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«Le democrazie liberali rischiano di trasformarsi in oligarchie autoritarie»

di Elena Basile

 L’ambasciatrice denuncia la degenerazione dell’Occidente, fra collasso delle élite, erosione dei diritti e crisi etica

Nel suo ultimo libro «Approdo per noi naufraghi», Elena Basile analizza il declino delle società occidentali. Dalla dissoluzione dell’umanesimo alla scomparsa della sinistra, dall’ascesa dei potentati finanziari al conformismo mediatico, l’ambasciatrice denuncia un sistema che ha smarrito la dimensione collettiva e il senso di giustizia e solidarietà. Mai come oggi, denuncia, «prevalgono la giungla e la competizione in un individualismo sfrenato».

L’attualità della politica internazionale rimanda alle distopie descritte da autori come George Orwell oppure Aldous Huxley. Ma è la lettura di Se questo è un uomo di Primo Levi a ricordarci l’immutabile Dna umano che la vita nel lager ha evidenziato: l’istinto di sopravvivenza piega l’uomo. Rivalità con i pari e genuflessione al superiore sono le caratteristiche del microcosmo del lager.

In una società che ha perso l’anima, nella quale il senso di comunità è scomparso, trionfano la competizione, l’individualismo sfrenato, la sopraffazione del debole e l’allineamento feroce al potere. Non siamo nell’universo semplificato del lager forse, ma per molti aspetti la sua essenza spirituale vive nelle oligarchie illiberali attuali.

La corruzione ha plasmato la politica come le istituzioni culturali, l’accademia e lo spazio mediatico. Le democrazie liberali del secondo Dopoguerra si sono trasformate in oligarchie che tendono all’autoritarismo.

Come nel lager descritto da Primo Levi, in una struttura piramidale, di assoluto conformismo e allineamento al potere, ciascun gruppo sociale cerca di sopraffare quello appena inferiore e si identica con l’altro appena superiore.

Osservare la realtà politica, italiana, europea, occidentale conferma le lucide visioni del grande scrittore umanista ebreo. Nell’indifferenza dell’opinione pubblica, la corruzione delle classi dominanti appare ormai senza camuffamenti. Il prevalere della forza contro il diritto è all’ordine del giorno come la retorica razzista, contro l’Islam e il terrorismo, contro il nemico russo, contro il diverso, che non è più l’ebreo oppure l’omosessuale ma colui che non si allinea alle logiche belliciste, filoatlantiche e filoisraeliane, suprematiste bianche.

Due recenti eventi appaiono emblematici della degenerazione del discorso politico in Occidente. Emblematico il discorso di Donald Trump a Tel Aviv, che ha affermato pubblicamente di essere pressato dalla miliardaria Miriam Adelson, l’ebrea americana vedova di Sheldon Adelson, che irrompe nello Studio ovale per chiedere politiche filoisraeliane. Ma è significativo anche il Nobel per la Pace assegnato a Maria Corinne Machado. Militante della destra radicale, filoisraeliana e finanziata dalla Ned (National Endowment for Democracy, ndr), chiede pubblicamente l’intervento degli Stati Uniti per spodestare il governo del suo Paese.

 

La sfida delle manifestazioni pro Gaza

La dimensione collettiva è stata cancellata. Prevalgono la giungla e la competizione in un individualismo sfrenato. Le nostre Ss, invisibili nel lager come nelle società occidentali, sono i potentati economici, le lobby della finanza che coincidono con quelle delle armi e di Israele. Non è antisemitismo denunciarlo. Come tutti dovrebbero sapere, l’antisemitismo è un fenomeno storico assimilabile al razzismo e al suprematismo bianco contro comunità di ebrei ghettizzate, perseguitate, odiate per i lori riti religiosi e costumi sociali, per i tratti somatici. Nulla a che vedere con l’indignazione delle piazze e i movimenti pro Palestina che difendono gli ebrei odierni, i palestinesi, un popolo senza Stato, martoriato da una potenza coloniale bianca.

Naturalmente il mondo è complesso, non è nitido e semplificato come quello del lager. Abbiamo variabili indipendenti di cui le manifestazioni popolari di condanna del genocidio di Gaza sono un esempio. Tuttavia è difficile, senza una strutturazione e una maggiore consapevolezza politica, che queste si trasformino in un vero e proprio movimento politico, in grado di cambiare le élite e il percorso dell’Unione Europea. Sono già strumentalizzate nella finta contrapposizione tra le due destre al potere, cavalcate dal partito Dem trasversale che fino ai 50.000 morti di Gaza ha sostenuto la politica di Israele, considerata difensiva contro il terrorismo, per poi impossessarsi insieme a Bbc e Cnn di una nuova narrativa contraria a Trump e a Benjamin Netanyahu.

