Print Friendly, PDF & Email

sinistra

L'istituzione totale

di Piotr

unnamed98742y1. Diversi miei amici indiani mi hanno più volte scritto per avere notizie sull'epidemia da coronavirus in Italia. Nella mia ultima risposta ho espresso la preoccupazione per l'esito neo-totalitario che questa crisi può avere, che è forse ancora più chiaro degli esiti economici e finanziari che per ora io non riesco ancora a mettere bene a fuoco.

La risposta di uno di essi mi ha particolarmente colpito. Devo subito dire una cosa: questo mio interlocutore indiano non è uno che girovaga su Internet alla ricerca di notizie stravaganti. E' una persona di sinistra, è un pacifista, sostiene in modo militante il dialogo tra India e Pakistan, odia i fanatismi ed è persona intrinsecamente tollerante e riflessiva. In più è un ottimo matematico, è stato dean del Dipartimento di Matematica Pura di una prestigiosa università indiana, è razionale e non crede alle spiegazioni soprannaturali.

Ecco cosa mi ha scritto:

“Amico mio, tu dici di non credere alle teorie cospirazioniste. Va bene. Tuttavia io percepisco (I am feeling) che si stia in realtà preparando una grande cospirazione: a great conspiracy is brewing up”.

Attenzione alle parole, perché il mio corrispondente, è una persona molto istruita e meticolosa e non le usa a caso: “isbrewing up” significa “si sta preparando”, “sta fermentando”, “si sta apparecchiando”. Quindi il mio amico non sostiene che il coronavirus sia frutto di una cospirazione (cosa indimostrabile oggi e che con molta probabilità non sarà mai possibile dimostrare e comunque è ininfluente per il discorso politico che dobbiamo fare), ma che la crisi del coronavirus permette una cospirazione.

Poi specifica cosa intende per “cospirazione”: “Mentre noi siamo confinati a casa si sta ordendo ogni misfatto: all misdeeds are being hatched”.

Qui il mio amico matematico si riferiva alla mia osservazione che qualsiasi cosa il Potere decida di fare in questo momento (e stanno succedendo cose gravissime e pericolose, come vedremo) noi non possiamo riunirci per organizzare e non possiamo unirci per protestare. Non possiamo fare nulla.

Il lock-down è totalmente asimmetrico: la massa è sottoposta a una forma di arresti domiciliari, ma gli uomini del Potere non lo sono (uso il termine “Potere” come termine collettivo denotante quelli che prendono decisioni al riparo da ogni controllo democratico). L'asimmetria è giustificata dalla motivazione che “loro” stanno pensando a “noi”. La nazione è stata trasformata in un'istituzione totale, i sui cittadini sono stati praticamente ospedalizzati in massa e chi è stato in ospedale per un periodo di tempo abbastanza lungo, sa cosa significa psicologicamente una istituzione totale alla quale affidi la vita.

Ciò viene fatto, dunque, perché “loro” pensano a “noi”.

Che ciò sia in parte vero, per via del modus operandi e della logica del Potere del Territorio di cui abbiamo già parlato, non cambia il dato di fondo che la gestione di questa crisi sia non trasparente e strutturalmente antidemocratica: ogni dubbio, ogni domanda, ogni stima, ogni dato, studio, ipotesi non ortodossi vengono trattati come un attentato alla salute pubblica. Come minimo vengono additati al pubblico disprezzo, quando non colpiti da denunce e diffide che sono moralmente legittime in quanto “loro” pensano a “noi”.

E questo probabilmente è il punto più pernicioso: il Potere pensa al nostro bene e quindi non deve essere né contestato né tanto meno ostacolato. Stiamo ritornando mentalmente e politicamente all'assolutismo, stiamo ritornando indietro di secoli di progresso civile, giuridico e politico. Così come fino ad ora ci hanno detto che TINA, There Is Not Alternative, all'arricchimento dei ricchi e all'impoverimento dei poveri perché c'è la crisi economica (una crisi strana che sforna miliardari a getto continuo), allo stesso modo non c'è alternativa alla gestione della crisi sanitaria.

