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 lanuovaecologia

Equità schizofrenica

di Vandana Shiva

Sono capitalisti su ricchezza e risorse. Ma diventano socialisti quando si parla di inquinamento e delle sue conseguenze

gas serraIl 27 novembre il Programma sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) ha pubblicato un rapporto sullo sviluppo umano dal titolo "Fighting climate change: human solidarity in a divided world". Il compito di presentarlo è stato affidato a Montek Singh Ahuluwalia, vicepresidente della Commissione di pianificazione indiana, che lo ha di fatto sconfessato.

Lo studio Undp, presentato prima dell’incontro di Bali, sottolinea la necessità di ridurre del 50% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2025. Per ottenere questo risultato prescrive che per quella data i paesi industrializzati dovranno aver attuato una riduzione delle proprie emissioni tra il 70 e l’80%, mentre per il 2020 la riduzione deve aver raggiunto il 20-30%. Per i paesi in via di sviluppo responsabili di notevoli emissioni, come l’India, l’Undp non prescrive abbattimenti prima del 2020, ma per il 2050 prescrive riduzioni del 20%.

Montek Singh Ahuluwalia, fondamentalista del libero mercato impegnato nelle politiche neoliberiste dell’India, ha utilizzato l’argomentazione dell’equità per criticare il rapporto Undp.

Ha dichiarato: «Qualunque strategia di riduzione dei gas serra basata unicamente sul totale delle emissioni globali, che non faccia serie differenziazioni in base alle emissioni pro capite dei singoli paesi, è sostanzialmente errato e va contro i principi dell’equità».

Sarebbe magnifico per i cittadini indiani, soprattutto quelli più poveri, se il dirigente della Commissione di pianificazione facesse il proprio lavoro rispettando i principi dell’equità anziché l’interesse delle aziende. Se, per esempio, sostenesse l’equità nell’accesso alle risorse idriche invece della privatizzazione dell’acqua, o il diritto al lavoro di bottegai e piccoli commercianti invece che delle catene della grande distribuzione. O ancora sarebbe bello se Montek Singh Ahuluwalia si battesse per difendere i diritti dei contadini invece di fare gli interessi delle multinazionali dell’agricoltura meccanizzata, o se difendesse l’uguaglianza nel diritto al cibo invece di permettere che due terzi dei bambini indiani si ritrovino malnutriti come conseguenza delle politiche di speculazione sul mercato alimentare.

Il signor Ahuluwalia, che ha lavorato a lungo per il Fondo monetario internazionale e per la Banca mondiale, nella direzione della Commissione di pianificazione ha privatizzato ogni settore dell’economia indiana, aggravando le disparità interne del paese. Come programmatore economico ha insomma preso tutte le decisioni necessarie a promuovere l’ineuguaglianza. Il suo riferimento ai principi dell’equità nella presentazione del rapporto Undp non è dettato dal desiderio di difendere i diritti e gli interessi dei più poveri ma dei suoi amici imprenditori.

Si tratta di un caso di “schizofrenia da equità”, che è la strategia di tante grandi aziende che lavorano per concentrare ricchezza e risorse nelle mani di pochi ma al tempo stesso sostengono che i poveri, dopo essere stati depredati di beni e risorse, dovrebbero condividere le responsabilità dell’inquinamento prodotto dalle attività industriali. Si propone un approccio supercapitalista per quanto riguarda ricchezza e risorse, per poi diventare socialisti se si parla di inquinamento e delle sue conseguenze.

Dovremmo a questo punto tornare a esaminare con attenzione il concetto di equità e restituirgli coerenza. Per essere coerente, l’equità deve riguardare in primo luogo le pratiche e le politiche economiche governative, non offrire una scusa per gli imprenditori che si vogliono sottrarre alle loro responsabilità sociali, economiche e ambientali. In secondo luogo l’equità, a livello globale, dovrebbe essere una conseguenza delle politiche eque attuate nei singoli paesi. Coloro che stanno polarizzando la società e depredando i poveri nel loro paese non hanno il diritto di parlare di equità nei contesti internazionali per allargare la loro azione predatoria su scala planetaria. Ciò che serve a proteggere i poveri serve anche a proteggere il pianeta. Ciò che fa male ai poveri fa male al pianeta. Le leggi dell’equità e quelle dell’ecologia vanno di pari passo. Si riusciranno a individuare le soluzioni ai problemi climatici quando saranno difesi i diritti dei più poveri su terra, acqua, cibo, biodiversità. È questa l’agenda per l’equità ecologica ed economica, per la giustizia climatica e per la democrazia planetaria.

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