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la citta futura

La moderna teoria della moneta

di Michael Roberts

a piece by the brazilian artist cranio depicting a man flushing money down a toilet bowlI. Cartalismo e marxismo

La modern monetary theory giustifica la spesa pubblica senza restrizioni per ripristinare e sostenere la piena occupazione. Ma questa apparente virtù nasconde il suo vizio, un ostacolo molto più grande per un vero cambiamento

La teoria della moneta moderna (modern monetary theory - MMT) è diventata di moda tra molti economisti di sinistra negli ultimi anni. La nuova democratica di sinistra Alexandria Ocasio-Cortez è sembra esserne una sostenitrice; e uno dei principali esponenti della MMT ha recentemente discusso la teoria e le sue implicazioni politiche con John McDonnell, cancelliere dello scacchiere ombra per il partito laburista britannico.

La MMT ha una certa trazione nella sinistra in quanto sembra offrire un supporto teorico per le politiche di spesa fiscale finanziate dall’emissione di moneta da parte della banca centrale e per far fronte ai deficit di bilancio e al debito pubblico senza timore di crisi; e quindi sostenere politiche di spesa pubblica per progetti infrastrutturali, creazione di posti di lavoro e l'industria, in diretto contrasto con le politiche mainstream neoliberali di austerità e intervento governativo minimo.

Quindi, in questo post e in altri post a seguire, offrirò la mia opinione sul valore della MMT e le sue implicazioni politiche per il movimento operaio. In questo articolo cercherò di dare una visione generale per far emergere le somiglianze e le differenze con la teoria monetaria di Marx.

La MMT si fonda sulle idee di ciò che è chiamato cartalismo [chartalism, da non confondere col cartismo, il movimento politico-sociale inglese della prima metà del sec. XIX, ndt]. Georg Friedrich Knapp, un economista tedesco, coniò il termine cartalismo nella sua Teoria statale della moneta, che fu pubblicata in tedesco nel 1905 e tradotta in inglese nel 1924. Il nome deriva dal latino charta, nel senso di un simbolo (token) o biglietto. Il cartalismo sostiene che il denaro ha avuto origine dai tentativi statali di dirigere l'attività economica piuttosto che rappresentare una soluzione spontanea ai problemi del baratto o come mezzo per simbolizzare il debito.

Il cartalismo sostiene che, storicamente, lo scambio generalizzato di merci è venuto alla luce solo dopo che lo stato è stato in grado di creare la necessità di usare la sua moneta sovrana tramite l’imposizione di tasse alla popolazione. Per i cartalisti, la capacità del denaro di agire come unità di conto per i crediti e i debiti dipende fondamentalmente dalla fiducia che si ripone nel sovrano o dal potere del sovrano di imporre la propria volontà alla popolazione. L'uso del denaro come unità di conto per i debiti/crediti, dunque, precede l'emergere di un'economia basata sullo scambio generalizzato di merci. Quindi i cartisti sostengono che il denaro è sorto per la prima volta come unità di conto dal debito e non dallo scambio. Keynes apprezzava molto il cartalismo ma questa visione è chiaramente contraria a quella di Marx, secondo cui il denaro è analiticamente inconcepibile senza comprendere lo scambio di merci.

Possono il cartalismo/MMT e la teoria marxista del denaro essere resi compatibili o complementari oppure una di queste teorie è sbagliata? In breve, le mie risposte sono le seguenti: 1) il denaro precede il capitalismo ma non a causa dello stato; 2) Sì, lo stato può creare denaro ma non ne controlla il prezzo. Quindi la fiducia nel suo denaro può scomparire; e 3) una rigida posizione cartista non è compatibile con la teoria del denaro marxista, ma la MMT ha caratteristiche complementari. Proverò ora ad espandere questi argomenti.

La teoria della moneta moderna e la teoria marxista del denaro sono complementari in quanto entrambe sono teorie endogene del denaro. Entrambe rifiutano la teoria quantitativa del denaro, cioè che l’inflazione o la deflazione dipende dalle decisioni delle banche centrali di erogare o meno moneta creditizia. Al contrario, è la domanda di moneta che guida l'offerta: le banche fanno prestiti e di conseguenza vengono creati depositi e debiti per finanziare i prestiti, non viceversa. In questo senso, sia la MMT che la teoria marxista riconoscono che il denaro non è un velo sull'economia reale, ma che l'economia moderna (capitalista) è un’economia monetaria fino in fondo.

Sia Marx sia i gli esponenti della MMT concordano sul fatto che la cosiddetta teoria quantitativa del denaro, esposta in passato dall'economista di Chicago Milton Friedman e da altri, che ha dominato la politica dei governi nei primi anni ‘80, è sbagliata. I governi e le banche centrali non possono migliorare la situazione durante i boom e le crisi del capitalismo cercando di controllare l'offerta di moneta. Il triste risultato degli attuali programmi di quantitative easing (QE) adottati dalle principali banche centrali per tentare di rilanciare l'economia lo conferma. I bilanci delle banche centrali sono aumentati dalla crisi del 2008, ma il credito bancario non è aumentato; e neanche il PIL reale.

Ma la teoria marxista del denaro fa un'importante distinzione dai MMT. Il capitalismo è un'economia monetaria. I capitalisti iniziano con il capitale monetario per investire nella produzione e nel capitale delle materie prime, che a sua volta, attraverso l'espansione della forza-lavoro (e il suo sfruttamento), alla fine fornisce un nuovo valore che si realizza in più capitale monetario. Quindi la domanda di capitale monetario guida la domanda di credito. Le banche creano denaro o credito come parte di questo processo di accumulazione capitalista, ma non come qualcosa che separa il capitale finanziario dalla produzione capitalistica. La MMT e i cartalisti sostengono che la domanda di denaro è guidata dagli “spiriti animali” dei singoli agenti (keynesiani) o dallo stato che ha bisogno di credito (cartalisti). Al contrario, la teoria marxista della moneta ritiene che la domanda di moneta e quindi il suo prezzo siano in definitiva determinati dal ritmo di accumulazione del capitale e del consumo capitalistico.

