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sinistra

Affrontiamo un autentico cambio di paradigma

di Karlo Raveli

Questo testo è riedizione del contributo ‘Percorsi di comunismo ecologico per capovolgere l’offensiva contro i corpi’ al terzo seminario di Effimera ‘Dei corpi perduti e dei corpi ritrovati’, Milano 10 ottobre 2020

proxy imagen895e3L’assalto di massa intelligente e organizzato del denominato capitalismo alla salute operaia sembra costituire l’ultima fase di ‘lotta di classe’ - usando questo temine antico, abusato, alienato e soprattutto contraffatto.

Una affermazione che contiene per cominciare varie insidie...

La prima: assalto intelligente e organizzato. Che non significherebbe – solo? - sottolineare le possibili e probabili disposizioni tattiche e strategiche di potere degli ultimi anni nel terreno della salute, delle cure dei corpi, da parte di svariati nodi capitalistici (Fond. Rokefeller, BigPharma e chimico-petrolifero, Bill e Belinda Ponti, OMS privatizzata, innumerevoli altri centri, fondazioni e facoltà universitarie, ecc, ecc. da loro dipendenti, insieme ai governi) BENSÌ tutto un lungo processo capitalistico che da Pasteur in poi – come riferimento significativo – ha fatto delle cure, della sintomatologia e malattia, farmacologia, tecno-interventi sui corpi, funzioni ospedaliere, ecc. un complesso raziocinante e organizzato di riduzioni e integrazioni mercantili dei corpi. Pertanto degli individui, e poi di persone e implicitamente soggetti sociali e collettivi.

Compresi gli interventi sulle più o meno serie influenze annuali, invernali e periodiche così come si manifestano e interpretano da non molti anni. Con disposizioni sempre più massicce e virulente fino all’attuale e allucinante apogeo infodemico 2020 che colpisce costantemente e ripetutamente gli individui con tutti i media di massa.

Ecco quindi un’altra trappola epistemologica originaria: la stessa concezione di salute e cure stravolta dall’etica e filosofia di base della medicina allopatica e da tutto l’enorme apparato corrispondente.

Privato in primo luogo, ma anche ‘pubblico’. Una concezione che per semplificare facciamo risalire a Pasteur. Teorico indicativo nell’aver invertito e radicato contro natura le malattie: essenzialmente originate da cause ‘esterne’ – virus e batteri per cominciare - e non sulle loro determinazioni naturali e congenite in ogni rispettivo essere ed ecosistema, ma soprattutto endogene e interne a CORPI, INDIVIDUI, PERSONE e SOGGETTI - quattro tipizzazioni essenziali di cui riparleremo.

La terza insidia: perché e cosa significa salute operaia?

Prima di tutto operaio non è da intendere come sinonimo di lavoratore. Nonostante l’immane scuola ed eredità politica marxiana, dello stesso Carletto combattente ‘di classe’, ma praticamente di quasi tutte le ideologie marxiste consecutive. Incluse in parte le geniali operaiste dell’operaio massa, multinazionale e poi sociale, trasposizione moltitudinaria compresa. Ma sempre determinate in senso lavorista (1).

Marx infatti, sebbene abbia colto logicamente ben a fondo l’alienazione e paradigma fondamentale della civiltà capitalistica, l’appropriazione privata di beni comuni – tanto per cominciare terre e spazi, e spaziotemporale – non mi pare che abbia trovato o concepito un vocabolo comune che corrisponda chiaramente, nel senso personale e collettivo, all’insieme dimensionale e universale degli esclusi e assoggettati dall’altrui appropriazione privata di beni comuni. Lavorino o no, producano o meno. A parte l’ambiguo – e patriarcale? - proletariato.