Come siamo arrivati alla distopia odierna, alla separazione tra oligarchie finanziarie da un lato e il resto della popolazione europea, tra la società dell’1%, che arriva al 5 o al 10% includendo l’intera classe di servizio, da un lato e dall’altro il 90%, la società civile fluida, atomizzata e apolitica? Le cause sono profonde di carattere geo-politico e economico-sociale, risalgono agli anni Ottanta.

 

Corruzione del sistema

Le ho esaminate nel libro Approdo per noi naufraghi, di prossima pubblicazione con Paperfirst. Molto schematicamente e in estrema sintesi se ne potrebbero elencare in questo breve spazio alcune: il patto tra capitale e lavoro che caratterizza in Europa il secondo Dopoguerra e permette le riforme a vantaggio dei lavoratori, la costruzione dello Stato sociale e l’accumulazione capitalistica termina negli anni Ottanta. Il ceto capitalistico si arrocca e rifiuta la tassazione condivisa e progressiva.

Nel saggio esamino come nasce la trappola del debito che secondo la narrativa mainstream sarebbe dovuta a un eccesso di democrazia, alla protezione delle classi più deboli nelle società affluenti. Dimostro invece come essa sia il risultato della remunerazione dei ceti capitalistici e dei loro prestiti sul mercato dei capitali agli Stati. Il secondo importante fattore che prepara il capitalismo finanziario e la trasformazione antropologica che sono ormai evidenti, è costituito dall’ordoliberismo di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher.

Nello slogan «non c’è alternativa», il capitalismo diviene un’entità a sé, astorica. Non è più una forma riformabile di governance economico-sociale ma costituisce l’unica possibile realtà. Negli anni Novanta il neo-liberismo e la libera circolazione di capitali, codificata nell’Unione Europea del dopo Maastricht, danno una spallata definitiva alle lotte per l’uguaglianza sociale di una sinistra sempre più disarmata e in via di di sparizione. Lo slittamento da una economia industriale a quella finanziaria e terziaria frammenta la classe operaia che perde la soggettività cruciale fino agli anni Settanta e priva la sinistra di un suo punto di riferimento essenziale.

 

La società fluida di Bauman

Si fa strada la società fluida di Zygmunt Bauman. I corpi intermedi e le aggregazioni sociali spariscono. La politica diviene gestione del consenso, al fine di un referendum plebiscitario a vantaggio del politico carismatico di turno. L’ingegneria finanziaria, le catene speculative alla Ponzi e l’iniezione di liquidità straordinaria, successiva alla crisi del 2008 dei subprime, accelerano un processo che porta, grazie alla creazione di capitale cloud, alla divaricazione crescente tra il ceto privilegiato finanziario e la stragrande maggioranza delle classi lavoratrici e dei non garantiti.

Dal punto di vista geopolitico, lo smantellamento dell’Unione Sovietica nel 1991 porta al momento unipolare e alle politiche neoconservatrici statunitensi. Nella fase di massima potenza, l’egemone, restato solo sulla scena internazionale, sostituisce i pilastri del diritto internazionale e onusiano con un disegno di dominio imperialistico basato sull’espansionismo della Nato e sulle guerre cosiddette di esportazione della democrazia. In virtù del rafforzamento straordinario del capitale finanziario, la lobby di Israele gestisce fortune enormi, con le quali finanzia la politica e lo spazio mediatico occidentale. Israele, Paese di 9 milioni di abitanti, controlla la potenza sponsor.

L’Europa subisce i processi descritti, ne diventa l’espressione. L’integrazione, da sogno federalista, si trasforma in strumento di rafforzamento di una burocrazia non eletta e non legittimata democraticamente, al servizio della finanza. Le destre europee monopolizzano il dissenso, mentre con l’estrema sinistra si impadroniscono di una retorica nazionalista, anti-migranti che fa da sponda al suprematismo bianco dell’establishment.

Lo spazio mediatico si concentra in poche mani. I grandi aggregati emarginano le voci indipendenti. L’osmosi tra proprietà dei media e lobby finanziaria diviene evidente. Le poche agenzie di stampa diffondono su scala mondiale le veline di una narrativa univoca che sembra inventare la realtà.

La distribuzione della ricchezza a vantaggio degli emergenti, che si realizza a partire dal 2008 porta a uno scontro tra Usa e il rivale strategico, la Cina, intorno alla quale si raggruppa il Sud globale, spaventato dall’arbitrio unipolare, da un potere autocratico che ha perso l’egemonia. Le dottrine militari cambiano: dalla Mad (Mutual Assured Distruction) che era alla base della deterrenza durante la guerra fredda alla Nuts (Nuclear Utilization Targets Selection), una teoria che contempla il conflitto nucleare circoscritto.

 

Gli spettri degli anni Trenta

In questo spazio ristretto non possiamo approfondire i vari fattori della degenerazione politica che ha colpito il mondo occidentale. Si rimanda per questo all’analisi svolta nel saggio già citato. Si può concludere notando come la cultura umanistica sia seppellita da parossismi nazionalistici o bellicisti. La Giornata della memoria diviene, nell’universo distopico odierno, la celebrazione esclusiva rivendicata gelosamente da un gruppo contro i nuovi ultimi della terra. Si utilizza persino la tragedia del genocidio per rafforzare un polo contro l’altro.

