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teleborsa

Il Virus, opportunità Tutti-Frutti

di Guido Salerno Aletta

Mentre i Governi cavalcano la fase Post-Emergenza, le opposizioni aspettano al varco

Nessuna crisi va sprecata. Serve discontinuità, ad ogni costo, per governare i processi di cambiamento.

Il superamento della emergenza sanitaria determinata dalla epidemia di Covid-19 viene strumentalizzato dappertutto nel mondo: sia da coloro che stanno al governo, sia da coloro che stanno all'opposizione.

I Governanti avanzano proposte volte a sostenere la ripresa economica, gli aiuti erogati alle famiglie ed alle imprese, così come gli investimenti, al fine di consolidare il proprio potere e realizzare le proprie strategie interne ed internazionali.

Le opposizioni aspettano che dilaghi la paura del futuro, si accingono a raccogliere la rabbia popolare derivante dalle nuove povertà determinate dalla crisi, per scalzare i governi. Per loro non c'è che da aspettare.

 

In Cina, la discontinuità è funzionale ai nuovi paradigmi di sviluppo

Le misure di controllo sociale che è stato necessario introdurre per evitare il diffondersi del contagio sono funzionali alle esigenze di un sistema politico che non può lasciare le dinamiche della crescita in mano alle sole logiche del capitalismo.

Non si può continuare a reinvestire ogni profitto in nuova capacità produttiva, né in nuove costruzioni immobiliari che garantiranno rendite e plusvalenze. Anche il flusso di investimenti pubblici in infrastrutture diviene poco sostenibile.

C'è bisogno di governare il rallentamento, spostando l'asse della crescita verso i consumi collettivi all'interno, assorbendo il risparmio: sanità, istruzione e previdenza saranno strumenti di riequilibrio e di stabilizzazione.

Soprattutto in vista di un ribilanciamento delle relazioni con gli Usa, che hanno un risvolto molto rilevante dal punto di vista commerciale, occorre un netto raffreddamento delle dinamiche produttive in atto per poterle orientare verso le nuove strategie di crescita.

 

In Europa, la discontinuità serve all'Asse franco tedesco

Il conflitto geopolitico tra Usa e Cina impone una accelerazione delle politiche volte a fare della Unione un soggetto "quarto”, nel confronto globale, accelerando la transizione verso modelli di produzione più sostenibili dal punto di vista ambientale, riportando al centro le nuove tecnologie e la capacità di competere alla pari con i colossi americani e cinesi. Decenni di Antitrust europeo, attento alla competizione interna, hanno limitato la crescita di soggetti in grado di contrapporsi. Solo Airbus, creata volutamente per contrastare il predominio americano della Boeing, ha fatto eccezione alla regola.

L'asse franco-tedesco ha interesse a strumentalizzare questa fase post-pandemica per rafforzare un assetto di programmi europei che superino il tradizionale divieto di aiuti di Stato alle industrie in quanto distorcono la concorrenza. I programmi europei, se finanziano programmi industriali sono per principio "pro-competitivi". Gli incentivi di Bruxelles sono una maschera ben costruita: andranno a sostenere i processi di sviluppo delle imprese che fanno capo a Parigi ed a Berlino.

Il Recovery Fund, il programma di aiuti volti a realizzare la Next Generation UE, è solo una trappola, un amo al quale agganciare i Paesi indeboliti da un decennio di austerità forzata, imposta con il Fiscal Compact, e che rischiano il collasso finanziario e sociale dopo questa nuova crisi.

Ben conoscendo l'atteggiamento fortemente negativo delle popolazioni europee verso il controllo internazionale esercitato dalla Troika e dal Fondo Salva Stati, si mette in piedi una commedia in cui la regia è il controllo di Bruxelles sulla gestione dei programmi di aiuto previsti dal Recovery Fund: saranno condizionati ad una serie di impegni di sottomissione, sulla base delle disposizioni dell'articolo 122 del Trattato: "Qualora uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere a determinate condizioni un'assistenza finanziaria dell'Unione allo Stato membro interessato".In Italia, la discontinuità serve ad imporre le Riforme strutturali

Il Governo Conte sta spianando la strada alla Troika: non vuole recitare, fra settembre e dicembre e poi nuovamente a maggio, la solita litania del Fiscal Compact, con le lettere che vanno avanti ed indietro tra Bruxelles e Roma.

Ha fatto preparare il Piano Colao solo per avere in mano le carte che servono per chiedere gli aiuti previsti dal Recovery Fund. Non c'è neppure una parola sui finanziamenti necessari, né sulle coperture: ci penserà Bruxelles.

La BCE, con il PEPP, compra titoli di Stato ed evita di infiammare il dibattito politico: è il solito pezzo di formaggio, messo in fondo alla trappola per i topi. Vorrebbe mostrare un volto umano, nascondere la ferocia dimostrata con la Grecia, quando bloccò tutte le banche, i prelievi dai bancomat, i conti correnti e le carte di credito, per costringere il governo Tsipras a capitolare.

C'è chi fa finta di non ricordare la brutalità di quella decisione, che fece calare sul collo della popolazione greca una ghigliottina monetaria senza precedenti.

In Italia, c'è dunque chi pianifica di incatenarsi all'Europa, attivando subito il MES sanitario, il programma SURE e il Recovery Fund: per mettersi così al riparo da qualsiasi ribaltone, nella maggioranza di governo o alle elezioni.

Il Parlamento è stato zittito, tutto si svolge al di fuori dalle dinamiche istituzionali, agli Stati Generali che si tengono nel Palazzo di Villa Pamphili.

 

Negli Usa, la discontinuità condiziona le Presidenziali

Negli Usa, occorre una sterzata profonda al modello di crescita, basato sui servizi: se hanno un enorme valore dal punto di vista del PIL, dalla sanità alla istruzione, dalle assicurazioni alla previdenza, non sono sostenibili per via della mancanza di una base produttiva adeguata. La disoccupazione viene combattuta, ma offrendo salari bassissimi.

Gli Usa importano pressoché tutto, a debito. Bisogna reindustrializzare l'economia per riportare in pareggio la bilancia commerciale, soprattutto con la Cina nei cui confronti il deficit supera i 450 miliardi di dollari ‘anno.

La crisi sanitaria accelera la necessità di una discontinuità.

Dopo il primo momento di sbandamento e di sottovalutazione, la Amministrazione Trump ha reagito con decisione alla emergenza sanitaria, soprattutto sul versante economico e finanziario.

Gli aiuti ad imprese e famiglie non sono stati lesinati, con un deficit federale alle stelle e la Fed che ha ricominciato a pompare liquidità senza soste.

Era scontato che venissero strumentalizzate le proteste di piazza contro le violenze che sono state usate dalla polizia nei confronti degli Afroamericani. C'è chi spera di mobilitare così il voto a favore del candidato democratico Biden.

La campagna per le Presidenziali durerà tutta l'estate, tra le preoccupazioni per la disoccupazione e le aziende che chiudono, ma intanto il Presidente Trump ha proposto un piano infrastrutturale da mille miliardi di dollari. Una spesa che avrebbe un bassissimo impatto sulle importazioni, ed un alto valore in termini di aumento della produttività complessiva.

Mentre i Governi cavalcano la fase Post-Emergenza, le opposizioni aspettano al varco.

Il Virus, opportunità Tutti-Frutti.

 

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