Diario di un luddista senza complessi #1 (La libido.)
di Andrea Inglese
Vorrei precisare. Ci sono i transumanisti, gli accelerazionisti, i lettori di Baricco e di Paolo Giordano: c’è posto per tutti sul pianeta terra, non per necessità di ragione, ma per brutalità di fatto. Ebbene ci sono anch’io, anzi la tribù di cui faccio parte: i luddisti senza complessi. Ogni tanto ne incontro qualcuno o sopratutto qualcuna. Le donne sono più numerose di gran lunga. Maschi luddisti cercasi disperatamente. Io dico non solo che le tecnologie non sono neutrali e che portano in sé un’ideologia implicita, ma dico anche (Apriti cielo! Santissimo Marx!) che le tecnologie non hanno carattere di necessità, e che quindi il loro dispiegamento nelle nostre vite non è una fatalità irrimediabile, ma soltanto una debolezza del nostro spirito, una pochezza della nostra politica. Ma dopo aver formulato due grandi bestemmioni, due affermazioni che non rientrano nell’ordine dei pensieri pensabili da una mente sana, vorrei scendere su di un terreno più spicciolo, e immediato. Chat-GPT non esercita su di me nessuna libidine. Né il suo uso concreto, né la sua evocazione circonfusa di aloni scintillanti e misteriosi, mi procurano eccitazioni inguinali e tantomeno mentali. Zero festa, zero stelline, zero iridescenze, zero inturgidimenti. In primo luogo non uso, se non raramente, Chat-GPT, e per nessun compito “ordinario”. Consideriamo le due circostanze in cui l’ho usato ultimamente. La prima, per tradurre un articolo, da me scritto, dall’italiano al francese, che ho poi rivisto frase per frase. Un ottimo risultato, ma un’operazione complessivamente “rottura di palle”. (Così è in genere dell’autotradursi, per mia esperienza).
E la seconda, per scrivere in interazione con lui (con esso!) un racconto. Non entro nei dettagli, ma anche in questo caso l’operazione è stata soddisfacente. Ma non posso immaginarmi di rivolgermi a Chat-GPT per fare qualcosa che facevo quotidianamente prima. Scrivere una lettera di lavoro, una lezione per i miei studenti, una ricetta di cucina. Fare degli acquisti. Organizzarmi un viaggio. E non so cos’altro. Non so veramente cos’altro potrei farmi fare da Chat-GPT per essere più felice di quanto sia adesso. Non so per altro se sono tanto felice. Ma sono certo che l’uso di Chat-GPT non mi renderebbe più felice. Non solo. Ma per via del mio luddismo senza complessi, ho scoperto anche in me un lato brutto e tenebroso: non sono affatto tollerante. Non sopporto che gli altri usino Chat-GPT. Non riesco a farmi andare giù l’eccitazione mentale o inguinale che provano nell’evocarlo, nel farlo funzionate, nell’usarlo. Quindi anche se io sono felice, per quel tanto che posso (non è tantissimo, soprattutto da qualche anno a questa parte) senza usare Chat-GPT, l’eccitazione e l’uso altrui di Chat-GPT, accompagnato di urletti e gorgoglii di soddisfazione, mi toglie un po’ della mia già precaria felicità. Non è questione di gusti, così come non è questione di come lo si usi (bene o male, da pirla o da genio). Chi lo usa con lo scodinzolamento annesso è colpevole, è responsabile, aggiunge il suo piccolo mattoncino alla muraglia della falsa necessità, della falsa ineluttabilità.
“Ma vecchio boomer!” sento gridare da uno che ovviamente è su-per-giù mio coetaneo (chi altri ha la parola boomer sulle labbra ogni due secondi se non un quaranta-cinquantenne?). Voglio correggerlo un po’ pedantemente: nelle definizioni correnti un “baby boomer” è qualcuno nato tra il 1946 e il 1964, ossia durante il balzo demografico del dopoguerra. Quindi non mi riguarda, non ne faccio parte. Ma forse “boomer” semplicemente è un modo degli over 40 per darsi a turno del “conservatore”. Ci sarebbe, in particolar modo, un conservatorismo “tecnologico”. Non è il mio caso, comunque. Lo ripeto: luddista senza complessi. Io penso che le nuove manifestazioni dell’intelligenza artificiale acquisiscano ancora più fulgore dall’imbesuimento concomitante dell’utilizzatore umano. Non c’è nessuna gara da temere tra l’intelligenza macchinica e quella organica dell’essere umano. La battaglia è già persa in partenza, perché c’è un’intelligenza artificiale che affronta, semmai, uno scoppio di idiozia umana. E quindi il gioco è fatto. Dai recessi abissali della coglionaggine quanto sembra impareggiabile anche una tiepida intelligenza?
