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Barcellona, Baudrillard, Camatte, Collu, Debord, Fusaro, Preve, Tronti (e altri)

british museumNota introduttiva. Questa raccolta di brani nasce sulla scia di alcuni articoli pubblicati sul Covile che si sono occupati di autori di area marxista critica, non conformi alla lettura scolastica di Marx. Proprio a partire dai testi marxiani si sono in effetti sviluppate molteplici linee di pensiero accomunate da una visione critica della modernità e, in maniera meno omogenea, anche della tecnica; posizioni certamente opposte a quelle consuete e progressiste, ma non meno legittime.

Parliamo di aree e movimenti formatisi negli anni sessanta del secolo scorso intorno alla lettura dei Grundrisse1 , quando da un lato l’espandersi del capitalismo — che andava trasformando non solo le strutture economiche ma anche quelle antropologiche delle società— dall’altro le contraddizioni dell’esperienza sovietica posero la necessità di risalire alle origini del marxismo, non tanto per darne una lettura piú autentica quanto per elaborare originali linee interpretative e proposte attinenti alla nuova realtà.

Ci riferiamo in particolare a quattro centri di pensiero e iniziativa: i situazionisti {Henry Lefebvre, Guy Debord, Jaime Semprun, Raoul Vaneigem, Jean Baudrillard}, il gruppo intorno alla rivista Invariance { Jacques Camatte, Gianni Collu, Giorgio Cesarano}, gli operaisti {Raniero Panzieri, Mario Tronti, Toni Negri}, la scuola di Louis Althusser {Gianfranco La Grassa, Costanzo Preve (da cui Diego Fusaro)}. Non trattandosi di aree completamente separate, ma di una specie di grande laboratorio, è una storia ancora da ricostruire quella del loro interscambio — idee, letture, persone — che fu forte e continuo e in qualche modo si è protratto fino ai nostri giorni (vedi la ripresa da parte di Preve 2 e Fusaro di alcuni temi di Invariance, segnatamente su dominio reale e comunità).

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