La narrativa occidentale delle destre, come quella dei socialisti europei, inneggia alla guerra e utilizza la mistica dei diritti umani e della democrazia per demonizzare il nemico. Lo Stato sociale e i beni comuni sono cancellati, mentre i privilegi della classe di servizio aumentano. I garantiti votano. Gli esclusi, i precari, la vera intelligencija, i naufraghi di scuole politiche scomparse, si astengono.

La cultura e l’approfondimento storico si rifugiano in nicchie ancora esigue, mentre le mode del consumismo e dell’estraniamento autistico, dell’individualismo narcisista privo di vera empatia, si estendono alla maggioranza. Un nuovo conformismo aggressivo si manifesta.

I fantasmi dei totalitarismi degli anni Trenta fluttuano nuovamente all’orizzonte. Eppure la consapevolezza nella società civile, aiutata dalla brutalità del genocidio in diretta, comincia a farsi strada. Le migliori energie vanno spese affinché questo patrimonio non sia sprecato, non rimanga inghiottito da un sistema che tutto utilizza e ricicla.


Elena Basile: Si è laureata in Scienze politiche con una tesi sullo Stato etico con Biagio De Giovanni. Entrata nella carriera diplomatica nel 1985, è stata funzionario vicario dell’ambasciatore d’Italia in Madagascar, Ungheria e Portogallo e console a Toronto. Dal 2013 al 2021 è stata ambasciatrice d’Italia in Svezia e in Belgio, prima donna a guidare la nostra ambasciata a Bruxelles. Nel 2023 ha dato le dimissioni per incompatibilità fra i suoi principi morali e gli obiettivi della politica estera nostrana. Si è quindi dedicata all’analisi della politica internazionale, divenendo una firma del Fatto Quotidiano e una delle voci più critiche del mainstream. Ha scritto cinque libri di narrativa.
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Comments

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Fabrice
Saturday, 25 October 2025 09:53
Integrazione al mio commento finale.

"Draghi: l’unica strada per l’Europa è un federalismo pragmatico",

Roma, 24 ottobre 2025 (Askanews) – “Il futuro dell’Europa deve essere un percorso verso il federalismo. Non in ossequio a un sogno ma per necessità”. Lo ha affermato l’ex presidente del Consiglio italiano e ex presidente della Bce, Mario Draghi, in occasione della consegna del Premio Princesa de Asturias per la Cooperazione internazionale.

“È uno straordinario onore ricevere questo premio. Lo accetto non solo con gratitudine, ma con un profondo senso di responsabilità verso un progetto che ha definito la mia vita professionale”, ha esordito. “Il mio servizio pubblico in Italia è iniziato con i negoziati per il Trattato di Maastricht. Da allora, costruire l’Europa è stata una missione centrale della mia carriera, sia come responsabile delle politiche nazionali, come Capo del Tesoro italiano e poi come Presidente del Consiglio, sia come rappresentante europeo, alla guida della Bce”, ha ricordato Draghi.

“Ma oggi, la prospettiva per l’Europa è tra le più difficili che io ricordi. Quasi ogni principio su cui si fonda l’Unione è sotto attacco. Abbiamo costruito la nostra prosperità sull’apertura e sul multilateralismo: ora affrontiamo protezionismo e azioni unilaterali. Abbiamo creduto che la diplomazia potesse essere la base della nostra sicurezza: ora assistiamo al ritorno della potenza militare come strumento per affermare i propri interessi”.

Proseguimento:

https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/draghi-l-unica-strada-per-l-europa-%C3%A8-un-federalismo-pragmatico/ar-AA1P8x9R?cvid=20bc0c6cef3b4e15dbd5f9f59bc3888e&ei=3

Commento

Cioè praticamente, il capo dei campieri italiani ( https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/23265-comidad-l-oligarchia-italica-ha-come-modello-i-campieri.html ) vuole scippare definitavamente la sovranità al popolo italiano e ai popoli europei in area euro, chiamando tutto questo federalismo pragmatico, insomma, sostanzialmente il sogno federalista europeo è sempre stato solo un'invenzione ai danni dei popoli europei e a favore invece delle potenti lobby europee e statunitensi che a Bruxulles hanno trovato il loro paradiso!
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Fabrice
Saturday, 25 October 2025 12:35
Nota integrativa finale.

Mattarella: “Solo l’Europa unita può affrontare questo tempo difficile”, Italpres, 24 ottobre 2025

Soltanto l’Europa, nel suo insieme, ha le dimensioni per affrontare da protagonista questo tempo difficile. È di grande importanza che i Cavalieri del Lavoro – come ha sottolineato il Cavalier Zobele – diano al processo di unità europea una convinta priorità nei loro programmi. Qualche anno addietro dalla Santa Sede – con le parole di Papa Francesco – è stata proposta una efficace immagine per rappresentare l’avvio di una fase di “guerra mondiale a pezzi”.

