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Gaza: il genocidio prosegue, ma la Resistenza palestinese tiene

di Il Pungolo Rosso

Per quanto mostruoso sia, una riunione di tre giorni fa alla Casa Bianca ha confermato il piano Trump/Kushner/Blair di trasformare la striscia di Gaza in un hub commerciale (in realtà dietro c’è il progetto del canale Ben Gurion) e in un resort per vacanze di lusso – l’osceno video messo in circolazione tempo fa dagli Stati Uniti non era un fake.

Per quanto mostruoso sia, il governo Netanyahu ha deliberato, in contemporanea, di andare avanti. Non è sazio del sangue versato finora, non è soddisfatto dell’immane distruzione di case, ospedali, scuole, università, moschee, terre coltivabili, strade, acquedotti, sistemi fognari, etc. A Gaza ogni minimo segno di vita dev’essere cancellato, anzi sradicato, di modo che la sua popolazione sia costretta all’esodo “volontario” dalla propria terra. E l’IDF si premunisce dall’impatto mondiale negativo dei suoi nuovi efferati crimini, proseguendo lo sterminio sistematico dei giornalisti palestinesi e arruolando quattro miserabili influencer per mostrare una realtà inesistente, mentre – impunito – continua a bombardare e assassinare in Libano, in Siria, in Yemen e a preparare, insieme con il Pentagono, nuovi attacchi all’Iran.

Questa è la risposta sprezzante dell’asse Tel Aviv-Washington alla proposta di tregua accettata da Hamas e dall’insieme delle organizzazioni della resistenza palestinese. L’amministrazione Trump, addirittura, ha preso posizione nelle ultime ore anche contro la servile, corrottissima ANP negando il visto di ingresso in Amerika ai suoi rappresentanti – un modo tutto trumpiano di irridere l’inarrivabile ipocrisia di certi governanti europei, che ora “riconoscono”, o si apprestano a farlo, uno “stato palestinese” accanto a Israele.

L’asse Tel Aviv-Washington alza la posta: è per la negazione totale dell’esistenza stessa dei palestinesi. Il “nuovo Medio Oriente” dell’imperialismo yankee-occidentale agìto attraverso Israele richiede questo.

Inizia dunque l’operazione “soluzione finale” per Gaza City. Ma per quanto arduo sia farlo in una situazione così drammatica (1), l’indomita Resistenza palestinese risponde in questo modo con Abu Obeida, portavoce delle Brigate Al-Qassam:

“I piani criminali del nemico per occupare Gaza saranno una piaga per la sua leadership politica e militare, e l’esercito nemico pagherà per loro con il sangue dei suoi soldati e aumenterà le possibilità di catturare nuovi soldati, a Dio piacendo.

“I nostri combattenti sono in uno stato di allerta, prontezza e alto morale, e presenteranno esempi eccezionali di eroismo e valore e insegneranno agli invasori dure lezioni con l’aiuto di Dio.

“Il criminale di guerra Netanyahu e i suoi ministri hanno deciso risolutamente di dimezzare il numero dei prigionieri nemici ancora in vita e di far sparire per sempre la maggior parte dei corpi dei loro prigionieri morti. L’esercito nemico e il suo governo terrorista ne avranno la piena responsabilità.

“Preserveremo i prigionieri del nemico il più possibile, e saranno con i nostri combattenti nei luoghi di combattimento e scontro nelle stesse condizioni di rischio e di vita, e annunceremo ogni prigioniero ucciso dall’aggressione con il suo nome, la foto e la prova della sua morte.” (**)

In altri comunicati (che riproduciamo qui sotto) è rinnovato l’appello alle masse dei paesi arabi e islamici e ai “popoli liberi” di tutto il mondo a scendere con più forza e determinazione in campo per danneggiare in ogni modo possibile la macchina di guerra sionista e sconfiggere gli aggressori. Questo appello va accolto e rilanciato sui luoghi di lavoro, nelle piazze, ovunque, con la massima urgenza. La resistenza palestinese non è solo “l’epicentro delle lotte del Sud globale”, è un esempio di dignità, di coscienza, di coraggio, di organizzazione, di incitamento alla lotta, per le masse sfruttate e oppresse di tutto il mondo.


(**)Le ultime notizie che arrivano da Gaza e su Gaza, anche da fonti israeliane [alle ore 17 del 30 agosto] confermano in pieno la tenuta delle forze della Resistenza: una imboscata nel quartiere di Al-Zaytoun, definita sui media israeliani “uno degli eventi più duri dal 7 ottobre”; un’altra imboscata nel quartiere Al-Sabra; una terza operazione nel quartiere di Al-Zaytoun, nonostante l’intervento di sei elicotteri a protezione delle truppe di terra, hanno portato all’uccisione di due soldati, 13 feriti gravi e 4 dispersi (forse catturati dalla Resistenza). In risposta, l’IDF ha attivato il “Protocollo Annibale” che prevede l’uccisione dei propri soldati per impedire che vengano catturati, un protocollo ampiamente attuato il 7 ottobre. Nel quartiere di Al-Zaytoun sono segnalati nuovi scontri “faccia a faccia con mitragliatrici” tra l’esercito occupante e i nuclei della Resistenza.

Note
(1) Susan Abulhawa l’ha descritta con potenti parole-immagini:
“Gli uccelli volano caoticamente, incapaci di trovare il loro orientamento nel cielo. Gli esseri umani di
tutte le età sono fatti a pezzi, triturati, bruciati vivi, sepolti vivi, soffocati
– sui loro veleni. Ogni sorta di vita è finita, le storie sono evaporate – così infinite
Carnage [una carneficina] solo per far posto alle persone più vili sulla terra per avere di più,
Perché la loro avidità è sconfinata, il loro odio abissale, la loro gelosia
Sconfinata, e la loro oscurità che minaccia di ingoiare tutta la luce.” 
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