NON CI RESTA quindi fin da allora che OPERAIO per denominare l’individuo e poi gli immensi insiemi sociali che non possiedono privatamente, separatamente, beni intrinsecamente comuni, per cominciare quelli dell’ecosistema. Quando invece non dovrebbero essere naturalmente appropriabili in privato, almeno in modo definitivo. Dobbiamo quindi includere – almeno ‘in sé’ - nell’umana DIMENSIONE OPERAIA tutti i soggiogati all’appropriazione privata durevole da parte di soggetti o minoranze, in qualsiasi modalità. Quindi degli insiemi sociali certamente composti dai lavoratori salariati, cioè direttamente ed esplicitamente produttivi e sfruttati a causa di tale alienazione originaria, però con tutti gli altri individui lavoranti in qualche modo soggiogati attivi, passivi o senza occupazione. E poi soprattutto assieme a precari e migranti senza possidenze, giovani e studenti nullatenenti, oltre le mal cosiddette ‘casalinghe’ riproduttrici o meno, come le protagoniste delle cure e tutto l’insieme sociale femminile ‘originato’ nel patriarcato. Compresi i pensionati e così via tutta una lunga sequenza di SEZIONI o settori molto diversi e persino contraddittori di una variatissima DIMENSIONE operaia globale. In genere diversamente composta in ognuno dei 5.000 popoli, nazioni o culture (tuttora) esistenti sul pianeta Terra. Sotto il predominio di solo 200 stati del Capitale, naturalmente con specifiche ‘modalità produttive’ oltre che istituzionali.

Trattiamo quindi di componenti dimensionali che risultano spesso identificati o rappresentati e classificati... – come in precedenza il settore lavoratore salariato unicamente, come ‘classe lavoratrice’ – da movimenti, gruppi e categorie sociali specifiche ‘per sé’. Per esempio tanti collettivi attivi di ecologisti, femministi, disoccupati, migranti, studenti, pazienti, ecc. cioè tutti coloro che comunque in sé, e persino a volte già per sé, compongono la ricca diversità dinamica e contraddittoria dell’universo operaio mondiale espropriato (2).

Ma purtroppo una lunga sequenza di cosiddetti marxismi, ideologie prodotte sull’elaborazione teorica marxiana, ci ha rinchiuso da più di un secolo come del resto assume in parte il testo della convocazione (3), nella pressoché assoluta galassia del ‘modo di produzione’ e creazione (tradizionale!) di valore economico. Come rappresentazione e realtà universale conclusiva dell’umanità presente. Escludendo o dimenticando l’origine di tutto ciò, l’oggettività alienante dell’Avere, Privatizzare, Possedere, dal neolitico in poi… e quindi lo stesso fondamento nativo generale del moderno capitalismo. Certo, poi coi suoi specifici modi di ri/produzione, soprattutto dall’esplosione industriale del XVIII secolo. Ma il paradigma della privatizzazione proprietaria è il determinante sociale non solo del lavoro e della riproduzione propriamente capitalistica, economica, ma di altre molteplici realtà umane essenziali, cominciando dal patriarcato, come abbiamo visto proprio qui in ‘Proprietà, patriarcato e criminalità ecologica’!

Parliamo quindi di un’oggettività sociale ben più amplia e significativa di ciò che il testo di indizione richiama per l’incontro di Milano (3) lì dove afferma che “la centralità della produzione immateriale nella attuale organizzazione del lavoro sembra quasi voler cancellare la materialità dei corpi” e che “il capitalismo è uscito dalle fabbriche e dagli uffici per inondare ogni angolo della società (con) imprenditori della sorveglianza (che) si sono impossessati di noi solo perché viviamo, non per il nostro lavoro. Come da tempo andiamo ripetendo, sono i corpi e la vita a diventare direttamente produttivi di valore”.

