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manifesto

Progetto economico alternativo

di Emiliano Brancaccio

Scandita bene, agitata come un’arma dialettica, quella parola è in primo luogo contro le politiche di privilegio di Macron

«A causa di una rivolta sociale il Museo d’Orsay è chiuso» e i turisti non potranno ammirare le opere di Courbet. Per questa ironica serrata, il grande pittore rivoluzionario avrebbe guardato con simpatia il movimento che ieri ha paralizzato Parigi al grido «blocchiamo tutto».

Alcuni distruttori senza criterio, certo. Ma soprattutto giovani, tantissime donne, molti immigrati, e drappi rossi a volontà.

Si dice che il movimento sia nato dalle file della destra sovranista attiva sui social. Sarà, ma ieri si è vista poco. I «bloccanti», li chiameremo così, sono portatori di un linguaggio sovversivo in cui il termine «nazione», in senso repubblicano e molto francese, di certo non manca. Ma la parola chiave dei rivoltosi è un’altra: «Uguaglianza». Scandita bene, agitata come un’arma dialettica, in primo luogo contro le politiche di privilegio di Macron, alle quali i post-fascisti che siedono all’Assemblea nazionale vorrebbero dare sostegno più apertamente di quanto possano oggi ammettere.

La protesta è rivolta in primo luogo contro il programma anti-sociale che Macron sta cercando di imporre al paese. Oltre una quarantina di miliardi di tagli, da selezionare alla solita maniera: blocco delle pensioni e delle prestazioni sociali, stop alle assunzioni statali, scasso della sanità pubblica e, guarda caso, abolizione della festa dell’8 maggio per la vittoria contro il nazifascismo.

Bardella e gli altri neri in parlamento avrebbero anche voluto abboccare. Ma per adesso gli tocca inscenare la vecchia farsa della destra di opposizione, sociale e rivoltosa. Sappiamo di che giravolta saranno capaci se andranno al governo. Meloni insegna.

La dottrina dei sacrifici viene giustificata al solito modo: il debito pubblico è troppo alto e lo stato francese è l’ultimo, grande spendaccione d’Europa. Bisogna risanare, ripulire, ridisciplinare l’inefficiente apparato pubblico. Prima di esser cacciato via, il dimissionario Bayrou aveva pure riesumato il vecchio motto thatcheriano: non c’è alternativa.

Se però guardiamo bene i dati, la realtà è un po’ diversa. La Francia ha un debito pubblico situato intorno al 115 percento del Pil. Più alto della Germania e della media europea. Ma più basso, per esempio, rispetto al 135 percento dell’Italia. Eppure la Francia è sotto tiro, l’Italia al momento lo è meno. Perché?

Il motivo risiede in un fatto che non è quasi mai salito all’onore delle cronache ma ormai è ben noto agli economisti, critici e persino mainstream. Il fatto è che la fragilità finanziaria di un paese dipende non tanto dall’andamento del debito pubblico quanto piuttosto dall’andamento del debito verso l’estero, sia pubblico che privato. In altre parole, più che l’ammontare di finanziamenti che lo stato chiede ai privati, conta soprattutto la dimensione dei prestiti che lo stato e i privati chiedono ai creditori esteri, per finanziare le importazioni di merci in eccesso rispetto alle esportazioni. Insomma, la fragilità finanziaria non è semplicemente un problema di apparato pubblico spendaccione. È un problema, più grande, di capitalismo nazionale meno competitivo rispetto ai concorrenti.

Da questo punto di vista, la Francia è esposta verso l’estero per oltre il 20% del Pil. L’Italia, invece, non ha più questo problema. Non certo perché abbiamo risolto il problema competitivo del capitalismo nostrano. Ma per un motivo in fondo opposto: per anni abbiamo fatto talmente tanta austerity che i nostri redditi sono crollati e quindi anche le nostre importazioni di merci sono precipitate, al punto che oggi il paese è creditore netto verso l’estero. Deindustrializzato, impoverito, ma proprio per questo creditore.

In un certo senso, la Francia è oggi chiamata a seguire proprio la «dottrina italiana» che fu del governo Monti. Se così andasse, inizierebbe la definitiva erosione dell’ultimo capitalismo concorrente con quello tedesco. Una germanizzazione compiuta dell’Europa a spese, in primo luogo, delle lavoratrici e dei lavoratori francesi.

Il problema di chi vorrà davvero accogliere le istanze dei «bloccanti» sta qui.

Prima che venga represso, bisogna trasformare il vento di rivolta che attraversa le piazze francesi in un progetto generale alternativo di politica economica. Una soluzione che diventi ipotesi alternativa anche per l’Europa arcigna e guerrafondaia dei giorni nostri.

Le soluzioni tecniche esistono, a partire dal blocco della spesa militare e delle fughe di capitali. Può funzionare, a una condizione. Il baricentro intorno al quale edificare il nuovo deve essere l’uguaglianza, più che la nazione. Così si smascherano i post-fascisti, così si fa egemonia. I «bloccanti» danno la linea.

 

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Comments

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Fabrice
Tuesday, 16 September 2025 16:47
Rinfreschiamo la memoria all'autore dell'articolo su come lasinistra francese abbia contribuito al funzionamento della democrazia francese...., arriva!