Tutto si replica.

 

2. Il concetto di “cospirazione” inteso nel senso di “premeditazione” non serve a spiegare quanto succede, perché stiamo vivendo in realtà un fenomeno che si è ripetuto spesso nella Storia ed è stato ampiamente analizzato.

Riguardo all'epoca che più ci riguarda da vicino, Marx stesso ha più volte ripetuto che le crisi fanno fare al capitalismo quei passi giganteschi che l'andamento normale delle cose non permette. E ciò, possiamo aggiungere, succede in quanto qualcuno sa governare le crisi, sa indirizzarle o sa come sfruttarne i venti.

Non lo ha detto solo Marx. Dopo di lui lo ha ribadito uno dei più grandi economisti del XX secolo, Joseph Schumpeter, con la sua teoria della distruzione creativa (schöpferische Zerstörung).

Ma per stare ancor più vicini alle cose nostre, lo stesso concetto è stato ripetuto, da par loro, da chi ci ha ficcati nella trappola dell'Euro. State a sentire:

«Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti» (Romano Prodi sul Financial Times del 4 dicembre 2001).

«Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, crisi gravi, per fare passi avanti» (Mario Monti, il 22 febbraio 2001 al convegno “Finanza: comportamenti, regole istituzioni” presso l’università Luiss).

E che ci sia sempre stata una vocazione totalitaria è stato addirittura detto esplicitamente. Due per tutti: il primo è Tommaso Padoa-Schioppa:

«Fra i due poli del consenso popolare e della leadership di qualche governante, l’Europa si è fatta seguendo un metodo che si potrebbe definire col termine dispotismo illuminato» (Commentaire n° 87, 1999).

Il secondo è Helmuth Kohl:

«Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. Nel caso dell’euro sono stato come un dittatore» (The Telegraph, 9 aprile 2013).

Ma finiamo ancora col lucidissimo Mario Monti, perché sembra che descriva ciò che sta succedendo proprio adesso, in un modo impressionante:

«È chiaro che il potere politico – ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale – possono essere pronti a queste cessioni [di sovranità] solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata».

Sembra il manifesto della crisi Covid-19. Non è sbalorditivo?

E infatti il grandissimo problema è che oggi le persone sono sottoposte a una pressione psicologica di stampo terroristico (nel senso proprio di “atta a infondere terrore”) che sta convincendo larghissimi strati della popolazione che il costo della disubbidienza a qualsiasi cosa che il Potere d'ora in poi imporrà con la motivazione della salute pubblica potrebbe essere altissimo. Ma non per via della repressione, ché quella è sfidabile, ma per via di un meccanismo biologico invisibile e quindi, come Alien, terrorizzante proprio perché sfugge alla vista, un mostro tuttavia che gli Eletti, e solo gli eletti, possono vedere e contrastare. Per quanto una crisi possa essere naturale - e bisogna vedere in quale misura un disastro naturale è “naturale” (anche il Vajont fu descritto come “disastro naturale”) - essa sempre si presta a un uso politico.

Non più repressione, quindi, ma autorepressione sociale: se io mi permetto di uscire dal coro posso essere visto in malo modo, rimproverato e redarguito anche dagli amici più intimi, anche dalle persone più care, che lo faranno per il loro ma anche per il mio “bene”. Vengo redarguito perché non dimostro senso di appartenenza alla collettività nazionale.

Questo, ovviamente, non vuol dire affatto che Mario Monti stia dietro a questo affare, ma solo, da una parte, che lui è una persona acuta e, dall'altra, che questi meccanismi sono noti e sono già stati utilizzati.

