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Tecnica e politica

di Alberto Bagnai

Caro professor Bagnai,

anch'io ho l' impressione che lei tenda, forse inconsapevolmente, ad eludere alcuni nodi politici la cui soluzione sarebbe secondo me prioritaria rispetto ad ogni soluzione tecnica. Alla questione se la creazione di moneta produca inflazione non c'è una risposta univoca ( e negativa ) come lei sembra suggerire. Credo sia ovvio, anche per un non economista, che se si impiegasse la moneta creata per foraggiare ulteriormente il sistema clientelare siciliano, abolire l'imu sulle seconde case e abbassare le tasse ai milionari, oppure ancora per fornire alla mia modesta persona un vitalizio di 100.000 euro mensili, questa nuova moneta circolante creerebbe inflazione e basta.
Viceversa se si impiegasse la nuova moneta per finanziare un serio programma di lavori pubblici o di formazione l'effetto sarebbe probabilmente un aumento del pil e non dell' inflazione. Dunque, a mio modesto avviso, la questione dell’indipendenza della banca Centrale non è tecnica ( come lei sembra suggerire) ma eminentemente politica e precisamente è un una questione di fiducia : "si può avere fiducia che la classe politica cui verrà affidato l'enorme potere di creare moneta userà questo potere per il bene del paese e delle classi meno abbienti ?"

Per quanto riguarda me ( e,credo, milioni di altri cittadini )la risposta è "no !", assolutamente "no!". Se permette aggiungerei che personalmente preferirei eleggere George Soros dittatore italiano a vita piuttosto che affidare a tipi come Berlusconi o a quello della carriola la fase di transizione e il successivo potere di creare moneta. Insomma, professor Bagnai, dando per scontata la correttezza e brillantezza tecnica della sua analisi vorrei che lei si fermasse a riflettere sul fatto che ci sta sostanzialmente chiedendo di fidarci di Bersani, di Berlusconi e di Monti (ovvero, ma è lo stesso, dei loro epigoni).


Se mi permette io vedo una grave contraddizione di ordine logico nella sua posizione. E’ come se lei dicesse : “vedete come vi stanno turlupinando in tutti i modi, rovinando il paese e riducendo alla fame i meno abbienti ? Dunque usciamo dall’ Euro e affidiamo loro, oltre alla delicatissima fase di transizione, anche il potere di creare moneta”. Gulp ! Ad occhio e croce direi che non regge. Può darsi invece che lei voglia favorire un ricambio radicale della classe dirigente. In questo caso le faccio i migliori auguri e mi unisco ai suoi auspici ma non posso nondimeno non notare che processi del genere sono necessariamente molto lunghi e sempre aleatori, mi sembra anzi che è da almeno 150 anni che un processo del genere va avanti in Italia senza nessun esito...

Lei è proprio sicuro che non c’è alternativa tra stare nell’Euro a queste condizioni o uscire dall’ euro alle condizioni dettate da loro ? Io qualche idea ce l’ avrei. Perché, mentre attendiamo il risveglio della coscienza democratica etc, etc e il rinnovamento etc, etc, nel frattempo non smettiamo semplicemente di salvare banche private e magari introduciamo per le banche l’ obbligo di riserva totale? Non crede che basterebbe questo per far passare alle banche del centro la voglia di inondare di capitali la periferia? Perché poi non affianchiamo all’euro una nuova lira in regime, almeno temporaneo, di doppia circolazione? Il tesoro potrebbe per esempio essere autorizzato a stampare 50 miliardi di nuove lire e usarle per finanziare un grande piano di opere pubbliche, formazione e assistenza sociale. Non le sembrano questi obiettivi piu’ realistici e, allo stesso tempo, piu’ sicuri ed efficaci rispetto alla prospettiva di uscire dall’ euro affidando a lor signori sia la fase di transizione che quella successiva gestione nell’ emissione di moneta ?

Gaspare di Girolamo


Una lettera molto divertente, da prendere molto sul serio. Caro Di Girolamo, intanto le chiedo una cosa: per caso lei è un ingegnere? Si tratta si una mia curiosità privata, quindi non è necessario che lei mi risponda in pubblico. Un saluto affettuoso a tutti gli ingegneri (per inciso).

Le permetto di trovare qualsiasi contraddizione lei ritenga opportuno trovare nelle mie posizioni, va da sé. Mi permetta però di farle osservare che lei queste posizioni ancora le deve approfondire un po’.

Partiamo dai principi.

Io sono del parere che gli italiani abbiano il diritto di governarsi da soli. Lo hanno fatto male finora? Va bene, sarà così, e mi si dice che ne stiano pagando le conseguenze.