Si, produttivi di valore ma prima di tutto sulla rotta tanto elementare come estrema e universale della sua fondamentale alienazione originaria, l’appropriazione privata del comune. Primo attacco paradigmatico alla LIBERTÀ che concerne l’assoluta maggioranza umana “solo perché viviamo”. Come comunque lascia un po’ intendere lo spiraglio dell’ultima linea citata. Di fronte a una criminalità iperminoritaria di super proprietari che ora stanno persino tentando di trasformare il più possibile in Avere tutto l’Essere vitale del pianeta. Fino ai nostri corpi umani, vite personali, dati e pensieri propri, se non addirittura molto intimi ed emozioni non produttive. Dopo millenni di progressiva conquista, recinzione, accumulazione e sfruttamento sempre più brutale dell’ecosistema - di cui tutti facciamo parte integrale - e che solo per cominciare abbiamo circoscritto ai Beni Comuni elementari di spazio-nomos, risorse, energie e tempi sociali (4).

Perciò, per far fronte all’offensiva verso o contro “i corpi nel circuito contemporaneo della creazione di valore; il governo, il controllo e la selezione dei corpi e delle vite, il nuovo volto dei segmenti di schiavitù; (e) la malattia dei corpi e i problemi relativi all’assistenza, alla povertà, alla fame” (5) dobbiamo anche assumere che questo attacco sistemico del Capitale, dell’Avere come Potere sempre più diretto ed estremo, e oggigiorno persino perpetrato sui corpi, non è che l’ultima sequenza di un processo politico cosciente contro la dimensione operaia iniziato soprattutto dopo la rivoluzione bolscevica.

Parliamo cioè della primaria strategia generale – esemplare il ‘newdeal’, in lingua imperiale, miagolio yankee – contro il primo contundente emergere di soggettività politiche operaie. Rispondendo allora all’esplosione del settore produttivo salariato, motore centrale e avanguardia dello sviluppo di ‘lotta di classe’ (6). Vincente eccome, almeno per qualche tempo, grazie anche al forte sviluppo iniziale dei processi antimperialisti sovietici di liberazione nazionale. Questione che poi si dimentica facilmente, grazie al ‘compagno’ Stalin & PC vari!

Sviluppandosi poi, rispetto alle quattro tipologie accennate all’inizio – corpo, individuo, persona, soggetto - soprattutto dal secondo dopoguerra e sempre in combinazione con quella prima strategia anti-soggetto (politico, collettivo), ma con una nuova e seconda sequenza offensiva volta a demolire la stessa base del soggettivismo organizzato attivo della ‘classe’ (già quasi del tutto consegnato sconfitto a sindacati sistemici e PC vari). Si manifesta cioè ora come assalto insinuato più in profondità, come attacco alla propria PERSONA e coscienza comunitaria su cui poi tra l’altro l’operaismo di allora ha aperto lo sguardo. In particolare l’operaismo più universale, di movimenti e settori attivi oltre il valore e plusvalore esplicito (occupazioni, studenti, proletari in divisa, femminismo…). Assalto oltretutto effettuato nell’individualismo salariale per mezzo dei primi contrabbandi di presunte ‘classi medie’, tra le altre cose, per assicurarsi che dai possibili livelli di soggettività personali non si riproducano strategie di ricomposizione ‘di classe’. Operato per esempio su importanti settori salariati metropolitani di colletti bianchi o azzurrognoli, persone o individui mini-‘proprietari’ della ‘propria casa’, con tutto il resto dell’integrazione sistemica pseudo-proprietaria.

Allora: prima una strategia contro la soggettività operaia organizzata o manifesta, e poi diretta più a fondo verso la persona operaia cosciente, sviluppata tra l’altro in base all’insegnamento ‘socialista’ tedesco del 1918-19, primo grande e determinante balzo di disgregazione di soggetti sociali – lavoratori professionali… - in questa direzione. Ricordiamo chi uccise la gran compagna Rosa Luxemburg!

D’altro canto la risposta sistemica al risveglio di altri potenziali operai reali, con i primi potenti o pericolosi protagonismi di movimenti settoriali oltre ‘il mondo del lavoro’, cioè appunto la reazione all’emergere di varie personalità sociali – o PERSONE – contrapposte al dominio dell’Avere oltre la contraddizione nella o della produzione, del modo di produzione, si accentua e approfondisce già tentando di colpire fin d’allora il proprio ‘semplice’ INDIVIDUO. Quindi oltre o sotto la persona ‘politicizzata’ o cosciente, come si suol dire.

