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andreazhok

Considerazioni sulla "strategia astensionista”

di Andrea Zhok

Ho appena visto un video, tecnicamente curato, che raccoglie con cura ed esaustività tutte le voci più autorevoli a favore dell’astensionismo e tutti gli argomenti in questa direzione.

Ringrazio gli autori di questo lavoro perché permettono così di fornire una risposta sintetica, e spero definitiva, sul tema.

Ho raccolto tutti gli argomenti che vengono portati dalle varie voci pro-astensione; essi sono i seguenti:

1) le elezioni sono un gioco del sistema, se sei antisistema non devi prestarti a ciò;

2) le forze antisistema si schianteranno e non supereranno la soglia del 3%;

3) non dobbiamo essere complici del sistema, votando si legittima il sistema;

4) non bisogna votare perché il parlamento non conta nulla, i poteri forti stanno altrove;

5) bisogna organizzare un movimento di resistenza al di fuori delle elezioni;

6) noi ci dobbiamo dedicare ad altro, dove siamo liberi, sfuggendo al potere, dedichiamoci a diventare più maturi;

7) votare non ha mai cambiato nulla;

8 ) lo Stato, il Deep State, il Leviatano non è riformabile;

9) in alternativa al voto potete rifiutare la scheda, registrandosi però come votanti, per simbolizzare il proprio dissenso;

10) in alternativa al voto è possibile cambiare lo stato con dei referendum propositivi (senza valore istituzionale);

11) in alternativa al voto si possono organizzare gli astenuti in una costituente, strutturandoli in un corpo politico per opporsi al governo.

Provo a rispondere sistematicamente, raggruppando i punti per analogia.

A) Gli argomenti 1) e 3) dicono che per essere davvero antisistema non bisogna giocare con le carte che il sistema stesso ci fornisce, ma bisogna rifiutare completamente il gioco.

Brillante.

Nella stessa ottica suggerirei di rifiutare la complicità con il sistema capitalistico non ritirando lo stipendio; di rifiutare di sostenere la globalizzazione non frequentando più negozi, ma fabbricandosi in casa tutto ciò di cui abbiamo bisogno; di rifiutare l’organizzazione statale curandoci in casa se ci spacchiamo una gamba per non dimostrare complicità col sistema recandoci ad un Pronto Soccorso, ecc. ecc.

Questo tipo di argomenti è semplice retorica spicciola. Quando sei all’interno di un sistema non puoi mai uscirne con un semplice salto di lato. Questo è materia per romanzi e film di fantascienza. Il sistema puoi solo provare a cambiarlo dall’interno, o, se esiste la possibilità, puoi fuggire in un altro sistema (se ritieni sia migliore). Tertium non datur. Le elezioni sono una delle pochissime leve rimaste in cui esiste un meccanismo di trasmissione dal basso all’alto (mentre ogni giorno dell’anno subiamo i molteplici meccanismi di trasmissione dall’alto in basso.) Rinunciarvi perché è un meccanismo ormai debole mi sembra come spararsi quando si è malati, perché alla lunga la malattia potrebbe ucciderci.

B) Gli argomenti 2, 4, 7, e 8 sono variazioni dell’argomento che possiamo chiamare “sconfittista”: "è tutto inutile, tutto fallirà, il sistema è inscalfibile, dominano i poteri forti, votare non ha mai cambiato nulla". Naturalmente questo tipo di posizioni sono semplicemente tesi autorealizzantesi: se vi aderisci contribuisci a rendere le loro previsioni vere. Sono espressioni umorali, depresse, di autocompatimento, che hanno il grande vantaggio di non dover fare assolutamente nessuno sforzo per sostenere le proprie ragioni. Se tutti fanno come me, la sconfitta è sicura.

E avrò avuto ragione!

Con la stessa forza e legittimità vale però la conversa: se tutti invece si sbattono perché le cose cambino puoi stare sicuro che cambieranno.

Ognuno poi può scegliere lo scenario su cui scommettere, ma qui siamo nel campo della psicologia, non nella politica.

C) Veniamo ora alla dimensione propositiva. I punti 5) e 6) evocano come alternativa la creazione di movimenti di resistenza esterni, estranei alle istituzioni, dove far maturare socialmente le persone.