 

La teoria e la storia del denaro

Ciò solleva la questione di fondo tra la MMT, le sue origini cartaliste e la teoria marxista del denaro. La teoria del denaro di Marx è specifica del capitalismo come modo di produzione mentre la MMT e il cartalismo sono a-storici. Per Marx, sotto il capitalismo, il denaro è la rappresentazione del valore e quindi del plusvalore. In D-M-P-M’-D’ (M-C-P-C'-M’), D (il denaro) può scambiarsi con M (le merci) perché D rappresenta M e D' rappresenta M'. Il denaro non potrebbe rendere possibile lo scambio se l'interscambiabilità non fosse già inerente alla produzione di merci, se non fosse una rappresentazione del lavoro astratto socialmente necessario e quindi del valore. In questo senso, il denaro non sorge nello scambio ma è invece la rappresentazione monetaria del valore di scambio, del tempo di lavoro socialmente necessario.

La teoria di Marx analizza le funzioni del denaro in un'economia capitalista-mercantile. È una teoria storicamente specifica, non una teoria generale del denaro nel corso della storia, né una teoria del denaro nelle economie pre-capitaliste. Quindi, se anche fosse vero che il denaro è sorto prima come unità di conto per le tasse e il pagamento dei debiti (come sostengono i cartalisti e Keynes), ciò non contraddirebbe la teoria del denaro di Marx che è specifica del modo di produzione capitalistico.

Ad ogni modo, nutro notevoli dubbi sul fatto che, storicamente, il debito pubblico sia stato la ragione della comparsa di denaro (tornerò su questo in un prossimo post). David Graeber, l'antropologo anarchico, sembra sostenerlo nel suo libro, Debito, i primi 5.000 anni. Ma non mi convince. Marx sostiene che i soldi emergono naturalmente quando la produzione di merci è generalizzata. Lo stato si limita a convalidare la forma di denaro - non lo inventa. Effettivamente, penso che la citazione di Graeber da Locke a p. 340 nel suo libro riassuma bene l'argomento. “Locke ha insistito sul fatto che non si può più fare un piccolo pezzo di argento rinominandolo ‘scellino’ di quanto si possa rendere un uomo basso più alto dichiarando che ora ci sono quindici pollici in un piede”.

Nella classica affermazione del cartalismo, Knapp ha sostenuto che gli stati hanno storicamente nominato l'unità di conto e, chiedendo che le tasse siano pagate in una forma particolare, si sono assicurati che questa forma particolare circolasse come mezzo di pagamento. Ogni contribuente dovrebbe mettere le mani su abbastanza denaro così arbitrariamente definito e quindi sarebbe coinvolto in scambi monetari. Joseph Schumpeter ha confutato questo approccio quando ha detto: “Se Knapp avesse semplicemente asserito che lo stato può dichiarare che un oggetto, una garanzia o un simbolo (recante un marchio) può avere un valore monetario legalmente riconosciuto e avesse proclamato un certo simbolo (token) o biglietto accettabili per il pagamento delle imposte allora avrebbe affermato non una verità ma una banalità . Se avesse affermato che tale azione dello stato determinasse il valore di quel gettone o biglietto, avrebbe affermato una proposizione interessante ma falsa”. (Storia dell’analisi economica, 1954). In altre parole, o il cartalismo è ovvio e giusto oppure interessante e sbagliato.

 

Il denaro come merce o proveniente dal nulla

Marx sosteneva che il denaro nel capitalismo ha tre funzioni principali: come misura del valore, come mezzo di scambio [mezzo di circolazione, ndt], e “denaro come denaro” [mezzo di pagamento, ndt] che include i pagamenti del debito. La funzione di misura del valore deriva dalla teoria del valore-lavoro di Marx e questa è la principale differenza con i cartisti o con i seguaci della MMT, che (per quanto posso dire) non hanno alcuna teoria del valore e quindi nessuna teoria del plusvalore.

In effetti, per gli esponenti della MMT, il valore è ignorato a favore del primato del denaro nelle relazioni sociali ed economiche. Si prenda quanto affermato da un sostenitore della MMT riguardo la relazione tra questa teoria e la teoria del valore di Marx: “Il denaro non è una semplice ‘espressione’ o ‘rappresentazione’ della creazione aggregata di valore privato. La MMT, invece, presuppone che la spina dorsale fiscale e la cascata macroeconomica del denaro realizzino insieme un orizzonte materiale condiviso di produzione e distribuzione ... Come il Marxismo, la MMT fonda il valore nella costruzione e nel mantenimento di una realtà materiale collettiva. Rifiuta di conseguenza la teoria dell'utilità neoclassica, che radica il valore nel gioco delle preferenze individuali. Solo, in contrasto con il marxismo, la MMT sostiene che la produzione di valore è condizionata dalla capacità fiscale astratta del denaro e dalla gerarchia della mediazione che supporta. La MMT respinge a malapena l'attrazione della gravitazione fisica sulla realtà umana. Piuttosto, de-prioritizza implicitamente la causalità della gravità nei processi politici ed economici, mostrando come le condizioni ideali siano reali attraverso la struttura piramidale distribuita del denaro”.

Chi riesce a lavorare su questo gergo scolastico penso possa tirarvi fuori che la MMT differisce dalla teoria del denaro di Marx in quanto il denaro non è legato a nessuna legge del valore che lo trascini in posizione come la “gravità”, ma ha la libertà di espandersi e in effetti cambiare il valore stesso. Il denaro è la forza causale primaria che agisce sul valore, non viceversa!