Guerra frammentata ma non meno pericolosa. Vorrei raccogliere quell’immagine per metterne a fuoco una analoga: stiamo assistendo a conflitti e iniziative che sembrano porre pesantemente a rischio, – voler fare a pezzi – l’ordine internazionale così faticosamente costruito sulle macerie della Seconda guerra mondiale. Questo ordine, sorto sulla base delle condizioni del mondo degli anni cinquanta, va rielaborato, in corrispondenza al mondo così diverso di oggi, ma va preservato. Siamo, ancora una volta, di fronte al dilemma: come utilizzare le risorse? Per distruggere o per costruire? O, per distruggere per poter costruire a propria convenienza?

Proseguimento:

https://www.imolaoggi.it/2025/10/24/mattarella-solo-leuropa-unita-puo-affrontare-questo-tempo-difficile/

Commento

Cioè praticamente, un altro famigerato dei campiere italiani ( https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/23265-comidad-l-oligarchia-italica-ha-come-modello-i-campieri.html ) vuole scippare definitavamente la sovranità al popolo italiano e ai popoli europei in area euro, chiamando tutto questo Europa unita, e in teoria dovrebbe essere Presidente della Repubblica Italiana, nella pratica invece un viscido reggimocclo delle potenti lobby europee e statunitensi che a Bruxulles hanno trovato il loro paradiso,vergognoso e infame!!
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 19:05
Commento finale

"L’Europa subisce i processi descritti, ne diventa l’espressione. L’integrazione, da sogno federalista, si trasforma in strumento di rafforzamento di una burocrazia non eletta e non legittimata democraticamente, al servizio della finanza.", Elena Basile, riferimento: terzo capoverso del paragrafo "La società fluida di Bauman" del suo articolo di cui sopra.


Domanda: visto e considerato, carte storiche alla mano, che la NATO è sempre servita sostanzialmente fin dallì'inizio a tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi e visto e considerato soprattutto che la UE storicamente è sempre stata una creatura della CIA in tutto e per tutto, perché la Basile ancora insiste sulla Storyteling ad usum delphini dell’integrazione europea come sogno federalista?

Ancora a volere le trattare le masse popolari come bambini a cui non si può dire la cruda, nuda e brutta verità? Poi lei e gente come lei però pretendono che le masse popolari si risveglino ma verità e libertà vanno di pari passo, con le mezze verità e le altre mezze inventate come Storytelling ad usum delphini non si serve nè la verità e neanche ovviamente la possibilità di vivere da popolo davvero libero nella propria terra, anzi al contrario si fa un mezzo favore a TV e giornaloni mainstream che ancora triturano le scatole con la balla dell’integrazione europea come sogno federalista,tanto è vero che persino recentemente alla RAI nel programma di Monica Maggioni con ospite in studio Paolo Gentoloni questi due tubavano e ricamavano fra di loro su sovranità condivisa dei paesi europei in funzione dell’integrazione europea come sogno federalista, insomma , balle su balle, poco ma sicuro!!

Per il resto, brava la Basile a sapersi esporre controcorrente su conflitto israelo palestinese e russo ucraino, certo è che al posto suo non andrei mai su TV e giornaloni mainstream, una perdita di tempo, piuttosto mi darei da fare con personaggi di suo pari grado per dare vita concretamente subito a un nuovo movimento politico che liberi l'Italia una volta pertitte dai vincoli esterni: monetario, euro, e militare, NATO.

Non si capisce quindi come mai ancora non l'abbia fatto: crede ancora troppo alla sua stessa Storytelling di integrazione europea come sogno federalista oppure è consapevole che mettersi in prima persona apertamente contro lobby militari potentissime e lobby finanziarie potentissime comporterebbe anche rischi di un certo tipo a livello personale? Un mix delle due cose? O che altro?
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 18:28
Per unire ulteriormente i puntini! Quarta ed ultima parte.

Unione Europea: creazione della CIA!!

2. https://web.archive.org/web/20220317170729/https://www.italiaoggi.it/news/la-ue-fatta-nascere-dalla-cia-2053384

In particolare, il seguente passaggio finale da sottolineare col pennarello rosso:

"L'archivio scoperto da Paul contiene anche un memorandum datato 11 giugno 1965 in cui la sezione «affari europei» del dipartimento di stato Usa consiglia al vice-presidente dell'allora comunità economica europea, l'economista francese Robert Marjolin, di perseguire l'obiettivo dell'unificazione monetaria europea agendo sottotraccia: gli raccomanda di sopprimere il dibattito al riguardo fino al momento in cui «l'adozione di tali proposte diventerà virtualmente inevitabile»."

