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huffington post

"E' l'Europa che sta spingendo l'Italia ad accettare i soldi cinesi"

di Joseph Stiglitz

Parla all'Huffpost il premio Nobel: "Italexit? Se Roma esce è una tragedia per Ue, se resta è tragedia in Italia. Berlino si svegli". Con un'introduzione-commento di Giuseppe Masala

https media mbst pub ue1.s3.amazonaws.com creatr images 2019 03 d2f9b9e0 4bc6 11e9 b7fa 23203003728eStiglitz, il Bibitaro. Non ha sollevato alcun dibattito l'intervista rilasciata da Joseph Stiglitz all'edizione italiana dell'Huffington Post e concessa a Bruxelles a margine della presentazione del suo ultimo libro dal titolo emblematico: "'Rewriting the rules of the European Economy", riscrivere le regole dell'economia europea.

Due affermazioni in particolare avrebbero dovuto portare ad una qualche riflessione. Ecco la prima:<<Se l'Italia esce causa una tragedia in Europa, se rimane la causa in Italia>>. Ed ecco l'altra:<<L'euro funziona solo se i paesi che lo usano sono simili. Ma in Europa non è così, ci sono regimi fiscali che si fanno la concorrenza all'interno della stessa Ue, i paesi si sono allontanati invece che avvicinarsi ed è successo proprio per colpa delle regole dell'euro. Vanno cambiate>>.

Mi pare evidente che Stiglitz intenda dire che un'uscita dall'Italia dall'Euro comporti una catastrofe economica e finanziaria probabilmente di livello globale mentre una sua permanenza - a regole invariate - comporti la necrosi del nostro sistema produttivo e il conseguente collasso economico e sociale. Il discorso dell'Economista è peraltro più ampio: rileva che le asimmetrie della zona euro sono insostenibili. Regole fiscali diverse per ogni singolo paese appartenente all'area (peraltro usate a fine di dumping fiscale), regole di bilancio statali rigide per tutti senza tener conto dei fondamentali [conti con l'estero]. Tutto ciò comporta la netta divaricazione sociale ed economica tra gli appartenenti all'unione. Io peraltro umilmente sostengo che l'Euro non è una moneta ma una moneta per nazione all'interno dell'area e una moneta unica verso l'esterno dell'area. Ha una natura chiaramente ambivalente.

Tornando a Stiglitz da notare anche la sottolineatura sui trattati che hanno imposto queste regole folli per il governo della moneta [Trattato di Maastricht in primis]; sono state pensate ere geologiche fa, ai tempi della sconfitta del comunismo, all'alba dell'imposizione di un sistema liberista (quelle erano le intenzioni all'epoca, poi che ci siano riusciti è altro discorso).

Insomma il trattato di Maastricht andrebbe totalmente ridiscusso per non far crollare l'area monetaria sotto il peso delle contraddizioni dette sopra. Questo perché è stato pensato in un altra epoca e per un mondo che non si è realizzato. Chi nel 1992 avrebbe immaginato la Grande Crisi del 2007, il sorgere della potenza cinese, il risorgere della Russia? Quelle regole sono state studiate per un mondo che si pensava per sempre liberista dove gli USA avrebbero dominato e l'Europa avrebbe fatto da ancella privilegiata. Viviamo un'altra epoca. Si può andare avanti imponendo dosi di austerità mortale per raggiungere un non sense come il 60% di rapporto debito/pil (e perché non il 15% raggiungendo l'invidiabile primato del Congo?) e lo 0% strutturale di rapporto deficit/pil? Una follia, utile solo alla Germania per consolidare il suo dominio sull'Europa riducendo gli altri soci a mero lebensraum di infausta e tragica memoria.

E di fronte ad una intervista importante come questa in Italia si continua a dividere le opinioni in espresse da competenti e da incompetenti, bibitari, grullini e scappati di casa. Dove ovviamente i competenti sono i corifei della lesina (sulle spalle degli altri) e dell'intangibilità di regole folli, sbagliate e comunque pensate per un'altra epoca.

