Sbatti l’anarchico in prima pagina
di Fabrizio Marchi
Gli anarchici “bombaroli” hanno sempre fatto comodo al sistema e ai vari “sistemi” di dominio sociale che li hanno utilizzati per rafforzare il loro potere. Non a caso sono sempre stati criminalizzati, fin dalle origini.
Naturalmente bisogna subito operare una distinzione netta fra i primi movimenti anarchici dell’800 e della prima metà del ‘900 con il “gruppuscolame” attuale.
I primi affondavano le loro radici nel movimento operaio di cui erano parte a tutti gli effetti. Anarchici famosi – oltre naturalmente a Bakunin ed Errico Malatesta, ideologi e fondatori, fra gli altri, del movimento – furono Gaetano Bresci che uccise sparandogli alcuni colpi di pistola il re Umberto I nel 1900, responsabile dei massacri compiuti dal regio esercito ai danni degli operai in sciopero, gli italo-americani Sacco e Vanzetti, condannati a morte (sulla sedia elettrica) negli USA, accusati di aver commesso una rapina durante la quale erano rimasti uccisi degli agenti di polizia, per la quale furono successivamente (ma era troppo tardi…) riconosciuti del tutto innocenti e, naturalmente il ferroviere Giuseppe Pinelli, precipitato o fatto precipitare (ancora non è chiaro) da una finestra della questura di Milano nel 1969.
La criminalizzazione degli anarchici (parlo di quelli storici) è iniziata fin da subito. L’anarchico in quanto tale è stato fatto diventare nel tempo il prototipo del “bombarolo”, del terrorista, e in generale di un individuo asociale, incontrollabile, pericoloso per sé e per gli altri e molto spesso anche affetto da forme di psicopatologia. Insomma, la criminalizzazione del “diverso”, di chi non si riconosce nell’ordine sociale e lo contesta. In realtà centinaia di migliaia di persone “normalissime” in tutto il mondo (soprattutto in America), per lo più operai e braccianti, hanno fatto parte di movimenti anarchici. In Italia, fino ad una ottantina di anni fa, in particolare nella Romagna e nell’alta Toscana (Massa Carrara) era zeppo di anarchici, soprattutto fra i lavoratori delle cave di marmo. Del resto, ogni epoca e ogni fase storica ha i suoi eretici e i suoi sovversivi da criminalizzare. Nei tempi che ci è toccato in sorte di vivere gli anarchici (quelli storici…) hanno ceduto il passo ai “rossobruni”, ai “no vax”, ai “filoputiniani”, ai “maschilisti”, colpevoli di mettere in discussione lo “spirito dei tempi”, cioè la narrazione ideologica neoliberale e politicamente corretta attualmente dominante (ben al di là dell’alternarsi dei vari governi di destra o di “sinistra”…).
Ma ora siamo in tempi di guerra, cioè tempi eccezionali (nel senso di stato di eccezione), e il governo deve far digerire una serie di misure indigeste sia sul piano economico e sociale che su quello geopolitico. E siccome fino all’altro ieri il centrodestra ha fatto finta di strizzare l’occhio ai “rossobruni” e ai “filoputiniani” (che in realtà per la maggior parte non lo sono affatto…) e pure un po’ ai “no vax”, è evidente che si devono cambiare i soggetti da utilizzare per le operazioni di depistaggio ideologico e politico. Nulla di meglio degli anarchici, tanto più per un governo di destra, vero e proprio cacio sui maccheroni.
Ed eccoci quindi agli “anarchici”, fra virgolette, cioè quelli attuali, che sono soltanto una parte, peraltro minoritaria (e quella più estremista), di una sinistra cosiddetta “antagonista” già minoritaria di suo. Sono soggetti privi di ogni radicamento sociale, non hanno nessun seguito di massa e i loro militanti sono conosciuti uno per uno della polizia. In buona sostanza sono del tutto innocui e non rappresentano di certo una minaccia per la sicurezza dello stato. Al contrario, come già detto, vengono utilizzati proprio per alimentare la paura di una minaccia inesistente e dirottare l’attenzione della gente dai problemi seri e reali a quelli inesistenti o creati ad hoc. E siccome, oltre ad essere estremisti sono anche ottusi, le loro azioni si prestano ad essere strumentalizzate.
Ieri sera – è solo un esempio – ho assistito ad una trasmissione che non esito a definire delirante su una delle reti Mediaset dove questi gruppuscoli anarchici venivano descritti da certi personaggi presenti o collegati in studio (nonché dal conduttore) come una super organizzazione sovversiva strutturata e organizzata con la finalità di rovesciare lo stato, di fatto come un’organizzazione terroristica. Roba da ridere…
Ora, che nella testa di qualcuno di questi giovanotti ci sia l’intenzione di rovesciare lo stato può anche essere (sai quante cose frullano nella testa di milioni di persone…), ma che questo possa tradursi in una eventualità reale e concreta è del tutto irrealistico e impossibile. E’ quindi evidente che la persecuzione dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis pur senza essersi macchiato di gravi reati di sangue e soprattutto senza essere a capo di qualsivoglia organizzazione che possa costituire un reale pericolo per lo stato, viene portata avanti per pure ragioni politiche e propagandistiche (e in ultima analisi anche elettorali).