Questo punto è, credo perfettamente condivisibile salvo per un punto decisivo, ovvero l’idea di potersi tenere estranei alle istituzioni. Qui di nuovo c’è un grande equivoco. La coltivazione dell’associazionismo radicato territorialmente è la base fondamentale per ogni seria attività politica e pensare che spedire qualche singolo individuo all’interno delle istituzioni sia in qualche modo sufficiente a “cambiare le cose” è una perfetta assurdità. La rappresentanza istituzionale si chiama “rappresentanza” non a caso, il rappresentante “sta per” altri, li rappresenta, e può farlo efficacemente solo se dietro c’è un retroterra di associazioni strutturate con cui potersi consultare. Dunque la creazione di movimenti di resistenza al sistema è la carne e il sangue di un’attività politica istituzionale funzionante.

L’equivoco però è di pensare che queste forme di associazionismo territoriale siano esentate dall’onere di rapportarsi alle istituzioni e di obbedire alle loro ingiunzioni. Per fare un esempio, nel luglio dell’anno scorso in Francia, nel bel mezzo della situazione emergenziale “anticovid”, il sistema delle scuole parentali è stato stroncato con una legge del Parlamento che di fatto ha abolito il “sistema dichiarativo di educazione familiare” (IEF, Instruction En Famille) sostituendolo con un sistema di autorizzazione preventiva, subordinata a condizioni estremamente restrittive e arbitrarie. Di fatto il sistema delle scuole parentali è stato decapitato da un giorno all’altro.

Il punto è che senza voci di difesa solide nelle istituzioni la capacità di autoorganizzazione dal basso è sempre sotto la spada di Damocle di interventi ostativi che possono vanificare gli sforzi di anni.

D) Il punto 9) che riporto per mero scrupolo di completezza, è nel migliore dei casi una protesta simbolica ininfluente, nel peggiore un assist agli avversari. Registrarsi come elettori al seggio, ma senza ritirare la scheda per protesta sono certo che metterà una paura fottuta a Draghi e compagnia, ma a parte questo presenta possibilità di brogli simili al caso della scheda bianca (una scheda inutilizzata può essere votata a posteriori da qualche compiacente membro della commissione scrutinante).

E) L’idea del referendum propositivo (punto 10) come modalità di cambiare le cose è un’idea, mi perdoneranno i promotori, senza né capo né coda.

In primo luogo, a scanso di equivoci, bisogna ricordare che in Italia non esiste l’istituzione del referendum propositivo, ma solo quello abrogativo o consultivo. Dunque parliamo di un’operazione del tutto priva del benché minimo valore legale.

Ergo, alla fine di cosa si tratta?

Si tratterebbe di una raccolta privata di opinioni, ottenuta con campionatura sparsa, a seconda di dove si hanno le risorse per sondare le preferenze, e priva di ogni garanzia pubblica di non manipolabilità. Insomma un po’ meno che un sondaggio su Facebook.

Come esattamente si ritiene che ciò possa incidere sul “Leviatano”, di cui si ha appena detto che raccoglie tutti i “poteri forti” e che non è scalfibile neanche col voto elettorale, boh, rimane un mistero.

F) Ultima formula magica: l’Astensione Costituente, che, ci si dice, non è banale astensione, ma un’astensione propositiva, costruttiva, germe futuro di un corpo politico.

In sostanza si tratta di cercare di fare di tutti gli “astensionisti consapevoli” una nuova organizzazione politica. Ottimo, un’organizzazione accomunata da cosa?

Dall’adozione della strategia di astenersi?

Di tutto il resto si dovrebbe iniziare a discutere dopo, magari per scoprire che di concretamente comune non c’è nient'altro o quasi.

Dunque l’argomento in definitiva è: “Respingiamo i corpi politici esistenti, liste, partiti, ecc. perché, fidatevi, poi ne faremo uno noi di ben altra qualità.” Ma, costruire un corpo politico organizzato (che è assolutamente cruciale) presenta una principale difficoltà, non da oggi: bisogna trovare una linea comune sulla pluralità di temi che rappresentano la realtà delle decisioni politiche (quelle su cui si fanno i programmi politici). Qui si assume, per ragioni misteriose, che le persone che adottassero quella strategia elettorale astensionista avrebbero anche magicamente in futuro un’affinità politica, e capacità organizzative, tale da consentire senz’altro la costruzione di un partito.

Siamo al puro wishful thinking.