Qui però siamo al capolavoro, perché la vita, la salute, la sofferenza fisica (anche non necessariamente la nostra, ma quella dei nostri cari) è una leva ben maggiore dell'economia. E' un capolavoro che supera l'immaginazione distopica di Orwell.

La logica del “dagli all'untore” viene legittimata senza fiatare, si interiorizza e poi si esplica tutti i giorni col terrore aggressivo verso il “runner” che passa accanto o verso il vicino di coda al supermercato che si è accostato di un passo. Guardate che viene istintivo ormai anche a chi in questo momento sta scrivendo questa denuncia. E' veramente una sorta di invasione degli ultracorpi. Da essi nessuno sembra essere immune, anche se “asintomatico” come posso sembrarlo io.

Ripeto: stanno realizzando un capolavoro!

 

3. Per combattere il coronavirus la Nato si è ricompattata in una recente riunione online dei ministri degli esteri attorno al generale statunitense Tod D. Wolters il quale avrà «il ruolo di guida nel coordinamento del sostegno militare» alla lotta contro il “nemico invisibile”, essendo quelli visibili, come è stato ribadito nella riunione, il terrorismo e, nota bene, le campagne di disinformazione della Russia e della Cina.

Ma oggi nessuno può riunirsi per protestare e ricordare che il sostegno dell'impero americano e dei suoi vassalli al terrorismo jihadista è iniziato ai tempi della guerra in Afghanistan, è continuato con la guerra in Bosnia ed è divampato con quelle alla Libia, alla Siria e allo Yemen.

E in vista della Fase 2 ci si sta preparando affinché chi sostiene queste cose e altre verità scomode sia silenziato in quanto agente della disinformazione russa e cinese. Perché è chiaro che la lotta alla “disinformazione” proveniente da queste due potenze, avverrà in prevalenza all'interno degli stessi paesi Nato.

https://formiche.net/2020/04/nato-virus-di-maio-vertice/

https://it.insideover.com/politica/la-nato-scende-in-campo-contro-il-coronavirus.html

Il generale Wolters sarà quindi il nostro duce nella lotta contro il coronavirus. Questo generale davanti al Senato americano ha dichiarato ufficialmente di essere un “fan dell'uso flessibile del first strike [nucleare]https://youtu.be/KUMqQFZNvcY

Un'ammissione di una gravità che ha pochi precedenti. E non si può andare in piazza a protestare e a chiedere al governo di smarcarsi da un'alleanza guidata da un pericoloso dottor Stranamore. No! Dobbiamo avere paura del coronavirus ma non di una guerra nucleare.

Ci si affida a chi si dichiara un “fan” dell'idea di far scoppiare una guerra che può portare alla fine dell'umanità proprio mentre mezza umanità viene confinata a casa con la paura di un virus. E' formidabile!

 

4. In altri quadranti le minacce sono in stato più avanzato. E sempre si svolgono all'insegna della lotta al coronavirus o a qualche altra insidia alla salute e mentre le persone sono soggiogate psicologicamente e confinate a casa.

La Francia ha spedito verso la Guiana Francese una nave d'assalto di 200 metri per, state a sentire, portare aiuto contro il coronavirus ai francesi d'oltremare.

Ad oggi la Guiana Francese conta 83 casi e nessun decesso. Ammesso che abbia bisogno di 69 posti letto in ospedale, devono essere proprio quelli di una nave da guerra lunga 200 metri e con un ponte di volo di 5.000 metri quadrati? Evidentemente no, tenuto anche conto che su una nave gli spazi sono ristretti e quindi il rischio d'infezione si alza. Infatti il presidente Macron ha dichiarato che quella nave partiva per «una operazione militare senza precedenti» nel quadro della «guerra contro il coronavirus». Non importa a nessuno quanto idiota possa essere questa dichiarazione. Nessuno può fiatare.