A mio avviso, questa è una sciocchezza. Fa eco alle idee del socialista francese Pierre Proudhon negli anni Quaranta dell'Ottocento, secondo cui ciò che era sbagliato nel capitalismo era il sistema monetario stesso, non lo sfruttamento del lavoro e il modo di produzione capitalista. Ecco cosa Marx ha detto riguardo al punto di vista di Proudhon nel suo capitolo sul denaro contenuto nei Grundrisse: “è possibile rivoluzionare i rapporti di produzione esistenti e i rapporti di distribuzione ad essi corrispondenti mediante una trasformazione dello strumento di circolazione?” Per Marx, “la dottrina, le cui artificiose proposte in materia di circolazione mirano da un lato ad evitare il carattere violento delle trasformazioni, dall’altro a fare di queste trasformazioni stesse non un presupposto, ma viceversa un risultato graduale della trasformazione della circolazione" rappresenta un errore fondamentale e un fraintendimento della realtà del capitalismo.

In altre parole, se su separa il denaro dal valore e e si fa dell’emissione di moneta la forza primaria del cambiamento nel capitalismo, non si riesce a riconoscere la realtà delle relazioni sociali sottostanti il capitalismo e la produzione a scopo di lucro. Senza una teoria del valore, i seguaci della MMT entrano in un mondo economico fittizio, dove lo stato può emettere debito e convertirlo in crediti sul conto di stato di una banca centrale, a proprio piacimento e senza limiti o ripercussioni nel mondo reale del capitale produttivo, anche se non è mai così semplice come sembra.

Per Marx, il denaro produce denaro attraverso lo sfruttamento del lavoro nel processo produttivo capitalistico. Il nuovo valore creato è rappresentato dalle merci in vendita; il valore realizzato è rappresentato da una somma di denaro. Marx iniziò la sua teoria del denaro a partire da una merce come l'oro o l'argento, il cui valore poteva essere scambiato con altre merci. Quindi il prezzo o il valore dell'oro è divenuto il rappresentante monetario del valore di tutte le merci. Ma, se il valore o il prezzo dell'oro cambiava a causa di un cambiamento nel tempo di lavoro impiegato per la produzione dell'oro, lo stesso succedeva al prezzo di tutte le altre merci. Una brusca caduta del tempo di produzione dell'oro e quindi un calo del suo valore porta un forte aumento dei prezzi di tutte le altre merci e viceversa.

La fase successiva nella natura del denaro fu l'uso di monete cartacee o fiduciarie ancorate al prezzo dell'oro, il gold exchange standard, e infine si ebbe la fase delle valute fiduciarie o della c.d. “moneta di credito”. Ma, contrariamente all'opinione di MMT o dei cartisti, ciò non cambia il ruolo o la natura del denaro in un'economia capitalista. Il suo valore è ancora legato al tempo di lavoro socialmente necessario all'accumulazione capitalista. In altre parole, il denaro-merce ha/contiene valore mentre il denaro non-merce rappresenta/riflette il valore, e per questo entrambi possono misurare il valore di qualsiasi altra merce ed esprimerlo in forma di prezzo.

Gli stati moderni sono chiaramente cruciali per la riproduzione del denaro e del sistema in cui circola. Ma il loro potere sul denaro è piuttosto limitato - e come disse Schumpeter (e avrebbe detto Marx), sopratutto nel determinare il valore del denaro. La zecca può stampare qualsiasi numero sulle sue banconote e monete, ma non può decidere a cosa si riferiscono quei numeri. Ciò è determinato da innumerevoli decisioni in materia di determinazione dei prezzi da parte principalmente di imprese private, che reagiscono in modo strategico alla struttura dei costi e della domanda che devono affrontare, in concorrenza con altre imprese.

Ciò rende instabile il valore del denaro sostenuto dallo stato. In realtà, questo è riconosciuto dalla teoria cartalista. Secondo questa teoria, il principale meccanismo attraverso il quale lo stato fornisce valore al denaro legale è imponendo passività fiscali ai suoi cittadini e proclamando che accetterà solo una certa cosa (qualunque cosa possa essere) come denaro per saldare quelle passività fiscali. Ma Randall Wray, uno degli scrittori più attivi di questa tradizione, ammette che se il sistema fiscale dovesse crollare “il valore del denaro precipiterebbe rapidamente verso lo zero”. Infatti, quando l'affidabilità creditizia dello stato viene seriamente messa in discussione, il valore delle valute nazionali collassa la domanda si sposta verso merci reali, ad es l’oro, considerato il genuino conservatore del valore. Il prezzo dell'oro è salito alle stelle con l'inizio dell'attuale crisi finanziaria nel 2007 e un altro aumento su più vasta scala è stato alimentato all'inizio del 2010, quando la crisi del debito dei paesi del sud Europa ha aggravato la situazione.

 

Le conclusioni politiche

Sento spesso vari esponenti della MMT affermare che “il denaro può essere creato dal nulla”; "la moneta bancaria non esiste come risultato dell'attività economica. Invece, è la moneta bancaria che crea l'attività economica”. O questo: “Il denaro per un prestito bancario non esiste finché noi, i clienti, non chiediamo credito” (Ann Pettifor). La breve risposta a questo slogan è che “sì, lo stato può creare denaro, ma non può stabilire il suo prezzo” o valore. Il prezzo del denaro verrà alla fine deciso dal movimento del capitale fissato dal tempo di lavoro socialmente necessario. Se una banca centrale “stampa” denaro o deposita crediti attraverso conti statali, ciò fornisce allo stato il denaro necessario per avviare programmi per posti di lavoro, infrastrutture, ecc. Senza tassazione o emissione di obbligazioni. Questa è la conclusione politica della MMT. È la “via d'uscita” della crisi capitalista causata da un crollo della produzione del settore privato.

