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cigno nero

L'ODORE DELLA FINE

Leon Zingales

Sento di dover dedicare qualche riga per rispondere al quesito di un lettore che mi chiedeva delucidazioni sull’apparente buon risultato della aste dei titoli sovrani del grande malato dell’Euro: la Spagna.

Effettivamente l’asta non è andata malissimo, ma il motivo è semplice: i titoli sono stati comprati da banche spagnole che, nel mese di maggio, hanno aumentato di ulteriori 11 Miliardi di Euro le richieste di finanziamento presso la BCE. In parole povere i 3.5 Miliardi di titoli a 10 anni ed a 30 anni sono stati comprati con i soldi della BCE. Si è trattato di una classica asta a libertà vigiliata.

Non susciti particolare entusiasmo neanche la restrizione dello spread, sceso dal record dei 238 punti base, tra i titoli spagnoli decennali e quelli tedeschi di pari duration. Potrebbe sembrare una buona notizia: ma non è un indice dell’aumento di fiducia verso la Spagna (nessuno ha fiducia visto i crescenti problemi delle casse di risparmio locale), ma viceversa è il segnale che la medesima Germania ha seri problemi di credibilità.

Il mercato ha ormai acquisito la consapevolezza dell’incestuoso rapporto tra banche e titoli sovrani. La compenetrazione è ormai cosi’ stretta che il fallimento di un qualsivoglia stato sovrano trascinerebbe nel baratro tutte le banche europee: quelle tedesche in primis.

Deve risultare sospetto il tentennamento tedesco nella pubblicazione dei risultati dello stress test (malgrado le ottimistiche condizioni a contorno) relativo al sistema bancario tedesco.

Poiché piove sul bagnato, dalla verde Irlanda giungono tristi notizie: l’Anglo Irish Bank, nazionalizzata nel 2009, ha la necessità di un’iniezione di liquidità di ulteriori 22 Miliardi.

L’aria di dissolvimento dell’Euro si respira a pieni polmoni. Non per niente Barroso ha sentito la necessità di dichiarare esplicitamente “L’euro non morirà”, un chiaro te requiem per le orecchie più smaliziate.

I segnali della conclusione del folle esperimento di macro-economia vi sono tutti, innanzitutto il senso di ridicolo che ( come la Storia insegna) pervade l’inizio della fine di ciascun impero: ecco la chiave di lettura con cui leggere il recente attacco del parlamento europeo contro la Nutella. Mi immagino già zelanti burocrati travestiti da barattoli giganti che vigilano con seria attenzione spaventando i bimbi, innocenti creature attratte dai gusti prelibati.

Vi giuro che in uno dei post di umorismo nei confronti della burocrazia europea avevo pensato di citare la Nutella come prossimo bersaglio. Avevo tralasciato l’esempio perché lo credevo troppo fantasioso; anche l’ironia necessita di un fondamento. Ma ormai la realtà ha superato l’incredibile: a questo punto mi butto. A quando l’assalto contro le granite al limone?

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