La Gran Bretagna parallelamente sta inviando una nave da guerra verso, guarda un po', la Guiana Britannica, li accanto. E gli Stati Uniti stanno inviando una flotta da guerra nel mar dei Caraibi. In mezzo a queste navi c'è il Venezuela. Paese di rilevanza politica e con la più grande riserva di petrolio del mondo. Ma nessuno è lì per quello, per carità. Infatti gli Statunitensi vanno fin laggiù “per combattere una guerra contro il narcotraffico” (quindi, in fondo, sempre per la salute pubblica). Per vincerla devono sconfiggere il boss di questo narcotraffico, che per puro caso è Nicolás Maduro, incidentalmente presidente democraticamente eletto del Venezuela stesso. Una narrazione che in quanto a spudoratezza surclassa persino quella penosa della provetta di Colin Powell.

Per far questo gli Stati Uniti tecnicamente non hanno bisogno di una nave francese e di una nave britannica. Ne hanno però bisogno politicamente. Viceversa, come in Siria, le due vecchie potenze coloniali europee vogliono dimostrare di essere della partita a fianco degli USA. In cambio avranno dei vantaggi. Ma chissà se gli USA non vorranno inventarsi un incidente del golfo del Tonchino bis ai danni di una nave europea così da zittire le critiche che possono alzarsi dal Vecchio Continente e rinforzare ancor più quella cortina di ferro tra Europa da una parte e Russia e Cina dall'altra che meticolosamente stanno costruendo dai tempi del golpe nazista a Kiev.

Fantapolitica? No! Assolutamente! Queste cose sono già avvenute e possono benissimo accadere di nuovo.

 

5. Tutto questo avviene mentre è in corso un esperimento di sterilizzazione cognitiva politica e sociale, di ibernazione collettiva dei neuroni e del senso critico.

Un esperimento che sarà condotto a intermittenza, dato che non si può confinare una nazione intera agli arresti domiciliari per un tempo indefinito e perché la pressione deve essere allentata a tratti. Questi intervalli di “libertà” saranno sfruttati per far credere che si sta tornando alla normalità democratica e sviare i sospetti.

In realtà già la famosa Fase 2 sarà caratterizzata dalla predisposizione di strumenti di censura e da una campagna dei media mainstream perché la censura venga accettata come “naturale”, come un ovvio strumento per la salvaguardia della salute pubblica. La parola d'ordine sarà: “Basta con le fake news!”. Ovvero, basta con quelle che una cricca di “esperti” ufficiali e “media seri” definirà “fake news”.

E' già iniziato il fuoco mediatico preparatorio e sembra che per adesso si stia concentrando su due obiettivi: copertura alle operazioni dell'industria agro-biotecnologico-farmaceutica e di quella tele-digitale, i due pilastri della “ripresa” sul lato dell'industria e del commercio. In questa battaglia riemergeranno i temi delle vaccinazioni obbligatorie e dell'introduzione a tappe forzate del 5G.

I mammasantissima di quelle filiere saranno i nuovi déi dell'Olimpo e dell'Averno del Green Capitalism, il capitalismo 3.0, e saranno tutti sostenuti dal Ministero della Verità Scientifica.

Era da tempo che mi chiedevo da cosa sarebbe stato sostituito il vecchio capitalismo industriale ormai in profonda crisi ma che non riusciva a scrollarsi di dosso le sue callose e insudiciate origini: il carbone e l'acciaio.

Adesso lo so. E so anche, detto un'altra volta solo incidentalmente, che ciò farà riesplodere dopo quasi un secolo in cui era stata sostanzialmente sopita, la questione contadina. E in tutto il mondo.

L'alleanza tra quelle due superpotenze è già in atto e di quel che intendono fare dovremo per forza riparlare.

Per quanto succederà alla finanza l'unica difficoltà è capire quanto la crisi coronavirus abbia avvicinato il momento dello scoppio della mega bolla finanziaria che si è riformata dopo lo scoppio nel 2007 di quella dei subprime. Per formulare ipotesi bisognerà intanto vedere in che direzione si indirizza la vicenda europea.

