inibiscono, è riuscito a sfuggire, ad autonomizzarsi e ad essere solo una forma senza contenuto, e questa forma è quella dell’incremento continuo, possibile grazie all’innovazione. Essendo una forma senza contenuto, esso può autonomizzarsi e adattarsi a qualsiasi cosa. Cosí ogni essere umano diventa supporto per una forma di capitale che permette la piena realizzazione della sua antropomorfizzazione, diventando un sostituto della specie, l’uomo speciosico, e l’individuo un uomo ontosico, ove la naturalità è sempre piú compressa, ridotta.
Come si pone l’insaziabilità nell’uomo speciosico? Dato che il capitale si manifesta e si realizza nella modalità dell’incremento — esiste solo se produce continuamente un incremento — può essere il supporto sostitutivo dell’insaziabilità umana. E questo perché si riduce a una forma. Ora, ancor piú che nel caso del valore, si tratta di una forma alla ricerca di un contenuto; ma anche di un contenuto che si impone vivificando la forma che inizialmente lo racchiude e lo ha fatto accedere alla sua pienezza, ove sembra essersi dissolto in essa. E Marx fa notare che:
Quasi in ogni paese e in quasi ogni epoca storica in cui il modo di produzione si trova a uno stadio inferiore e la struttura economica della società insufficientemente sviluppata, troviamo il denaro portatore d’interesse, il denaro che pone il denaro, quindi capitale formale.2
Il denaro che compie questo movimento è capitale, o ancora: il valore divenuto autonomo nel denaro, che compie questo processo, è la forma sotto cui il capitale si presenta o appare inizialmente.3
Cosí, fin dall’origine, il capitale è sfruttamento, manifestazione di inimicizia e insaziabilità. Se l’usura viene poi rimpiazzata dal processo di produzione, si nota che tesaurizzazione e avarizia sono state pratiche per premunirsi contro una minaccia, quella di una mancanza, e per questo fatto c’è continuità col capitale. Il mutuo soccorso originario è stato completamente sostituito.
Come si effettua ciò ai nostri giorni? Il libro di Shoshana Zuboff Il capitalismo della sorveglianza mette in evidenza in modo impressionante come questa sostituzione si realizzi grazie ad un’ampia utilizzazione dei riflessi condizionati che operano secondo il metodo di Skinner, e i mezzi di Internet, che sono ancor piú potenti perché è l’internauta che opera liberamente per se stesso, ad effettuare la sostituzione di cui è vittima. L’obiettivo dei vari leader dei provider di Internet è quello di realizzare una distopia e sono tutti megalomani, insoddisfatti, insaziabili. Di tutto questo abbiamo già parlato in «Precisazioni sul rischio d’estinzione» e non vogliamo tornarci sopra, ma solo sottolineare che sono i dominanti, gli insoddisfatti e gli insaziabili, a condizionare il comportamento degli esseri umani e che è quindi a partire da loro che avvengono le sostituzioni, dato che sono uomini sostituiti in capitale (fine del processo di antropomorfizzazione) e che quindi l’insaziabilità persiste in loro con la costante necessità d’incremento.
Ma le cose sono ancora piú complesse. Nel suo libro Ce qu’il reste de nos rêves4 (Ciò che resta dei nostri sogni), Flore Vasseur mette in evidenza che la creazione del web da parte di Aaron Swarts risulta dalla realizzazione di un progetto di un adolescente che aspirava all’unione di tutti gli esseri umani e dal desiderio che non perdessero la loro parte di bambini. Voleva salvare il mondo. Tale affermazione nella non continuità con gli altri poteva apparire solo come una repressione. Cosí incorse in ogni sorta di rifiuto, negazioni, malversazioni da parte dei dominanti che si sentivano sfidati, che lo portarono, ancora adolescente, al suicidio. E il meccanismo di sostituzione si espanse senza incontrare realmente ostacoli e invece dell’unione sognata si è avuto l’inimicizia scatenata. I dominanti, gli adepti del capitale, non potevano accettare che i loro mezzi di dominio, gli algoritmi, venissero utilizzati per scopi diversi dai loro, perché questo è ciò che rende possibile dare forma, operare sostituzioni e fondare l’insaziabilità, in particolare nell’educazione e nell’istruzione. In tutti i casi, le relazioni dominanti-dominati nascondono un’inimicizia latente, da cui il grave pericolo di promuovere una lotta tra i due per una pretesa risoluzione del problema.
Un altro esempio ci è fornito da un articolo di Le Figaro (3–4 dicembre 2022) «Comment les réseaux sociaux dynamisent la vie de famille», (Come le reti social dinamizzano la vita di famiglia) ove gli autori affermano:
La trasformazione digitale è una rivoluzione culturale che ha un impatto diretto sullo sviluppo dei bambini, che rimangono dipendenti dalle interazioni sociali per costruirsi. Tanto da parte dei genitori che dalla parte del bambino si ha l’instaurazione di una dinamica di insaziabilità.
La possibilità di affermarsi, di essere riconosciuti mettendo online le foto dei propri figli favorisce lo sviluppo di un’insaziabilità, di una dipendenza in cui i bambini sono di fatto negati, ridotti ad oggetti che servono solo all’esibizione — mezzo anche di capitalizzare il bambino.
