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Benvenuti nella seconda guerra mondiale 2.0

di Martino Dettori

La rappresaglia dell'Iran nei confronti di Israele ha fatto salire la tensione in Medioriente e tutti parlano di rischio di WW3, ma la verità è un po' diversa

Qualcuno parla di rischio di terza guerra mondiale davanti alla rappresaglia dell’Iran verso Israele, ma cari miei, una terza guerra mondiale sarebbe solo nucleare. Perciò, definitivamente distruttiva dell’umanità. Avete presente l’anime e il manga “Ken il Guerriero”? Lì, almeno, le armi nucleari sono state relativamente innocue: hanno distrutto il mondo, ma non hanno lasciato radiazioni. Ma nella realtà, una guerra di tale portata, ridurrebbe il mondo a una landa desolata radioattiva, invivibile. E per quanto noi siamo governati dai sociopatici dell’anglosfera e dai loro viceré, è difficile credere che la loro sociopatia arrivi fino al punto da considerare l’autodistruzione un’opzione.

Perciò, oggi l’unica guerra che costoro sono disposti a combattere, è una guerra mondiale a pezzi, fatta di sanzioni economiche, terrorismo e guerre regionali, il cui scopo è mantenere alta la tensione e l’egemonia che si sono costruiti pezzo per pezzo con la fine della seconda guerra mondiale e la vittoria strategica contro l’URSS quarantacinque anni dopo.

Ecco perciò la tesi (che non è per vero una mia tesi, ma è una tesi che serpeggia tra i più attenti osservatori): la guerra in Ucraina, il purulento bubbone mediorientale e le perenni tensioni su Taiwan, non sono altro che la prosecuzione della seconda guerra mondiale con altri mezzi, ripresa non oggi, ma trentaquattro anni fa, con il crollo dell’URSS. Questi eventi, lontani nel tempo, possono essere ben inquadrati nelle risultanze geopolitiche della seconda guerra mondiale. Infatti, la sconfitta del nazifascismo e la nascita del successivo ordine mondiale non hanno risolto l’intrinseco conflitto tra l’anglosfera colonialista e il resto del mondo, bensì, lo hanno solo congelato nella guerra fredda. E quando quella guerra è cessata (almeno apparentemente), quel conflitto è ripreso. Ciò perché l’anglosfera, uscitane vittoriosa, non ha mai rinunciato alla propria vocazione egemonica e imperialista verso l’oriente, la Russia e il sud del Mondo.

Ed è in questa cornice espansionista e colonialista che deve essere letta la nascita del globalismo post cortina di ferro. Il globalismo, infatti, è stato il mezzo congegnato dall’anglosfera per attaccare e tentare di sottomettere e controllare il resto del mondo e l’ex blocco sovietico. L’interconnessione economica creata da questo sistema iniquo, incentrato sul dominio del capitalismo anglo-americano, che nel tempo ha distrutto le peculiarità economiche e sociali dei paesi occidentali (tra cui il nostro), ha corrotto una buona parte del mondo che tradizionalmente si è sempre opposto all’anglosfera e al suo imperialismo, nella pia illusione che il colonialismo e il suprematismo dell’Occidente fossero ormai un residuato del passato.

Ma era — appunto — un’illusione, una falsità della propaganda e della manipolazione storica fatta dai “vincitori” occidentali. L’anglosfera non ha mai rinunciato alla propria vocazione imperialista, e il globalismo, per trentaquattro anni, è stato il mezzo che le ha permesso di perseguire i propri obiettivi senza sporcarsi eccessivamente le mani (salvo qualche eccezione, come il bombardamento NATO di Belgrado nel 1999). Poi però anche il miglior sistema fa cilecca e si ritorce contro i suoi ideatori, e allora la guerra finisce per tornare prepotentemente di moda. Una guerra che però, per le ragioni su esposte, può essere combattuta solo per procura e su base regionale.

Tornando dunque al punto iniziale della riflessione, è chiaro che il quadro internazionale attuale, estremamente teso e pericoloso, non suggerisce tanto una terza guerra mondiale imminente o in atto (che finirebbe per essere un fuoco d’artificio nucleare che cancellerebbe l’umanità dalla faccia del pianeta), quanto una seconda guerra mondiale 2.0, considerata tale sia per ragioni storico-politiche e sia per questioni di forza maggiore. Una guerra mondiale fatta di conflitti regionali, guerre economiche e mediatiche, una guerra fatta con il terrorismo e i bombardamenti indiscriminati. Una guerra attraverso la quale l’Occidente dominato dall’anglosfera, cerca di mantenere disperatamente la propria egemonia sul mondo globalizzato e post-globalizzato.

La domanda che sicuramente vi starete ponendo ora è quella che mi pongo anche io: quale sarà l’esito di questa seconda guerra mondiale 2.0? Beh, posso solo dire che dipenderà dalla determinazione di chi si oppone al sistema coloniale e imperialista angloamericano (BRICS) e dalla capacità dei popoli dell’Occidente di stoppare il deliri di onnipotenza delle proprie élite. Quel che appare certo è che l’Occidente come lo abbiamo conosciuto noi, è comunque destinato a scomparire. Rimane la questione di cosa arriverà dopo.

Comments

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Franco Trondoli
Tuesday, 16 April 2024 13:08
Dire del tutto legittimamente che siamo assoggettati come minimo da "sociopatici" non da per scontato che costoro non usino le armi atomiche. "Stranamore docet". Nel film furono apparentemente bloccati, ma nella realtà è ancora tutto da vedere purtroppo.
Kafka su tutti insegna.
Domare il "potere" è un impresa titanica; e non è solo il problema nella breve storia del modo capitalistico di produrre e vivere. È " il Problema" da quando esiste l'essere umano sulla terra. Ed è questo fatto che non da speranze purtroppo. È un discorso Escatologico.
E anche il "Marxismo" è una "Teologia".
La sua "Divinità" è il "Comunismo".
In bocca al lupo.
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