Ad ogni modo il problema analitico non è il “se” ma il “quando” e in quale misura la nuova violentissima crisi finanziaria coinvolgerà anche la Cina.

Comments

Search Reset
0
Franco Trondoli
Monday, 20 April 2020 22:40
Il discorso di fondo è quello ,secondo me, per cui si dovrebbe indovinare la via giusta da intraprendere per decidere se il futuro destino umano debba essere condizionato dalla" Scienza" dalla Tecnologia tutta. Intendendola come Tecnica e Tecnica Informatica. È abbastanza evidente che siamo ancora al quesito dei primi anni '70. "Sulla neutralità della Scienza". Ed è evidente che la Scienza, la Tecnica , la Tecnologia con relativa Industrializzazione sono tutte del Capitale. E sono tutte sostanzialmente distruttive del bilanciato rapporto uomo/natura. La Natura reagisce da par sua. L'uomo ci lascia le penne. Come fare nascere dentro il rapporto sociale capitalistico, una critica alla Scienza del Capitale ?. Singoli Studiosi e Scienziati ci sono ancora, ma da lì ad invertire il senso e i modi di studiare e produrre "nuova scienza" ce ne passa. Facciamo a tempo a crepare tutti. Allora accelerare al massimo ,come sta' facendo il Capitale, la super informatizzazione di tutto, con la relativa scientizzazione di tutto, e aspettare che salti tutto, e noi per primi , o rallentare tutto e cambiarlo di segno ?. Arrivando a non superare un certo limite di dipendenza dalle Tecnologie tutte ?. Domanda già retorica di fatto. Siamo molto avanti e non si può tornare indietro ?. Chi lo può dire in assoluto ?. È ancora una scommessa ?. Perché io una speranza proprio non ce l"ho. il 5G sarà una catastrofe ?. È passato anche quello, senza contare il nucleare e tutto il resto, compreso i virus. Come si fa a scommettere anche poco ?. La parola a chi ?. In bocca al lupo.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Sandro
Sunday, 19 April 2020 20:02
E' sempre difficile fare ragionamenti che nei fatti sembra un romanzo fantascientifico. Ma sono sicuro che l'intervento di Piotr non sia fantascienza. Io personalmente da alcuni anni ho pensato che, ritornando indietro alle nostre battaglie per fare in modo che i valori scritti nella nostra Costituzione, venissero trasformati in diritti reali, come proprio le questioni che oggi sono diventate profondamente importanti dopo anni di governi di destra in modo particolare, ma anche di sinistra, o almeno dicono di essere di sinistra; basterebbe ricordare come ha governato Renzi che ha portato addirittura quasi alla fine del Pd, attraverso la sua scellerata legge sul lavoro, con la distruzione reale della legge 300 del 1970, senza poi considerare addirittura la richiesta di un Referendum sulla nostra Costituzione, cosa terribilmente irrazionale per uno che diceva di essere di sinistra. Ma al di là di queste sciocchezze, se ritornassimo indietro nel tempo agli anni 50 in poi, riprendendo i dati statistici da quel periodo in poi, possiamo comprendere che cosa sia accaduto veramente dal 1950 fino a questi ultimi anni. Nel 1950 subito dopo la fine della guerra gli Stati Uniti d'America avevano il 50% del Pil mondiale. Oggi ha appena il 25% circa, insomma meno della metà di quello che aveva nel 1950. Non solo ma tutti i Paesi non occidentali, da alcuni anni statisticamente parlando, considerando che l'Europa e la Gran Bretagna fanno parte quasi di un unico blocco, chiamiamolo blocco occidentale, hanno un Pil complessivo uguale, circa quindi il 50%. Ovvero i paesi occidentali e gli altri paesi hanno press a poco lo stesso Pil. E se guardiamo al prossimo futuro, i Paesi non occidentali sorpasseranno come Pil i Paesi occidentali, a cui noi apparteniamo. Questo significa molto di più di quello che pensiamo. Noi siamo tutti chiusi all’interno di una gabbia nella quale