Conclusioni.

La strategia astensionista non è una strategia politica. È tutt’al più l’espressione psicologica della rassegnazione per una sconfitta anticipata.

Certo, se ritengo che tutte le alternative a disposizioni siano repellenti, non votare è l’unica opzione (se mi dicessero di scegliere tra Letta e Meloni io voto Paperino, siamo d’accordo). Se uno è convinto che tutte le opzioni disponibili siano inaccettabili, ok, quello fa bene a non votare.

In tutti gli altri casi, non votare è precisamente solo un favore all’establishment, a quegli stessi che hanno fatto tutto il possibile per mettere in difficoltà le forze antisistema costringendole ad una raccolta firme in condizioni assurde e storicamente senza precedenti. Non capire a chi questa strategia giova mi pare grave.

Senza un’organizzazione politica non si fa niente. Non si fanno riforme, non si fanno rivoluzioni, non si esercitano pressioni coordinate, non si organizzano scioperi, non si mobilita l’opinione pubblica. Qui siamo all’ABC della politica. L’analfabetismo politico degli ultimi trent’anni ci ha fatto dimenticare le basi.

L’ingresso nelle istituzioni non è decisivo per le persone, poche o tante, che vengono inserite nelle istituzioni stesse. Questa è solo una piccola parte. È decisivo perché si entra così in una dimensione costituzionalmente garantita e finanziata, che permette di organizzarsi meglio, di avere sedi, luoghi di ritrovo, di avere spazio nei mezzi di comunicazione, di venire a conoscenza del contenuto di atti pubblici, di dare voce alle esigenze dal basso dell'associazionismo, ecc. ecc.

Le elezioni non sono la meta. Se va bene sono l’inizio.