Elezioni Francia e Regno Unito: “macroscopica differenza tra l’espressione della volontà popolare in termini di voti percentuali e la distribuzione di seggi (cioè di potere) nei rispettivi parlamenti”. La crisi della democrazia. L’analisi di Andrea Zhok, PressKit, 10 luglio 2024:


https://presskit.it/2024/07/10/elezioni-francia-regno-unito-macroscopica-differenza-lespressione-della-volonta-popolare-termini-voti-percentuali-la-distribuzione-seggi-cioe-potere-nei-rispettivi-parla/

In particolare, il seguente passaggio dell'articolo:

ettiamo ora uno sguardo comparativo ai risultati in Francia, dove vige un sistema maggioritario uninominale a doppio turno. Qui la forza largamente più votata è stato il Rassemblement National di Marine Le Pen con il 37.05% , seguito dal Nouveau Front Populaire con il 25.95% e al terzo posto dal partito del presidente Macron, Ensemble con il 24.54%.

Tuttavia, pur avendo staccato gli altri due partiti di circa il 12%, il RN ottiene solo 143 seggi, 39 seggi meno del secondo arrivato e 25 seggi meno del terzo.

In sostanza, questo è l’esito elettorale in termini di distribuzione del potere:

Nouveau Front Populaire 25.95% –> 182 seggi
Ensemble (Macron) 24.54% —> 168 seggi
Rassemblement National 37.05% –> 143 seggi

Ora, io vedo oggi molta comprensibile soddisfazione a “sinistra” per questi esiti elettorali.

E personalmente, pur non ritenendomi da tempo un elettore “di sinistra”, apprezzo anch’io quantomeno il buon risultato di France Insoumise (Mélenchon) all’interno della coalizione di sinistra, partito che ha finora portato avanti un’agenda sociale all’interno ed un’agenda equilibrata sul piano della politica estera (cosa che non si può dire affatto per il laburista Keit Starmer).

Ma se solleviamo per un momento il naso dalle nostre inclinazioni, tifoserie e soddisfazioni personali, il dato principale manifestato da queste elezioni (accanto ad altre in Europa) è l’oramai strutturale divergenza tra espressione del voto popolare e distribuzione del potere.

Commento

A ulteriore conferma che è molto facile parlare come un qualsiasi antifascista da operetta propagandistica alla Fratoianni, poi però i fatti storici nudi e crudi dicono una storia comlpletamente diversa!!
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Fabrice
Tuesday, 16 September 2025 16:29
Rinfreschiamo la memoria all'autore dell'articolo su come lasinistra francese abbia favorito l'ascesa di Macron, fantoccio dei Rotschild, eccolo arriva!

Le Figaro: Macron/Le Pen e il clamoroso ritorno della lotta di classe...Ma il PCF chiama al voto per Rotschild
Nel suo editoriale di commento al risultato del primo turno delle elezioni francesi, anche il giornale francese Le Figaro non può fare a meno di riconoscere il ritorno della lotta di classe, un fatto che riemerge in tutta la sua forza nonostante la rimozione del problema operata dalla sinistra. La distribuzione del voto mostra chiaramente come le classi popolari si siano rivolte principalmente verso la "populista" di destra Le Pen, mentre la Francia "che sta bene" ha votato per il "nuovo" che non cambierà niente, l'ex banchiere Macron.

Ma quanto peserà, anche al secondo turno, la confusione mentale della cosiddetta sinistra? Incapace di guardare alla realtà senza la lente deformante delle proprie credenze ideologiche, il PCF chiama a votare Rotschild pur di sbarrare la strada alla Le Pen. .

l Partito Comunista chiama al voto per Rotschild - O come tradire il popolo sino in fondo

di Egalité et Réconciliation, 24 Aprile 2017



In una dichiarazione dopo il primo turno delle elezioni presidenziali, il Partito Comunista ha denunciato "una situazione estremamente grave per il nostro paese." Per il PCF, che ha sostenuto Jean-Luc Mélenchon, il secondo turno delle elezioni presidenziali "vedrà lo scontro tra il candidato dell'estrema destra xenofoba e populista, Marine Le Pen, ed Emmanuel Macron, il candidato scelto dagli ambienti finanziari per portare avanti le politiche liberali di cui il nostro paese ha sofferto per 30 anni. "

Il PCF ritiene, tuttavia, che "Marine Le Pen vuole un mondo pericoloso in cui tutte le avventure militari diventano possibili, dove sarebbero incoraggiate tutte le rivalità nazionaliste."

Noi comunisti, "consapevoli delle enormi battaglie che stanno arrivando e delle responsabilità che incombono sul nostro partito, il 7 maggio, per il secondo turno delle elezioni presidenziali, chiediamo di sbarrare la strada della Presidenza della Repubblica a Marine Le Pen, al suo clan e alla minaccia che il Fronte Nazionale rappresenta per la democrazia, la repubblica e la pace, anche se per farlo si deve votare l'unico candidato che, purtroppo, le si oppone."

Proseguimento:

https://vocidallestero.blogspot.com/2017/04/le-figaro-macronle-pen-e-il-clamoroso.html

Commento.

Per la cronaca, in quell'occasione anche il massone radical chic di Jean-Luc Mélenchon disse apertamente ai suoi lettori di boicottare il Front Nationale di Marine Le Pen e così facendo spianarono la strada all'ascesa definitiva di Macron!!

Insomma, molto facile parlare come un qualsiasi antifascista da operetta propagandistica alla Fratoianni, poi però i fatti storici nudi e crudi dicono una storia comlpletamente diversa!!
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