La MMT e il cartalismo propongono che gli investimenti del settore privato siano rimpiazzati o aggiunti agli investimenti governativi ‘pagati’ dalla ‘creazione di denaro dal nulla’. Ma questo denaro perderà il suo valore se non avrà alcuna relazione con il valore creato dai settori produttivi dell'economia capitalista, che determinano il tempo di lavoro socialmente necessario e continuano a dominare l'economia. Invece, il risultato sarà l'aumento dei prezzi e/o la diminuzione della redditività che finirà per soffocare la produzione nel settore privato. A meno che i sostenitori della MMT non siano pronti a passare a una conclusione politica marxista: vale a dire l'appropriazione del settore finanziario e il comando del settore produttivo attraverso la proprietà pubblica e un piano di produzione, ponendo così fine alla legge del valore in l'economia, la politica della spesa pubblica attraverso la creazione illimitata di denaro fallirà. Per quanto ne so, gli esponenti della MMT studiano attentamente come evitare ed ignorare una tale conclusione politica - forse perché come Proudhon hanno frainteso la realtà del capitalismo, preferendo "trucchi di circolazione"; o forse perché in realtà si oppongono all'abolizione del modo di produzione capitalista.

Naturalmente, nulla di tutto questo è stato testato nella vita reale, poiché la politica MMT non è mai stata implementata (né, peraltro, la politica marxista in un'economia moderna). Quindi non sappiamo se l'inflazione esploderebbe dalla creazione di denaro a tempo indeterminato per finanziare programmi di investimento. Le persone della MMT dicono che ‘la monetizzazione del deficit’ finirebbe una volta raggiunta la piena occupazione. Ma ciò solleva la questione se il settore privato in un'economia possa essere soggetto ad una raffinata manipolazione della banca centrale e della politica statale. La storia ha dimostrato che non lo è e in nessun modo i governi possono controllare il processo di produzione capitalista ei prezzi di produzione “in modo così ben gestito”.

Anche il principale esponente della MMT, Bill Mitchell, è consapevole di questo rischio. Come ha scritto nel suo blog, "Pensa a un'economia che sta uscendo da una recessione e stia crescendo rapidamente. I deficit di bilancio potrebbero ancora espandersi in questa situazione, il che li renderebbe ovviamente prociclici, ma potremmo comunque concludere che una tale strategia fiscale rimane comunque valida perché la crescita della spesa pubblica netta guida la crescita e l'economia verso la piena occupazione. Anche quando la crescita delle spese non governative è positiva, i deficit di bilancio sono appropriati se sostengono il passaggio alla piena occupazione. Tuttavia, una volta che l'economia ha raggiunto la piena occupazione, sarebbe inopportuno che il governo aumenti la domanda aggregata nominale espandendo la spesa discrezionale, in quanto rischierebbe l'inflazione” (corsivo dell’autore).

Sembra, dunque, che la MMT alla fine si riduca a offrire una teoria per giustificare la spesa pubblica senza restrizioni per sostenere e/o ripristinare la piena occupazione. Questo è il suo compito, nessun altro. Questo è il motivo per cui attrae il sostegno nella sinistra del movimento operaio. Ma questa apparente virtù della MMT nasconde il suo vizio, un ostacolo molto più grande per un vero cambiamento. La MMT non dice nulla sul motivo per cui ci sono delle convulsioni nell'accumulazione capitalista, tranne che lo stato può ridurre o evitare cicli di boom e di crollo con un uso giudizioso della spesa pubblica all'interno di un processo di accumulazione dominato dal capitalismo. Quindi non ha alcuna politica per un cambiamento radicale nella struttura sociale.

La spiegazione marxista è la più completa in quanto integra il denaro e il credito nel modo di produzione capitalistico, ma mostra anche che il denaro non è il difetto decisivo nel modo di produzione capitalistico e che la selezione dei finanziamenti non è sufficiente. Così può spiegare perché le soluzioni keynesiane non funzionano neanche per sostenere la prosperità economica. Nei prossimi articoli analizzerò più da vicino la storia del denaro, la teoria della moneta e le implicazioni internazionali della MMT, in particolare nelle cosiddette economie emergenti.

 

II: I trucchi della circolazione monetaria

Secondo gli esponenti di tale scuola, il capitalismo può essere salvato e raggiungere una crescita armoniosa e la piena occupazione con la semplice emissione di moneta

Nel primo capitolo sulla Teoria della moneta moderna (Modern monetary theory, MMT), ho offerto un'analisi generale della teoria, le sue somiglianze e le differenze con la teoria del denaro di Marx; e alcune delle implicazioni politiche del MMT e la sua utilità per il movimento operaio.

In questo pvoglio approfondire l'analisi della MMT. Come ho detto nel primo capitolo, la MMT è figlia di quello che viene chiamato cartalismo, cioè della concezione che il denaro è storicamente la creazione dello stato e non, come sostiene la teoria neoclassica mainstream, un'estensione dal commercio di baratto; o nella visione marxista che il denaro appare con l'emergere dei mercati e della produzione di merci (“Il denaro si cristallizza necessariamente fuori dal processo di scambio, in cui i diversi prodotti del lavoro sono di fatto equivalenti tra loro e quindi convertiti in merci .... con la trasformazione dei prodotti del lavoro in merci, una merce particolare viene trasformata in denaro” Marx, Capitale Vol 1).

Non mi occuperò di stabilire se il cartalismo sia un accurato resoconto storico dell'emergere del denaro. Per questo rimando ad un eccellente breve saggio sulla storia del denaro dell'economista marxista argentino, Rolando Astarita (qui). Astarita ha anche analizzato la MMT in diversi post sul suo blog e anch’io utilizzerò alcuni dei suoi argomenti. Basta dire che sostenere che il denaro sia sorto meramente per il ruolo dello stato nelle economie precapitalistiche non è confermato dai fatti.

