Fai una donazione

Questo sito è autofinanziato. L'aumento dei costi ci costringe a chiedere un piccolo aiuto ai lettori. CHI NON HA O NON VUOLE USARE UNA CARTA DI CREDITO può comunque cliccare su "donate" e nella pagina successiva è presente (in alto) l'IBAN per un bonifico diretto________________________________

Amount
Print Friendly, PDF & Email

ilpungolorosso

Il prossimo 14 ottobre, a Udine, si giocherà la partita di calcio tra Italia e Israele…

di Docenti per Gaza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa presa di posizione di “Docenti per Gaza” su (e contro) questo prossimo evento sportivo, che di autenticamente sportivo avrà ben poco, e sarà al centro di un’ampia contestazione di massa. Quanto alle leggi e alla Costituzione del 1948, all’occorrenza, come in questo e altri mille casi, lo stato non esita a mettersele sotto i piedi. Carta straccia, come le infinite risoluzioni ONU di condanna dello stato sionista. (Red.)

Il prossimo 14 ottobre, a Udine, si giocherà la partita di calcio tra Italia e Israele valevole per le qualificazioni ai campionati mondiali del 2026.

Incuranti degli appelli che si susseguono, ormai da mesi, per chiedere la sospensione di questo evento, FIGC, prefettura e governo ritengono che non ci sia nulla di male a ospitare la squadra che rappresenta un’entità coloniale che da decenni occupa il territorio palestinese illegalmente, costringendo i suoi abitanti a vivere sotto assedio, e che negli ultimi due anni ha accelerato e inasprito a dismisura un progetto dichiaratamente genocidiario.

“Cosa c’entra lo sport?”, qualcuno si domanda. Tante, forse troppe persone non sono a conoscenza del fatto che molti dei componenti della squadra israeliana sono membri effettivi dell’esercito, e che non perdono occasione per esaltare le ignobili “imprese” dell’IDF; la propaganda sionista e la copertura al genocidio in atto passano anche per manifestazioni come questa.

È fin troppo scoperto, infatti, l’intento di normalizzazione che il progetto coloniale israeliano sta portando avanti con questa operazione di sportwashing: ripulire la propria reputazione attraverso la partecipazione a eventi sportivi internazionali, tentando di far passare il messaggio che Israele è un paese come gli altri.

E altrettanto palese è il doppio standard con cui la comunità internazionale, e la FIFA in particolare, si rapportano nei confronti di Israele, astenendosi dal prendere provvedimenti che, in altri casi, non hanno esitato ad adottare.

Non sono poche, inoltre, le squadre di calcio israeliane che usano lo sport per veicolare messaggi suprematisti e apertamente razzisti, così come le loro tifoserie: è ancora fresca la memoria degli scontri ad Amsterdam, nel novembre scorso, provocati dagli ultras del Maccabi Tel Aviv, i quali hanno aggredito cittadini locali identificati come “arabi” o musulmani, per poi lamentarsi di “odio antisemita” nei loro confronti nel momento in cui gli olandesi si sono semplicemente difesi.

È evidente, dunque, che lo sport israeliano, come ogni aspetto della società, trasuda colonialismo e pulizia etnica in ogni sua minima piega. È il caso del Teddy Stadium di Gerusalemme, ad esempio, intitolato al vecchio sindaco della città Teddy Kollek, sionista ungherese del partito laburista, che durante il suo lungo mandato incrementò occupazioni e sfollamenti di molte aree della città. Lo stadio venne costruito sui terreni che facevano parte del villaggio palestinese di al-Maliha, la cui popolazione venne sfollata dalle bande terroriste dell’Irgun e del Palmach nel 1948. Questa è solo una fra le moltissime infrastrutture israeliane edificate su terreni di villaggi palestinesi rasi al suolo durante e dopo la Nakba, sostituiti da centri abitati e insediamenti coloniali.

Come Docenti per Gaza, vogliamo ricordare i dati riportati dalla Federazione Calcistica palestinese, in base ai quali Israele ha causato la morte di 762 tra atleti, allenatori e dirigenti, di cui 422 calciatori (60 minori del campionato giovanile), oltre alla distruzione di 267 impianti sportivi: stadi, palestre, sedi di club e strutture della federazione. In particolare, condanniamo la mutilazione e l’uccisione di decine e decine di giovani e giovanissim3 atlet3, con cui Israele ha, di fatto, eliminato il calcio giovanile palestinese, con la stessa deliberata disumanità con la quale ha cancellato il sistema scolastico e culturale della Striscia.

In queste ore, leggiamo dell’autorizzazione ai servizi segreti israeliani – da parte del Governo italiano – a operare sul nostro territorio in occasione della partita, per “proteggere” (?) la squadra dalle contestazioni e dalla manifestazione di protesta che vedrà la partecipazione di migliaia di cittadin3 provenienti da tutto il paese… condanniamo con fermezza questa decisione, che ci sembra surreale: ci chiediamo se non sia anticostituzionale autorizzare servizi segreti di un paese straniero a monitorare le manifestazioni e le contestazioni di cittadini italiani, il cui diritto a esprimere il proprio dissenso è sancito dalla nostra Costituzione! Semplicemente assurdo, ma – a ben vedere – non è che l’ennesima dimostrazione di sudditanza che ha portato l’attuale governo italiano a essere denunciato alla Corte Penale Internazionale per complicità con il genocidio israeliano.

Dinanzi a questi crimini vogliamo ricordare alla FIGC Federazione Italiana Giuoco Calcio e alla FIFA che razzismo, suprematismo e qualsiasi politica di sopraffazione a livello locale e internazionale non possono essere avallati e normalizzati da collaborazioni sportive.

Come Docenti conosciamo il valore educativo della pratica sportiva ed è per questo che consideriamo molto pericoloso lo sdoganamento del colonialismo israeliano nei nostri stadi e nei luoghi adibiti alla pratica sportiva.

Pin It

Add comment

Submit