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Antifascismo liberale vs. antifascismo costituzionale

di Riccardo Paccosi

Grazie all’ignoranza generalizzata, trasversale e totale che sussiste oggi intorno al rapporto fra politica e diritto, nessuno si è soffermato per un secondo – immagino perché richiederebbe troppo sforzo – sul fatto che la chiusura delle pagine-facebook ai neofascisti di Casa Pound non sia stata affatto un’azione della Repubblica Italiana volta a evitare, ai sensi di legge, la ricostituzione del partito fascista.

Si è trattato, invece, dell’azione svolta da una corporation privata che controlla, oggi, la sfera pubblica nell’ordine di decine di milioni di persone solo in Italia. Suddetto soggetto privato, non ha agito per ottemperare alla Legge Scelba o alla Legge Mancino della Repubblica, bensì sulla base di una propria e inappellabile valutazione riguardo a quali idee censurare sulla propria piattaforma e quali no. Anche stavolta, cioè, si è creato un precedente per cui la libertà d’espressione viene regolamentata da un soggetto privato – e con sede negli Stati Uniti – in maniera totalmente esteriore alle leggi decretate dalle istituzioni elettive dello Stato italiano.

Gioire di fronte a questo precedente giuridico, denota la medesima ottusità di quei tanti di destra che, mesi fa, hanno gioito per il licenziamento di quell’insegnante antifascista che aveva insultato i poliziotti durante una manifestazione: l’ignoranza sul rapporto tra politica e diritto, infatti, anche in quel caso impediva ai più di capire che, dopo un precedente giuridico del genere, prima o poi sarebbe toccato ad altri – e magari di destra – l’essere licenziati per attività politica svolta fuori dal luogo di lavoro.

Molti fra noi marxisti e neo-socialisti, invece, sanno bene che questo potere sovralegale ed extracostituzionale di facebook non colpisce soltanto i neofascisti: molte pagine di compagni antimperialisti che conosco, infatti, sono state negli ultimi tempi oscurate perché propaganti informazioni sulla Siria o sul Venezuela che erano in distonia con gli interessi geopolitico-militari degli Stati Uniti in quelle aree.

Dunque e a quanto pare, alle persone di sinistra – in quanto liberali – risulta normale appaltare a delle corporation private e ai loro regolamenti interni la difesa della legalità costituzionale.

Per quanto invece mi riguarda, ogni qualvolta nel corso della vita mi sono scontrato fisicamente in piazza contro i neofascisti, l’ho sempre fatto per le posizioni anti-operaie assunte da questi ultimi in varie fasi della storia italiana. E nella consapevolezza, soprattutto, che ogni deroga allo stato di diritto e alle leggi sulla libertà d’espressione che si materializzi nella sfera pubblica, prima o poi finisce per colpire la lotta di classe proletaria e le sue forme organizzate.

Per questo, ritengo che l’antifascismo neoliberale strutturatosi in questi ultimissimi anni presso l’opinione pubblica di sinistra, non abbia nulla a che fare – e anzi sia avversario – dell’antifascismo costituzionale nonché dell’antifascismo storico espresso dal movimento operaio.

P.S. A eventuali contatti simpatizzanti per Casa Pound: prima di mettere un “mi piace” a questo post, sappiate ch’esso non esprime affatto solidarietà a quell’organizzazione. In quanto marxista e in quanto democratico, considero Casa Pound un nemico.

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