Print Friendly, PDF & Email

ilsimplicissimus

Vi parlo di un Paese lontano…

di ilsimplicissimus

Aiutiamoli a casa loro. Oggi vi devo parlare, per ragioni di umanità, di un Paese disastrato, in un continente lontano dove un pugno di ricchi fa il bello e cattivo tempo e per di più pretende di comandare a bacchetta i Paesi vicini o li “terrorizza” nel senso più ampio della parola  se per caso oppongono resistenza. Insomma è una situazione difficile nella quale è arduo anche portare quell’aiuto sanitario di cui la popolazione ha bisogno. Più della metà di essa, secondo gli stessi criteri stabiliti dai governi, è in stato di povertà  o molto vicino ad esso (vedi nota 1) e questa metà anche quando ha un lavoro non può permettersi alcuna cura, nemmeno al pronto soccorso. Non è che manchino i farmaci o le strutture sanitarie, ma la maggior parte delle persone non ha i soldi per accedervi, non ha le risorse per pagarsi un’assicurazione sanitaria e spesso deve vendersi qualcosa per farsi una visita medica.

La cosa più straordinaria è che tutto questo non è segreto, anzi le stesse autorità si premurano di farlo sapere quasi che fosse un merito invece che un dramma  (vedi qui). Il fatto è che il gruppo di potere non ha paura, non ha bisogno di nascondere sotto il tappeto la polvere del diavolo: la caratteristica peculiare di questo Paese è che dalla decolonizzazione in poi si è considerato talmente superiore che qualunque cosa viene accettata come se fosse giusta, voluta da dio, migliore che altrove, un modello da imporre. Dunque che siano gli altissimi indici di criminalità o il numero esorbitante di incarcerati o la tortura inflitta ai nemici, il controllo ossessivo sui cittadini propri e altrui, lo smodato arricchimento di pochi, l’immorale livello delle spese militari, la pessima qualità delle scuole, la caduta delle retribuzioni, la mancanza di diritti sociali compresa appunto la sanità, qualunque cosa non riesce a smuovere  gli abitanti dal loro sogno, anche quando questo diventa un incubo. In cambio viene loro permesso di riempirsi di debiti affinché possano comprare una dovizia di merci inutili o siano imprigionati , anzi crocifissi alla casa: dopotutto l’economia si regge sul consumo matto e disperatissimo.

Infatti il ministero dell’economia di questo strano Paese ci dice che un sondaggio condotto consecutivamente negli ultimi tre anni ha avuto risultati paradossali:  il 49 per cento dei lavoratori part-time preferisce lavorare più ore al  salario attuale; Il 29 per cento degli abitanti si aspetta di guadagnare di più il prossimo anno; Il 43 per cento dei proprietari di casa che hanno posseduto il loro immobile per almeno un anno crede che il suo valore sia aumentato. Ma alla domanda su come gli intervistati avrebbero potuto affrontare una spesa imprevista, anche se modesta, corrispondente grosso modo al costo di uno smartphone di fascia media, il 47 per cento ha detto che potrebbe coprirla solo con un prestito o vendendo qualcosa. Casualmente o forse no la cifra (vedi nota 2) corrisponde a quella mediamente necessaria per una visita d’urgenza in un pronto soccorso.

Il che ci porta a capire che siamo già molto oltre l’insicurezza finanziaria, siamo all’impotenza finanziaria: un docente di psicologia di una nota università ( vedi nota 3) dice che in realtà è molto più facile che qualcuno confessi di dover assumere viagra che non di avere problemi con la carta di credito: “in un Paese di vincitori e vinti, avere difficoltà finanziarie è una fonte di vergogna,  un’umiliazione, anche un formulario giornaliero di suicidio sociale. Il silenzio è l’unica protezione”.

Come avrete capito non dovete cercare questo Paese in Africa o nel cuore dell’Asia: sono semplicemente gli Usa. E questo non è il peggio: la cosa orribile  è la sindrome imitativa che le elites di altri luoghi, come se non bastassero le centrali di propaganda popolare  e populistica del sogno, sono riuscite ad inoculare nelle popolazioni  un mito che gioca a loro esclusivo favore.

Nota 1 Il 51 per cento dei lavoratori statunitensi guadagna meno di 30 mila dollari lordi all’anno, mentre la soglia di povertà è fissata a circa 24 mila dollari (sempre lordi ovviamente)

Nota 2  La cifra è 400 dollari mentre il sondaggio è della Fed

Nota 3 Si tratta  di Brad Klontz, uno psicologo che insegna alla Creighton University di Omaha

Add comment

Submit