Ecco, se proprio vogliamo sforzarci di trovare una differenza tra il fronte liberal e di “sinistra” e la destra, l’abbiamo finalmente trovata, ed è nella individuazione del capro espiatorio. Gli “anarchici” e gli estremisti di sinistra per la destra, i “rossobruni” e i filoputiniani” per i liberal e per la “sinistra”.
Il punto è un altro, e cioè che il sistema capitalista (è su questo che, molto probabilmente se non sono certamente, divergiamo) negli ultimi quarant'anni ha mutato la sua ideologia di riferimento. Non più il conservatorismo reazionario vetero borghese (Dio, Patria e Famiglia) ormai inservibile, ma, appunto, l'ideologia neoliberale e politicamente corretta che a sua volta si compone di diverse sottocorrenti. Con "politicamente corretto" non intendo, ovviamente, le buone maniere o l'utilizzo di un determinato linguaggio ma, appunto, una sovrastruttura ideologica che oggi è quella dominante, per lo meno nel mondo capitalista occidentale. In Russia l'ideologia dominante è ancora, o è ridiventata, quella vetero borghese, religiosa ecc. Ma non in Occidente. Ribadisco, NON in Occidente. Che poi l'ideologia neoliberale abbia prodotto anche una risposta vetero reazionaria è un altro discorso. Ma non c'è dubbio che oggi il sistema capitalista occidentale sia declinato secondo l'ideologia neoliberale e politicamente corretta. Pensare, ad esempio, che il suddetto sistema occidentale sia tuttora a trazione o a dominio patriarcale, per me è privo di ogni fondamento. E ho spiegato le ragioni di ciò in centinaia di articoli che ho scritto e anche in un libro che ho pubblicato dal titolo Contromano (trovi le recensioni anche qui su Sinistra in rete). Per la verità già Marx nel 1848 (leggere il Manifesto alla seconda pagina) sosteneva che la borghesia avesse mandato al macero il patriarcato (insieme a tutti i cascami dell'ancient regime), figuriamoci oggi...Eppure anche e soprattutto (e questa è una contraddizione gigantesca) per la sinistra cosiddetta "radicale" e "antagonista" l'attuale sistema capitalista sarebbe tuttora a dominio patriarcale. Come ripeto, sarebbe troppo lungo spiegare ora le ragioni di ciò, mi limito a dire che, giunto alla fase del suo attuale sviluppo, il capitalismo non se ne fa più nulla del patriarcato (così come di altri cascami vetero borghesi), o tutt'al più lo lascia in panchina, per usare una metafora calcistica, lasciandolo ad alcuni settori della destra più conservatrice (non ad esempio a quella liberal-liberista che sposa in toto l'ideologia liberal e politically correct...). Nella sostanza, il capitalismo è ideologicamente "asettico", (passami il termine), sposa qualsiasi ideologia che possa ottimizzare o comunque non ostacolare la sua illimitata e infinita riproduzione. Punto. Il capitalismo è stato razzista e antirazzista, liberale e fascista, liberaldemocratico e autoritario, confessionale o laico, patriarcale e oggi femminista. La "sinistra" odierna invece, per ragioni ideologiche e identitarie (anche psicologiche, a mio avviso...) si ostina a sovrapporre organicamente il sistema capitalista con l'ideologia vetero borghese e patriarcale. Questo significa non avere capito nulla della natura del capitalismo stesso e della sua evoluzione. Mi pare di poter dire, purtroppo, in conclusione, che anche tu sia prigioniero di questo schema a dir poco obsoleto se non errato alle fondamenta perchè errata è l'analisi.
