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Deflazione: brividi glaciali!

Andrea Mazzalai

Confesso che fa impressione anche se non è una sorpresa sentire Paul Krugman parlare pubblicamente di una terza depressione mondiale, non grave come quella del '29 ma lunga almeno quanto o più della "Big Depression" la depressione del 1873, che abbiamo già analizzato in LA GRANDE DEPRESSIONE DEL 1873: TRACCE SULLA SPIAGGIA.

Krugman da sempre sostiene che oggi abbiamo bisogno di una continua espansione della spesa pubblica anche a scapito del deficit, dell'incremento del debito dei paesi sovrani, anche se probabilmente dimentica alcune evidenze empiriche. Questa è già una depressione, uno dei presidenti americani, Truman, spesso ricordava che recessione è quando tutti intorno a te perdono il posto di lavoro, depressione è quando incominci a perdere il tuo.

Come ho scritto più volte vi sono studi empirici che testimoniano che per ogni dollaro di spesa pubblica alla lunga si ecclissa un dollaro di consumi, di domanda privata, mentre per ogni dollaro in più di tasse tre di domanda privata scompaiono.

Abbiamo già scritto recentemente che mentre il governo federale spende e spande, gli Stati americani tirano la chingia, alzando le tasse e tagliando la spesa e in particolare l'occupazione pubblica, anche perchè molti stati americani sono sull'orlo del fallimento, California in testa, grande quanto un'intera nazione.

Minori entrate a seguito della violenta recessione nei singoli Stati ci dicono che la crisi prima di migliorare dovrà necessariamente peggiorare perchè è la salute dell'economia nazionale che stimola la ripresa e non quella dei singoli Stati.

Sarà interessante osservare come sia possibile dimezzare il deficit dei paesi occidentali addirittura entro il 2013 e nel frattempo sostenere la crescita.

Anche Jean Paul Fitoussi, famoso economista francese segue le orme di Krugman...

ROMA (MF-DJ)-- "Precisi impegni per il risveglio della domanda sia pubblica che privata. Investimenti, opere pubbliche, sostegni di qualsiasi tipo. A costo di allargare i tanto temuti disavanzi, perche' il momento e' drammatico e i bilanci pubblici servono a questo". "Tutti i Paesi si impegnano a dimezzare i disavanzi entro tre anni. un segnale preciso e forte. Ci mancava - afferma Fitoussi - solo che i Paesi in piu' grave deficit si impegnassero a dividere per tre il disavanzo. L'unica speranza, se vogliamo che qualcuno pensi ancora allo sviluppo, e' che l'impegno a ridurre il deficit non venga preso del tutto sul serio. Se tutti faranno com'e' scritto puntando dritti sul risanamento della finanza pubblica, il risultato sara' una gigantesca deflazione, ovvero l'azzeramento della domanda e con essa dell'occupazione, della crescita, del miglioramento delle condizioni di vita. strano - si domanda Fitoussi - che la Germania non si renda conto che spingendo per quest'impegno, alla fine fa male a se stessa oltre che agli altri".

Gigantesca deflazione o no, non è affatto semplice scegliere oggi la rotta, dopo aver bruciato migliaia di miliardi per socializzare le perdite di un sistema finanziario corrotto e demenziale, che ancora oggi tiene in ostaggio la ripresa, giocando con i candelotti di dinamite dei derivati.

Bernanke ha sottolineato recentemente che la Federal Reserve ha a disposzione qualsiasi strumento per contrastare una eventuale ricaduta in recessione, mi auguro che la sua limitata fantasia non fosse rivolta solo ai famosi elicotteri che dovrebbero lanciare pacchi di banconote sulle città americane come suggeriva il suo maestro Milton Fredman, perchè Keynes, era più originiale, suggerendo quasi un secolo fa di riempire alcune bottiglie di dollari da seppellire in alcune miniere, facendo nel contempo lavorare la gente per recuperarli.

Comunque sia, da un medico che ha clamorosamente sbagliato prognosi dopo aver studiato solo e sempre la Grande Depressione, aspettiamoci un nuovo fallimento, questa è una trappola della liquidità e tale resterà.

Non serve certo rinunciare alla spesa per provocare la deflazione, la deflazione è già tra noi, una debt deflation, sistemica, sistematica, una imponente dinamica di rientro dal debito generalizzata che solo Icebergfinanza in questi anni, in Italia,  vi ha descritto nei minimi particolari.

Non c'è un solo aggregato monetario che segnali anche una minima parvenza di inflazione...

Il trend della massa monetaria M3 nell'Eurozona in maggio ha segnato una flessione dello 0,2% invariata da aprile (dato rivisto da -0,1%), mentre le stime puntavano su un +0,4%. Lo rende noto la Bce. La media dei tre mesi è calata a -0,2% invariata dal mese precedente. I crediti ai privati sono cresciuti dello 0,2% da +0,1%. La M1 è rallentata a +10,3% da +10,7%.