Una fase che precede e spiega l’attuale attacco ancor più a fondo, ai corpi.

Tra l’altro tutto ciò sviluppato su due assi fondamentali: la sinistra partecipazione ‘socialista’ (o socialdemocratica) all’offensiva, e lo sviluppo (partitocratico) del regime parlamentare. Tutt’ora due colonne essenziali del potere-Capitale su persone o individui. Nonostante ora subiamo la terza colonna portante: il recente e forse già sovrastante dispiego della potenza tecnologica di rete – tecno-feudalesimo - del sistema.

Infatti le votocrazie, gerontocrazie e partitocrazie dei regimi parlamentari – ciò che pastori e pecore chiamano ‘democrazie’! - si sono imposte proprio nella fase d’attacco alla persona operaia cosciente, e potenziale soggetto attivo, ma incrementando già in crescendo l’individualismo: per ridurre persone consapevoli autonome in passivi individui manipolabili. E votanti. Nelle crescenti solitudini sempre più diffuse e profonde della civiltà metropolitano-capitalista soprattutto ‘occidentale’.

Cioè oltre che persona cosciente e avvertita, e potenzialmente attiva socialmente, anche l’individuo – prima del puro corpo – diventa di per sé obiettivo da dominare come (potenziale) organismo vivace e autonomo. Le presunte soggettività ‘produttive’ o pseudo tali le gestiscono ormai i sindacati del sistema con residuali partiti sinistri di regime.

In definitiva: prima di questo attuale nuovo e profondo livello d’aggressione brutale, terroristica e diretta ai CORPI, con l’apparato mediatico totalmente integrato – Manifesto incluso! - ma soprattutto con il sorgere e controllo esclusivo o quasi dei mezzi e poteri telematici, di rete, abbiamo vissuto alcuni decenni di attacco generalizzato al proprio essere INDIVIDUO, per mezzo di ‘ben’ maturati media di massa (TV, ecc.). Fin nelle scelte di consumo, di movimento, abitudini, mode, divertimenti e relazioni, atteggiamenti ‘sportivi’, ecc. che appunto approfondiscono precedenti processi (storici) d’attacco prima all’essere soggetto (sociale), e poi all’essere persona (cosciente, matura, autonoma).

Oggi le civiltà occidentali sono sempre più individualiste e in un crescendo di patologiche solitudini. Persino la famiglia nucleare, monogamica, si sta sempre più sfasciando come potenziale sviluppo di socialità.

Del resto sull’individuo non (ancora) persona, quindi senza personalità autonoma specifica, politica, risultano sempre più evidenti i processi di vera e propria ROBOTIZZAZIONE sociale e culturale gestiti dalle tirannie-gafam & correlati nodi capitalistici di potere già citati all’inizio. Oltre o congiuntamente ai corrispondenti cinesi che pure estendono il loro impero.

E allora dopo i soggetti, le persone e infine le masse di ridotti individui restavano da conquistare anche i semplici CORPI da integrare nel sistema dell’Avere fino al parossismo. Quel che stiamo constatando.

Conclusioni.

Non è più sufficiente offrire proposte tipo quella di Paolo Cacciari come “intersezionalità, condivisione, contaminazioni e tanta empatia da sperimentare nelle pratiche comuni” (7) se teniamo conto di tutto il processo e ventaglio storico delle appropriazioni materiali e immateriali di poteri sempre più minoritari. Con alienazioni e tecnologie di controllo e potestà di cui l’attuale infopandemia ne è solo la manifestazione più manifesta ed estrema. Che dispiega quasi già direttamente sull’inconscio collettivo, individuo per individuo, un dominio definitivo, carnale, dell’Avere sull’Essere umano.

