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Le violazioni di Israele coperte dagli Stati

di Micaela Frulli

Ogni analisi relativa alla Global Sumud Flottiglia (Gsf) deve partire dalla situazione giuridica delle acque in cui le imbarcazioni che la compongono stanno navigando. Si trovano in acque internazionali, dove il diritto internazionale non consente a Israele né a nessun altro Stato di intercettarle: vige la libertà di navigazione ai sensi dell’art. 87 della Convenzione Onu sul diritto del mare (Cdm), che ha codificato una consuetudine preesistente e vigente anche per gli Stati che non sono parti della Cdm, come Israele. Il diritto considera il mare internazionale come uno spazio comune utilizzabile esclusivamente a scopi pacifici e che non può essere sottoposto alla sovranità di alcuno Stato (artt. 88 e 89 della Cdm). Obiettivo della Gsf è raggiungere le acque antistanti Gaza, che non possono in alcun modo essere considerate acque territoriali israeliane. Israele non ha titolo di sovranità su di esse, come non ne ha sul territorio di Gaza e sullo spazio aereo e mantiene su tali spazi un’occupazione che la Corte internazionale di giustizia (Cig) ha definito illegale a tutti gli effetti. Solo la Palestina ha diritti sovrani al largo della Striscia, in base all’art. 2 della Cdm, cui ha aderito nel 2015, notificando l’estensione del proprio mare territoriale fino a 12 miglia nautiche dalla costa, come previsto dal trattato. Sul mare territoriale vige il diritto di passaggio inoffensivo delle navi che non recano pregiudizio al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero.

Al quadro di base delineato dal diritto del mare, deve aggiungersi che Israele, oltre a occupare illegalmente il territorio di Gaza, ha imposto un blocco navale da lungo tempo uscito dai confini del diritto internazionale umanitario, poiché arreca danni eccessivi alla popolazione civile rispetto al vantaggio militare concreto e diretto derivante dal blocco stesso (par. 102 del Manuale di San Remo sul diritto applicabile ai conflitti armati in mare, che codifica il diritto consuetudinario in materia). Il diritto umanitario stabilisce inoltre che, se la popolazione civile del territorio sottoposto al blocco non può avere accesso al cibo e altri beni di prima necessità, la parte che impone il blocco deve consentire il libero passaggio degli aiuti umanitari (parr. 103-104 Manuale di San Remo).

È chiaro dunque che in base al diritto internazionale le imbarcazioni della Gsf non stanno violando alcuna regola di diritto internazionale, ma agiscono nel pieno rispetto del diritto del mare e del diritto internazionale umanitario, facendosi carico dell’attuazione di obblighi che gli Stati, Israele in primo luogo e gli altri a seguire, non stanno rispettando.

C’è da chiedersi perché gli Stati e le organizzazioni internazionali, quasi all’unanimità, facciano appello al rispetto da parte della Gsf di un blocco navale che ha superato qualsiasi confine di legalità. C’è da chiedersi perché non si fa invece pressione su Israele per porre fine al blocco illegale e per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari alla popolazione civile, come prevede il diritto. Gli Stati, soprattutto quelli di cui le navi della Gsf battono bandiera, hanno l’obbligo di fare tutto quanto è possibile per proteggere una missione umanitaria che agisce nel pieno rispetto delle regole per raggiungere obiettivi tutelati dal diritto internazionale.

Stupisce ancor più questo atteggiamento se si considera che Israele sta agendo anche in violazione delle ordinanze cautelari emesse dalla Cig nel 2024 nell’ambito del procedimento intentato dal Sudafrica contro Israele per violazione della Convenzione Onu per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Tali ordinanze impongono a Israele di adottare misure immediate ed effettive per garantire l’assistenza umanitaria a Gaza e impedire che la Gsf giunga a destinazione viola anche questi obblighi.

Qualcuno evoca la presunta legalità del blocco navale in base al rapporto della Commissione d’inchiesta nominata nel 2010 dal segretario generale Onu sul raid israeliano a danno della nave Mavi Marmara (Rapporto Palmer). Quel rapporto, in condizioni assai diverse da quelle odierne, stabilì che il blocco navale israeliano era lecito, pur condannando l’uso sproporzionato della forza da parte delle forze israeliane nell’abbordaggio della nave, che provocò dieci morti e molti feriti fra gli attivisti a bordo. Il Rapporto Palmer, però, già allora fu criticato da più parti e contraddetto dal Rapporto della Commissione d’inchiesta del Consiglio diritti umani dell’Onu (2010), che si espresse nel senso di una totale illiceità del blocco navale, qualificandolo come una forma di punizione collettiva in violazione dell’art. 33 della IV Convezione di Ginevra.

