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sinistra

Di chi è la sovranità monetaria

I trattati europei sono contro gli stati?

di Fabio Conditi

CASTELDELMONTE thumb9Tutte le volte che qualcuno individua soluzioni per uscire dalla crisi economica che siano compatibili con i Trattati Europei, salta fuori qualche esperto in economia, finanza o diritto, che ci tiene a dimostrare che non sono possibili, perchè le norme dei Trattati impongono austerità e sacrifici, e quindi sono sempre e comunque contro gli Stati.

Ho letto con attenzione il testo di Mario Giambelli Gallotti sulla Moneta Fiscale, molto interessante e ben argomentato, che però induce l'autore ad interpretare le norme dei trattati come un qualunque "avvocato difensore" di Mario Draghi.

Sui vantaggi derivanti dall'utilizzo della moneta fiscale, che sono lapalissiani, sono perfettamente d'accordo con Mario Giambelli Gallotti, quindi non è necessario approfondire.

Sul fatto invece che sia possibile emettere una Moneta Fiscale senza violare i trattati, si è già espressa la Banca d'Italia ammettendo che questo strumento, essendo ad accettazione volontaria, non viola i trattati ed è quindi utilizzabile da parte dello Stato. https://www.bancaditalia.it/media/views/2017/moneta-fiscale/index.html L'unica obiezione seria che è stata fatta da Bankitalia, è che questa emissione va comunque conteggiata all'interno del debito pubblico, come avviene già oggi anche per le monete metalliche, dimenticando però che comunque sono un debito ben diverso dai titoli di Stato, perchè non dovendo essere collocati sui mercati finanziari, non sono soggetti al pagamento di un interesse.

In realtà la moneta fiscale non andrebbe conteggiata all'interno del debito pubblico, perchè rappresenta solamente una futura riduzione di tasse.

Bankitalia dimentica che lo Stato già emette una strumento fiscale di riduzione delle tasse, ovvero le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie, arredamenti, caldaie, infissi, ecc..., che da anni sono utilizzate senza essere conteggiate nel debito pubblico, essendo appunto solo una riduzione di tasse futura.

Basterebbe che lo Stato dichiarasse queste agevolazioni trasferibili tra soggetti prima del loro utilizzo, per avere una moneta fiscale già pronta e utilizzabile negli scambi, in grado di rilanciare l'economia più di quanto facciano già oggi queste agevolazioni.

Ma veniamo alle argomentazioni che l'autore utilizza per dimostrare che la moneta fiscale "si scontra non solo con l’austerità necessitata dell’euro, ma con il diritto dei trattati UE".

Secondo l'autore, i due presupposti errati sono l'affermazione che gli Stati appartenenti all’UE e all’Eurozona abbiano conservato, da un lato, la sovranità monetaria e dall’altro, la competenza esclusiva in materia di politica fiscale.

 

Cominciamo dalla sovranità monetaria

Essa è certamente “il diritto o potere da parte di una Stato di creare moneta, in linea con le sue scelte di politica economica”.

Politica economica che, a sua volta, consiste nelle scelte di politica monetaria e di politica fiscale. Orbene:

  • a norma dell’art. 2 TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea) “quando i trattati attribuiscono all’Unione una competenza esclusiva in un determinato settore, solo l’Unione può legiferare e adottare atti giuridicamente vincolanti. Gli Stati membri possono farlo autonomamente solo se autorizzati dall’Unione oppure per dare attuazione agli atti dell’Unione”;

  • l’art. 3, comma 1°, lett. C) TFUE attribuisce all’Unione la competenza esclusiva nel settore della “politica monetaria per gli Stati membri la cui moneta è l’euro”.

Chiariamo innanzi tutti che le politiche economiche sono di competenza degli Stati, perchè non rientrano tra le competenze esclusive dell'Unione previste all’art. 3 TUE, ma neanche tra le competenze concorrenti definite dall'art.4 del TFUE.

Per quanto riguarda le politiche monetaria, non bisogna confonderle con la sovranità monetaria.