3. Vedasi anche:

https://web.archive.org/web/20160214214045/http://www.storiainrete.com/10942/in-primo-piano/lunione-europea-lha-fatta-nascere-la-cia/

+

https://vocidallestero.it/2015/11/01/telegraph-i-federalisti-europei-finanziati-dalla-spionaggio-usa/

+

https://www.libreidee.org/2015/11/ue-ed-eurozona-un-progetto-cia-rockefeller-dagli-anni-50/
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 18:18
Per unire ulteriormente i puntini! Quarta ed ultima parte.

Unione Europea: creazione della CIA!!


1. Altiero Spinelli scrive infatti nel suo Diario il 12 aprile 1953: “Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica, da saper fare al momento buono in cui il regime poliziesco sarà marcio[...].” [2]
L'unità europea non è quindi un qualcosa di a sé stante fatta sulla Luna, ma che va inquadrata nella realtà concreta in cui viene concepita e sorge; sin dall'inizio, in particolare, non è disgiungibile dalla strategia e dagli interessi dell'imperialismo statunitense.
Negli ultimi anni di vita, è ancora Altiero Spinelli a riconoscerlo e anzi a rivendicarlo apertamente, intervenendo al congresso del Partito Radicale nel 1985: “Ci sono essenzialmente due metodi che sono contemporaneamente in opera; c'è il tentativo […] di un'Europa che sia fatta dagli europei. E c'è contemporaneamente il tentativo di un'Europa che sia fatta dagli americani. E vorrei che non ci sdegnassimo inutilmente, e in fondo non seriamente, di questa seconda alternativa. L'unità imperiale sotto l'egida americana è certo anche assai umiliante per i nostri popoli ma è superiore al nazionalismo perché contiene una risposta ai problemi delle democrazie europee, mentre il ritorno al culto delle sovranità nazionali non è una risposta. [...]
Le due forme stanno procedendo insieme e noi le vediamo sotto i nostri occhi; e guardate, non si può abolire l'una nella misura in cui si sviluppa l'altra. [...] È attraverso queste due che l'Europa va muovendosi.
[…] Ebbene, noi abbiamo una serie di eserciti apparentemente nazionali inquadrati sotto il comando americano e nel sistema imperiale americano. E la responsabilità fondamentale della difesa dell'Europa ce l'hanno oggi gli americani. Noi formiamo truppe di ausiliari.” [3]
Più chiaro di così
Non può quindi sorprendere quanto appare nero su bianco nei documenti dell'intelligence Usa venuti alla luce grazie al ricercatore della Georgetown University Joshua Paul e ripresi dal Telegraph in un articolo del 2000: nel 1948 venne creato il Comitato Americano per l'Europa Unita (ACUE), guidato dall'ex capo dell'OSS (poi CIA) William J. Donovan e da Allen Dulles, poi capo della Cia. [4]
Il Comitato, attraverso finanziamenti delle fondazioni Rockefeller e Ford, aveva il compito di sostenere e indirizzare la campagna per l'integrazione politica europea in chiave anti-comunista, in particolare finanziando il Movimento Europeo e la Campagna Giovanile Europea. [4]
Secondo questi documenti desecretati, il Comitato disponeva a metà degli anni '50 di circa 1 milione di dollari all'anno; nel 1958, per esempio, fornì il 53.5 per cento dei fondi del Movimento.
Fu ad esempio un memorandum del 26 luglio 1950 firmato dal generale Donovan a dare istruzioni per mettere in atto una campagna per promuovere la creazione del Parlamento europeo. [5]
Non si tratta quindi di complottismo, ma semplicemente della dimostrazione di una lucida e dichiarata strategia politica dell'imperialismo statunitense, accettata da gran parte delle classi dirigenti europee, che ha accompagnato sin dalle origini il mitico progetto comunitario.
Come scrive Brzezinski, “L’ Europa unita doveva fungere da strumento di colonizzazione Usa e testa di ponte verso il continente asiatico.” [6] Per caso vi suona familiare?
È del resto ancora Altiero Spinelli, con encomiabile schiettezza, a darne conferma nel suo Diario descrivendo il suo viaggio negli Usa del 1955: “Assai più interessante è stato l’incontro con Richard Bissell – Central Intelligence Agency. Ha mostrato subito un assai vivo interesse per i miei piani, ed ha promesso di intervenire presso Donovan e presso la Ford Foundation. [...] Ho visitato Donovan. Era presente anche Hovey, Executive Director dell’American Committee on United Europe [...] entrambi entusiasti del mio piano. Donovan si è impegnato formalmente a cercar fondi. Ha approvato la mia decisione di far in modo che sia io a dirigere l’operazione. […] Praticamente ho ottenuto la garanzia dell’appoggio dell’USIA, della Ford Foundation e dell’ACUE. Più di questo non potevo sperare.” [2]

Riferimento e proseguimento:

https://www.lacittafutura.it/esteri/il-mito-reazionario-dei-padri-fondatori-dell-ue

Commento

Da sottolineare col pennarello rosso:

"Altiero Spinelli scrive infatti nel suo Diario il 12 aprile 1953: “Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica, da saper fare al momento buono in cui il regime poliziesco sarà marcio[...].”