Tuttavia, la MMT inizia con la convinzione che è lo stato (non le relazioni capitalistiche tra le merci) a stabilire il valore del denaro. Il principale teorico della MMT Randall Wray sostiene che il denaro prende il suo valore non dalla merce “ma piuttosto dalla volontà dello Stato di accettarlo a pagamento”. Il fondatore del cartalismo, Knapp dice: “il denaro è una creatura della legge”; “La denominazione di mezzi di pagamento secondo le nuove unità di valore è un atto libero dell'autorità dello Stato”; e “nei moderni sistemi monetari la proclamazione [da parte dello Stato] è sempre suprema”. Quindi il sistema monetario moderno “è un fenomeno amministrativo” e nient'altro.

Anche Keynes ha sostenuto questa visione dei cartalisti. Nel suo Trattato sulla moneta, Keynes afferma: “il cartalismo o il denaro statale è stato raggiunto quando lo stato ha assunto il diritto di dichiarare quale moneta deve essere considerata denaro in un determinato momento”. Quindi “la moneta di conto, in particolare quella in cui sono espressi i debiti, i prezzi e il potere d'acquisto generale, è il concetto base della teoria del denaro”. Non credo sia corretto affermare che la MMT alteri Keynes (come sostiene un commento sul mio primo post) - al contrario, MMT e Keynes sono d'accordo sul fatto che il denaro è un prodotto della creazione dello Stato, in quanto lo stato decide l'unità di conto di tutte le transazioni.

Ma decidere l'unità di conto per le transazioni (ad es. dollari o euro) non equivale a deciderne il valore, cioè nella funzione di misura o riserva di valore. La MMT, apparentemente, sposa l'approccio monetario “endogeno”, cioè che il denaro è creato dalle decisioni degli imprenditori di investire o delle famiglie di spendere, e dai prestiti che le banche concedono loro a tale scopo. Quindi le banche fanno prestiti e quindi creano moneta (come quello emesso dallo stato). La moneta viene depositata da chi riceve prestiti e quindi la restituisce allo stato attraverso le tasse. Secondo la MMT, i prestiti sono creati dalle banche e quindi i depositi vengono distrutti dalla tassazione, in questo ordine. A un livello semplice, la MMT descrive meramente il modo in cui le cose funzionano con il sistema bancario e il denaro - e questo è ciò che sostengono molti sostenitori della MMT: “tutto ciò che facciamo è dire come stanno le cose”.

Ma la MMT va oltre. Sostiene che lo stato crea denaro per poi riceverlo per il pagamento delle tasse. Lo stato può imporre le tasse e può decidere la natura della moneta a corso legale che serve come denaro. Quindi il denaro è un prodotto dello stato. Quindi il circuito di denaro della MMT è: moneta di stato - altri (entità non statali) - tasse - moneta di stato. Lo stato inietta denaro nel settore privato e quel denaro viene poi riassorbito con la riscossione delle imposte. Secondo la MMT, contrariamente a quanto pensano molti di noi, l'emissione di denaro e la riscossione delle tasse non sono alternative, ma azioni che si verificano semplicemente in momenti diversi dello stesso circuito. Quindi, se un governo gestisce un deficit fiscale e spende più di quello che riceve in tasse, il settore non statale ha un'eccedenza che può utilizzare per investire, spendere e impiegare in maggior misura. Il deficit di stato può quindi essere finanziato creando più denaro. Le tasse non sono necessarie per finanziare la spesa pubblica, ma per generare domanda di denaro (per pagare le tasse!).

Ma il circuito della MMT non riesce a mostrare cosa succede con i soldi che hanno i capitalisti e le famiglie. Nella MMT, il denaro D (in valore) può essere aumentato a D’ esclusivamente in base alla volontà dello stato. Per Marx, D può essere aumentato a D’ solo se la produzione capitalistica ha luogo per aumentare il valore delle merci che vengono vendute per più denaro. Questo stadio è ignorato dalla MMT. Il circuito MTT inizia dallo stato ai settori non statali e torna allo stato. Ma questo è un modo capovolto, dal punto di vista causale, di analizzare la cosa. Il circuito capitalista inizia con il capitale monetario che, attraverso l'accumulazione e lo sfruttamento del lavoro, torna ad essere capitale monetario, col quale poi si pagano le tasse, ecc. La MMT lo ignora. Ma mostra che il denaro non è esogeno rispetto all'attività economica capitalista. Il suo valore non è controllato dallo stato.

La MMT crea l'illusione che tutto questo processo inizi e finisca con il governo quando in realtà inizia all'interno del settore capitalista incluso il sistema bancario. Le tasse non possono distruggere denaro perché le tasse si sopraggiungono logicamente dopo che si è verificato un certo livello di spesa per l'output privato. Le tasse sono imposte quando il settore privato spende e i governi decidono di utilizzare tali tasse per mobilitare alcune risorse per lo stato. I redditi privati ​​e le spese precedono le tasse.

Un altro cartalista, Tcherneva, scrive:

I cartalisti sostengono che, dal momento che il denaro è un monopolio pubblico, il governo ha a sua disposizione un modo diretto per determinarne il valore. Si ricordi che per Knapp i pagamenti in valuta corrispondono a un certo numero di unità di valore. Ad esempio, se lo stato richiedesse che, per ottenere un'unità di moneta ad alto potenziale, una persona debba fornire un'ora di lavoro, allora il denaro varrebbe esattamente un'ora di lavoro. In qualità di emittente monopolista della valuta, lo stato può determinare il valore della valuta stabilendo i termini in cui viene ottenuto il denaro ad alto potenziale” (pagina 18).