La sovranità monetaria è il diritto o potere di creare moneta, e il fatto che questo diritto appartenga agli Stati viene dichiarato da Bankitalia nel suo sito http://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/signoraggio/index.html dove è scritto in grassetto: "Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria"..

Le politiche monetarie invece sono l'insieme degli strumenti, degli obiettivi e degli interventi (ndr generalmente adottati da uno Stato), per modificare e orientare la moneta, il credito e la finanza, al fine di raggiungere obiettivi prefissati di politica economica, di cui la politica monetaria fa parte.

Quindi le politiche monetarie vanno intese come uno degli strumenti, insieme alle politiche fiscali, con i quali si devono raggiungere gli obiettivi di politica economica, quindi sono ad essa strettamente legate.

La dimostrazione che la sovranità monetaria è dello Stato la si trova nei bilanci della BCE e della Banca d'Italia, dove il signoraggio concorre alla formazione

dell'utile, che viene effettivamente versato per la maggior parte allo Stato italiano.

La BCE invece ha l'esclusiva solo delle politiche monetarie, che riguardano gli strumenti, gli obiettivi e gli interventi tesi ad orientare la moneta, il credito e la finanza, ma non possono riguardare il campo della creazione monetaria.

Quindi la sovranità monetaria è di competenza esclusiva dei singoli Stati, come dimostrano le monete metalliche che sono di loro proprietà esclusiva. Analizziamo ora nel dettaglio l'art.127 comma del TFUE:

"L'obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali, in appresso denominato «SEBC», è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo una efficace allocazione delle risorse e rispettando i principi di cui all'articolo 119".

Questo comma viene utilizzato da Mario Draghi e dai suoi più accaniti difensori, per dimostrare che l'unico obiettivo della BCE è la stabilità dei prezzi, dimenticando completamente la seconda parte, dove si deve contribuire agli obiettivi dell'Unione definiti dall'art.3 comma del TUE, che recita:

"L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. ... Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. ...".

Il fatto che l’ “obiettivo principale” del “mantenimento della stabilità dei prezzi”, in un periodo a rischio deflazione come quello attuale, sia perseguito attraverso manovre che provocano deflazione salariale e conseguente riduzione della domanda interna, è in aperto contrasto con gli obiettivi dell'art.3 del TUE. La BCE invece che sostenere "le politiche generali dell'Unione" va contro di esse, perseguendo la disoccupazione e la decrescita economica. La dicitura “fatto salvo” non significa che l'obiettivo principale può essere raggiunto senza preoccuparsi degli altri obiettivi.

Per chiarire meglio cosa significa "fatto salvo", utilizziamo questo esempio. Supponiamo di decidere che l'obiettivo principale di chi cucina i nostri pasti, sia quello di garantire un determinato apporto calorico per sopravvivere, ma fatto salvo questo obiettivo, il pasto deve contribuire a farci mangiare cibi sani e naturali: fatto salvo significa che posso mangiare anche solo patatine fritte e maionese per avere quell'apporto calorico? Certamente no, a meno che non siano rimaste solo patate fritte e maionese, ma non è questo il caso della BCE che ha "ampie risorse per far fronte a tutte le nostre emergenze", come ha ammesso Mario Draghi quando gli è stato chiesto se i soldi possono finire.

Quindi quando nei Trattati si fa sempre esplicito riferimento alla stabilità dei prezzi, viene sempre evidenziato il sostegno agli obiettivi dell'Unione previsti all'art.3 comma TUE, concetto sottolineato sia nell'art.127 comma TFUE che nell' art.119 comma TFUE.

Tra l'altro l’art. 4, comma 3°, ultimo periodo, TUE impone agli Stati membri dell’Unione di astenersi da qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell’Unione”, che non sono solo la stabilità dei prezzi, ma anche la piena occupazione e la crescita economica equilibrata.

In conclusione lo Stato ha ancora la sovranità monetaria e in una situazione come quella attuale a rischio di deflazione, può e deve utilizzarla per raggiungere gli obiettivi previsti dall'art.3 comma 3° TUE che sono tra gli altri crescita economica equilibrata e piena occupazione.