Comments

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adalberto belfiore
Saturday, 10 December 2022 12:16
Riguardo alla proposta di un astensionismo costituente, al quale ho aderito dopo aver dolorosamente sperimentato l'incapacità dei vari raggruppamenti politici "alternativi" di produrre una qualsiasi minima forma di unità, dico che bisognerebbe confrontarsi con le vere posizioni che questa proposta esprime, e non con un simulacro di comodo. Organizzare gli astenuti, o meglio quelli che tra loro hanno fatto questa scelta per motivi politici e non di mero disinteresse o qualunquismo, mi sembra un passaggio fondamentale per ri-aggregare ciò che il potere ha disperso e tende a disperdere. Dare a un bacino sociale e politico, valutabile in milioni e milioni di individui, una prospettiva da riempire con la propria attività creativa e autonoma, è un atto politico di prima grandezza e di immense potenzialità. Potrebbe, perché no, essere l'incubatrice di un nuovo soggetto politico, davvero al di fuori delle logiche novecentesche che ancora imprigionano la pratica politica e le menti di buona parte dei ceti subalterni. Attenzione: chi propone l'astensionismo costituente non esclude affatto di poter tornare a votare, anche per formazioni politiche nuove. Che però sappiano esprimere 1) la coscienza, evoluta ma anche embrionale, delle novità storiche fortemente regressive in termini di diritti, benessere e sfide comuni in quanto genere umano, che stiamo vivendo e 2) l'esigenza, direi pure l'esortazione, il grido di unità che si è espresso in questi ultimi due in centinaia, migliaia, milioni di piazze, di associazioni, di esperienze, di coscienze. Sono queste realtà che hanno saputo opporsi a un potere "malevolo che non ha in mente né libertà ne amore" e tenere aperti spazi di opposizione, resistenza, prospettive alternative. Non purtroppo i partitini nati da questo mondo ma rivelatisi incapaci di esprimerlo. Queste energie non vanno disperse e l'astensionismo, ossia il rifiuto di sedersi a un tavolo truccato assieme a bari e assassini, potrà condurre a una prospettiva costituente, ossia a una riforma radicale e delle istituzioni e dello stato paragonabile a quella avvenuta dopo l'evento storico della Resistenza e forse ancora più radicale e perfezionata. Dipende da noi, da ognuno di noi.
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Giuseppe Furnari
Saturday, 17 September 2022 19:25
@Franco Trondoli @Tutti a mio parere occorre essere più concreti, altrimenti si resta inconcludenti. "Se uno è convinto che tutte le opzioni disponibili siano inaccettabili, ok, quello fa bene a non votare" è solo una considerazione logica che evidenzia il principio di non contraddizione, ma è evidente che se il Prof. Zoch contesta il non voto è perchè nelle condizioni attuali *ci sono* opzioni accettabili: ad esempio i cosiddetti “partiti antisistema” (lo scriva come ricerca su google se non sa quali siano), quelli che hanno dovuto fare le corse per raccogliere quasi 50.000 firme a ferragosto nei soli luoghi di residenza, non con l’ombrellone al mare. Sono partiti piccoli ma organizzati, con precisi programmi politici, e ovviamente non sono persone singole. “Se mi dicessero di scegliere tra Letta e Meloni io voto Paperino” significa che nel caso di non avere scelte oltre Letta e Meloni (esempi per i vari partiti di sistema) voterei Paperino (scheda bianca o nulla o astensione), come detto prima per il Prof. Zoch le altre scelte *ci sono.*
Attenzione per chi propone l’astensionismo adesso credendo di essere e proporsi come l’unico antisistema: vuol dire che non riconosce come tale nessuno di questi nuovi partitini che hanno presentato con gran fatica le liste, quindi come farà eventualmente dopo le elezioni a cercare di collaborare con queste forze? Di più, mettiamo che questi partitini ottengano tutti il 2,9% e nessuno quindi passi lo sbarramento del 3%, avrà il coraggio il cosiddetto Astensionismo Costituente di affermare che il mancante 1% l’ha sottratto lui, visto che lavora sullo stesso bacino elettorale, o dichiarerà che è stato perfettamente ininfluente?
È ovvio che non ci può essere nessuna collaborazione presente o futura tra di loro, perchè l’una esclude e danneggia l’altra.
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Franco Trondoli
Sunday, 18 September 2022 16:02
@ Giuseppe Furnari @.
Ho l'impressione che ; depurando il sistema elettorale e "politico" Italiano di tutte le rappresentazioni "partitiche" per "issues"; il modello sia come quello Usa. "Democratici" e "Repubblicani". La differenza consiste che in Usa la selezione di appartenenza al rispettivo campo avviene "prima" delle votazioni; mentre in Italia la selezione avviene "dopo" le votazioni.
Se così fosse, in termini di "blocchi politici essenziali di fatto" che determineranno le vicende Parlamentari, la scelta sarebbe proprio tra "Letta democratico" e "Meloni repubblicana".
Attraverso il voto, nei "Regimi Occidentali", penso che non possono esistere "Forze o Partiti" antisistema.
Ma "Del Doman non v'è certezza".
Cordiali Saluti
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Giuseppe Furnari
Monday, 19 September 2022 05:16
@Franco Trondoli

e cosa c'entra col tema dell'astensionismo?
ahi, questo parlar sempre d'altro...

Cordiali Saluti
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Franco Trondoli
Monday, 19 September 2022 15:06
Se lei ha capito in questo modo non posso e non voglio ovviamente convincerla diversamente.
Non ho scritto per controbatterla.
Ho preso solo spunto dalla sua risposta per scrivere un piccolo commento che vorrebbe essere più generale.
L'astensionismo comunque c'entra eccome.
Cordiali Saluti
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Giuseppe Furnari
Saturday, 17 September 2022 23:35
errata corrige: Prof. Andrea Zhok
scusate

Saluti a tutti e tutte
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Franco Trondoli
Friday, 16 September 2022 13:57
Dice Zhok, "Se uno è convinto che tutte le opzioni disponibili siano inaccettabili, ok, quello fa bene a non votare."
Beh, a cosa servono tutte le considerazioni dello stesso Zhok se poi scrive la sovraindicata frase ?. Mi pare evidente che chi non voterà faccia quella considerazione. O no ?.
Allora io capisco che Zhok ne faccia un discorso" tattico o moralistico". O no.?
Se così è mi chiedo: tattico o moralistico per cosa ?.
Oppure ritiene giusto che vada in Parlamento una persona "singola" che comunque sia di suo, "nostro" gradimento per i motivi più diversi ?.
Infine dice che non voterebbe ne PD ne Fd'I. Significa che tutti gli altri andrebbero bene ?. Ho letto qualche parere su questo tema, ma a parte "l'invito" di andare a votare, alla fine non ho letto l'invito per chi bisognerebbe votare..!!
Perché ?
Cordiali Saluti
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