La politica di “prezzi esogeni” dello stato di Tcherneva è molto simile a quella del socialista utopista del XIX secolo John Gray, che ha ha creduto che emettendo obbligazioni che rappresentino tempo di lavoro, le economie potessero portare crescita e piena occupazione - una visione che Marx ha sempre criticato.

La MMT differisce dal deficit-spending di tipo keynesiano nella parte in cui i suoi sostenitori vedono i disavanzi pubblici come permanenti al fine di stimolare l'economia e ottenere il pieno impiego delle risorse. In questo modo, lo stato diventa il ‘datore di lavoro di ultima istanza’. In effetti, gli esponenti della MMT affermano che la disoccupazione può essere realmente risolta all'interno del capitalismo. Quindi non c'è bisogno di cambiare le relazioni sociali basate sul capitale privato. Tutto ciò che serve è che i politici e gli economisti riconoscano che la spesa statale ‘finanziata’ dalla creazione di denaro può sostenere la piena occupazione.

Il sostenitore dell'MMT Tcherneva scrive:

I cartalisti propongono una politica di piena occupazione in cui lo stato stabilisca esogenamente un prezzo importante per l'economia, che a sua volta serva da punto di riferimento per tutti gli altri prezzi… Questa proposta si basa sul riconoscimento che lo Stato non subisce i vincoli finanziari, che la disoccupazione è il risultato di restrizioni all'emissione di valuta e che lo Stato può determinare i prezzi esogenamente”.

Questa conclusione politica è piuttosto risibile. Porta ad una visione secondo cui la piena occupazione può essere raggiunta con l'emissione “esogena” di valuta a un prezzo fisso. Eppure la MMT respinge fortemente l'argomentazione monetarista secondo la quale un aumento esogeno della quantità di denaro porterà ad un aumento dell'attività economica. Sembra, dunque, che MMT abbia anche una teoria esogena del denaro!

Come ha detto Cullen Roche, un keynesiano ortodosso: “La MMT cerca di reinventare la ruota e sostiene che è colpa del governo (e implicitamente, colpa del resto della società) se non si riesce a trovare un lavoro… La MMT, iniziando con lo stato, inverte i nessi causali". E Roche prosegue: “La causalità corretta è che le risorse private precedono necessariamente le tasse. Senza un reddito altamente produttivo generato dal settore privato, non c'è niente di speciale nei beni (assets) creati da un governo ed è del tutto impossibile che questi beni abbiano un valore. Creiamo ricchezza quando produciamo beni e servizi reali o aumentiamo il valore di mercato delle nostre attività in confronto alle passività attraverso l’attività produttiva. È completamente illogico e insensato sostenere che si può ‘stampare’ ricchezza (equity) dal nulla. Il debito pubblico è, logicamente, un onere della società che lo crea. Nel debito pubblico aggregato è rappresentata una passività che deve essere finanziata mediante la produzione di quella società”.

Un commento al mio primo post ha messo in dubbio la mia affermazione secondo cui gli esponenti della MMT ritengono che il denaro possa essere creato dal nulla - questa è stata una distorsione della MMT, mi è stato detto. La vera argomentazione della MMT è che la spesa pubblica si può auto-finanziare aumentando l'attività economica e quindi attraverso più tasse. Ho citato alcuni economisti che parlavano di creare denaro “dal nulla”, ma a quanto pare questi non erano veri teorici della MMT. Bene, l'esperto/economista fiscale britannico, Richard Murphy, è sicuramente un sostenitore della MMT. Ha spiegato che la MMT afferma innanzitutto che

i governi possono fare soldi dal nulla, a piacimento… La MMT sostiene poi che tutte le spese governative sono in realtà finanziate dal denaro creato in questo modo, creato dalle banche centrali per conto del governo… Di conseguenza la MMT logicamente sostiene che non esiste una cosa come le tasse e le spese quando si prende in considerazione l'attività del governo nell'economia; ci possono essere solo spese e tasse”.

Ugualmente Stephanie Kelton è oggi l'economista MMT più seguita. Ella sostiene che i governi possono espandere la spesa in un’economia a qualsiasi livello necessario per il pieno utilizzo delle risorse produttive attraverso i soldi dello stato, perché tale spesa è ‘auto-finanziata’.

Il denaro ha valore solo se c'è un valore corrispondente nella produzione. La spesa pubblica non può creare quel valore - anzi alcune spese governative possono distruggere il valore (armamenti ecc.). Il valore della produzione è ciò che dà credibilità al denaro. Il settore privato produttivo genera il prodotto interno e il reddito che dà credibilità al debito pubblico in primo luogo. Quando quella credibilità non c'è, allora la fiducia nella valuta dello stato può scomparire velocemente come si può vedere in Venezuela o nello Zimbabwe, e anche in Turchia proprio in questi giorni (ritornerò su questo in un post successivo).

Per citare di nuovo Cullen Roche: “la produzione di ricchezza DEVE, necessariamente, precedere le tasse. In questo senso è corretto dire che l'output produttivo porta soldi. E se la produzione crolla, non c'è una quantità di uomini in armi che possano costringere le persone a pagare le tasse… Quindi il punto importante qui è che un governo è davvero limitato nelle sue spese. È limitato dalla quantità e dalla qualità della produzione del settore privato. E la quantità e la qualità del reddito che il settore privato può creare rappresenta la quantità di reddito che vincola la capacità di spesa del governo”. Questa è la terminologia keynesiana: ma se cambiamo la parola “reddito” o “prodotto” con “valore”, possiamo arrivare al nocciolo in termini marxisti.