E' altresì chiaro, come avverte giustamente Marco Mori, che “qualsiasi tentativo di esercitare la sovranità monetaria, con qualsiasi forma, da parte di uno Stato membro comporterebbe l’immediata e violentissima reazione di Bruxelles”. Per questo, al fine di evitare manovre ritorsive come il blocco dei bancomat e di tutti i sistemi di pagamento, è necessario riprendere il controllo del sistema bancario sia su Banca d'Italia che creando banche pubbliche.

 

Passiamo alla politica fiscale

L’affermazione che essa sia “sicuramente di competenza esclusiva degli Stati” è dimostrata dal fatto che questa competenza non rientra tra le competenze esclusive dell'Unione previste all’art. 3 TUE, ma non rientra neanche tra le competenze concorrenti definite dall'art.4 del TFUE.

E' chiaro che esistono trattati come il Fiscal Compact che introducono vincoli, ma nessuno prende in considerazione la sovranità monetaria e fiscale, che è il potere dello Stato di creare moneta o riduzioni fiscali direttamente senza passare per la Banca Centrale.

Uno strumento monetario accettato per il pagamento delle tasse o uno strumento fiscale accettato come riduzione delle tasse, ha per i cittadini e per l'economia lo stesso effetto benefico, anche se sono ad accettazione volontario. Ma essendo strumenti generati dallo Stato senza debito, possono circolare liberamente senza che debbano essere pagati interessi ad alcuno.

D'altro canto sfatiamo anche questo mito della necessità dell'accettazione obbligatoria derivante dal corso legale, oggi più del 90% della moneta che usiamo è una moneta elettronica bancaria (o meglio credito bancario) che è ad accettazione volontaria. Infatti nessuno ricorda che le uniche monete a corso legale sono le monete metalliche e le banconote, o la moneta elettronica emessa dalla BCE, tutto il resto è da noi accettato come fosse moneta a corso legale, ma in realtà è credito creato dal nulla dalle banche private.

In conclusione, i Trattati è vero che introducono norme e vincoli che riducono gli ambiti di manovra degli Stati, ma gli obiettivi dell'Unione sono sempre gli stessi e non possono essere disattesi, come oggi sta avvenendo.

Fino a prova contraria la crescita economica equilibrata e la piena occupazione sono ancora tra gli obiettivi dell'Unione, è l'unico modo di realizzarli è utilizzare la sovranità monetaria e fiscale degli Stati, che permetterebbe di ridurre il debito pubblico e privato, e paradossalmente di rispettare anche i trattati come il Fiscal Compact o il pareggio di bilancio.

Quindi l'utilizzo delle sovranità monetaria e fiscale per raggiungere gli obiettivi dell'art.3 del TUE e rispettare i vincoli come il Fiscal Compact o il pareggio di bilancio non solo è possibile, ma è addirittura necessario per rispettare la nostra Costituzione, in particolare l'art.3.

 

Come può essere utilizzata la sovranità monetaria e fiscale?

Vediamo ora quali sono le politiche monetarie della BCE:

  • l'art.128 comma TFUE dice che "La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell'Unione".

  • l'art.128 comma TFUE dice che "Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l'approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell'Unione".

Quindi le banconote sono uno strumento monetario esclusivo della BCE, ma rimangono all'interno del sistema bancario perchè possono essere solo prestate alle banche che ne hanno necessità. Infatti la BCE crea le banconote al passivo del proprio bilancio, dovendo sempre inserire nell'attivo, garanzie fornite dalle banche e costituite da obbligazioni di vario genere.

La conferma che la sovranità monetaria è degli Stati è esplicitata nel 2° comma, dove è specificato che gli stati stessi possono coniare le monete metalliche, dovendo solo farsi approvare il volume di conio dalla BCE. Questa approvazione da parte della BCE si rende necessaria perchè le monete metalliche, pur essendo di proprietà dei singoli Stati e diverse tra di loro, hanno un rapporto di cambio fisso e possono circolare liberamente in tutta l'Unione.