Tuttavia, caso strano, il disastro dell’economia italiana è cominciato da quando si è deciso di applicare la logica fascista che consiste nel dire che siccome governare gli italiani è impossibile e inutile, allora ci vuole il manganello del vincolo esterno. Lì sono cominciati i problemi, come sa chi ha memoria storica, chi segue il blog e chi conosce i dati. Quindi nel suo ragionamento c’è qualcosa che non va. Lei è evidentemente un seguace dell’idea che occorra il manganello dell’euro per tenere gli italiani in riga, e io le ho dimostrato nel blog, e poi le dimostrerò nel libro, che le cose sono andate a rotoli da quando in Italia abbiamo applicato questa filosofia (abbiamo cominciato prima, ben prima del 1999).

Evidentemente io non auspico il mantenimento del potere da parte dell’attuale classe dirigente: questo credo che non lo auspichi nessuno.

Dico però che gli italiani hanno il diritto di governarsi da soli.

Lei invece mi sembra non capire che restare nell’euro significa necessariamente essere governati da altri, e da altri non eletti. Non è un mero dato tecnico, tutt’altro.

Le sue idee su cosa determini l'inflazione sono un po’ rudimentali, ma è scusato perché so bene che tutti gliela raccontano così.

Pensi che io addirittura vorrei stampare moneta per distribuire droga nelle scuole, finanziare l’arrivo di immigrati clandestini, istituire la prostituta di condominio (sì, pagata dallo Stato: ovvio, lo Stato è il nemico, il corruttore... perché non fargli fare anche questo), e, naturalmente, visto che all'orrore non c'è fine, si tenga forte: pagare stipendi ai forestali calabresi...

Abominio! Anatema!

Ecco, mentre il velo del t€mpio si squarcia dal basso verso l'alto, mi permetta di farle notare che a me in effetti non è mai venuto in mente nulla del genere, nonostante non abbia nulla né contro gli immigrati, né contro i forestali. Se lei vuole un vitalizio, ci possiamo mettere d’accordo. Non credo creerà molta inflazione. I processi che legano la creazione di moneta all’inflazione non sono semplici come a lei è stato insegnato e come lei crede di sapere. Ha mai visto il tasso di crescita della moneta nell’Eurozona? Lo ha mai confrontato col tasso di inflazione dell’Eurozona?

Inutile fare il giochetto del mettere in bocca alla gente cose che non si sogna di dire.

Non voglio foraggiare il clientelismo, come non voglio commettere incesto, non voglio bestemmiare in chiesa, non voglio abbandonare il cane (che non ho) in autostrada, non voglio gettarmi dalla finestra (che ho), e non voglio tante altre cose, le tante cose che è ovvio non volere: cosa aggiunge un argomento come il suo? Chi le dice che io sto propugnando lo spreco? Peraltro, non è ovvio che le cose che lei indica necessariamente creerebbero inflazione, soprattutto oggi. Le faccio un esempio: non voglio abbassare le tasse ai milionari, ma se lo facessi (o più esattamente, se loro se lo facessero, come in fondo mi pare stiano facendo), oggi, loro si limiterebbero a portare più soldi all’estero, la domanda interna non crescerebbe, e quindi non ci sarebbe inflazione (e nemmeno ripresa).

Magari bisogna ragionare su come e quanto far muovere i capitali, no?

D’altra parte, lei da cosa ha capito che io non vorrei che venisse finanziato un programma di lavori pubblici ecc. Ah, no, capisco: lei dice che i politici, nonostante le buone intenzioni degli economisti un po’ farlocchi come me, necessariamente faranno la cosa sbagliata, in quanto essi politici sono l’incarnazione di Satana. Un’ipotesi interessante, anche plausibile. Bene: se lo faranno, la colpa sarà degli elettori, che, ripeto, ne pagheranno le conseguenze.

Ma in questo momento tutti gli italiani stanno pagando per una scelta sulla quale non sono stati interpellati.

L’amico Torny dice: “Sì, ma se avessimo fatto il referendum sull’euro prima, tutti avrebbero votato a favore”. Può darsi, nel qual caso io adesso starei zitto. Ma intanto ci sarebbe stato un dibattito. Qui siamo invece in una situazione nella quale la gente non sa che i  migliori economisti mondiali da sempre si sono dichiarati scettici su un progetto simile, e chi lo ha propugnato si è dichiarato consapevole del fatto che avrebbe creato problemi! Capisce di cosa stiamo parlando, vero? Di democrazia.

Le chiarisco un concetto: lei formula delle ipotesi, e poi c’è un fatto, molto semplice: l’indipendenza della Banca centrale, cioè il fatto che il potere esecutivo non abbia il controllo dell'offerta di moneta, è incompatibile con la democrazia. Punto. Questo oggi lo vediamo tutti, e non lo dico io: lo dice, sulle colonne di voxeu.org (si prenda tempo di guardare chi c’è nel comitato scientifico), un economista prestigioso come Axel Leijonhufvud. E sono sostanzialmente d’accordo tutti, ormai, sul fatto che l’era dell’indipendenza della Banca centrale sia tramontata. Lo ammette l’Economist, lo ribadisce il Financial Times. Capisce? Non Lotta Comunista (con tutto il rispetto).