E allora dobbiamo riconoscere una buona volta che già fin dall’instaurazione dell’offensiva ‘di classe’ contro i soggetti d’avanguardia del secolo scorso, fin dai suoi inizi, lo stesso movimento preteso comunista ha perso o tralasciato terreni fondamentali di dinamizzazione sociale. Politica. Già rispetto a soggetti attivi ‘per sé’ naturalmente, ma anche nei confronti di raggruppamenti di persone coscienti. Come nel terreno assolutamente basilare della lotta antipatriarcale, tanto per cominciare. Proprio nel senso strategico per esempio come propongono i curdi nella Rojava con la sbalorditiva GINEOLOGIA. Nonostante non palesino per ora più a fondo lo strettissimo rapporto tra origine del patriarcato e nativa o storica appropriazione privata dei beni comuni! (8)

Si, dovremmo riconoscerlo che parliamo purtroppo di una limitata se non persino ottusa movenza comunista, ‘operaismi’ inclusi, che nel caso specifico italiano soprattutto degli anni ‘60 e ‘70 è rimasta rinchiusa nel vagone lavorista di fronte a un ben più amplio convoglio di lotte sociali, resistenze e nuove angolazioni d’intervento. Cioè di globale, profondo e reale Potere Operaio in tutta la sua vastissima dimensione storica universale.

Come per esempio, oltre al segnalato ‘femminismo’, ricordando l’ormai angosciosa rinuncia lavorista rispetto al tema assolutamente vitale dell’ecologia, dell’ECOSISTEMA, già allora esploso a partire da lotte contro centrali nucleari! Oppure nel fronte anch’esso ogni ora che passa più decisivo dei controlli e poteri informatici e di rete, dove si constatano spaventose ignoranze sui livelli di sviluppo dell’Avere e dominio capitalista sull’Essere umano!

Quindi se siamo giunti a questo terribile estremo di potenziale egemonia sistemica persino sui CORPI come sta succedendo, cosa aspettiamo per APRIRE DINAMIZZAZIONI a fondo, antagoniste, di LOTTE GENERALI molteplici, multiformi, connesse. Tenendo finalmente come quadro strategico la contraddizione Essere/Avere per la complessiva dimensione operaia. Sia globale che specifica per ognuna delle migliaia di bio-culture esistenti. Come unica galassia umana in cui sia possibile, efficace ed effettivo sviluppare in modo sia particolare che generale – e comunista, dobbiamo pur dirlo - tutti i movimenti e processi specifici – dai lavoristi agli animisti… - potenzialmente antisistema-dittatura della proprietà privata. Cioè ben oltre l’assumere solamente “intersezionalità, condivisione, contaminazioni e tanta empatia da sperimentare nelle pratiche comuni”.

Quindi con la massima coscienza di possibili e naturali contraddizioni individuali, poi personali e infine soggettivo-sociali, territoriali e culturali, ma che a partire dagli stessi corpi offesi dal nuovo “salto di paradigma” capitalista riprendano proprio ora, in ogni rispettivo ecosistema, l’iniziativa operaia globale. Sulla crescente criminalità dei poteri iperminoritari dell’Avere. A cominciare da questo fondo vitale carnale. Rimettendo quindi in chiave dimensionale le potenti sperimentazioni storiche, anche se sconfitte, delle precedenti ‘avanguardie’ settoriali, ‘delle classi lavoratrici’ per cominciare, ma di tanti altri soggetti e processi di liberazione sperimentati finora.

Permettendo perciò di scuotere e rompere i crescenti individualismi, solitudini e robotizzazioni

sempre più dominanti in tutti i livelli. Ora appunto dei corpi, con vaccini, distanze, telelavoro, mascherine, ecc. sottoposti a sempre più sofisticate alienazioni, raffinati domini ed estraniamenti che il capitalismo, di stato o meno, è giunto a inventarsi negli ultimi decenni.