In realtà diversi paesi, come ad esempio la Germania o la Finlandia, coniano monete metalliche da collezione di valore superiore a 2 euro, che hanno validità a corso legale solo all'interno del proprio territorio, a dimostrazione che la sovranità monetaria esiste ancora ed è dei singoli Stati.

Un altro esempio di come lo Stato possa oggi esprimere la propria sovranità monetaria è dato dai biglietti di stato, che sono l'equivalente cartaceo delle monete metalliche e che possono essere emessi dallo Stato ed hanno validità solo sul proprio territorio; questa fattispecie giuridica, ma non essendo minimamente citata dai trattati, può essere utilizzata senza violarli.

Un altro esempio ancora più evidente, sono le monete fiscali, che non essendo moneta a corso legale, ma ad accettazione volontaria, non rientrano neanche all'interno delle politiche monetarie perchè fanno sicuramente parte delle politiche fiscali che sono di competenza esclusiva dello Stato.

Per non parlare della moneta elettronica che anche lo Stato può emettere come le banche private:

  • l'art.114bis comma del Testo Unico Bancario dice che "Possono emettere moneta elettronica, nel rispetto delle disposizioni ad essi applicabili, la Banca centrale europea, le banche centrali comunitarie, lo Stato italiano e gli altri Stati comunitari, le pubbliche amministrazioni statali, regionali e locali, nonché Poste Italiane".

Se oggi possono emettere monete elettronica le banche private che non hanno certo sovranità monetaria, figuriamoci se non possono farlo gli Stati che hanno sovranità monetaria e quindi non hanno bisogno di garanzie per creare denaro.

Ma questo è un tema un pò più complesso che dovrebbe portarci a riflettere sul motivo per cui più del 90% di tutto il denaro che usiamo è in realtà creato dal sistema bancario privato con i prestiti e per questo paghiamo continuamente interessi, generando un debito pubblico e privato inestinguibile che cresce in modo esponenziale.

Quindi in realtà non è lo Stato nè la BCE che controllano la quantità e la destinazione della moneta all'interno del sistema economico e finanziario.

 

Conclusioni

Abbiamo chiarito che le sovranità monetaria e fiscale sono ancora di competenza esclusiva degli Stati e la nostra Costituzione ci aiuta nel difendere questo nostro diritto.

Infatti l'art.1 della nostra Costituzione ci dice che "la sovranità appartiene al popolo", ma soprattutto l'art.11 della nostra Costituzione ci ricorda che sono vietate cessioni di sovranità, al massimo possono essere limitate "in condizioni di parità con gli altri Stati", ma solo se "necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni".

Nel quadro dell’euro l'utilizzo della sovranità monetaria e fiscale permetterebbe di evitare le politiche di austerità, che non sono necessarie, ma anzi in questi anni hanno dimostrato che non permettono neanche di rispettare i vincoli dei trattati, perchè fanno aumentare il rapporto debito/PIL.

Purtroppo oggi lo Stato ha smesso di utilizzare la sovranità monetaria e per questo motivo siamo costretti ad utilizzare in prestito la moneta elettronica creata dalle banche private, che genera debito e costringe al pagamento continuo di interessi.

Il problema non è l'euro, ma un sistema monetario in cui la moneta viene creata solamente attraverso il prestito e gli interessi, mentre dovrebbe essere lo Stato a crearla senza debito per conto dei cittadini.

La moneta creata con i prestiti dovrebbe servire ad aumentare la moneta in circolazione solo se necessario ed in modo temporaneo. Lo Stato dovrebbe garantire una quantità di moneta stabile e senza debito, che sia più vicina alle necessità dell'economia reale, senza costringerci tutti a ricorrere ai prestiti bancari.

La moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito, non certo come è oggi, di proprietà del sistema bancario privato e generatrice di debito perchè gravata da interessi.