Uno scenario di grave illegalità si configura nel momento in cui le imbarcazioni della Gsf sono state intercettate e attaccate, illegalità non certo attribuibile a chi porta avanti le ragioni del diritto (e dell’umanità) su quelle barche.

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Comments

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Alfred
Saturday, 04 October 2025 19:01
Ma cara lei si stupisce che israele violi il diritto del mare?
Sono quasi 80 anni che viola le risoluzioni onu, sara' diventato un tic.
Non e' un tic, e' una scelta ampiamente supportata dai veti del suo padrone .... o dal suo partner Usa in una relazione sadomaso, faccia lei.
Sta di fatto che Israele e il suo papa non si perdono mai di vista e fanno lucrosi affari e parecchie sceneggiate ad uso e consumo di un mondo che considerano pieno di idioti.

Quindi quando scrive
Tali ordinanze impongono a Israele di adottare misure immediate ed effettive per garantire l’assistenza umanitaria a Gaza e impedire che la Gsf giunga a destinazione viola anche questi obblighi.

Lei ignora che ai valichi per gaza ci sono tir pieni di roba da mangiare che israele non fa entrare, da mesi.
Immagino che crei stupore, ma non in chi da quasi 80 anni vede queste dinamiche in atto, alla luce del sole, in faccia al mondo. Persino i nazisti avevano tenuto un certo riserbo nell'ammazzare ebrei, rom e persone malate. Israele no, quasi (senza quasi) ci gode uno come ben gvir ad andare nelle carceri e sfottere i detenuti, soprattutto palestinesi e a farlo sapere. Non lo fa di nascosto, ci tiene proprio a farlo sapere come quei bambini che portano la cacca ai genitori esibendo la loro 'creazione'.
Lei non si chiede perche' lo fanno e perche' glielo lasciano fare?
Forse perche' si creano dei precedenti? Lei si immagina i nostri ministri che vanno in carcere a sfottere i detenuti per passare un pomeriggio altrimenti di noia?
Se li immagina i bastimenti occidentali che vanno a riprendersi l'algeria e il mozambico perche' una volta erano cosa nostra? A sparare in acque internazionali su imbarcazioni venezuelane certamente piend di narcotrafficanti? Ops, questa e' recente
La sa la verita' l'algeria fu francese per quasi 150 anni, il mozambico per diverse centinaia d'anni. E a chi oggi pensa che un mostro coloniale come israele abbia diritto di esistere perche' e' li da quasi 80 anni e c'e' una seconda generazione dovrebbe ricordare che il Congo fu colonia personale di leopoldo per un periodo simile e poi per altri circa 60 anni proprieta' del Belgio. Sotto leopoldo l'orrore se non fu gaza un poco ci somiglia, ma nonostate questo martirio anche quella colonia non e' piu in essere. In queste colonie crebbero anche generazioni di colonialisti, ma alla fine o ritornarono negli stati ex padroni o si adattarono alle nuove realta'. Non esiste cura a Israele, esiste solo lo smantellamento di israele e 10 milioni di sionisti a vario titolo che devono essere presi in carico dai loro paesi di origine. Una decisione idiota? Pensate al primo ventennio del secolo scorso a quanti paesi coloniali esistevano e a quanti nell'arco degli ultimi 80 anni sono rientrati nelle dimensioni reali. Israele non esisteva salvo che nell'ebraismo (chi e' praticante come i neturei karta non a caso e' per lo smantellamento di israele), e' una enclave coloniale infame costruita sulla retorica di un genocidio subito da gente che oggi a ben gvir sputerebbe in un occhio. Sino a quando sara' sostenuto da usa e europa sopravvivera', se non sara' sostenuto e per evitare che facciano la fine di Gaza (hanno costruito simpatici rapporti amichevoli con i vicini, a suon di bombe) farebbero bene a prepare le valigie.
No, non credo che succedera' sul lungo periodo, credo che israele sia ben oltre quello che poteva permettersi, ma non e' questo il problema. Il problema per Israele e' che i suoi sponsor stanno andando ben oltre quello che potevano permettersi. Quando non avranno piu modo di proteggere il loro genocida preferito per israele non ci sara' futuro. Non certo quello che ben gvir immagina mostrando la sua cacca al mondo.
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