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nuovadirezione

La scaramuccia preliminare. Eurogruppo, Mes, Bei, Sure, cosobond

di Redazione

Non è ancora successo nulla. Quel che l’organo informale della conferenza dei ministri delle finanze dell’eurogruppo ha deciso è solo il menù del pranzo che potrebbe essere servito al Consiglio Europeo dopo Pasqua, al momento calendarizzata il 23 aprile. Il menù prevede un prestito, diciamo un mutuo, trentennale a rata variabile con vincolo di spesa e massimale. Poi un altro prestito per piccole ristrutturazioni, imprecisato. Quindi un piccolo incentivo di disoccupazione, ma solo se si paga la maxirata iniziale. E, infine, in nota piede di pagina, in piccolo, la promessa che si ragionerà, con comodo, ad un ulteriore prestito più grosso e stipulato da tutto il condominio.

Insomma, con il primo, il Mes, potremo sostituire lo specchietto retrovisore, destro, della macchina (alla quale si è fuso il motore), attraverso un prestito restituibile con comode rate che la banca potrà cambiare ogni anno a sua discrezione. Dimentichiamo, con il vincolo che se lo chiediamo può entrare quando vuole a casa nostra e dire come mettiamo i mobili e cosa possiamo mangiare.

Il secondo, la Bei, sarà un piccolo magheggio per fornire un altro prestito, ovviamente alle sue condizioni (magari ci cambiamo anche la tappezzeria dei sedili).

Ed il terzo ci ridarà i soldi che gli daremo (in prestito, è ovvio).

Il quarto, nascosto bene nelle pieghe (avete presenti quei foglietti che si aggiungono al menù stampato dei ristoranti?), è ancora un prestito, ovviamente, ma contratto da tutti insieme per rifare l’androne del palazzo.

Qualcuno lo ha chiamato un “accordicchio”. E’ ancora meno, il fantasma di un accordicchio.

Ma i fantasmi possono essere utili. Ci mostrano che le democrazie nordiche contano molto più di quelle del sud (il foglietto è fuori menù perché i parlamenti del nord si erano espressi chiaramente contro la mutualizzazione di qualunque debito, e sempre). Inoltre, mostrano che la paura delle destre populiste del nord è maggiore della paura che i partiti e movimenti che hanno capito quale trappola sia l’Europa politica al sud fanno. Infine, ci fanno capire che non possiamo aspettarci nulla. In realtà nella prigione europea ogni occasione è buona per mostrare chi comanda.

Avremmo bisogno di centinaia di miliardi in pochi mesi per non affondare completamente la nostra economia, mettere alla disperazione decine di milioni di persone e precipitare in una crisi così profonda e persistente da rendere possibile letteralmente tutto. Cosa abbiamo invece? 35 miliardi di Mes, qualche spicciolo che sarebbe arrivato comunque con la Bei, l’elemosina del Sure.

Poi, quando avremo il Pil che cade e altri 50-60 Mld da restituire, si ripeterà quel che abbiamo già visto: appena la crisi esce dalla fase acuta, e prima ancora di aver recuperato, faranno un altro “Fiscal Compact”, ma questa volta su misura. L’altra volta, era il 2012, siamo subito ricaduti in recessione, questa volta andrà molto peggio.

La partita si giocherà il 23 aprile, ma abbiamo visto come andrà. Diventeremo sempre più dipendenti e subalterni, per decenni saremo sotto ricatto esattamente come la Grecia. La seconda industria d’Europa diventerà la terza, e poi la quarta, la quinta, la sesta, … fino a che ci resterà solo il sole (per chi lo ha).

Insomma, per ora non è successo nulla, almeno all’apparenza. In realtà qualcosa si: è stato perso tempo. Altro se ne perderà prima del Consiglio europeo ed altro ancora, almeno un anno, prima che un’eventuale micromutualizzazione del debito (che non ci sarà) possa essere effettivamente messa in atto. A quel punto avremo ormai accumulato debiti e debiti, divenendo ancor più deboli. I giochi, a meno di una grande opposizione popolare, sembrano fatti.

L’Italia merita ben altro!

Possiamo solo rompere questa logica, ne va della vita questa volta.

Nessun nuovo debito. Come fa tutto il mondo bisogna che lo Stato faccia il suo dovere e salvi il paese, con ogni mezzo necessario. Quando tutto è fermo la moneta deve essere creata senza condizioni e fornita a tutti.

Se qualcuno lo impedisce, possiamo solo uscire.

Comments

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DomenicoMattiaTesta
Wednesday, 15 April 2020 18:37
Tutto vero e condivisibile:l'Italia merita ben altro e nessun nuovo debito.Se l'Italia,dopo la drammatica crisi,determinata dal coronavirus non verrà rispettata dipende anche dalla capacità contrattuale del nostro governo su cui è lecito nutrire dubbi,come del resto si è verificato nei passati governi a parole,tutti critici,ma poi nei fatti,succubi della Troika.Non credo che l'alternativa sia uscire dall'euro...... Sarebbe la scelta peggiore con ricadute traumatiche per la nostra già fragile economia.Al di là dei possibili accordi dopo il 23 Aprile,si tratta di vedere su chi ricadranno concretamente i costi della crisi con un governo che non ha parlato e non parla di patrimoniale,unica risposta perchè a pagarla non siano solo i ceti medi e le classi popolari....Ma la sinistra è del tutto afasica.Non solo in Italia,purtroppo.
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