Non comprendere tutto questo e proporre solo l'uscita dall'euro e dall'Unione Europea come panacea di tutti i mali, significa non aver capito come funziona realmente il sistema monetario e bancario attuale ed in quale direzione stiamo andando: la completa privatizzazione della creazione, controllo e gestione del sistema monetario e bancario.

Comments

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Fabio Conditi
Friday, 04 January 2019 11:16
@Vincesko
Carissimo Vincenzo,
sono convinto che non ha senso parlare di primazia perchè la conoscenza non è una gara a chi arriva prima, ma un processo graduale che non finisce mai.
Le politiche monetarie sono di competenza della BCE, ma la sovranità monetaria è di competenza esclusiva dello Stato, tant'è che percepisce il signoraggio sia sulle monete metalliche che sulle banconote. .
Il problema è che spesso facciamo confusione tra questi due aspetti della moneta, la creazione ed il controllo/gestione (o meglio ci inducono a far confusione).
Sul "fatto salvo" sono fermamente convinto che l'adozione del QE non rientra tra gli obiettivi della BCE perchè per aumentare l'inflazione avrebbe dovuto contribuire ad aumentare l'occupazione e certamente non favorire i mercati finanziari a scapito dell'economia reale.
Ti ringrazio per lo stimolante e costruttivo dibattito, se vuoi aggregarti al nostro gruppo sei ben accetto. Ciao
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Vincesko
Thursday, 03 January 2019 17:27
PS: No, “La lettera scarlatta” è di Nathaniel Hawthorne e non c’entra.
Volevi riferirti a “La lettera rubata” di E. A. Poe, che peraltro – guarda caso - è citata nel mio libro (capitolo 2, sulle riforme delle pensioni, sottoparagrafo 5.1).
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Vincesko
Thursday, 03 January 2019 17:15
@Fabio Conditi
1. Plagio. Mi spiace, tu sei una persona gentilissima, ma è chiarito per ora. Non per affermare una primazia, ma sono cose che io ho cominciato a scrivere nel 2012-2013, quando da perfetto profano ho cominciato ad approfondire lo statuto della BCE, discutendone con docenti universitari, che erano tutti contro (ho riportato alcuni dialoghi nel mio libro, nel capitolo 3, paragrafo “Chi non conosce lo statuto della BCE”), con nomi famosissimi. Nel 2014, su questo tema, ho presentato una petizione al Parlamento Europeo contro la BCE, tuttora all’esame. Nell’ultimo anno ho intensificato l’invio in giro delle mie decine di email circolari sui tre temi (incluso ComeDonChisciotte), che poi ho fatto oggetto del mio libro (LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO”. Tu quando hai cominciato a scriverne?

2. Politica monetaria. Ripeto: io non sono un esperto. Ma leggendo semplicemente i testi originali dei Trattati e soprattutto dello Statuto BCE (che ne deriva e che quasi nessuno legge (va)), ne ho ricavato che la politica monetaria è competenza esclusiva della BCE (SEBC). Nei pochissimi casi in cui le BCN possono decidere autonomamente in materia di politica monetaria devono ricevere l’autorizzazione o l’approvazione della BCE. Ad esempio, nel caso dell’art. 14, comma 4:
“14.4. Le banche centrali nazionali possono svolgere funzioni diverse da quelle specificate nel presente statuto a meno che il consiglio direttivo decida, a maggioranza dei due terzi dei votanti, che tali funzioni interferiscono con gli obiettivi e i compiti del SEBC. Tali funzioni sono svolte sotto la piena responsabilità delle banche centrali nazionali e non sono considerate come facenti parte delle funzioni del SEBC.”
In definitiva, come scrivo nel mio libro (capitolo 3 , paragrafo 9):
“Il limite statutario invalicabile (mutuato dai trattati) è che la BCE non sconfini dalla politica monetaria a quella economica e che persegua il suo obiettivo principale (sapendo che c’è anche un secondo obiettivo, anche se subordinato, che però viene sistematicamente obliterato): la stabilità dei prezzi nel medio periodo (cioè un tasso d’inflazione poco sotto il 2%). A questi si aggiungono i divieti di finanziamento degli Stati e delle sue articolazioni (tranne le banche pubbliche) e di acquisto diretto (cioè sul mercato primario) dei titoli pubblici (art. 21 Statuto).[291]
Ma, poiché la bussola della Banca Centrale Europea è «garantire un’appropriata trasmissione della politica monetaria e preservare l’unicità della propria politica monetaria», questo le fornisce un’ampia discrezionalità nella scelta degli strumenti, influenzata dai «soci di maggioranza» della BCE e dell’Unione Europea (la Germania e la Francia), che non può non tradursi in una gestione «politica» delle regole e degli stessi strumenti via via adottati.”
Data questa discrezionalità, come scrivo da anni, sono la Commissione e la BCE a non rispettare i Trattati.

