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lantidiplomatico

Sinistra o destra? Guerra di classe

di Pasquale Cicalese

È notte fonda, ho fatto 7:30 di sonno, sto ascoltando Radio Gaga dei Queen. Mi si chiede, con citazioni di canzoni, di ritornare al campo di sinistra, mio naturale approdo. Non vi appartengo dalla delusione della Pantera, ero simpatizzante socialista, rimasi depresso dalla fine della Prima Repubblica, e dalla distruzione degli assetti pubblici e istituzionali fatti con la Seconda Repubblica.

Dopo la laurea volevo lavorare presso la Presidenza del Consiglio come analista economico, ma rinunciai, non volli servire la Seconda Repubblica. Ora c'è una nuova generazione di gente di sinistra, giovani che forse non hanno a che fare con i dinosauri distruttori come Prodi, Draghi ecc. D'altra parte a destra c'è il Premierato e l'autonomia differenziata, miei nemici assoluti.

Mi muovo nel solco della dialettica di guerra, ora gioco con lui, poi gioco con l'altro, fine: l'avanzamento delle istanze dei movimenti operai e contadini. Dal 1994 fino alla sua morte ho seguito la politica estera di Berlusconi, una cosa non gli perdonai (ma era minacciato): la morte di Gheddafi, l'ho scritto in 50 anni di guerra al salario. Ho frequentato gente di Potere Operaio, del 77, ex brigatisti, ex Prima Linea, a Crotone vedevo negli anni settanta, anche in ambito familiare, la lotta di classe, tramandata dalle lotte bracciantili degli anni 50.

Mi lega il filo rosso. Per cui se c'è qualcuno o qualcuna che fa citazioni di canzoni magari per ritornare all'ovile, alla casa comune, per ricostruire, sia chiara: è favorevole all'invio delle armi in Ucraina? È favorevole a Bibi, nel mentre centinaia di migliaia di ebrei manifestavano contro di lui? È favorevole alla Von der Leyen? E' favorevole all'euro? È favorevole alle controriforme fatte dal centrosinistra negli anni novanta, alle privatizzazioni, al Titolo V della Costituzione, alla fine dell'equo canone? Insomma, ci sono spazi per fare politica?

Metto le mani avanti. Il mio essere politico mi porta a dialogare, a trovare punti comuni, e ad allontanarmi appena vedo che le loro decisioni sono contro il movimento operaio. Appartengo fieramente alla classe lavoratrice e da lì non voglio uscirne. Combatto dalla morte di mia madre per questo, ho seppellito in pace mio padre, operaio, promisi nel 1976, nel letto di morte, a mio nonno Pasquale che avrei studiato, i sacerdoti mi hanno fatto spaccare la testa sui libri, attività proseguita fino a ora. Marx diceva che la politica è studio, studio, studio e ancora studio. Chi vuole mi risponda.

Io lavoro per l'Italia, la famiglia Cicalese-Rota-Galardo da sempre lavora per l'Italia e nessuno ci ha mai reso onore.Gli occidentali mi sembrano come quei buffoni della banda dei Guerrieri della notte che dicevano: "guerrieri, proviamo a fare la guerra?" Da Meloni a Biden, dal Deep State al capitale finanziario transazionale, alla Von der Leyen alla Schlein, tutta un'ammucchiata contro la Russia, immemori di Napoleone e Hitler. Immemori dell'alleanza di ferro con la Cina, ormai, altra potenza terrestre, potenza marittima, che utilizza la tattica della lunga marcia di lin Biao e Mao contro i giapponesi, uniti, assieme all'Iran, ai Brics, all'Arabia Saudita, ai 30 paesi che vogliono unirsi ai Brics, Brics che hanno ormai superato il pil pro capite dell'Occidente. E allora via spese europee e nazionali, "riforme", "investimenti" invocati dall'incaricato dell'Ecofin Draghi per espropriare pure i risparmi privati ai fini della guerra contro Cina e Russia.

Vi ricordate come finì Guerrieri della notte? Massacrati, cornuti e mazziati. E sempre che non ci sia la collera interna, il conflitto di classe, che a questo punto si rende sempre più necessario, visto che sono sordi, a distanza dal 1973, dalla Trilaterale e via discorrendo, come ho raccontato in 50 anni di guerra al salario. La guerra al salario deve continuare con la guerra guerreggiata, per estrarre plusvalore in un contesto di sovrapproduzione e scarsa valorizzazione del capitale occidentale. Il resto è solo finzione. L'Italia ha persone di buon senso, di diverse classi sociali, sole, che cercano di resistere a questa follia collettiva e vorrebbe vivere in pace, in benessere, fare affari con tutti, portare lavoro e possibilmente pagare meglio i loro collaboratori. Ma vedo che governo e opposizione, al mio post di stanotte, rispondono con suoni di guerra. E allora guerra di classe sia.

Comments

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Lella
Saturday, 09 March 2024 18:44
Quanto mi somiglia questo articolo pur con qualche distinguo. Coltivo ancora lo studio del marxismo e ormai lo farò fino alla dipartita.
Ho trovato nella vostra rivista una grande corrispondenza che nella vita ordinaria faticosa trovare.
Vi condivido spesso con amici perché siete una grande risorsa.
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