Presto o tardi questo discorso di Stiglitz emergerà ineludibilmente sulla base del disastro che creeranno certe visioni [facendo finta di non vedere quello già verificatosi]. Nel frattempo chiameremo Stiglitz come il Re dei Bibitari [peraltro dotato di Nobel per l'economia e di una carriera che lo ha visto anche presidente della Banca Mondiale] e continueremo a chiamare competenti i vari Nannicini, Boccia, Marattin e Padoan. Così siamo tutti contenti, ognuno ha i competenti e i bibitari che si merita [g.m.].

* * * *

"E' l'Europa che sta costringendo l'Italia ad accettare il denaro cinese. Ma, d'altra parte, l'Italia deve stare con gli occhi aperti...". Shock. Qui non è Luigi Di Maio che parla o Matteo Salvini o qualche sovranista arrabbiato con l'Unione Europea. Questo è il ragionamento che fa il premio Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz. Lo incontriamo di primo mattino a Bruxelles, prima della presentazione del suo libro 'Rewriting the rules of the European Economy', scritto con la collaborazione di altri economisti e soprattutto con la Feps, la Fondazione per gli studi europei vicina ai socialisti. Come sempre, Stiglitz esce dal selciato praticato dai politici, benché stavolta ci sia proprio vicino: in mattinata presenta il libro con il Commissario europeo per gli Affari Economici Pierre Moscovici. Ma il premio Nobel, che l'anno scorso consigliò all'Italia addirittura di uscire dalla zona euro, continua a sorprendere. "Se l'Italia esce causa una tragedia in Europa, se rimane la causa in Italia...", dice Stiglitz, libero com'è dalle appartenenze. Ossigeno.

E allora, gli parliamo del memorandum che il governo Conte sta per firmare con Pechino tra le polemiche partite da Washington e rimbalzate nelle Cancellerie europee. Stiglitz parte dalle prime ricette di austerity applicate alla Grecia nel 2010: "Alla Grecia furono promessi fondi e crescita. Non sono arrivati né gli uni, né gli altri. Quindi, siccome l'Europa non mette in campo fondi per crescere, un paese che è in stagnazione, recessione, depressione che deve fare? E' l'Europa che sta costringendo l'Italia ad accettare il denaro cinese. Ma, d'altra parte, l'Italia deve stare con gli occhi aperti, individuare i rischi di una trattativa coi cinesi. Alle spalle abbiamo già degli esempi drammatici: lo Sri Lanka e la Malaysia, dove l'aiuto cinese diede luogo a fenomeni di profonda corruzione. Ecco, speriamo che l'Italia abbia imparato da queste lezioni e concordi per bene con Pechino i termini di tutto l'accordo. Roma deve trattare con attenzione".

A pochi mesi dalle europee, Stiglitz sforna questo testo che chiede all'Europa di darsi una mossa, di riformare l'eurozona, di farlo "interpretando i trattati, capisco che è complicato cambiarli - dice - ma si possono interpretare diversamente, è possibile". Anche perché l'Ue è fuori tempo massimo. Si prenda il caso dell'Italexit. Sì, perché Stiglitz non lo considera escluso: per lui è ancora un caso, seppure ipotetico. L'anno scorso aveva suggerito all'Italia di lasciare l'eurozona, oggi resta della stessa idea se le cose non dovessero cambiare nell'Unione.

Anche qui, il Nobel parte dal caso greco. "L'Europa - dice - non vive una condizione molto differente dal 2015, quando si parlava di Grexit. Ma la Grecia è un piccolo paese, se avesse lasciato l'Europa ci sarebbe stato dello scontento, ma l'Ue avrebbe potuto gestire l'addio di Atene. Non è successo. Ma il punto è che questo problema è stato sottovalutato. E se sottovaluti i problemi, si ripresentano come un cancro. E' ciò che stiamo vedendo in Italia oggi. Un'Italexit scuoterebbe l'Ue alle fondamenta. Per questo, ora la domanda è: quando l'Europa e in modo particolare la Germania si sveglieranno e si renderanno conto che hanno davanti una questione esistenziale per l'Eurozona e per l'Ue?".