Quindi si rassegni, caro: nel futuro c’è la creazione di moneta da parte dei governi. Potrà piacerle o meno, ma il mondo sta andando in questa direzione.

Il problema è stato mettere in mano a un’autorità non eletta il potere di creare moneta al di fuori di qualsiasi controllo democratico, lasciandole perseguire un obiettivo insensato e pretestuoso (inflazione zero), e per di più con uno strumento che, come spiegano bene i riferimenti che le ho fornito, con la dinamica dei prezzi ha relativamente poco a che vedere: la massa monetaria. Questo è stato il problema. L'inflation targeting ha alimentato le bolle negli Stati Uniti, e l'idea idiota che moneta unica significhi inflazione unica ha messo, per altri versi, in ginocchio la periferia dell’Eurozona. La riserva “integrale” credo c’entri ben poco. A proposito, sa dirmi cosa sia? Perché io non lo so. Non sarà mica un "austriaco", o un "signoraggista"? Non avrà mica nostalgia del gold standard? In questo caso dovrebbe anche spiegarmi com’è che abbiamo dovuto farne a meno (e questo, io, lo so).

Del resto, lei che si vede così competente e coerente, dovrebbe spiegarmi come si faccia a stampare “nuove lire” restando nell’euro, e perché mai il fatto di far stampare “nuove lire” a Berlusconi, Bersani o Monti, in costanza di euro, dovrebbe rassicurarci di più rispetto al fatto di farglielo fare una volta usciti dall’euro.

Quello che lei trova più coerente è semplicemente impossibile e anche incoerente: che senso avrebbe una simile assunzione di sovranità... parziale? La sovranità o c'è o non c'è. Punto.

Lei poi non riflette su una cosa. Quando io dico che la transizione sarà necessariamente gestita dalle persone sbagliate, dico un’ovvietà: non esiste la possibilità di un ricambio della classe politica prima dell’evento, che molti suppongono prossimo. Tutti hanno il piano B nel cassetto, ma per ovvi motivi devono far finta di nulla.

Bene.

Ma dopo, però, i conti bisognerà pur farli.
Quando si uscirà, e si vedrà che lo si poteva fare (quindi chi diceva il contrario ha mentito), che l’economia riparte (quindi chi ci teneva dentro ci ha danneggiato), che i mercati ci danno fiducia, perché ce la daranno, perché gli conviene (quindi chi diceva il contrario faceva terrorismo), a quel punto sarà molto difficile anche per Bersani impedire ai suoi elettori di unire i puntini e di vedere l’immagine di un Giuda, capisce? Lo stesso vale ovviamente per qualsiasi altro politico abbia appoggiato il regime eurista.

Il giudizio politico si formerà dopo. E un ricambio, parziale, certo, imperfetto, certo, ci sarà dopo.

Mi scusi, sa, ma dopo la caduta del fascismo noi dove abbiamo trovato tutti gli antifascisti che ci servivano per mandare avanti l’Italia? Non credo che ce ne fossero, no? Fino al giorno prima avevano tutti il distintivo, giusto? E allora, secondo lei, saremmo dovuti restare con la camicia nera, solo perché prima della liberazione non si riusciva a vedere chi avrebbe gestito la futura democrazia? Ma che argomenti sono!?

Ovvio che no: usciremo, e certo, nei sottosegretariati, nelle direzioni generali, negli uffici tecnici, nelle segreterie comunali, nelle presidenze di banche, e via dicendo, anche nei ministeri, ci saranno, è inevitabile, tanti “euristi” (che sarebbero poi i moderni fascisti). E lasciamoli lì. Quando il regime sarà cambiato, non potranno che fare quello che il nuovo regime domanderà loro. E sa che c’è? Molti saranno anche contenti di farlo, e convinti di farlo per un’intima scelta. Credo sia andata proprio così, alla fine del ventennio. Questa volta il ventennio è durato trent’anni: dal 1981 (sì, dal 1981: se non si ricorda cos’è successo in quell’anno, le mando una copia del libro) ad oggi. Ma le dinamiche non saranno molto diverse.

Un affettuoso consiglio: se davvero ritiene che gli italiani non siano in grado di governarsi da soli, cominci a cercare lavoro in un altro paese. Perché gli italiani stanno capendo di avere il diritto e il bisogno di governarsi da soli, secondo i propri interessi, e non secondo quelli dei paesi che l’euro ha favorito, come ci confessano candidamente gli autori di questo bel disastro.

Se invece preferisce restare a darci una mano, meglio così.

(bboni, bboni, nun scarpitate, che come vedete alla fine vi ripesco tutti. E salutateme Antonio, si llo vedete. Diteje che er cavajerenero lo penza tanto...)

(P.s.: per par condicio, caso mai andassi al potere, prometto, oltre alla prostituta, anche il gigolò di condominio. E ve lo prometto immigrato, e pure clandestino! Unicuique suum. E tutto stampando moneta, s'intende...)

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