siamo completamente legati con le catene e abbiamo paura di uscire da quella gabbia che io chiamo capitalismo. Maurice Allais, Premio Nobel in Scienze economiche, grande economista oltre che fisico, Francese, nei suoi studi aveva verificato che dal 1950 al 1974, la disoccupazione in Francia è stata intorno ad una retta piatta, andava su e giù, e se dovessimo fare una regressione, potremmo dire che mediamente quella curva era parallela all’Asse delle X. Ma dal 1974 quella linea che prima era praticamente orizzontale parallela all'asse delle X, ha incominciato a avere un andamento verso l'alto, prima lentamente ma poi sempre più velocemente. Maurice Allais è morto nel 2008, e quindi quel lavoro che ha prodotto si ferma a quell'anno, ma se guardiamo agli anni successivi, basta continuare quel lavoro, come ho fatto io e sono sicuro che stava diventando una linea parallela all''asse delle Y. Ovvero che l'occupazione in Francia, ma anche in tutta l'Europa restava ferma, e conseguentemente la disoccupazione aumentava all'infinito. La politica guarda ai dati i modo che se ci sono problemi allora si fa in modo di cambiare i calcoli per conoscere come si determina la disoccupazione in un paese. Basta che cambino le formule come sanno tutti, al punto che da alcuni anni a questa parte per dire che un lavoratore non è disoccupato, basta che lavori almeno 1 ora la settimana per 3 mesi. Ma noi che siamo del mestiere non sappiamo nemmeno che queste differenze comportano un impoverimento di quella classe che prima la chiamavamo classe operaia? E che l'impoverimento della classe operaia porta conseguentemente all'impoverimento dei pensionati, ovvero di quelli che si sono impoveriti quando lavoravano e che conseguentemente avendo avuto un reddito più basso, la loro pensione sarà ancora più bassa. Tenendo inoltre presente che prima, chi andava in pensione ci andava a 35 anni di contributi, con l'80% della pensione, poi lentamente si è pensato di ridurre la pensione fino al 60%, anche attraverso il blocco dell'aumento della pensione in funzione dell'aumento dei prezzi. Io dicevo sempre, quando sono andato in pensione nel 2009, “ricordatevi, compagni pensionati che ora che siamo in pensione e quando lavoravamo pagavamo i nostri contributi ai nostri genitori; oggi, che siamo noi pensionati, sono i lavoratori di oggi che ci pagano la nostra pensione”. E quindi comunque al di là delle lezioni di natura sindacale, io appena sono entrato al lavoro, mi sono iscritto sia alla Cgil sia al PCI, e ricordo tutte le battaglie che abbiamo fatto nella fabbrica dove lavoravo e in tutti i territori della Sardegna. Oggi, troppi pensano che sia la politica a risolvere i nostri problemi. Come se la politica fosse fatta di lavoratori. Prima si che era così, ma da troppo tempo è finito quel periodo. Allora, ritornando al discorso dell'aumento della disoccupazione, possiamo quindi dire che dal 1974 noi che non ce ne siamo accorti di quello che stata accadendo, ma quelli che studiano queste questioni come mai non hanno capito che man mano che passava il tempo, la crisi del sistema, che dovremmo continuare a chiamare sistema capitalistico, ormai dopo quello che è accaduto dal 1974 in poi, ha portato alla sua crisi ormai strutturale; io dico che è sempre più vicino alla sua morte, così come accade anche a noi mortali che nasciamo, cresciamo, arriviamo alla nostra massima capacità di forze, e poi lentamente incominciamo a invecchiare, prima lentamente e poi sempre più rapidamente. Che cosa è questo periodo se non quello che abbiamo tutti noi e che ci porta come conclusione della nostra vita, alla morte? Che questa società non sia da troppi anni capace di sviluppare niente, e resta ferma in maniera terribilmente incapace di portare giovamento alle