Un tecno-feudalesimo sugli individui contro cui dobbiamo ricostituire personalità consapevoli, quindi critiche e soggettive, ma soprattutto via via connesse da dibattiti e lotte in potenti soggettività operaie comuni. Proprio a partire dai moltissimi movimenti, tendenze e collettivi già esistenti oltre il terreno produttivo, delle cure e così via: internazionalisti, antirazzisti, antipatriarcali e LGTB, agrobiologici e per salutari consumi, anti-repressivi o contro infestazioni elettromagnetiche, autonomi di rete e così via. Che pongano ognuno a suo modo – ma connessi - al centro della vita l’essere collettivo umano e tutto l’ecosistema planetario da cui prima di tutto dipendono proprio i corpi. Sviluppando allora reti e vitalità comunitarie di soggetti attivi, battagliando naturalmente solitudini, incomunicazioni, confinamenti e patologie individualiste come la straordinaria esperienza della Rojava ci sta indicando. Come mai l’umanità ha saputo finora esprimere e conquistare nel capitalismo, direi ben oltre un “femminismo (che) ha sin dall’origine proposto una politica dei corpi contrapposta alla governamentalità del potere sul vivente” come segnala l’indizione.

C’è quindi una speranza per poter recuperare una natura universale comune e sana per tutti i corpi ed organismi viventi ancora esistenti. Non per possedere ma per Essere e condividere collettivamente davvero vivi e ben vivaci nel pianeta Terra!


Note:
(1) Nota (4) in ‘Apriamo connessioni operaie globali’, qui in Sinistrainrete:
“Nonostante le vaste e profonde “ricerche teoriche di parte dei contributi apparsi sui siti di Commonware, Effimera, EuroNomade (che) si muovono sulla falsariga della metodologia operaista che prende piede nella conricerca e nell’inchiesta sulla condizione operaia ai tempi dello sviluppo delle prime lotte dell’operaio massa”, come scrive in Effimera Andrea Fumagalli, in ‘Operaismo, post-operaismo? Meglio neo-operaismo’. Da citare come uno tra molti esempi odierni interessanti, tra l’altro ancora quasi solo o soprattutto sviluppati in Italia”.
(2) https://www.indybay.org/newsitems/2009/06/20/18603003.php
(3) Questo testo è riedizione del contributo ‘Percorsi di comunismo ecologico per capovolgere l’offensiva contro i corpi’ per il seminario di Effimera ‘Dei corpi perduti e dei corpi ritrovati’, terzo del ciclo ‘L’enigma del valore’, Milano, 10 ottobre 2020.
(4) Ciò che del resto il testo di indizione per il seminario manifesta molto francamente: “È indubbio che stiamo assistendo a uno dei momenti di massima sperimentazione delle forme di selezione umana in cui i saperi, l’etica, i sentimenti e gli affetti sono liquidati in ragione di un “bene supremo” che è quello del dominio dei pochi contro i molti come è riscontrabile ormai su scala globale. Come tutto ciò venga amministrato è questione squisitamente politica.”
(5) Ibidem
(6) Anche nel testo convocante si fa un buon riferimento, con altro linguaggio, a questa fase ‘anti-soggetti sociali’: “il programma politico del welfare del secondo dopoguerra punta a liberare la società dal rischio, assicurando protezione a tutti gli individui contro l’insicurezza sociale derivante dall’instabilità dei mercati, una risposta alla crisi del 1929. Al centro di quella fase, oltre e prima ancora delle conquiste materiali, c’è stata la conquista politica e culturale della presa di parola delle classi popolari e dei gruppi subalterni rispetto ai propri bisogni e desideri e la loro messa in circolazione in una sfera pubblica conflittuale.”
(7) Dal finale di ‘Fiorisce la convergenza dei movimenti’, Paolo Cacciari, il Manifesto 3.10.2020
(8) Questione sviluppata per esempio nei paragrafi ‘La proprietà: chiave di volta rimossa dalle sinistre sinistre’, ‘6. Proprietà per il patriarcato’ e ‘7. Chiusura strutturale ed eteronomica’ del testo pubblicato qui in Sinistrainrete ‘Proprietà, patriarcato e criminalità ecologica Cop24’.
A questo proposito sono molto utili da segnalare altre decisive maturazioni della lotta antipatriarcale in nazioni originarie come quelle del Chiapas (stato messicano) o tra i Mapuce, ecc. a parte le più o meno pubblicizzate dai media sul marcescente Nordamerica.