Quando? "Molto dipende dagli eventi economici e dall'emergere di determinati politici", da Donald Trump al governo populista in Italia. L'americano Stiglitz torna indietro al 2012 quando scrisse il libro 'Il prezzo della disuguaglianza'. "Allora scrissi che se l'America non fa niente per risolvere le disuguaglianze, spunteranno dei demagoghi e ne approfitteranno. Certo, non ho anticipato l'avvento di un politico così negativo come Trump - ride - ma che sarebbero arrivati dei demagoghi era prevedibile". L'Europa è in tempo per salvarsi? "Se l'Italia lasciasse l'Ue, provocherebbe una tragedia. Ma se l'Italia resta nell'Ue con le attuali regole allora la tragedia avviene in casa: in Italia, recessione. Quindi, la mia speranza è che il resto d'Europa e in particolare la Germania si sveglino e dicano: 'Lo vediamo dove va questo treno e vogliamo fermarlo'".

E' urgente, perché il treno corre a velocità folle verso il precipizio. "L'euro - continua Stiglitz - è nato come un'ideologia fondata su una dimensione puramente economica, sui tassi di interesse. Ma fare in modo che ci sia anche della solidarietà dentro, significa assicurarsi che l'euro funzioni. Ed è questa la mia critica: è necessario andare oltre l'auspicio che l'euro funzioni, devi creare le istituzioni per fare in modo che funzioni. C'è stata troppa fiducia nel fatto che la semplice esistenza di una moneta unica avrebbe funzionato. Ecco non ha funzionato. E questo ha portato la gente ad allontanarsi invece che convergere".

Si veda la Brexit, argomento del consiglio europeo che inizia oggi a Bruxelles, tema ancora intrappolato in nodi che nessun sembra saper sciogliere. "La Brexit è lo specchio dei fallimenti dell'Europa e dell'Eurozona - dice Stiglitz - Se ci fosse stata prosperità nell'Eurozona, l'entusiasmo di essere parte di questo club sarebbe stato maggiore". Ma ora che si fa? "La cosa che mi colpisce di più - risponde il Nobel - è che all'epoca del referendum la questione irlandese era assente dal dibattito pubblico. Basti questo per rendere obbligatoria la via di un nuovo referendum. Non c'è niente di male. Nel frattempo la gente ha imparato a conoscere la complessità del problema. E' come quando fai ricerca: parti dal problema A, poi ti accorgi che invece il problema è B e devi riconsiderare tutto. Ora penso che i britannici si siano resi conto che con la Brexit non gli arrivano i soldi che erano stati promessi: la propaganda dei Brexiteers prometteva denaro che sarebbe tornato al welfare britannico, il che è una bugia e si è capito. Quando ci rendiamo conto che le decisioni prese non stanno più in piedi, vale la pena riordinare le idee. Ecco perchè andrebbe indetto un nuovo referedum sulla Brexit".

Parola di Stiglitz, sempre più convinto delle storture di questa globalizzazione, modello cui si è arrivati da "Reagan in poi" a partire dagli Usa, modello che, "dopo 40 anni si può dire: è fallito", dice il premio Nobel, carico di consigli per un'Europa più sociale a due mesi dalle europee. "L'euro funziona solo se i paesi che lo usano sono simili. Ma in Europa non è così, ci sono regimi fiscali che si fanno la concorrenza all'interno della stessa Ue, i paesi si sono allontanati invece che avvicinarsi ed è successo proprio per colpa delle regole dell'euro. Vanno cambiate".

Comments

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Giordano Cassioli
Tuesday, 26 March 2019 17:28
E il genio di questo pezzo del genere "All you need is l'ovvio" doveva proprio nobilitare l'inanellamento di una sequela di banalità economiche ex post suggellandole con un Nobel pur di poter offendere Di Maio? Vergognoso. Lo avessi davanti, mi sporcherei la fedina.
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