3) “Fatto salvo”. E’ inutile rinviarmi alle tue tesi, le ho comprese. L’interpretazione del “fatto salvo” non soltanto sconta questa discrezionalità generale nell’interpretazione delle regole UE da parte della Commissione e della BCE, ma delimita l’obbligo in capo alla BCE di perseguire anche l’obiettivo subordinato e condizionato “di sostenere le politiche economiche dell’Unione” (occultato sistematicamente dalla BCE, da Draghi e dalla Commissione, le prove documentali nel mio libro), come pretese la Germania per aderire all’Euro, alle congiunture di deflazione o di tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (poco sotto il 2%) nel MEDIO PERIODO e come MEDIA dell’intera Eurozona, si vedano vari paragrafi del capitolo 3 del mio libro, di cui riporto l’indice:
CAPITOLO 3 - La Terza Più Grande Bufala - Gli Obiettivi e i poteri-doveri statutari della Banca Centrale Europea - Draghi vs Yellen -
Introduzione
1. Statuto BCE
1.1 Obiettivi
1.2 Obiettivo «inflazione sotto, ma vicino, al 2%»
1.3 Indipendenza della BCE
2. La politica monetaria della BCE durante la crisi economica
3. Comparazione della mission della FED vs gli obiettivi della BCE
4. Qualità dell'informazione istituzionale europea sulle funzioni della BCE
5. Conseguenze della disinformazione circa lo Statuto della BCE
6. Chi non conosce lo Statuto della BCE
7. Inadempimenti statutari della BCE
8. Giudizi sull'operato della BCE durante la crisi economica
9. Interpretazione dei Trattati
10. Società di rating
11. Le determinanti dello spread e una soluzione
11.1 Spread
11.2 Debito pubblico italiano elevato
11.3 Proposte di riduzione del debito pubblico
12. Regolazione della finanza
12.1 Globalizzazione e liberalizzazione dei movimenti di capitale
12.2 Esigenza di nuove regole per il sistema finanziario
12.3 Organi di vigilanza
13. Conclusione: sopravvivenza dell’Euro

Alla BCE, come ho fatto io, si può contestare la violazione statutaria soltanto quando la deviazione del tasso d’inflazione medio dell’Eurozona nel medio periodo rispetto al target è sensibile. E in ogni caso chi decide è la Corte di Giustizia UE (art. 35 Statuto BCE). Perciò io proposi un ricorso ad essa, ma nessuno degli abituali firmatari degli inutili appelli aderì. E allora inviai la petizione al Parlamento Europeo.
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Fabio Conditi
Thursday, 03 January 2019 15:58
@Vincesko
Chiarito il problema sul presunto plagio, emergono le differenze.

1. La nostra tesi è che la sovranità monetaria è in capo agli Stati, mentre le politiche monetarie, tipiche delle Banche Centrali, sono in capo alla BCE. Se vuoi approfondire ti consiglio questo nostro articolo sula sovranità monetaria http://fabioconditi.blogspot.com/2016/10/la-sovranita-monetaria-e-dello-stato.html
La prova documentale che la Banca d’Italia concorda è qui: http://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/signoraggio/index.html

2. Gli obiettivi statutari della BCE sono come la Lettera Scarlatta di Edgar Allan Poe, sono sotto gli occhi di tutti ma nessuno li vede.