Comments

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K.R.
Tuesday, 31 August 2021 17:25
A proposito di patriarcato e robotizzazione sociale (https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/14499-karlo-raveli-proprieta-patriarcato-e-criminalita-ecologica-cop24.html ) segnalo un impressionante articolo di Fabrizia Candido sulle neurotecnologie e dove mette in luce nuovi - possibili - processi di robotizzazione sociale. Nel caso concreto a proposito delle tecnologie neuroscientifiche applicate al campo militare. L'abbrutimento della civiltà dell'Avere contro l'Essere E LA BIOSFERA si fa sempre più autodistruttivo.
L'articolo:
'Non è fantascienza: gli eserciti bionici colpiranno le menti', qui:
https://ilmanifesto.it/non-e-fantascienza-gli-eserciti-bionici-plageranno-le-menti/
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Andrea T.
Monday, 14 December 2020 17:51
Bifo parla di estinzione
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Andrea T.
Monday, 14 December 2020 17:50
Si, “abbiamo ridotto questa crisi a una mera malattia infettiva. Tutti i nostri interventi si sono concentrati sul taglio delle linee di trasmissione virale. La “scienza” che ha guidato i governi è composta soprattutto da epidemiologi e specialisti di malattie infettive, che comprensibilmente inquadrano l’attuale emergenza sanitaria in termini di peste secolare. Ma ciò che abbiamo imparato finora ci dice che la storia non è così semplice. Covid-19 non è una pandemia. È una sindemia”, scrive Linda Maggiori nell’ExtraTerreste di giovedì scorso, assai più centrato del solito. Ma tu, ingegnoso Raveli, ci stimoli ad allungare il passo più decisamente, radicalmente e soprattutto più in fretta. Infatti persino Bifo para di estinzione in arrivo, e forse non ha tutti i torti!
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Agnese
Friday, 23 October 2020 17:22
Forza Raveli!
Si, Donatella di Cesare ci apre molte speranze. Anche qui in Sinistrainrete l'han capito, con la pubblicazione del suo magnifico articolo:
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/18920-donatella-di-cesare-indagine-sul-fuoco-che-viene.html?highlight=WyJkb25hdGVsbGEiXQ==
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K.R.
Tuesday, 20 October 2020 16:45
Contraddizioni del Manifesto.
Dopo il tentativo di sabotaggio sulla questione Essere/Avere dell’ultimo Alias (Francesca Piazza, ‘Indagine su un verbo a noi fatale’ in prima pagina…) ecco che appare una stupenda, ricchissima, potente, e quasi fino in fondo coerente contribuzione rispetto a questo ‘Affrontiamo un autentico cambio di paradigma’ sulla dimensione operaia del presente globale. Sulla dialettica Essere/Avere.
È ‘Indagine sul fuoco che viene’, pubblicato proprio oggi 20.10.2020, da una Donatella Di Cesare che vorrei abbracciare con tutte la mie possibili empatie da vecchietto migrante. Comuniste? Libertarie? Realmente democratiche, cioè di autentici poteri dei popoli?
Donatella
parla di costellazione, che mi trasporta a DIMENSIONE operaia nella nuova coscienza!
In certo senso, ciò che – mi pare - nel magnifico lavoro e dibattito di Effimera sui corpi non si è visto vibrare apertamente… almeno finora.
Dall’ideale novecentesco del comunismo, espressione di Donatella, ci incamminiamo finalmente alla realtà, necessità, urgenza comunistica presente. Ma già viva anche materialmente, appunto con corpi, individui, persone e soggetti nel Chiapas, nella Rojava e così via.
Impolitica, dice, e poi iper-politica: sì, si mettono ormai in questione gli stati attuali (finale dell’articolo di Donatella. Qui ‘stati’ senza S maiuscola logicamente. Naturalmente!) e compresi ovviamente i regimi parlamentari e le dittature di vario genere che ancora stanno amministrando il nostro processo d’estinzione. Perlomeno metropolitano.
Donatella, il tuo volume “Il tempo della rivolta” lo dobbiamo proprio pigliare!
Poi aggiungeremo gli elementi indispensabili per la dinamizzazione strategica delle tue ‘costellazioni’ che potrebbero liberarci da tutte le influenze, come l’attuale infomontaggio-covid, ciò che l’infopandemia delle ‘cronache ufficiali’ ci impone col terrore. Sempre a partire dall’alienazione di Pasteur. E quindi dall’attuale sistema criminale delle ‘cure’ che trasforma “essere malati” - corpi e società - in “Avere una Malattia”!
Il contrabbando alienante di sempre dell’avere, del possedere, del patrimonio – ecco qua: patri.arcale! - persino dei e sui corpi.
Come appunto e purtroppo quello presentato in Alias da Francesca Piazza, a partire dal disastroso ma abile intellettuale dell’avere: Paolo Virno!
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Alfio B.
Friday, 16 October 2020 15:45
Effimera dei corpi e nuova dimensione dei soggetti collettivi.
L’indicazione strategica del migrante Karlo, per quel che dice, e certo non facile da pigliare o afferrare, trova in Aldo Bonomi (https://ilmanifesto.it/la-sfida-della-pandemia-puo-tornare-a-renderci-visibili-gli-uni-agli-altri/) un eccellente corrispondente. Certo più sviluppato e accademico, ma direi comunque non così politicamente effettivo come le chiavi che proprio KR propone. Ma non in termini di alleanze, come mi pare si consigli dal seminario di Effimera (*), ma proprio come disegno di convergenze strategiche delle e nelle diversità. Realmente a partire dalle ‘reti territoriali’ alle quali accenna magnificamente Bonomi alla fine dell’intervento pubblicato dal Manifesto il 15 scorso.

