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linterferenza

Una nuova forza di classe e socialista

di Fabrizio Marchi

E’ fondamentale chiarire un punto. Non è dalle attuali micro botteghe di una “sinistra” residuale, sia essa liberal/radical o “antagonista” (comunque entrambe imbevute di ideologia politicamente corretta, cioè l’ideologia di riferimento del capitalismo neoliberista e “neo cosmopolita) che potrà ricostruirsi una nuova e moderna forza di classe e socialista.

L‘attuale “sinistra”, infatti, in tutte le sue declinazioni (con rarissime eccezioni) è il problema, non la soluzione. Se i movimenti populisti e nazionalisti di destra sono cresciuti fino a diventare il punto di riferimento politico per la gran parte dei ceti popolari è proprio a causa dell’esistenza di quella “sinistra”.

Con questa “sinistra” è quindi necessario rompere una volta per tutte e senza indugi, poichè essa è solo un ostacolo sulla via della ricostruzione di una nuova e moderna forza di classe e socialista, capace di interpretare ed affrontare le contraddizioni vecchie e nuove dell’attuale società capitalista.

E’ evidente che una tale ipotetica e auspicabile forza politica, così come dovrà tracciare una linea di demarcazione netta con la suddetta “sinistra” (del tutto organica, ideologicamente e politicamente, al capitale), altrettanto dovrà fare con la destra (altrettanto organica al sistema capitalista anche se è stata abile a spacciarsi come “antisistema”), sia nella sua tradizionale variante liberale-liberista che con quella leghista e pentastellata (senza voler mettere nello stesso unico calderone le ultime due che esprimono interessi e bisogni in buona parte anche radicalmente  diversi) e senza fare sconti in nessuna direzione, lavorando sulle contraddizioni che inevitabilmente si apriranno nella coalizione gialloverde e in quelle già presenti nel fronte liberale-liberista, sia esso di destra (Forza Italia) o di “sinistra” (PD più cespugli alla sua “sinistra”), svelando.

Un lavoro di lungo e lunghissimo periodo, di una difficoltà immane e che richiede tanta fatica e tanta, tanta pazienza.

Ma non c’è alternativa.

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michele castaldo
Monday, 15 October 2018 18:41
Come da più tempo vado sostenendo, questa sinistra è espressione di una fase ascendente del (moto) modo di produzione capitalistico, dove il proletariato - o classe operaia se si preferisce - cresceva, in modo particolare in Occidente, al suo interno, in modo complementare con la crescita dell'accumulazione. Di conseguenza le sue organizzazioni politiche ritenevano - illusoriamente - di riuscire a scalzare la borghesia dal potere politico e instaurare la dittatura di classe, della classe proletaria. Il difetto maggiore consisteva nel non aver capito la natura del modo di produzione e si pensava alla rivoluzione per sostituire con un modello diverso - il socialismo - un modello di oppressione ritenuto borghese. La storia "ha dato torto a noi e a quanti come noi ritenevamo prossima la fine del capitalismo" (disse Engels).
Oggi quella sinistra non può avere nessun tipo di sviluppo verso lidi proletari e arranca - con il proletariato - al seguito delle peggiori ideologie borghesi, non ultime quelle che si rifanno al "sovranismo di sinistra".
Per una corretta impostazione che fuoriesca dalla banda di oscillazione del modo di produzione è necessario parlare un linguaggio di messa in discussione del capitalismo stesso come moto-modo ed è possibile farlo solo, ripeto solo, inquadrando correttamente il suo stato di salute, perché solo, ripeto ancora solo, dalla crisi delle sue stesse leggi è possibile ipotizzare l'araba fenice che nasce dalle sue stesse ceneri.
Strano addirsi (una parola avrebbe detto Totò): quando il capitalismo cresceva come movimento storico i nostri predecessori ne vedevano la fine imminente, oggi che è in crisi sistemica i reduci del tempo che fu si affannano a rianimare vecchi arnesi nazional popolari. Una vera tristezza. Per fortuna la storia riesce sempre a spostare in avanti i suoi passi nonostante gli interludi come gli anni che stiamo vivendo.
Quanto alla classe operaia, dovrà bruciare l'illusione di convivere in modo complementare con il Capitale e lo farà sono se messa alle strette dal Capitale stesso, non per raccomandazione dei comunisti. Se si riesce a capire questo le si rende un buon servigio, altrimenti si rincorrono idee bislacche e buona notte al secchio, tanto la storia comunque procede anche senza di noi.
Michele Castaldo
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maurizio
Sunday, 12 August 2018 11:29
che la classe operaia abbia bisogno di crearsi la propria organizzazione autonoma per ribaltare questo sistema è un fatto che non passa neanche per l'anticamera del cervello del nostro scrittore qui presente.
pur criticando (lo fa per dire) le micro botteghe opportuniste si propone per crearne una ulteriore che, come le altre, nel "lavorare nelle contraddizioni" politiche crei che illuda sulla possibilità di rappezzare il sistema capitalistico.
gli operai, e tutti gli oppressi e sfruttati, hanno solo bisogno di distruggere questo sistema e crearsi uno strumento a tal fine, altro che contraddizioni tra parassiti politici.
il nostro scrittore, buon piccolo borghese, messe le sue vuote parole in libertà, si accinge a lavoro lungo e lunghissimo: auguri. così impegnato speriamo non ci propini altre storielle
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