3. Sulle tue obiezioni sul “fatto salvo” dell'art.127 del TFUE, ti consiglio la lettura di questo articolo https://comedonchisciotte.org/rileggiti-i-trattati-mario/
Se fossimo in inflazione superiore al 2%, la stabilità dei prezzi sarebbe prioritaria, ma la nostra economia tende alla deflazione per l'automatizzazione, quindi la BCE deve contribuire a piena occupazione e crescita economica equilibrata.Su questo credo siamo d'accordo.
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marco saba
Thursday, 03 January 2019 14:20
L'asimmetria contabile fascista che rovina banca CARIGE e le altre
https://centralerischibanche.blogspot.com/2019/01/la-contabilita-asimmetrica-fascista-che.html
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Vincesko
Thursday, 03 January 2019 11:36
Errata corrige: Aggiungere, al punto 2, dopo le parole “Io mi riferivo agli obiettivi statutari della BCE” le seguenti: “in stretta relazione al fondamentale art. 3 del TUE, che definisce ed esplicita la missione dell'Unione Europea”.
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Vincesko
Thursday, 03 January 2019 11:27
@Fabio Conditi
1. Innanzitutto, preciso che, per “plagio” non mi riferivo alla titolarità della politica monetaria in capo agli Stati, che è per me una tesi assolutamente nuova, mai letta o sentita finora, e sulla quale comunque nutro qualche dubbio, alla luce dei Trattati, ma mi riservo di approfondire. Intanto, è possibile produrre la prova documentale che la Banca d’Italia concorda?

2. Io mi riferivo agli obiettivi statutari della BCE, ma poi ho trovato questo dialogo tra Fabio Conditi e Marco Mori, del novembre 2017, ed allora faccio volentieri ammenda.

Fabio – Noi seguitiamo a pretendere il rispetto rigoroso dei Trattati, soprattutto perché individuano obiettivi concreti che in questo momento non sono rispettati. Secondo noi è la BCE che deve adeguarsi, perché deve sempre rispettare l’art.127 comma 1 del TFUE, dove, fatta salva la stabilità dei prezzi, deve contribuire alla crescita economica equilibrata ed alla piena occupazione stabiliti dall’art.3 del TUE. Mario Draghi non può dichiarare come ha fatto poco tempo fa, che l’unico suo obiettivo è la stabilità dei prezzi, cioè inflazione vicina al 2%, che comunque non sta raggiungendo.
“Chiacchierando tra amici…. su moneta e Costituzione”
http://www.studiolegalemarcomori.it/chiacchierando-tra-amici-su-moneta-e-costituzione/

3. E, soprattutto, confermo, invece, le mie obiezioni sul “fatto salvo”, che per la BCE è un vincolo statutario (derivato dai Trattati) determinante, poiché i due obiettivi non sono su un piano paritario – com’è per la FED – ma in un rapporto duale-gerarchico (condizione posta dalla Germania per aderire all’Euro). A meno che – ed è questa l’accusa fondamentale che io muovo alla BCE e a Draghi, oggetto di una mia petizione nel 2014 al Parlamento Europeo https://www.change.org/p/parlamento-europeo-petizione-al-parlamento-europeo-la-bce-non-rispetta-il-suo-statuto, che si può ancora sottoscrivere - non si sia in deflazione o con inflazione sensibilmente inferiore al target nel medio periodo, come è successo in Eurozona per 5 anni, quando i due obiettivi diventano assolutamente convergenti, concordanti e complementari.
Riporto un passo del capitolo 3 del mio libro citato:

« Il primo obiettivo è la stabilità dei prezzi, «sotto, ma vicino, al 2%». Il secondo obiettivo è stabilito nel medesimo articolo 2 dello statuto: «Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi», la Bce «sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del Trattato sull'Unione europea». Tra questi, i principali sono una «crescita economica equilibrata», la «piena occupazione» e il «progresso sociale»:
«Art. 3. […] L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente.»[290]
Ne discende che, in deflazione o con tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (poco sotto il 2%), la condizione sospensiva («fatto salvo» - «without prejudice», nella versione inglese -), costituita dal raggiungimento dell’obiettivo principale, è (più che) soddisfatta, quindi il rapporto duale-gerarchico tra i due obiettivi si modifica e diventa, come per la FED, paritario: pertanto, la BCE è obbligata dal suo statuto (art. 2) a sostenere il raggiungimento del secondo obiettivo - «crescita economica» e «piena occupazione» -, il quale – poiché l’inflazione dell’Eurozona è stata per cinque anni sotto zero (deflazione) o prossima allo zero o molto sotto il target, che rende necessaria una politica monetaria espansiva – è del tutto concordante, convergente e complementare con l’obiettivo principale, che è quello di riportare l’inflazione, da sotto zero o quasi zero o molto inferiore, a poco sotto il 2%.»
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Fabio Conditi
Thursday, 03 January 2019 09:51
Sono Fabio Conditi, Presidente dell'Associazione Moneta Positiva. Non conosco l'autore Vincenzo Battipaglia e nè ho mai letto il suo libro, quindi non riesco neanche a capire che tipo plagio ci può essere nell'interpretazione dei Trattati Europei e della Costituzione. Ma sarei contento di scoprire che c'è qualcun altro che è arrivato alle nostre stesse conclusioni, cioè che la sovranità monetaria è ancora dello Stato italiano, perchè fino ad oggi siamo stati gli unici a sostenerlo. Tutti i miei articoli precedenti si trovano per la maggior parte su Comedonchisciotte a questo link https://comedonchisciotte.org/?s=Fabio+Conditi
Sono quindi disponibile ad un confronto costruttivo, se Vincenzo Battipaglia mi vuole contattare sono a sua completa disposizione. La mail dell'associazione è
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Vincesko
Monday, 31 December 2018 21:44
Non conosco l’autore, ho fatto una veloce ricerca, non ho trovato suoi interventi precedenti sugli obiettivi della BCE. Ho perciò il sospetto, salvo smentita provata documentalmente, che abbia copiato quanto scrivo dal 2012, presentando anche nel 2014 una petizione al Parlamento Europeo, e che ora ho sviluppato nel capitolo 3 del mio libro "LE TRE PIU' GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO: La responsabilità della Grande Recessione: Berlusconi o Monti. La Riforma delle pensioni più severa: Sacconi o Fornero. Gli Obiettivi statutari della BCE."
https://www.amazon.it/TRE-PIU-GRANDI-BUFALE-SECOLO-ebook/dp/B07L3B5N5M.
Per il plagio, si veda il mio commento all’articolo citato di Mario Giambelli
“La pericolosa illusione della moneta fiscale (e complementare)”
di Mario Giambelli
https://www.sinistrainrete.info/politica-italiana/13970-mario-giambelli-la-pericolosa-illusione-della-moneta-fiscale-e-complementare.html

Aggiungo che l’interpretazione che egli ne fa del “fatto salvo” a mio avviso è riduttiva e sostanzialmente e formalmente infondata; basti dire che nella versione inglese è tradotto con “without prejudice”, che è un evidente ostacolo insormontabile frapposto dall’oligarchia neo-liberista, in particolare tedesca, che comanda in UE in ordine alla dualità degli obiettivi statutari della BCE: trattasi di un obiettivo duale-gerarchico, in cui prevale l’obiettivo primario della BCE (ma non dell’UE!), che è la stabilità dei prezzi. Fatto salvo che una diversa interpretazione sarebbe possibile, alla luce di un’interpretazione diversa e rispettosa della missione dell’UE, com’è stabilita sia nel preambolo che nel fondamentale art. 3 del TUE (si veda il mio libro).

PS: Segnalo che “Rinascita” ha censurato lo stesso commento che ho ripubblicato in calce all’articolo di Giambelli “La pericolosa illusione della moneta fiscale (e complementare)”.
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