Da notare che ancora oggi la Federazione Russa è i paese con più estensione materiale al mondo e soprattutto più ricco di materie prime , da notare anche che nella storia dell'umanità mai si è visto un sistema così famelico, avido e in preda a deliri di onnipotenza come il sistema imperialistico statunitene, da notare anche che dire e fornire le prove che la UE è una creatura della CIA in tutto e per tutto è ancora tabù su tutti i media maistream occidentali e sui media alternativi indipendenti solo Byoblu TV per circa un anno mandò in onda il programma settimanale "Matrix" condotto dal bravo Francesco Amodeo che svelava le magagne storiche alla base della nascita della UE e quelle successive, poi all'improvviso l'hanno interrotto, chissà come perché......!!
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 17:58
Per unire ulteriormente i puntini! Terza parte.

Premessa

Chi è Franco Fracassi.



Reporter esperto di geopolitica e di comunicazione.
Ha iniziato a svolgere la professione di giornalista nel 1988, lavorando per testate italiane e internazionali: quotidiani, settimanali, mensili, agenzie di stampa, radio, tv e internet.
Per sedici anni è stato inviato di guerra (Bosnia, Kosovo, Angola, Iraq, Afghanistan), ha svolto inchieste su corruzione, mafia, terrorismo e servizi segreti e ha coperto principali eventi mondiali (la caduta del Muro di Berlino, il colpo di Stato in Russia, le Olimpiadi, i vertici internazionali, tra cui il G8 di Genova).

Proseguimento:





https://www.francofracassi.com/chi-siamo



1. "Dipartimento di Stato Usa: Pd e Pdl portano avanti la stessa politica", Franco Fracassi per Popoff Quotidiano, agosto 2014



https://www.popoffquotidiano.it/2014/08/12/dipartimento-di-stato-usa-pd-e-pdl-portano-avanti-la-stessa-politica/


In particolare, il seguente passaggio dell'articolo:


"Energia: «Incoraggeremo il nuovo governo italiano a impostare come prioritaria la formulazione di una politica energetica fabbisogno energetico e la preoccupante dipendenza dalla Russia. Energia nucleare e energie rinnovabili dovrebbero fare parte del piano. L’Italia dovrebbe esercitare leadership al livello europeo, spingendo per una politica energetica che si occupi dell’estremamente preoccupante dipendenza dalla Russia (vi ricordate il tentativo del governo Berlusconi di riaprire all’energia nucleare?, ndr). Suggeriremo di usare l’influenza che promana dalla comproprietà del governo italiano in Eni per fermare la compagnia dall’essere la punta di lancia di Gazprom. Questo probabilmente richiederà una nuova leadership in Eni»."




Commento che feci allora




Gia dal 2008 oligarchie USAI ( United States of America and Israel ) pensavano a come recidere definitivamente legami energetici fra Italia e Russia, 14 anni dopo è cominciato a diventare realtà (https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/01/mosca-ci-chiude-il-gas-eni-oggi-azzerate-la-forniture-dalla-russia-al-lavoro-con-gazprom-per-ripristinare-i-flussi/6824522/ ) , ma che strane coincidenze......!


2. "Gas, nazi e media: la verità sulla guerra"
di Franco Fracassi per Pop Off, giugno 2014, pubblicato poi da Sinistra In Rete

Un'azienda del gas, un oligarca e un'agenzia di pubbliche relazioni senza scrupoli, un gasdotto che non s'ha da fare e impronte che portano molto vicino alla Casa Bianca





«È mia profonda convinzione che un piccolo numero di parole, ma con grande impatto emotivo, possa modificare le convinzioni dell'opinione pubblica». «In Bulgaria è andato tutto bene. Adesso bisogna spingere per Odessa». Un inglese e uno statunitense. Per adesso non importa come si chiamino, né che ruolo abbiano in questa vicenda. Odessa, Sofia, Londra, Washington e Dniepropetrovsk. Questa è la storia di due incontri segreti. È la storia del controllo dell'approviggionamento di gas all'Europa. È la storia di un'agenzia di pubbliche relazioni in grado di manipolare l'informazione internazionale. È la storia del cuore del potere mondiale, e di come esso abbia anche a che fare con profitti personali. È la storia di un massacro nazista. È la storia di una guerra. In mezzo più di quaranta milioni di cittadini inermi. In altre parole, questa è la storia (a quanto pare) del perché in Ucraina c'è stato un colpo di Stato e del perché si sta combattendo una guerra civile.