Cioè come nuove articolazioni sociali dinamizzate - termine che usa Raveli - da migliaia di avanguardie strategiche territoriali, nazionali e persino statali immagino. Ed ecco sì che emerge la magnifica Rojava, i popoli del Chiapas o i mapuchi, nell’Abya Yala non ancora del tutto stravolta dal Capitale.

(*) http://effimera.org/registrazioni-del-seminario-dei-corpi-perduti-e-dei-corpi-ritrovati-lenigma-del-valore-3/
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K.R.
Tuesday, 13 October 2020 16:52
Commento sul seminario "Dei corpi perduti e dei corpi ritrovati" di Effimera.
Caro Bifo, si, la sesta estinzione sul pianeta Terra è in corso. Non solo come spettro emozionale dell’attenzione, come hai detto, o collasso mentale, psichico, emozionale e così via, per il genere umano. È ben reale, a cominciare dalle estinzioni sempre più numerose e imponenti di altre specie animali, oltre le vegetali, che poi in parte o totalmente hanno permesso il sorgere e riprodursi della nostra. La questione è capire dove e come si sviluppa concretamente l’attuale estinzione. Nelle mostruose Manhattan o nelle foreste amazzoniche dove non vige ancora l’impero capitalista e coloniale dell’Avere sull’Essere, per esempio? O per cominciare? In Florida o Texas oppure nella Rojava, tanto per capirci? È cioè laddove la stessa specie ‘sapiens’ si trova in un percettibile processo d’estinzione - annunciata da gravose degradazioni umane sempre più incarnate nel crescente individualismo, con cupe solitudini e impressionanti reti, petrolconsumi e alienazioni in aumento - che dobbiamo centrare la riflessione e cercare – ormai tentare – di cambiare il paradigma di riproduzione della specie. Il Capitale ne è solo un ingranaggio determinante, anche se ormai e purtroppo sempre più conclusivo.
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