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sinistra

Facciamo chiarezza

di Giulio Save

Nonostante numerosi e affidabili modelli previsionali avessero anticipato la ragionevole possibilità del diffondersi, prima o poi, di un virus che all’alto potere letale avrebbe unito un’elevatissima capacità di contagio, una sorta di Big One nel campo della scienza medica epidemiologica, il suo arrivo ci ha trovato scoperti e del tutto impreparati alla difesa.

Le immagini crudeli della catastrofe sanitaria, economica, sociale, umana che sta provocando il Covid-19, mostrano la necessità di cambiare radicalmente, e presto, il sistema che l’ha resa possibile. Di cogliere questa disgraziata opportunità per ripensare e cominciare finalmente a costruire la nuova società di cui questa tragedia ha insegnato ad apprezzare la lontana figura.

Intanto, questo spaventoso abisso di sofferenze ha messo in evidenza l’importanza primaria, essenziale, assoluta, che ciascuno di noi ha per gli altri. E, reciprocamente, che gli altri hanno per noi.

Ha mostrato l’inevitabilità, in risonanza tra pericolo e salvezza, delle relazioni umane. Ha certificato la drammatica insufficienza non solo morale, ma anche sociale e perfino economica dell’individualismo spinto, idolatrato must, invece, di quest’ultima confusa stagione del capitalismo. E ha resuscitato trionfalmente la categoria rimasta a lungo ai margini della coscienza della solidarietà. Ha mostrato, forse definitivamente, l’impossibilità della convivenza dell’etica con il principio dell’autosufficienza individuale.

Ma ha messo anche in lampante evidenza che il liberismo sfrenato di questi ultimi decenni, comandato dal profitto, favorito dai governi, non contrastato dalle “parti sociali”, assolto se non addirittura corteggiato da una sinistra politica irriconoscibile, ha stravolto tipi e qualità delle produzioni con il risultato che abbondiamo di prodotti inutili mentre siamo carenti di servizi fondamentali. Che abbiamo lavorazioni che saccheggiano la natura per produrre il superfluo, mentre ci mancano indispensabili presidi sanitari a tutela di quel bene primario che è la salute. Che abbiamo regalato al “privato” servizi e assistenze vitali, pur essendo la loro governance di natura primariamente etica e per ciò stesso “pubblica”. Che, in nome della libertà d’impresa e di finanza abbiamo delocalizzato ma anche stupidamente ceduto all’estero lavorazioni strategiche per poi doverne riacquistare i prodotti subendo inevitabilmente le condizioni imposteci da altri. Che lesiniamo investimenti sui programmi e sulle strutture educative dei nostri giovani, mentre largheggiamo con loro in merendine.

Che le nostre reali capacità non sono da meno di quelle disponibili alle nazioni “più avanzate” (le nostre eccellenze scientifiche maschili e femminili, così ben valorizzate all’estero, lo hanno ampiamente dimostrato anche in questa occasione).

E allora occorre ripensare anche una nuova modalità di organizzazione della produzione e del lavoro. Che possa liberare e sviluppare queste capacità. A tutti i livelli. In tutti i luoghi. In ogni occasione. Alla luce di una considerazione grave e pur tuttavia semplice che governi e “parti sociali” preferiscono ignorare. E cioè che lo svuotamento delle mansioni, la sostituzione della “motivazione” con il “benefit”, il subentro del risultato economico del “semestre” al posto dell’obiettivo strategico aziendale, la deresponsabilizzazione individuale dei lavoratori - spesso salutata come un successo nel cammino verso una maggiore protezione formale - , rappresentano il meccanismo più astuto messo in atto dal capitale per impedire al lavoratore stesso quella conoscenza del prodotto, delle sue origini, delle sue possibilità e dei suoi utilizzi che lo metterebbe in grado di darne giudizio. E poter così decidere la misura della propria partecipazione ai risultati finali del processo produttivo.

Se non riusciamo a fare chiarezza almeno su questi punti, il tremendo dramma che oggi viviamo sarà stato, oltre che uno spaventoso succedersi di lutti, un’altra occasione sprecata.

 

Comments

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Stefano
Saturday, 09 January 2021 19:02
Ciao Giulio...
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daniela
Friday, 03 July 2020 06:30
ah, già, la terribile epidemia! al 25 giugno, 148 persone decedute in tutta italia di solo covid-19
https://www.epicentro.iss.it/
a che gioco giochiamo?
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