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I valori dell'Occidente

di Alberto Giovanni Biuso

Qual è la cifra etica dell’occidente contemporaneo? Rispondere non è difficile. È sufficiente cogliere il nesso tra le parole e le azioni. Parole molto note sino a essere inflazionate, sino ad aver perduto il loro spessore, significato e valore. Tra le tante, basterebbero le seguenti: pace, diritto, inclusione, giustizia, libertà.

La pace è diventata una minaccia per la peggiore classe dirigente nella storia dell’Europa moderna dalle paci di Westfalia (1648) al presente; forse un analogo, ma in toni ancora alti rispetto al XXI secolo, si può trovare nella classe dirigente che condusse l’Europa al suicidio della Prima guerra mondiale. L’ attuale Unione europea e il Regno Unito stanno infatti operando non solo per allontanare ogni prospettiva di accordo tra l’Ucraina e la Russia ma per attivamente proseguire nell’opera di distruzione dell’Ucraina, nel provocare in tutti i modi possibili la Russia e nel supplicare gli Stati Uniti di continuare a finanziare la NATO, umiliandosi in ogni situazione e circostanza davanti a Trump e alla sua amministrazione.

Da anni l’Unione Europea sta puntando tutto sul pervasivo controllo delle vite dei suoi cittadini e su un’economia drogata dalle armi. Obiettivi che si esprimono anche nella ormai apertamente dichiarata intenzione di indirizzare la ricerca universitaria verso scopi militari e pedagogie militariste, anche mediante il cosiddetto dual use: «Come ha dichiarato la commissaria [europea] a ricerca e innovazione Zaharieva, il programma Horizon sarà reso ‘dual use di default’ per rispondere all’impellenza di ‘rendere gli europei più sicuri’» (J. Bonasera e M. Rossi, Orizzonti di guerra: l’università e la ricerca nell’epoca del dual use, ‘Connessioni precarie’, 24.10.2025). La guerra è infatti diventata necessaria alla sopravvivenza stessa di un ceto dirigente globalista, atlantista e oligarchico.

Il diritto internazionale è stato ormai cancellato dal genocidio del popolo palestinese, al quale l’Unione Europea e l’occidente anglosassone collaborano ogni giorno sia attivamente con la vendita di armi e con le molteplici forme di collaborazione logistica, sia passivamente accettando l’azione di sterminio di Israele, un’azione che non sarebbe consentita a nessun’altra Nazione del pianeta Terra.

L’inclusione costituisce un grimaldello retorico per attuare una serie numerosa, determinata e implacabile di esclusioni nei confronti dei cittadini che non concordano con le narrazioni dominanti, elaborate dagli organismi comunitari (in Europa) e finanziari (nell’occidente anglosassone) e capillarmente diffuse dai mezzi di comunicazione controllati da tali organismi politico-economici, a proposito di questioni tra le quali il genere sessuale, le pratiche sanitarie, le politiche immigrazioniste, il genocidio attuato da Israele, il tramonto dell’egemonia occidentale a vantaggio di nuove strutture multipolari, come quelle che emergono dai BRICS e dalla ormai consolidata potenza economica della Cina e potenza militare della Federazione russa. Ogni anche lieve eterodossia rispetto a queste e ad altre questioni viene perseguitata in vario modo e in diversi gradi, sino a una vera e propria morte civile attuata con la semplice chiusura d’autorità dei conti correnti, come sta accadendo alla relatrice ONU per la questione palestinese, l’italiana Francesca Albanese. In nessuna fase della sua storia l’Europa è stata escludente come nel tempo presente. Fenomeni e tragedie quali l’assassinio degli eretici e delle streghe erano infatti quantitativamente limitati mentre oggi la persecuzione dei cittadini non conformisti è pratica quotidiana e diffusa.

La giustizia è, come accade quasi sempre nelle società umane, un’illusione. Chi entra nel gorgo giudiziario e non può avvalersi di protezioni o di molto danaro, finisce per lo più stritolato e le sue legittime richieste di giustizia vengono del tutto disattese. Due soli ma significativi esempi, che formulo perché apparentemente lontani nel tempo.

Il primo riguarda l’Italia dove il 13 marzo 1975 il diciannovenne Sergio Ramelli venne ridotto in fin di vita in un agguato nel quale venne colpito con spranghe di ferro e grosse chiavi inglesi (famosa la Hazet 36), morendo il successivo 29 aprile. Quando, dieci anni dopo, emersero le responsabilità di gruppi ‘antifascisti’, gli assassini vennero protetti in vario modo sia dalla stampa sia dalla magistratura. In un suo libro dedicato a questo caso paradigmatico, Giuseppe Culicchia si rivolge a Ramelli con le seguenti parole: «Tu, Sergio, agli occhi di molti tuoi coetanei e non che rispetto a te stavano dall’altra parte non eri una persona ma un ‘fascio’. […] Tu nel loro mondo non avevi diritto di cittadinanza. Nel tuo caso non valeva lo Ius Soli» (G. Culicchia, Uccidere un fascista, Mondadori 2025).

Il secondo esempio riguarda l’Africa e le politiche colonialiste dell’occidente ma soprattutto riguarda il presente di tutti noi. Da uno dei territori di quel continente più ricchi di minerali - il Congo - provengono infatti le materie prime necessarie per far funzionare le batterie dei nostri cellulari e delle auto elettriche. Il Congo fu per sua sfortuna ‘scoperto’ dall’esploratore e missionario scozzese David Livingstone (1813-1873) e sottomesso dall’impero coloniale belga, guidato da Leopoldo II (1835-1909), il quale vi attuò una sistematica opera di sterminio. Gli abitanti dei villaggi venivano obbligati a fornire una determinata quantità di linfa di gomma (necessaria per fabbricare pneumatici). Se non riuscivano a farlo, ai loro figli e donne venivano tagliati mani, naso od orecchie. Dopo l’indipendenza puramente formale ottenuta nel 1960, il leader indipendentista Patrice Lumumba rispose al re del Belgio Baldovino, che glorificava il suo predecessore, ricordandogli le violenze e il genocidio (tredici milioni di vittime) causate dal governo belga (la cui eco è ben presente nel capolavoro di Joseph Conrad, Cuore di tenebra) e affermando «Nous ne sommes plus vos singes; Non siamo più le vostre scimmie». La reazione della giustizia occidentale fu un colpo di Stato organizzato dagli Stati Uniti d’America (presidente Eisenhower) e attuato con l’aiuto dell’esercito belga. Lumunba venne arrestato, torturato, ucciso, il corpo dissolto nell’acido. Da allora il suo successore Mobutu e gli altri governanti del Congo hanno imposto regimi dittatoriali totalmente proni agli interessi occidentali. Interessi che riguardano anche e specialmente i nostri cellulari e altri elettrodomestici.

Due esempi, come si vede, di giustizia pacifica e inclusiva.

Libertà, infine, è quella che ho visto personalmente esercitarsi nelle piazze e nelle strade di Milano, quando alle pacifiche manifestazioni contro il cosiddetto Green Pass, i poliziotti schierati in assetto antisommossa circondavano e manganellavano donne, anziani e quanti non erano riusciti a mettersi in salvo, a fuggire. Gli stessi eventi sono accaduti in altre città italiane, Trieste ad esempio, e continuano ad accadere in tutta Europa e nel Regno Unito nei confronti di chi manifesta da cittadino dell’Unione Europea contro la NATO o a difesa del popolo palestinese.

La vera cifra etica dell’occidente contemporaneo, il suo ultimo valore, è dunque l’ipocrisia.

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