Mai più è ora
di Alessio Galluppi
Diffondiamo questo comunicato da “Info d News Palestina” in merito della decisione del governo di vietare le manifestazioni contro il genocidio commesso da Israele previste per il 27 gennaio – 25 gennaio 2024 – t.me/infonewspalestina
Già scrivevano che “l’intera impalcatura dell’establishment democratico e dei governi dell’Occidente non ricorda i morti dell’Olocausto, bensì usa la tragedia degli Ebrei per mirarsi nello specchio e riflettere la propria immagine dell’Occidente e mettere a confronto nazismo e liberalismo inventore della civiltà…”. Quella civiltà che si è eretta su 500 anni di saccheggi, eccidi, schiavitù e razzismo contro i popoli di colore.
Il 19 gennaio 2024, l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha rilasciato la seguente nota:
“È un errore gravissimo mettere sullo stesso piano la Shoà e altre, pur terrificanti, vicende di oggi”.
Mentre l’ANPI, un ente fondato con lo scopo di “restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo,” e di “valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani” (Statuto del 1945), parlava vagamente di “vicende di oggi”, noi testimoniavamo la seguente situazione in Palestina che entrava nel 105º giorno di genocidio per mano del regime sionista:
24.620 persone uccise e 61.830 ferite a Gaza e 368 persone uccise e 4.200 ferite in Cisgiordania.
Abbiamo meditato a lungo sul monito dell’ANPI. Ci sentiamo di dover dire qualcosa, se non altro per mettere in luce la pericolosità di affermazioni che fanno del genocidio di persone europee ebree avvenuto in Europa il secolo scorso un crimine eccezionale, unico e irripetibile.
A volte l’affermazione di unicità (o eccezionalità) del genocidio di persone ebree in Europa viene fatta su basi empiriche, come il numero di morti, la tecnologia dei campi di sterminio e le loro strutture di supporto. Il caso empirico è debole, non anche in termini di accuratezza storica. È chiaro che altri gruppi di persone abbiano subito perdite numeriche, in assoluto o in proporzione, ancora maggiori di quelle inflitte alle persone ebree in Europa, a partire dal genocidio delle popolazioni Rom e Sinti europee che avvenne simultaneamente al genocidio delle persone ebree.
Qual è dunque l’unicità del genocidio delle persone ebree europee avvenuto in Europa per mano del regime nazista?
In “Discorso sul Colonialismo” Aimé Césaire sostiene che il crimine di Hitler non furono i metodi che impiegò, ma il fatto di aver usato su persone (retrospettivamente) bianche ciò che prima era riservato ai soggetti coloniali:
“Sì, varrebbe la pena di studiare clinicamente, in dettaglio, i passi compiuti da Hitler e dall’hitlerismo e di rivelare al borghese molto distinto, molto umanista, molto cristiano del XX secolo che, senza che se ne renda conto, ha un Hitler dentro di sé, che Hitler lo abita, che Hitler è il suo demone, che se inveisce contro di lui, è incoerente e che, in fondo, ciò che non può perdonare a Hitler non è il crimine in sé, il crimine contro l’uomo, non è l’umiliazione dell’uomo in quanto tale, è il crimine contro l’uomo bianco, l’umiliazione dell’uomo bianco, e il fatto che egli abbia applicato all’Europa procedure colonialiste che fino ad allora erano state riservate esclusivamente agli arabi dell’Algeria, ai coolies dell’India e ai neri dell’Africa.”
A oggi, 25 gennaio 2024, abbiamo l’ennesima prova di quanto la logica di eccezionalità riservata al genocidio delle persone ebree europee sia non solo ipocrita, ma anche pericolosa.
Proprio oggi, il ministero dell’interno Matteo Piantedosi ha annunciato la soppressione delle manifestazioni contro il genocidio in corso in Palestina previste per sabato 27 in concomitanza alle commemorazioni “in ricordo delle vittime dell’Olocausto e di coloro che a rischio della vita si sono opposti al progetto di persecuzione e sterminio”.
MAI PIÙ È ORA
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