La teoria della moneta di Marx concorda con l'approccio endogeno in quanto è il settore capitalista che crea la domanda di moneta; che serve come mezzo di scambio e riserva di valore. Le banche effettuano prestiti e creano depositi, non viceversa. In effetti, la teoria del denaro di Marx è più coerentemente endogena rispetto alla MMT perché riconosce il primato del processo di accumulazione capitalista (con banche e mercati) nel decidere il valore del denaro, non un qualsiasi ruolo ‘esogeno’ dello stato. Come dice Astarita: “la differenza fondamentale tra l'approccio marxista al denaro e l'approccio cartalista ruota attorno a questo singolo punto. Nella concezione di Marx, il denaro può essere inteso solo come una relazione sociale. Nell'approccio cartalista, invece, è un artificio in cui mancano le determinazioni sociali essenziali… La MMT ‘nasconde sotto il tappeto’ la centralità del lavoro produttivo e lo sfruttamento del lavoro, le vere basi su cui si basa la società capitalista”.

Lo stato non può stabilire a proprio piacimento il valore del denaro emesso per la semplice ragione che, in un'economia capitalista, non è dominante né onnipotente. Le società capitaliste, le banche e le istituzioni governano e prendono decisioni sulla base del profitto e della redditività. Di conseguenza, guidano endogenamente il valore di merci e denaro. La legge del valore di Marx afferma che il valore è ancorato al tempo di lavoro socialmente necessario spespo nella produzione complessiva di merci (beni e servizi), cioè dalla produttività media del lavoro, dalle tecnologie e dall'intensità del lavoro. Lo stato non può superare o ignorare questa realtà.

Ed è la realtà. Consentitemi di offrire alcune semplici prove empiriche (cosa che i teorici della MMT non fanno). La spesa pubblica nelle economie moderne, in particolare quelle che dominano nel pensiero della MMT (la quale non ha molto da dire sulle cosiddette economie emergenti - ma tornerò su questo nel prossimo post), come gli Stati Uniti o il Regno Unito o il G7, rappresenta circa il 30-50% del PIL. Gli investimenti pubblici rappresentano solo circa il 3-5% del PIL. Questo a fronte di investimenti del settore capitalistico del 15-25%, mentre la spesa delle famiglie varia tra il 55-70% del PIL. La quantità di titoli di stato detenuti a livello nazionale negli Stati Uniti rappresenta solo il 4% del patrimonio netto del settore privato.

Ho fatto una piccola analisi empirica sulla relazione tra la spesa pubblica e la disoccupazione. Secondo la MMT, ci si aspetterebbe che più alto è il rapporto tra la spesa pubblica in un'economia, minore è la disoccupazione. Bene, le prove mostrano il contrario! La spesa pubblica in Francia supera il 55% del PIL, mentre è del 39% in Giappone e del 38% negli Stati Uniti. Ma quale di questi tre paesi ha il più alto tasso di disoccupazione? Francia 9%; Giappone 2,4% e Stati Uniti 4%. Le economie capitalistiche più avanzate con rapporti di spesa pubblica più alti hanno tassi di disoccupazione più elevati. Ciò dimostra che vi sono altri fattori, oltre alla carenza di spesa pubblica, che determinano il livello di disoccupazione nelle economie capitaliste.

Roberts immagine nel testo

Quindi l'emissione di moneta da parte dello stato non è certo una forza trainante dell'economia e dell'occupazione. Naturalmente, gli esponenti della MMT a volte sostengono che questo è il problema - basta espandere la spesa pubblica, in particolare gli investimenti, finanziarla con l’emissione di denaro e poi lo Stato supererà esogenamente o aggirerà l'insufficiente accumulazione capitalista. Ma questa risposta solleva immediatamente la questione, ignorata dalla MMT, che è il settore capitalista a gestire le economie moderne, nel bene o nel male, non il denaro statale.

È realistico per la MMT sostenere che l'unica ragione per cui le economie moderne hanno la disoccupazione è quella che i politici non adottano questa teoria e che quindi basterebbe lasciare che i governi spendano quanto necessario, supportati dall'emissione di denaro controllata dallo stato? Questo non è certamente il punto di vista di Keynes o Marx. Secondo Keynes, la disoccupazione emerge a causa della mancanza di investimenti da parte dei capitalisti; Marx ha detto lo stesso (anche se l'esercito industriale di riserva è il risultato del carattere antagonista dell'accumulazione capitalista). La differenza tra Marx e Keynes sta nelle cause dei cambiamenti negli investimenti. Marx ha detto che è la redditività; Keynes ha parlato di “spiriti animali” o “fiducia del settore imprenditoriale”. Entrambi hanno visto le faglie nel capitalismo: Keynes nel settore finanziario; Marx nel capitalismo nel suo insieme. Al contrario, la MMT ritiene che il problema stia solo nell'incapacità di consentire allo stato l’espansione dell'emissione di moneta!

Ma forse la più significativa critica alla MMT è che, poiché non riconosce l’importanza del settore capitalista nella circolazione del denaro ma solo quella dello stato e del 'non-stato', non può dirci nulla sul perché e come avvengono crolli regolari nella produzione e negli investimenti nelle economie moderne. Su questo tema, i MMT hanno la stessa posizione dei keynesiani ortodossi: potrebbe essere dovuto alla mancanza di “domanda effettiva” o “spiriti animali” e non ha nulla a che fare con le contraddizioni nel modo di produzione capitalistico stesso. Ma per gli esponenti della MMT questo problema è irrilevante. Essi assumono lo stesso punto di vista del keynesiano ortodosso Paul Krugman, cioè che non importa quale sia la causa di una depressione; la cosa principale è uscire da essa con le spese del governo - nel caso di Krugman attraverso la spesa razionale del governo per mezzo dell'emissione di obbligazioni; nel caso della MMT con la spesa pubblica finanziata dall'emissione di denaro.

