Tempi interessanti
di Miguel Martinez
“Ti auguro di vivere in tempi interessanti…”
E in effetti, noi stiamo vivendo i tempi più interessanti finora esistiti.
Non è per dare centralità a noi stessi: i tempi dei nostri figli saranno ancora più interessanti, semplicemente perché saranno ancora più accelerati.
Mio suocero ha raccolto una serie di oggetti della sua infanzia in campagna, che si distinguevano dal neolitico, solo per l’occasionale presenza del fabbro. E non so se fosse del neolitico, o dell’età del ferro o dei tempi nostri, il Calzolaio Indaco che arrivava in paese, si faceva ospitare il tempo di fare le scarpe per tutti, e poi passava a un altro paese.
Io oggi vivo in un inferno sorvegliato da innumerevoli satelliti che hanno reso invisibili le stelle, tra umani che affidano il controllo di ogni loro gesto, ma anche di ogni loro minima emozione, persino della loro impronta digitale, a due o tre sataniche aziende che potranno spegnerne l’esistenze con un clic.
In pochi decenni siamo passati dall’esistenza dell’immagine fotografica, che credevamo finalmente vera al contrario delle fantasie dei pittori; all‘immagine truccata che non puoi sapere se è vera o falsa.
Mentre basta rispondere a un messaggio perché io resti cieco per il resto della vita, come è successo in Libano, io traduttore non ho più lavoro perché c’è un’intelligenza artificiale che traduce al posto mio (e lo fa benissimo).
I luddisti si sono ribellati contro quelli che volevano eliminare le mani creative; e oggi che stanno eliminando anche le menti creative, i luddisti dei tempi nostri – come in fondo anche allora – sono solo poche menti bellissime.
Il capitalismo consiste nel promettere un guadagno futuro, contro un investimento presente: questo crea un rapporto perverso tra i sogni, le fantasie, i deliri pubblicitari, o semplicemente il fa tanto comodo, e il massacro che subiamo adesso.
Come scientificamente illustra Steve Cutts:

Dove non possiamo renderci mai conto del massacro, perché stiamo sognando troppo. Rifiutiamo di rinunciare all’orrore sottostante, perché non osiamo rinunciare alla felicità sovrastante.
Ieri sera eravamo tra la gente del Rione…
Il Vallero Calciante di Parte Bianca, i Filosofi, la Vale con lo stemma di sceriffo, Elisa la commercialista, la Francy che tiene in piedi tutto…
a scambiarci storie – dal rapporto tra lo scrolling e l’effetto della cocaina sui cervelli, alle mutazioni che le multinazionali stanno creando dentro i figlioli…
A dirci, che alla fine i figlioli non hanno colpa, sono stati i genitori…
Anche cose semplici semplici, tipo, consumare l’acqua potabile di una contea intera, per nutrire l’intelligenza artificiale che ci fa sapere quale è la strada meno trafficata per tornare a casa stasera, rinunci all’acqua o al fa tanto comodo?
Quello che ha ucciso in pochi decenni contadini e artigiani, oggi stermina giornalisti, traduttori, artisti, insegnanti, avvocati, semplicemente perché fa tanto comodo e fa risparmiare.
Contemporaneamente, tutta la coperta si fa più corta, a causa di un esaurimento delle risorse finite di questo pianeta solitario.
Riflettiamoci un attimo: quello che ci ha fatto progredire, da una parte distrugge le risorse che ci servono per sopravvivere, dall’altra migliora talmente tanto l’efficienza di questo sfruttamento, da rendere la vasta maggioranza dell’umanità superflua.
Da questo discende, prima una cultura dell’intangibilità: almeno nel cosiddetto “Occidente” viviamo all’apice della civiltà, ogni cavillo è un diritto, esiste una tecnica per soddisfarlo, cui si arriva o tramite un’app o tramite un ricorso giudiziario.
Contemporaneamente, però, subito dopo, arriva l’oste con il conto. Che ci dice che non c’è lavoro per tutto, non c’è assistenza sanitaria per tutti, è finita la pacchia; anzi, è cominciata anche una guerra attesa, tra poco manderemo i vostri figli (anzi, visto che siamo moderni, pure le figliole) a un massacro come Verdun, ma al tempo dei droni.
L’Umano è sotto l’ultimo assalto.
Ma l’Umano è abituato da sempre ad avere semplicemente un altro umano come Nemico.
Certo, Musk e Thiel e Zuckerberg e Altman sarebbero pure i nemici dell’intera specie umana (altroché Hitler o Stalin), solo che sono proprio loro che ci offrono quello che ci piace: campano felici facendoci felici.
Quindi nel collasso generale, è inevitabile che cerchiamo altri nemici, purché umani.
E quindi inevitabilmente, ci lanciamo in scontri senza via di uscita, che siano sull’Ucraina o sulla Palestina, che ci danno almeno la facile certezza di un nemico ancora umano.
Ed ecco che tutte le nostre passioni si concentrano su antipatie umane.
Ma il vero nemico non è umano.
Non è Putin-Netanyahu-Zelenskyj-Trump-Hamas-Soros-Schlein-Meloni.
Saulo di Tarso partiva dal privilegio di essere cittadino romano, e aveva assistito in qualche modo attivamente all’uccisione di Stefano primo dei martiri. Forse era membro anche del massimo consiglio, il Sinedrio.
Però riuscì a fare qualcosa che non riesce a quasi nessuno di noi, ascoltare la voce dell’avversario. E così prima che lo decapitassero, “presso le Aquæ Salviæ”, ci confidò un segreto fondamentale, che vale anche per noi che non sappiamo di essere cristiani:
“La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.”
Secondo la tradizione la testa recisa del Santo, rimbalzando tre volte al suolo, fece scaturire miracolosamente altrettante fonti d’acqua: la prima calda, la seconda tiepida, la terza fredda. Da allora non si parlò più di Aquae Salviae per indicare quest’area ma, per l’appunto, delle Tre Fontane.







































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