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corvelva

Come sono nati, davvero, i vaccini?

Storia e Contro-Storia

di Pietro Ratto

Qual è il sottile filo che le lega a grandi banche d’investimento, a importanti compagnie petrolifere, alla politica internazionale e alle potenti dinastie che controllano l’economia mondiale? E soprattutto, alla luce dei molteplici scandali, dei conflitti di interesse e delle gigantesche cause legali in cui sono state coinvolte e di cui Pietro Ratto ci parla in questo suo coraggioso libro, come possiamo ancora fidarci di queste multinazionali del farmaco?

Un libro capace di svelare la crescita esponenziale delle grandi multinazionali del farmaco e le loro forti alleanze con banche, compagnie petrolifere e mondo della politica, ricucendo genealogie dimenticate di famiglie che, anche sulla cura delle malattie, hanno edificato la loro grande fortuna

Mentre il mondo guarda con apprensione all’evolversi del Covid-19 e ai suoi disastrosi effetti psico-economici sulla comunità internazionale e da più parti si invoca un vaccino capace di arrestare una pandemia ormai globale, Pietro Ratto decide di muoversi in controtendenza, ripercorrendo la ben poco trasparente Storia dell’industria farmaceutica e della vaccinazione dalle sue origini ad oggi, seguendo il filo che collega le prime - e decisamente controverse - tecniche di contrasto al vaiolo, al rapido e poco trasparente processo di diffusione e commercializzazione dei sieri.

L’industria della Vaccinazione - Storia e contro-Storia (Bibliotheka Edizioni, 192 pag.), in uscita in tutte le librerie il prossimo 9 aprile, fa parte della collana “Distorica”, la serie di saggi che analizzano particolari avvenimenti storici cercando di fare luce sui loro aspetti più oscuri e segreti.

Come afferma Pietro Ratto, nel tempo delle risposte a tutte le domande, delle certezze granitiche e incontestabili, dei dogmi precostituiti e incontrovertibili, dobbiamo invece ricominciare a svincolarci da queste catene dando linfa e facendo germogliare il frutto più prezioso a nostra a disposizione: il dubbio.

E la collana Distorica dal dubbio scaturisce e al dubbio, inesorabile, conduce. Nella convinzione secondo cui l’uomo è davvero tale solo se sa porsi domande, se sa e ama mettersi in ricerca. Se non smette mai di accontentarsi. Perché la cultura sta nel tormentato e scomodo mettersi in discussione. Sta nella domanda, appunto. Nel cercar sempre, e nel possedere mai, la verità.

Basta dare un’occhiata ai titoli che costellano questa galassia di saggistica per farsi un’idea del substrato sui cui poggia: L’Honda anomala (2017) torna a scoperchiare gli scheletri sepolti nell’armadio italiano all’indomani del rapimento e dell’uccisione dell’onorevole Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse; Amo Giovanni - Il Vangelo ritrovato (2018) fa luce sulle manipolazioni perpetrate dalla Chiesa sul testo originario dell’apostolo; Le immagini del mistero (2018) analizza i simboli nascosti nelle opere d’arte, chiavi segrete che aprono le porte per raggiungere le origini della storia; Le pagine strappate (2020) analizza le tracce rimaste della censuratissima vicenda della papessa Giovanna, il pontefice donna e infine Il Gioco dell’Oca (2020) spiega i retroscena più censurati del processo intentato, nel 1415, nei confronti del grande riformatore boemo Jan Hus.

Condotto con ritmo incalzante e appassionante come un thriller cospirativo, in questo nuovo saggio contro-storico l’autore scandaglia il lato oscuro dell’industria delle vaccinazioni, facendo emergere, con lampante evidenza, gli intrecci fra grandi case farmaceutiche (come Sanofi, Merck, Pfizer e Glaxo), compagnie petrolifere , banche d’investimento e potenti dinastie (Rothschild, Warburg) che reggono le fila dell’economia mondiale. Dimostrando come le alleanze d’interesse siano trasversali e intrecciate tra loro, e il contatto tra finanza e politica in relazione all’industria farmaceutica, diffuso.

Tanto per fare un esempio, il caso Ricciardi, sotto la cui presidenza l’Istituto Superiore della Sanità ha percepito da Glaxo, tra il 2014 e il 2017, 332.593,76 euro. E come non ricordare le riviste medico-scientifiche, considerate lo strumento in assoluto più attendibile per valutare una terapia o un prodotto farmaceutico? La giornalista e ricercatrice di etica medica Harriet A. Washington, come Ratto spiega, ha dimostrato come fino al 99% delle entrate pubblicitarie di questo tipo di pubblicazioni possa esser costituito da promozioni di fatto finanziate dalle multinazionali farmaceutiche.

Non mancano anche riferimenti alla cosiddetta “medicina del drago”, ovvero alle case farmaceutiche nate in Cina, verso le quali,volenti o nolenti, molte industrie occidentali sono costrette a rapportarsi. La Cina, d’altra parte, è il secondo produttore mondiale di farmaci da prescrizione dopo gli Stati Uniti e, in questo settore, la sua espansione nel mercato internazionale non accenna ad arrestarsi.

Ne emerge quindi il quadro limpidissimo e allarmante di un mondo in cui il dio denaro sembra prevalere rispetto alla salute dell’individuo, se solo si considerano i dati relativi alla moltitudine di scandali, truffe, conflitti d’interesse e cause legali connesse ai molteplici decessi causati dalla somministrazione di farmaci e vaccini (e non dobbiamo dimenticare le citate disposizioni di legge sull’obbligo di assunzione di ben dieci sieri simultaneamente, come condizione per poter accedere all’istruzione pubblica…).

L’ultimo capitolo, ovviamente, accenna anche al Coronavirus costituendo, per forza di cose, una sorta di capitolo in divenire, un work in progress letterario. La prospettiva di un’epidemia allargata all’intero pianeta e, in molti casi, capace di rivelarsi letale, risulta infatti per Pietro Ratto tanto più raccapricciante proprio nell’era di miti come quelli del così celebrato progresso medico-scientifico e dell’onnipotente tecnologia. In questo scenario dai contorni incerti e sempre più frammentari, in cui la paura sta prendendo sempre più il posto della speranza, l’autore non può far a meno di chiedersi se il trattato italo-cinese del marzo 2019, in cui si leggono passi – sicuramente poco apprezzati dagli Stati Uniti, possa entrarci qualcosa…

Intanto, lo scontro fra fautori e detrattori della vaccinazione resta aperto e frontale.

Non a caso l’autore ha chiesto al virologo Roberto Burioni di confrontarsi, all’interno del libro, con la dottoressa Loretta Bolgan, ricercatrice veneta protagonista, insieme alla associazione Corvelva di cui è consulente, dell’inquietante analisi effettuata nel 2018 su una serie di vaccini, risultati contenere quarantatré sostanze improprie come antibiotici, anticrittogamici, gelatina di maiale, diserbanti, antimalarici ecc. Oltre a quantità fuori norma di DNA fetale. La risposta di Burioni? Un po’ sprezzante: nessun confronto se non tra pari…

Un’opera scomoda quindi, ma coraggiosa e indispensabile. Che pone all’attenzione del lettore una verità da molti ritenuta indiscutibile, l’accosta a una serie di domande, e la scardina dalle fondamenta. Una ricerca che, come afferma ancora l’autore, si rivolge a chi non si accontenta mai e a chi preferisce l’avventuroso rischio del dubitare al comodo accontentarsi della solita, rassicurante risposta.

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