Sarò anche vecchio stile, ma penso che la scienza funzioni meglio scoprendo che cosa fa accadere le cose per capire meglio quali azioni possono essere utilmente applicate per prevenirle (vaccinazione per le malattie, per esempio). Augurarsi ciecamente che la spesa del governo faccia il miracolo non è scientifico. In effetti, l'economia marxista ha lavorato molto per dimostrare che è la mancata redditività del capitale la spiegazione più convincente delle crisi ricorrenti, non la mancanza di domanda o persino l'austerità nella spesa pubblica. E ciò implica un'azione per sostituire completamente l'economia monetaria lucrativa.

La risposta alla disoccupazione o alla fine delle crisi non sta nel semplice ricorso all'emissione di denaro, come sostiene la MMT. Essa si basa su ciò che Marx chiamava “i trucchi della circolazione” “una dottrina, le cui artificiose proposte in materia di circolazione mirano da un lato ad evitare il carattere violento delle trasformazioni, dall’altro a fare di queste trasformazioni stesse non un presupposto, ma viceversa un risultato graduale della trasformazione della circolazione”.

La MMT, dunque, sostiene di avere una teoria endogena del denaro, ma in realtà ne ha una esogena, basata sull'emissione di moneta da parte dello stato. Afferma che la spesa pubblica può essere estesa a qualsiasi livello necessario a raggiungere la piena occupazione attraverso l'emissione di moneta, senza alcun riferimento all'attività produttiva dell'economia non statale, in particolare alla redditività del settore capitalista. In effetti, secondo gli esponenti di tale scuola, il capitalismo può essere salvato e raggiungere una crescita armoniosa e la piena occupazione con “trucchi della circolazione”. La MMT ignora o nasconde i rapporti sociali di sfruttamento del lavoro per alimentare i profitti. E vendendo invece "olio di serpente", svia il movimento operaio dal cambiamento fondamentale.

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tg
Saturday, 16 February 2019 21:16
Quoting Angelo Attolini:
Una nota del traduttore informa che cartalismo e cartismo non vanno confusi. Nel testo però il termino cartismo è al posto di cartalismo in ben otto porzioni di testo. Non mi sembra un buon servizio reso al lettore (scopo precipuo di questo sito) ...


Grazie per la segnalazione, l'errore è stato corretto.
tg
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Angelo Attolini
Saturday, 16 February 2019 19:15
Una nota del traduttore informa che cartalismo e cartismo non vanno confusi. Nel testo però il termino cartismo è al posto di cartalismo in ben otto porzioni di testo. Non mi sembra un buon servizio reso al lettore (scopo precipuo di questo sito) ...
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Marco
Saturday, 16 February 2019 10:00
COSA DEVE FARE UN GOVERNO PER RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI DEL NOSTRO CARO PAESE E RIPORTARLO ALLO SPLENDORE ?

1) RIFORMARE L’INPS
a) Separare l’assistenza dalla previdenza contributiva (-64 MLD)
b) Ricalcolare tutte le pensioni retributive al contributivo (-70 MLD)
c) Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%
d) Instaurare una Pensione di Base Fiscale 1.000 Eu mese per tutti
e) Portare l’età pensionabile da 67 a 62/60 anni (3 milioni di pensionati)

2) RIFORMARE LA SCUOLA
a) Portare l’obbligo scolare da 14/16 a 18 anni (2,5 milioni di studenti)
b) Instaurare scuole professionali di 3 anni anche nella tecnologia
c) Riformare, riadeguare i programmi, educazione civica

3) RIFORMARE ESERCITO E PROTEZIONE CIVILE
a) Ripristinare il servizio di Leva di difesa 500mila giovani
b) Instaurare il servizio di Leva civile insieme a quello di difesa

4) RIFORMARE COMPLETAMENTE IL SISTEMA FISCALE
a) Far partire l’Irpef dal 15% e riadeguare le altre aliquote no tax-area a 10k
b) (Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%) Riforma Inps
c) Ridurre Iri Ires e tasse imprese dal 64,8% complessivo al 32%
d) Ridurre l’Iva dal 22% al 10%
e) Rimettere in tasca ai cittadini i 400 MLD di tasse in eccesso (con coperture)
f) Instaurare un Reddito di Disoccupazione 500 Eu mese permanente
g) Instaurare una Pensione di Base fiscale a 1.000 Eu per tutti
(a compensazione dell’assistenza e del ricalcolo pensionistico)

5) STATALIZZARE SERVIZI E AZIENDE STRATEGICHE
a) Statalizzare tutti i servizi pubblici (150 MLD di utili)
b) Statalizzare tutte le aziende strategiche (50 MLD di utili)
c) Statalizzare tutte le Banche e le Assicurazioni
d) Statalizzare parzialmente o totalmente le aziende a forte automazione

6) DOPO 5 ANNI UNA MONETA PUBBLICA DI PROPIETA’ POPOLARE
a) Inserire un Biglietto di Stato a corso legale senza uscire da Eurozona
b) Escludere dai cambi la Moneta interna e dagli attacchi e speculazioni int.
c) Utilizzare l’Euro per import/export acq. materie prime e vendita made in Italy

7) ABOLIRE LE TASSE PER LEGGE E PER COSTITUZIONE
a) Si paga solo il contributo Inps 20% gettito 300 MLD ad occupazione piena
b) Si incassano 150 MLD dagli utili dei servizi pubblici di Stato
c) Si incassano 50 MLD dagli utili delle aziende strategiche
d) Si paga una spesa pubblica 500 MLD anno esentasse senza sprechi
e) Creazione monetaria del tesoro per il denaro necessario quando manca
f) Prestiti e mutui con Moneta di Stato senza interessi tasso 0%

Moneta Pubblica – Marco Cristofoli
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