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mondocane

Antisemitismo, maschera d'ossigeno dello stato sionista

di Fulvio Grimaldi

Byoblu-Mondocane 3/17 “ Quando la guerra c’è dentro e fuori”, in onda domenica 10 marzo, 21.30. Repliche lunedì 09.30, martedì 11.00, mercoledì 22.30, giovedì 10.00, sabato 16.30,domenica 09.00.

Occhio alla data del 16 marzo in tutta Italia contro la dittatura globale programmata dal’OMS e agevolata dal nerissimo governo che ci ritroviamo (vedi dopo)

In questa puntata si parla e straparla di un sacco di cose, a partire dell’inesorabile genocidio dei palestinesi, allo sghignazzo tonitruante dedicato alla signora Pina Picierno (PD, ovviamente), vicepresidente – nientemeno – del parlamento UE. Guardatasi in giro e visto come si è bravi a discriminare tra buoni e cattivi, bastonando i primi ed embeddando nell’impunità i secondi, ha scoperto su chi esercitare il suo di ruolo vicepresidenziale della brigata che a forza di cazzotti fa valere i valori dell’Occidente su chi non li trova.

Ha beccato chi, più di ogni scudiero dell’antisistema da castigare, le è parso meritevole di doverosa vendetta sotto forma di severissima sanzione, addirittura europea, di portata continentale, formidabilmente antirussa, al punto da mostrarsi come la più grottesca, ridicola, rozza, nazistica, imbecille mossa che mai abbia potuto allietare il cuore dell’ultimo estratto dello stock nazista dei von der Leyen.

Per dimostrare la radiosa verità dell’assunto implicito nella serie di aggettivi che ho allineato, si vada a vedere chi la quasi presidente Picierno (ovviamente PD) ha saputo abbattere con i suoi fulmini giuridico-culturali: il migliore dei nostri artisti muralisti. Riconosciuto come un grande a livello mondiale, Ciro Cerullo, Jorit, napoletano, padre dei fantastici murales di Maradona, Nelson Mandela, di Napoli, di Sochi con Ornella Muti coraggiosa violatrice dell’ostracismo ai russi, Ciaikovsky compreso, di Mariupol (dove ha rivelato i crimini dei nazisti di Azov contro la popolazione, alla maniera sua, con i fatti, come Assange). Intollerabile antifascista, antirazzista, antiguerra, in totale contrasto con lo spirito del tempo che torna a spirare dal bunker della Cancelleria, pronto a dichiarare essere “umano” addirittura Vladimir Putin, rigurgito della Giudecca, girone dei peggiori, e così bravo da rendere Pina Picierno un puntino nero di quelli che d’estate si lavano via dalle finestre.

Mi sono perso nell’abbraccio all’ottima Pina. Nella puntata è solo uno scappellottino tra tanti ceffoni, ovviamente non violenti, sennò guai! Tipo la guerra alla Russia, o quella allo Yemen, dichiarate dalla Meloni a Kiev, all’insaputa degli italiani; o come siano bravi Piantedosi e Crosetto a far intersecare guerra militare e guerra sociale in perfetta sinergia e per l’obiettivo comune, come esplicitato dall’OMS della dittatura globale programmata per maggio. E, con la guerra, la maggiore minaccia all’umanità che viene portata avanti dall’OMS e agevolata dalla nostra riedizione del Greenpass per tutto, anticipata a Davos con la minaccia dell’armageddon sanitario dovuto a un’ipotetica, ma fabbricabilissima, pandemia X

Dittatura che, grazie alla cornucopia della salute, ci infila tutte le emergenze che la dollarocrazia riesce a lanciarci addosso: guerra, clima, povertà e turbolenze sociali, pensiero e linguaggio fuori registro, pandemia X, invasione di cavallette, fuoco dal cielo (compito di Israele). Appunto “global”, nel senso che ogni scampo è precluso.

Ma torniamo al tema del titolo e poi vi lascio andare. A me pare un concettino di una certa rilevanza.

Antisemitismo.

E qui si intende non l’identità derivata da Sem, figliolo di Noè, che va riconosciuta a 450 milioni di arabi, tutti semiti, e a quasi nessuno degli ashkenaziti del regno Kazaro, convertitosi al giudaismo nell’alto Medievo e poi trasmigrati un po’ ovunque e, per struggente nostalgia colonialista britannica, perfino in Palestina (vedi “L’invenzione del popolo ebraico” dello storico ebreo Shlomo Sand). Così si sono autoproclamati semiti e a copertura delle loro malefatte nei confronti di chi andava espatriato a forza, hanno capito che la migliore difesa delle malefatte è il vittimismo e, dunque, che in tutto il mondo si potevano scovare, volendo (e assistiti da coloro che grazie all’antisemitismo si sono assicurati la rendita perpetua del cuore energetico del mondo), un sacco di cattivissimi antisemiti. E più se ne trovano e più ci si assicura comprensione, indulgenza, solidarietà e… impunità.

Antisemiti, allora diversamente nominati, erano implicitamente coloro al cui trattamento da parte di Isaia o Giosuè Netanyahu dice di ispirarsi. Coloro che tutti dovevano essere passati a fil di spada, o bruciati, eliminati con quanto avevano di bimbi o capre o cammelli. Libri sacri, oggi ridotti a testi di un culto di morte, che anticipavano la fine che deve essere biblicamente inflitta a diversi milioni di antisemiti – semiti – palestinesi.

Come farebbero senza la foglia di fico dell’antisemitismo a perpetrare crimini contro l’umanità come praticati e suggeriti dai loro testi sacri? Forse è ora di fare chiarezza su questo formidabile e ipnotizzante strumento che ha fatto di Israele il modello morale dell’umanità e la vittima di ogni specie di malvagità altrui, tanto da fare interiorizzare a mezzo mondo che tutto gli è permesso, tutto giustificato, tutto impunito.

Se sollevi l’indice sulle atrocità perpetrate in Palestina da quasi venti lustri, sei antisemita, quindi antigiudeo, quindi jew-hater, odiatore di ebrei, per quanto ti sia adoperato per le ragioni e la salvezza dei semiti palestinesi. Fantastico corto circuito, non vi pare? Sono stati davvero bravi. Con questa storia dell’antisemitismo si sono dati un nulla osta per genocidi pressoché mondiale e senza scadenza (un po' in crisi per la verità, oggi, dato che la bulimia da setta della morte ha tolto efficace al trucco. Il troppo stroppia).

Con la menata dell’antisemitismo, Israele si è collocato al centro dell’universo morale. E se corrughi le sopracciglia di fronte a 40.000 civili massacrati con bombe e fame, esci da quell’universo morale, puoi essere un giudice della Corte Internazionale quanto vuoi. Sei antisemita.

Ci rendiamo conto che cosa significa per Israele l’antisemitismo? La maschera d’ossigeno, il cordone ombelicale tra esso e il genocidio.

Comments

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jimmie moglia
Sunday, 17 March 2024 20:04
Molto interessante analisi e focalizzazione di un problema che (personalmente), ritengo insolubile – vale a dire, l’antisemitismo quale arma e giustificazione per ogni obbrobrio e diavoleria contro l’altro-generalizzato.
Mutatis mutandis e con discutibile liberta’ d’ interpretazione, l’antisemitismo e’ per i giudei l’equivalente concettuale del peccato originale nel Cristianesimo. Solo che nella filosofia cristiana (peraltro di fondamento greco) il peccato originale e’ un problema piu’ per l’individuo che per la comunità. Non così con il popolo eletto. Secondo la cui filosofia, i non-giudei sono un “altro” universale, il cui ‘peccato originale” e’ di non essere loro.
Il Talmud e’ la ‘fonte’ piu’ autentica per autenticare la teoria di base.
Due soli esempi estratti da una vera e propria enciclopedia di pensieri (Talmudici) simili.
“Chi e’ una prostituta? Ogni donna che non e’ una giudea.” [Eben Ha Eser, 6 e 8]
E Cecil Roth, ebreo autore della “Storia del Popolo Ebraico” scrive… “Non e’ quindi da meravigliarsi se, nel libro sacro dei Giudei, il Talmud, e’ confermato che se i Gentili (tutti “i non-loro” ma storicamente e massimamente i Cristiani) “sapessero cosa insegniamo a loro proposito, ci sterminerebbero senza alcun rimorso.” (pag. 327 e 408).
Peraltro quando Nicholas Donin, un guideo convertito, nel 1200 tradusse il Talmud in Latino (e per questo cacciato dai suoi co-religionari, nonche’ protagonista della famosa “Disputa di Parigi” del 1240) Gregorio X dette ordine che tutte le copie del Talmud venissero bruciate.
Con il senno del poi, e’ probabile che Gregorio X non avesse molto senso dell’umorismo. Prima di tutto bisogna esser masochisti per imparare l’ebraico solo per poter leggere il Talmud. E non credo che nemmeno nel 1200 i masochisti fossero una maggioranza. Oltretutto l’Ebraico e’ una lingua dal suono (a mio avviso) gutturale e francamente sgradito. Uno ha l’impressione che a ogni momento l’interlocutore sia sul punto di liberarsi dal catarro.
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