Mentre il decennale americano torna ad inabissarsi, come il lettori sostenitori di Icebergfinanza ben sanno, i loro rendimenti raggiungono il minimo dell'ultimo anno, avviandosi piano, piano lentamente verso la soglia raggiunta dopo il collasso di Lehman Brothers. Il governatore Warsh, è molto riluttante ad espandere nuovamente il bilancio della Banca Centrale Americana, stampando moneta e comprando ulteriori obbligazioni, siano essi statali che pura spazzatura immobiliare: Fed's Warsh Signals Reluctance to Resume Bond Buying.

Chiunque pensi che si tratti di fuga verso la sicurezza, non ha compreso nulla, di sicuro oggi in America non vi è più nulla, anche se la paura e la deflazione giocano brutti scherzi. Deflazione e una nuova recessione, sono argomenti sufficienti per allontanarsi dal rischio. Certo ci sono sempre gli illuminati analisti di Wall Street a raccontarci che le prossime trimestrali saranno eccellenti, quasi cento dollari il risultato, ma di questo abbiamo già parlato,

Nel frattempo l'indice CFNAI è sceso leggermente, ma la sua media a tre mesi ha registrato un balzo oltre la linea di demarcazione della recessione, la bella addormentata della ricostituzione delle scorte di magazzino che ora dovrà trovare il suo principe azzurro nelle vendite. O la domanda privata riparte, i consumi, ho la recessione è una realtà che continua. Come spesso accade in questa recessione, il sottoindice occupazionale sta nuovamente scendendo in maniera sensibile.

Barry Ritholtz sempre molto puntuale fa notare che nel comunicato la Federal Reserve di Chicago suggerisce che la crescita recente (... supportata dal più imponente stimolo governativo della storia, aggiungo io ) ha superato il suo trend storico, raggiungendo, ascoltate bene...  "un livello storicamente associato ad una ripresa economica matura di seguito ad una recessione".

Ognuno interpreti come vuole, ma la recente ripresa avrebbe secondo la Fed di Chicago raggiunto il suo apice.

Se poi qualcuno crede ancora alle favole che i vari indici di fiducia raccontano, quelli che vedono mille luci in fondo al tunnel, date un'occhiata a questo sondaggio reperibile su CNBC che attualmente vede oltre 13.000 risposte sulla percezione o meno degli americani che l'economia stia o no cadendo in recessione nuovamente. Ricordo solo che i vari indici di fiducia, sono sondaggi che coprono 5000 famiglie, tanto per avere un'idea.


 

Torno a sottolineare i motivi per cui da oltre un anno non ho mai creduto in questa ripresa, trainata solo dalla sistematica manipolazione dei mercati azionari, percorsi ad ondate alterne da "Flash Crash" come è accaduto anche ieri al titolo Boeing  collassato del 44 % nel preborsa Businessweek o lo scorso mese sull'intero listino americano crollato del 10 % nello spazio di un istante,  dove nelle piscine nere è ammesso continuare a giocare e manipolare il trading dei mercati, con programmi algoritmici demenziali. La ripresa statistica c'è stata, ma Icebergfinanza guarda alla qualità, ad una ripresa sostenibile e questa non lo era affatto.
a) la ripresa è stata sostenuta dalla ricostituzione dei magazzini, in percentuale del 3,7 % su una ripresa complessiva del 5,6 % nell'ultimo trimestre dello scorso anno e di circa il 1,8 % su un totale del 2,7 % nel primo trimestre di quest'anno.
b) investimenti residenziali ovvero acquisti di abitazioni ed indotto stanno collassando dopo la fine degli incentivi; storicamente sono un traino importante per la ripresa economica. Inoltre i prezzi scenderanno di almeno un' altro 10 % / 15 % come vi ricordo da tempo e i prezzi sono legati alle sorti dei titoli spazzatura che l'intero sistema finanziario ha in pancia a partire dalla Federal Reserve.
c) consumi anemici e risparmio virtuosamente rispolverato, nuova asterità delle nazioni, significa meno spesa, meno domanda pubblica che sostituisca l'assenza di quella privata.
Non aggiungo altro, in fondo chi vuole comprendere, non ha bisogno di andare oltre, questo è il risultato di antiche ricette che hanno fatto ormai il loro corso, ricette utilizzate per cancellare una crisi che nella sua immensa correlazione non è stata compresa sino in fondo e tuttora è interpretata da illuminati che ad ogni svolta vedono la luce in fondo al tunnel invece di analizzare seriamente quanto sta accadendo. Non sarà la fine del mondo ma l'inizio di un lungo e sofferto periodo di riflessione dell'economia mondiale, un periodo nel quale mille squilibri troveranno la loro nuova dimensione.

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