Per quanto riguarda i bambini, essi ricorrono ai social network per farsi conoscere, avere amici, ma non sono mai soddisfatti perché non ne hanno mai abbastanza, a causa dell’assenza di affettività; l’obiettivo reale è il riconoscimento e il bisogno di esso è imperativo e insaziabile.
Essi fungono da supporto per la manifestazione dell’insaziabilità del capitale e sono di fatto esseri umani in via di essere sostituiti capitale [substitués capital]. Dato che occorre un essere preesistente perché si effettui una sostituzione, l’essere sostituito capitale [l’être substitué capital] non è, diventa, non può essere senza una certa naturalità preesistente, da cui la possibilità di un ritorno del rimosso, e il suo divenire corrisponde all’allontanamento dalla sua naturalità, in particolare all’eliminazione dell’affettività, componente essenziale della psiche. Da cui una forte repressione della naturalità soprattutto nei dominanti, che andrà diminuendo in seguito della sua regressione derivante dal completamento della sostituzione.
Esempi di uomini capitale sono uomini dominanti come Elon Musk o Bill Gates. Sono loro che determinano il divenire sociale escamotando lo Stato, essendo piú forti di esso. È per questo che non si tratta di iperindividualismo, perché questo manterrebbe ancora un legame con l’uomo, bensí di un iperdominio impersonale.
Attraverso gli uomini sostituiti, il capitale s’impone come un’evidenza che non può essere messa in discussione. Di conseguenza la sua permanenza è assicurata; non può esserci discussione su una sua estinzione, i dominanti sono ciechi di fronte ad essa. Lo sono ancora di piú perché in loro l’affettività e la psiche sono sempre piú ridotte, attenuando la percezione della realtà. Allo stesso modo l’inconscio freudiano non può emergere per l’assenza di contraddizione, dato che la realtà è accettata cosí com’è, poiché è quella del capitale, che riflette se stesso attualizzando una sorta di società dello spettacolo. Il potere per accedere all’assoluto deve specchiarsi in se stesso.
La separazione dalla natura si esprime al meglio nella questione della riproduzione, come si constata nella rivendicazione di procreazione medicalmente assistita per lesbiche, gay, transessuali e bisessuali, con il desiderio di realizzare l’uomo aumentato, ma si tratta pur sempre di una dinamica umana, patologica. Verrà quindi sostituita, per quanto riguarda la sessualità, dall’utero artificiale,5 che permette di produrre in serie bambini perfetti, e da multiple relazioni sessuali variate grazie alla cybersessualità.
Infine, per mettere in armonia un ambiente sempre piú artificializzato con esseri che vi vivano, sviluppo, ad esempio, di una produzione in serie di cani robot.6 Sarà tutto manifestazione del capitale.
Per terminare non dimentichiamo che il capitale si sostituisce in tutti gli ambiti della vita umana e dunque opera anche nell’ambito cosiddetto spirituale. Per compensare le loro sofferenze e la disperazione di avere solo una vita breve, hanno concepito una vita eterna per dopo la loro morte. Ora K. Marx segnala a varie riprese il desiderio di eternità (Unvergängichkeit, Ewigkeit) del capitale.7 Si può dire che ciò è inevitabile dato che si pone nella modalità dell’incrementalità e concependo le cose in tal modo, porre un certo quantum di tempo implica l’ingenerarsene di un altro, all’infinito.
Certo, tutto ciò si effettua a livello dei dominanti, ma inevitabilmente affètta i dominati a causa delle limitazioni apportate alla loro naturalità e perché genera la possibilità di manifestazione d’inimicizia, causa di un’altra forma di estinzione.
Il piú grande pericolo di estinzione che minaccia la specie è la sua sostituzione con il capitale, perché è una minaccia assolutamente invisibile, in quanto essa non ne è cosciente. Ricordiamo a questo proposito che producendo il capitale la specie mira a sfuggire all’impronta di un’antica minaccia, quella dell’estinzione, al fine di uscire dalla natura, supporto di essa, e garantirsi cosí la sicurezza. Quindi nulla è risolto. La distruzione del pianeta porta alcuni, come Elon Musk, a preconizzare di andare a colonizzare Marte, ma lí, di nuovo, insoddisfazione, insaziabilità e sostituzione si manifesteranno a causa della persistenza dell’inimicizia.
In funzione dell’implacabile razionalità della dinamica di sostituzione da parte del capitale, solo un evento imprevisto, ma non improbabile, che riattivi la nostra naturalità può permettere di rilanciare la dinamica atta a salvarci: l’inversione, dovuta all’attivazione della piú grande forza della specie, la sua psiche.
Solo l’inversione che implichi la non separazione dalla natura, quella tra forma e contenuto, la riduzione della produzione e la fine della sua autonomizzazione, legata alla scomparsa dell’insaziabilità, che derivi dalla rimessa in continuità, può consentire la piena riaffermazione della naturalità, dunque di sfuggire ad ogni sostituzione e di essere nella soddisfazione, o ad ogni insaziabilità nella presenza e continuità con la natura.
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