persone in carne ed osa, questo è terribile. Certamente come sono morte le società precedenti a questa società nata dalla Rivoluzione industriale, anche questa società sta morendo. Noi non possiamo sapere quando accadrà, ma accadrà, su questo dovremmo essere sicuri, anche matematicamente parlando, oltre che economicamente. Noi siamo nel percorso in cui questa società ormai è finita. E possono i signori della guerra fare in modo che questa società invece di morire oggi, muoia in tempi più lontani. Ma questo significa che le crisi che sempre di più avvengono in tempi sempre minori, fino a quando dal 2008 siamo entrati in quella crisi senza precedenti, siamo entrati in un tunnel dal quale non ne siamo più usciti. Questa è la verità. E gli economisti possono far tutti i ragionamenti che vogliono, ma non possono cambiare la storia. In fondo sono sicuro che Marx, con tutti i dati che avrebbe avuto oggi, lo avrebbe capito molto meglio di me. Per chiudere voglio ringraziare nuovamente Piotr per il suo articolo che credo che sia importante. Grazie Piotr.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
albino lonetti
Sunday, 19 April 2020 13:39
che si stiano realizzando le basi di una nuova società non vi possono essere dubbi. La grande capacità che l'uomo ha acquisito nell'analisi e accumulo di informazioni utili allo sviluppo e incremento della trasformazione e manipolazione della materia ai fini di utilizzo a soddisfare le necessità metafisiche dell'anima umana,non mi lasciano dubbi sulla naturale necessità di una nuova società umana. l'algoritmo che guida la trasformazione del materiale guida la creatività immaginativa degli umani proiettati alla ricerca di una qualche soluzione che sia in grado di evitare il dramma nucleare. L' etica e l'estetica traccia il cammino della natura universale. L'occidente e la sua cultura ha esaurito il suo cammino deve cedere il passo ai possessori dell'ETICA e dell 'ESTETICA del prossimo futuro scientifico dell'umanità. La fine della società attuale ha avuto inizio con Galilei,Newton, Einstein Darwin e Marx. La materia è energia e segue la sua strada lungo la quale gli ostacoli sono da stimolo a creare necessità alle quali l'animo umano non può sottrarsi. Ostinarsi a credere che i BERLUSCONI. I TRAMP o i SALVINI decideranno il futuro cammino dell'umanità è l'ultima volontà immaginaria dell'esssere umano.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Franco Trondoli
Saturday, 18 April 2020 21:23
Prende avvio una Nuova Società. Che probabilmente non si potrà chiamare più solamente Capitalistica. È il Dispotismo Occidentale. È il cambio della linea diagrammatica che curva verso l'inizio della fase Resiliente del Sistema. Prima del Collasso. La maggioranza della popolazione, non so quantificarne la percentuale ovviamente, passerà dallo statuto di Cliente Consumatore a quello di Paziente Controllato. Le differenze sociali si ampieranno ancora di più. La "maggioranza" ,come al solito, non capirà un tubo, e moltissimi si adegueranno come al solito. Moltissimi ci lasceranno le penne. Ma credo che non fregherà proprio niente a quelli che sopravviveranno. Come al solito. Il pensatore più "radicale" che io nel mio piccolo ho incontrato, è stato Ivan illich. Un piccolo paradosso. Ha scritto anche un "libretto" intitolato Elogio della bicicletta. Ora la bicicletta elettrica verrà utilizzata dai profittatori senza scrupoli che hanno condotto ll genere umano in questo cul-de sac. E andrà a loro merito !. È evidente che chi ha creduto, e crede ancora nel progresso, è compartecipe di questa Apocalisse in progress. Ma neanche l'evidenza dei fatti sarà una prova dei "loro errori ". Senza Speranza, Senza Paura. In bocca al lupo.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit