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Lettera aperta al convegno 'Se non fosse Nato' promosso dal M5S

di Giulietto Chiesa

Giulietto Chiesa, impossibilitato a partecipare al convegno, manda un breve intervento scritto. Con una sfida intellettuale e politica di fronte al pericolo guerra

Cari colleghi e amici, 

trovandomi fuori Italia non posso prendere parte all'iniziativa promossa dal Movimento 5 Stelle sul tema - che io ritengo assolutamente cruciale - della partecipazione dell'Italia alla Nato. Cerco di farvi pervenire, nella inevitabile forma sintetica, le mie opinioni. 

La discussione in materia è benvenuta. Sono decenni, letteralmente, che questo tema è rimasto al di fuori dell'attenzione pubblica in Italia. Al punto che la stragrande maggioranza degli italiani non sanno nulla della Nato, di come è nata, di come è stata utilizzata e da chi, di come si è trasformata nel tempo alle spalle dei cittadini di un paese che, da tempo, non è più sovrano. 

Plaudo quindi alla vostra iniziativa e alle domande che voi avete posto, a voi stessi e a tutti gli italiani. Esse aiuteranno molti a capire meglio la situazione nella quale ci troviamo - e ci troveremo - di grave pericolo per le sorti dei nostri figli. 

È a mio avviso del tutto evidente che la Nato è divenuta lo strumento che prepara una guerra di vaste dimensioni contro la Russia, oggi, e che si accinge a imporre le decisioni dell'Occidente al resto del mondo. Il secondo obiettivo, dopo la Russia, è già stato individuato: è la Cina. Non c'è bisogno di portare qui documenti a sostegno: sarebbero volumi. 

Il problema che io vedo, leggendo le vostre posizioni di partenza, è che avete già in sostanza stabilito il punto di arrivo di questa riflessione. Cioè avete già deciso che si deve "correggere" la Nato e si deve individuare i modi di "modificare" la presenza dell'Italia nell'Alleanza Atlantica. Ciò costituisce un serio errore grave di metodo, poiché mette il carro davanti ai buoi. A una tale conclusione si può giungere solo dopo aver accertato se si può "correggere" la Nato e se si può modificare la partecipazione dell'Italia alla Nato. 

Entrambe le cose sono tecnicamente e politicamente impossibili da realizzare. Ma, soprattutto mi paiono derivare da una carenza di visione della crisi mondiale in atto e dei pericoli che corriamo affrontandola con uno strumento così pericoloso come quello che gli Stati Uniti (non noi) hanno nelle loro mani. Infatti l'Italia non ha la minima possibilità di influire sulle loro decisioni e dunque è stata già ripetutamente trascinata in guerra , contro la propria Costituzione, contro i propri interessi, contro la propria sicurezza. 

Sotto I nostri occhi, e con il nostro silenzio succube, abbiamo consentito che la Nato rimanesse in vita anche nel momento in cui moriva e si scioglieva il patto di Varsavia. E poi abbiamo consentito che la Nato si espandesse fin dentro i confini della non più esistente Unione Sovietica, anche quando l'URSS non esistette più e fu sostituita da una Russia che ufficialmente era divenuta un partner e non un nemico dell'Occidente. 

E ora assistiamo a un'operazione di preparazione alla guerra contro la Russia, e vi partecipiamo con le nostre forze armate. Un'operazione dalla quale non possiamo sottrarci. I tempi sono drammaticamente stretti. La Nato sta armando l'esercito di un paese come l'Ucraina che è guidato da un governo uscito da un colpo di Stato che l'Italia ha politicamente giustificato. La Nato sta occupando letteralmente le tre repubbliche del Baltico e la Polonia, dove il passato nazista non è mai stato denunciato e dove i diritti delle minoranze sono pesantemente violati. La Turchia attuale è un paese antidemocratico, che appoggia apertamente il terrorismo di Daesh. E sono solo alcuni fatti palesi. 

C'è qualcuno che pensa, seriamente, che tutto questo sia solo un "errore"? C'è qualcuno che pensa, seriamente, di poter fermare con qualche "correzione" la follia isterica che spinge in queste direzioni?

Io credo che sia necessaria una proposta concreta. In questa situazione, si estremo pericolo, l'Italia deve chiedere una sospensione immediata degl'impegni militari, che consenta al nostro paese di misurare i suoi obblighi e i suoi rischi. Occorre per questo non solo un dibattito parlamentare approfondito, ma anche un dibattito pubblico nel paese, che coinvolga l'opinione pubblica e il sistema informativo. Nello stesso tempo il governo italiano deve chiedere un'assemblea straordinaria della Nato, a livello dei capi di stato e di governo, per esaminare quali sono le linee strategiche di ciascuno dei suoi membri e verificare la conciliabilità delle diverse valutazioni. Solo a questo momento saranno possibili decisioni comuni su base di consenso. Un consenso che adesso non c'è. 

Mi auguro che la vostra discussione aiuti voi e tutti noi a rispondere agli interrogativi che voi stessi vi siete posti. Per quanto mi riguarda vi prego di considerarmi a disposizione per fornire le mie competenze e la mia esperienza allo sviluppo di una discussione che le forze democratiche di questo paese e dell'Europa non possono più dilazionare. Rimanere nella Nato significa lasciare via libera alla marcia insensata verso una guerra che sarà la distruzione della nostra civiltà. 

Buon lavoro,

Giulietto Chiesa, direttore di pandoratv.i

Comments

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Claudio
Thursday, 04 February 2016 09:54
Concordo con molte delle considerazioni sulla Nato che fa l'autore della lettera, ma su altre credo che pecchi di una certa reminiscenza poststaliniana da un lato e di eccessiva illusione democraticistica dall'altra. Mi spiego. Credo che l'autore consideri ancora Russia e Cina due paesi non imperialistici, quali credo invece che siano.
Per poter "chiedere una sospensione immediata degl'impegni militari, che consenta al nostro paese di misurare i suoi obblighi e i suoi rischi", occorrerebbe avere un governo di statisti, seppure borghesi, che non abbiamo. Per avere un "dibattito parlamentare approfondito" bisognerebbe avere un parlamento di uomini politici seri ed eletti e non di magna magna quaraqua e per giunta nominati. In quanto a "coinvolg(ere) l'opinione pubblica e il sistema informativo", considerato che la stessa è interamente nelle mani della borghesia arraffona e di piccolo e medioborghesi più o meno prezzolati, non ci conterei molto. Infine sono d'accordo che " Rimanere nella Nato significa lasciare via libera alla marcia insensata verso una guerra che sarà la distruzione della nostra civiltà", ma pensa per d'avvero che sia possibile uscirne? Personalmente, considerata l'attuale interdipendenza internazionale economico/finanziaria e politico/militare, penso proprio di no.
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