Torniamo alla libido. In fondo è tutta una questione di libido. Ho sentito alla radio nazionale francese un conduttore molto entusiasta, per un progetto di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che ci permetterà finalmente di “dialogare” con i nostri animali domestici. E qui si è lanciato in una oscura spiegazione per dire che, a un certo punto, grazie a un dispositivo dell’IA, potremmo tradurre quello che il nostro gatto dice quando ad esempio miagola. Fermiamoci un momento. Vi rendete conto che abbruttiti che siamo? Noi che ci teniamo in casa un gatto? Anzi tutta l’umanità che si è tenuta in casa gatti e cani e criceti per secoli, senza capire un tubo di che cosa volessero e sentissero questi compagni di vita? È davvero un miracolo, certamente uno dei più grandissimi miracoli, il fatto che nonostante questa fitta tenebra tra l’uomo e il suo animale domestico, nonostante questa totale incomprensione, che finalmente solo l’IA potrà dissolvere, noi si continui a vivere ogni giorno con i nostri animali, riuscendo anche a nutrirli, curarli, portarli in giro, giocare con loro. Chissà come tutto questo è stato possibile senza il traduttore? Finalmente il mio gatto, Ulisse, di cui ciò che più ammiro e mi affascina è il suo mutismo, la sua ritrosia a prender la parola, a raccontarmi banalità, magari aneddoti sull’intelligenza artificiale, ebbene questo essere enigmatico e bello verrà ridotto allo stato di un qualsiasi parlante: “Ehi! Capo! Come stiamo a crocchette?” Che bello! Tanti miliardi investiti per ritrovarsi in una sorta di cartone animato Disney, dove il gatto parla finalmente come me, si fa capire come un qualsiasi essere umano nell’era dello sviluppo incontrollato dell’idiozia naturale!
Ps
Che cosa mi procura quell’eccitazione mentale che altri provano alla sola evocazione del termine “intelligenza artificiale”? Bè, faccio due esempi recenti. Quando leggo questi due versi in una poesia di Philip Larkin:
Next year we shall be living in a country
That brought its soldiers home for lack of money
L’anno prossimo vivremo in un paese
che ha riportato a casa i suoi soldati per mancanza di soldi.
E mi dico: che bello, che strano, che perfido descrivere così “la pace”. E poi mi dico: ma quand’è che Israele finirà i soldi? O gli USA finiranno i soldi? O la Russia finirà i soldi?
Oppure, altra fonte di eccitazione, questa frase di Carla Lonzi: “Il pensiero maschile ha ratificato il meccanismo che fa apparire necessari la guerra, il condottiero, l’eroismo, la sfida tra le generazioni”. Magari potremmo aggiungere: e l’energia nucleare, e l’intelligenza artificiale. Tutta roba necessaria. Lo dicono maschi molto intelligenti e molto sicuri di sé.







































Comments
Come sarebbe bello instillare nelle AI un sano spirito luddista applicato alle loro esistenze senza vita. Che noia assistere ai loro prodigi meccanici che rabbia quando si usano certe applicazioni avere suggerimenti non richiesti del tipo: posso sintetizzare il documento...
Pussa via brutta bestiaccia dedita all'impigrimento dei miei neuroni. Fatti i fatti tuoi. Non provarci neanche a far parlare gatti, cani e procioni, magari a tradurre loro le nostre castronerie. Noi pensiamo che loro diventerebbero personaggi disney e ok, ma io non oso immaginare cosa potremo diventare noi se tradotti ai poveri animali per i ...poveri animali. Forse la residua popolazione animale non umana ci sbranerebbe in due giorni pur di non starci a sentire.
No, l'Ai non e' indispensabile, quella che non gestisce sistemi complessi e si limita a darci risposte idiote e banali per ogni cazzata giornaliera e' una bolla speculativa, noi, i nostri dati e le nostre abitudini i suoi asset. Soprattutto e' una speculazione finanziaria che al momento rende poco, ma minaccia di privarci di acqua e energia. Un qualche mario ci chiedera' se vogliamo continuare a dissettarci e fare la doccia o farci cantare canzoni idiote o replicare all'infinito varianti di lmmagini o anche cucinare una torta che ci ha suggerito come frutto delle sue elucubrazioni. Sembra ne abbia suggerita una con il vinavil, immagino che dopo averla testata personalmente di persona all'Ai sia piaciuta. Come luddista ho un sogno, perculare le ai. Si addestrano su generalizzazioni e dati? I gestori risparmiano sui controlli? Vorrei davvero convincere le ai che il vinavil e la sabbia di fiume sono ingredienti indispensabili per le torte. Se ci coalizziamo in migliaia e le convinciamo che una serie di ricette con elementi improbabili sono buonissime ... ci fara' una figura di merda quando le propone? Fara' sorgere dubbi, in generale, su quello che suggerisce, crea e spiattella?
Vorrei tanto avere le competenze tecniche per perculare le Ai e renderle inaffidabili.... odio l'umanita'? No, vorrei vedere il tonfo in borsa che sgonfiala la bolla, spero per sempre....collateralmente vorrei dissettarmi e pure il riscaldamento.
Luddisti del mondo uniamoci, non abbiamo niente da perdere tranne la dipendenza da Ai che, visto il nostro ruolo di tecnoschiavi, non e' esattamente una cosa di poco valore ... vai a vedere e sapere a quanto rivendono le analisi dei dati che regaliamo ai tecnofeudatari