Iniziamo con lo scenario. Le più grandi riserve di gas del mondo si trovano in Russia o in Kazakistan, Paese alleato di Mosca. Ma nuovi e ricchi giacimenti sono stati recentemente rinvenuti anche in Ucraina. La Russia è il più importante fornitore di gas all'Europa. Fino a pochi anni fa la maggior parte dei gasdotti (e degli oleodotti) transitavano per il territorio ucraino.

Poi è arrivata l'autostrada dell'energia Mosca-Berlino chiama North Stream, al cui vertice è stato piazzato l'ex Cancelliere tedesco Gehrard Schroeder. Ma per il Cremlino non bastava. Allora, ecco l'apparizione di South Stream, direttamente dal Mar Caspio all'Italia, passando sotto il Mar Nero. Due mosse che permettevano di bypassare l'Ucraina e di assoggettare definitivamente gran parte dell'economia europea e di sottrarla al controllo di Washington. Contemporaneamente, la Russia stringe accordi sempre più stringenti con la Cina, formando un blocco compatto e molto potente contro

Proseguimento:

https://www.sinistrainrete.info/estero/3831-franco-fracassi-gas-nazi-e-media-la-verita-sulla-guerra.html



Commento che feci allora


"La TV è il potere che addormenta le coscienze", monaco francese di cui non ricordo il nome,


soprattutto quindi se ci sono in mezzo agenzie di pubbliche relazioni in combutta con criminali guerrafondai anglosassoni!
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 17:58
Per unire ulteriormente i puntini! Terza parte.

Premessa

Chi è Franco Fracassi.



Reporter esperto di geopolitica e di comunicazione.
Ha iniziato a svolgere la professione di giornalista nel 1988, lavorando per testate italiane e internazionali: quotidiani, settimanali, mensili, agenzie di stampa, radio, tv e internet.
Per sedici anni è stato inviato di guerra (Bosnia, Kosovo, Angola, Iraq, Afghanistan), ha svolto inchieste su corruzione, mafia, terrorismo e servizi segreti e ha coperto principali eventi mondiali (la caduta del Muro di Berlino, il colpo di Stato in Russia, le Olimpiadi, i vertici internazionali, tra cui il G8 di Genova).

Proseguimento:





https://www.francofracassi.com/chi-siamo



1. "Dipartimento di Stato Usa: Pd e Pdl portano avanti la stessa politica", Franco Fracassi per Popoff Quotidiano, agosto 2014



https://www.popoffquotidiano.it/2014/08/12/dipartimento-di-stato-usa-pd-e-pdl-portano-avanti-la-stessa-politica/


In particolare, il seguente passaggio dell'articolo:


"Energia: «Incoraggeremo il nuovo governo italiano a impostare come prioritaria la formulazione di una politica energetica fabbisogno energetico e la preoccupante dipendenza dalla Russia. Energia nucleare e energie rinnovabili dovrebbero fare parte del piano. L’Italia dovrebbe esercitare leadership al livello europeo, spingendo per una politica energetica che si occupi dell’estremamente preoccupante dipendenza dalla Russia (vi ricordate il tentativo del governo Berlusconi di riaprire all’energia nucleare?, ndr). Suggeriremo di usare l’influenza che promana dalla comproprietà del governo italiano in Eni per fermare la compagnia dall’essere la punta di lancia di Gazprom. Questo probabilmente richiederà una nuova leadership in Eni»."




Commento che feci allora




Gia dal 2008 oligarchie USAI ( United States of America and Israel ) pensavano a come recidere definitivamente legami energetici fra Italia e Russia, 14 anni dopo è cominciato a diventare realtà (https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/01/mosca-ci-chiude-il-gas-eni-oggi-azzerate-la-forniture-dalla-russia-al-lavoro-con-gazprom-per-ripristinare-i-flussi/6824522/ ) , ma che strane coincidenze......!


2. "Gas, nazi e media: la verità sulla guerra"
di Franco Fracassi per Pop Off, giugno 2014, pubblicato poi da Sinistra In Rete

Un'azienda del gas, un oligarca e un'agenzia di pubbliche relazioni senza scrupoli, un gasdotto che non s'ha da fare e impronte che portano molto vicino alla Casa Bianca





«È mia profonda convinzione che un piccolo numero di parole, ma con grande impatto emotivo, possa modificare le convinzioni dell'opinione pubblica». «In Bulgaria è andato tutto bene. Adesso bisogna spingere per Odessa». Un inglese e uno statunitense. Per adesso non importa come si chiamino, né che ruolo abbiano in questa vicenda. Odessa, Sofia, Londra, Washington e Dniepropetrovsk. Questa è la storia di due incontri segreti. È la storia del controllo dell'approviggionamento di gas all'Europa. È la storia di un'agenzia di pubbliche relazioni in grado di manipolare l'informazione internazionale. È la storia del cuore del potere mondiale, e di come esso abbia anche a che fare con profitti personali. È la storia di un massacro nazista. È la storia di una guerra. In mezzo più di quaranta milioni di cittadini inermi. In altre parole, questa è la storia (a quanto pare) del perché in Ucraina c'è stato un colpo di Stato e del perché si sta combattendo una guerra civile.