Ciò detto, passiamo al razzismo. Guarda che oggi il mondo occidentale dominato o comunque egemonizzato dall'ideologia new liberal e politicamente corretta, è razzista quanto lo era quello dominato dall'ideologia vetero borghese reazionaria. Cambiano solo i contenuti ma la sostanza è la stessa, e cioè la superiorità del mondo occidentale rispetto a tutto il resto del mondo. Prima si parlava di portare la civiltà bianca e cristiana, oggi si parla di esportare diritti, democrazia e libertà e togliere il chador alle donne. Ma la sostanza è, appunto, la medesima. Quindi sono d'accordo nel dire che il sistema capitalista è nella sostanza razzista ma dobbiamo capire che mutano le sovrastrutture ideologiche di riferimento. E non è una questione di lana caprina perchè invece è una questione fondamentale sui cui la pressochè totalità della cosiddetta sinistra radicale e antagonista è indietro anni luce e naturalmente (in ragione di questo approccio obsoleto) finisce per essere inevitabilmente subalterna alla "sinistra" liberal. Perche per questa sinistra l'apparato valoriale-ideologico del sistema capitalista è ancora quello vetero borghese, il vecchio "Dio, Patria e Famiglia"...Roba da ridere, oggi i Maneskin fanno (molti) più ascolti e proseliti del Papa, soprattutto fra i giovani, e il festival di Sanremo, un tempo festival nazional popolare per eccellenza è diventato (ormai da tempo) una kermesse politicamente corretta, femminista e "genderista"...Ragazzi, su, ma quanta gente (soprattutto fra i giovani) la domenica va a alla messa e vive secondo quello che gli dice il prete durante la predica...Ma via...Oggi il messaggio subliminale è merce e consumo, capitale e visibilità pubblica (diventata un capitale come anche l'aspetto estetico e tanto altro ancora, dal momento che tutto è stato reificato e mercificato) più tutto il minestrone politicamente corretto. E ostinarsi a non capire questo "passaggio di consegne" fra una ideologia/falsa coscienza e un'altra - peraltro avvenuto non casualmente ma in virtù di cambiamenti strutturali che ovviamente determinano anche quelli sovrastrutturali - è veramente grave. Mi scuso per la presunzione (e poi a me le citazioni e i riferimenti non sono mai piaciute) ma se Marx ci ha insegnato qualcosa di fondamentale, fra le altre cose, è quella di osservare la realtà con occhi lucidi, per quella che è e non per quella che vorremmo che fosse in base ai nostri desiderata ideologici. Questo è il peggior idealismo, altro che materialismo, e, ripeto ancora, l'attuale sinistra non ne è neanche consapevole e continua a ripetere mantra e liturgie ormai privi di ogni fondamento.
Però, c'è una questione fondamentale che non sono sicuro tu riconosca (almeno in questi commenti): non tutti i diritti sono compatibili con il capitale. Lo sfruttamento del lavoro vivo necessita del razzismo. In questo senso lo sfruttamento necessita dei rossobruni, non del "politicamente corretto". Lo sfruttamento del lavoro vivo necessita di chi discrimina. Comunque cercherò su sinistrainrete qualche tuo articolo al riguardo per capire meglio la tua posizione.
https://www.sinistrainrete.info/societa/24387-luca-busca-divide-et-impera-il-grande-complotto.html
Infatti la questione è più complessa, non esiste la "stanza dei bottoni" (quanto meno ne esistono diverse) e l'attuale sistema di dominio sociale è infinitamente più complesso di quello di altri contesti storici ormai da tempo superati.
Chiarito questo, sia Mentana che Giordano sanno quello che possono o non possono dire perchè sanno che se andassero fuori del seminato verrebbero fatti fuori in un nano secondo. Sanno di rispondere ad un sistema di dominio sociale e ideologico che li ha premiati e da quello non possono uscire, che credano o meno nella cose che sostengono pubblicamente. Essendo l'attuale sistema di dominio sociale declinato seconda l'attuale falsa dicotomia di destra e di "sinistra", cioè due facce della stessa medaglia (parlo per quello che sono attualmente, soprattutto la "sinistra"), sia Mentana che Giordano (sono solo un esempio) sono schierati nei rispettivi branchi e a quelli rispondono, sia che gli arrivino ordini diretti dai loro editori sia che non gli arrivino...
Ciò detto, Giordano dice quelle cose perchè appartiene a quello schieramento di destra a cui fa riferimento, a mio parere oggi nel complesso del mondo occidentale, minoritario, anche se oggi le elezioni in Italia sono state vinte dal centrodestra. Nella stessa misura, dall'altra parte, i vari Floris, Gruber, Fazio e compagnia cantando rispondono al loro e ripetono altrettante boiate, anche se diverse da quelle di Giordano. Non riesco a scorgere, francamente, neanche la ragione per la quale stiamo discutendo di ciò. Forse è dovuto al fatto che tu consideri la narrazione conservatrice e/o dichiaratamente reazionaria come quella tuttora più pericolosa ed egemone. Io non la vedo affatto così. Dopo di che queste due narrazioni corrispondono a degli interessi di classe. Oggi il grande capitale trans e multinazionale si fa rappresentare dall'ideologia new liberal e politicamente corretta, mentre quella parte di borghesie nazionali che sono rimaste fuori dal grande salotto internazionale, perdendo quindi egemonia politica (che aspirerebbero a riconquistare) hanno necessariamente scelto di rappresentarsi attraverso, appunto, la vecchia ideologia nazionalista e vetero borghese. Ma sono destinate a perdere. Ecco, da questo punto di vista, e qui ti dò ragione, ci sono settori cosiddetti "sovranisti" che di fatto stringono l'occhio a questi settori di borghesia sperando di tornare in gioco, ma è evidente che accadrà l'esatto contrario, perchè le alleanze (gramsciane) e i fronti popolari li puoi fare solo se hai una forza alle spalle.