Iniziamo con lo scenario. Le più grandi riserve di gas del mondo si trovano in Russia o in Kazakistan, Paese alleato di Mosca. Ma nuovi e ricchi giacimenti sono stati recentemente rinvenuti anche in Ucraina. La Russia è il più importante fornitore di gas all'Europa. Fino a pochi anni fa la maggior parte dei gasdotti (e degli oleodotti) transitavano per il territorio ucraino.

Poi è arrivata l'autostrada dell'energia Mosca-Berlino chiama North Stream, al cui vertice è stato piazzato l'ex Cancelliere tedesco Gehrard Schroeder. Ma per il Cremlino non bastava. Allora, ecco l'apparizione di South Stream, direttamente dal Mar Caspio all'Italia, passando sotto il Mar Nero. Due mosse che permettevano di bypassare l'Ucraina e di assoggettare definitivamente gran parte dell'economia europea e di sottrarla al controllo di Washington. Contemporaneamente, la Russia stringe accordi sempre più stringenti con la Cina, formando un blocco compatto e molto potente contro

Proseguimento:

https://www.sinistrainrete.info/estero/3831-franco-fracassi-gas-nazi-e-media-la-verita-sulla-guerra.html



Commento che feci allora


"La TV è il potere che addormenta le coscienze", monaco francese di cui non ricordo il nome,


soprattutto quindi se ci sono in mezzo agenzie di pubbliche relazioni in combutta con criminali guerrafondai anglosassoni!
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 17:47
Per unire ulteriormente i puntini! Seconda parte.

“The policy of the USA has always been to prevent Germany and Russia from cooperating more closely”

Interview by Thomas Kaiser with Jacques Baud

Jacques Baud holds a master’s degree in Econometrics and a postgraduate degree in International Security from the Graduate Institute of International Relations in Geneva and was a Colonel in the Swiss Army. He worked for the Swiss Strategic Intelligence Service and was an advisor on the security of refugee camps in Eastern Zaire during the Rwandan war (UNHCR – Zaire/Congo, 1995-1996). He worked for the DPKO (Department of Peacekeeping Operations) of the United Nations in New York (1997-99), founded the International Centre for Humanitarian Demining in Geneva (CIGHD) and the Information Management System for Mine Action (IMSMA). He contributed to the introduction of the concept of intelligence in UN peace operations and headed the first integrated UN Joint Mission Analysis Centre (JMAC) in Sudan (2005-06). He was head of the Peace Policy and Doctrine Division of the UN Department of Peacekeeping Operations in New York (2009-11) and of the UN Expert Group on Security Sector Reform and the Rule of Law, worked in Nato and is the author of several books on intelligence, asymmetric warfare, terrorism and disinformation.

Proseguimento:


https://www.pressenza.com/2022/04/the-policy-of-the-usa-has-always-been-to-prevent-germany-and-russia-from-cooperating-more-closely/
In particolare, il seguente passaggio dell'articolo:

Jacques Baud: "Since the Second World War, it has always been US policy to prevent Germany and Russia or the USSR from working more closely together. This is despite the fact that the Germans have a historical fear of the Russians. But these are the two biggest powers in Europe. Historically, there have always been economic relations between Germany and Russia. The USA has always tried to prevent that. One must not forget that in a nuclear war, Europe would be the battlefield. That means that in such a case the interests of Europe and the United States would not necessarily be the same. This explains why in the 1980s the Soviet Union supported pacifist movements in Germany. A closer relationship between Germany and Russia would render the American nuclear strategy useless. "


https://www.pressenza.com/2022/04/the-policy-of-the-usa-has-always-been-to-prevent-germany-and-russia-from-cooperating-more-closely/


PS intervistato anche in Italia:

https://www.ilsussidiario.net/news/jacques-baud-strategico-ex-nato-consegna-di-armi-allucraina-atto-criminale/2314922/
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Fabrice
Friday, 24 October 2025 17:44
Per unire ulteriormente i puntini! Prima parte.

Lord Ismay, primo Segretario generale della NATO, ebbe a dire:« Lo scopo della NATO è di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi ». Il Patto Atlantico traeva infatti origine dalla percezione che il cosiddetto mondo occidentale (costituito da Stati Uniti d’America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Italia ed altri Paesi dell’Europa occidentale), dopo la seconda guerra mondiale, stesse cominciando ad accusare tensioni nei confronti dell’altro paese vincitore della guerra, ossia l’Unione Sovietica, con i suoi Stati satellite.

Riferimenti:


https://www.ariannaeditrice.it/articoli/nato-jekyll-nato-hyde-alle-origini-della-strategia-dell-espansione


https://www.ilditonellocchio.it/24-agosto-1949-entra-in-vigore-il-patto-nato/
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