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ripensare marx

Emma for governor!

di Piotr

emma bonino thumbMentre Giuliana Sgrena continua la sua campagna islamofoba anti-iraniana con toni ormai isterici, il Manifesto si dà alla campagna “pro Emma” (non la chiama nemmeno più “Emma Bonino”: è “Emma” e basta).

Innanzitutto Emma è una donna. E già questo basta per menare la coda. Non so se quelli del Manifesto si sono mai accorti che anche Condoleeza Rice era una donna, e in aggiunta nera: una combinazione da sballo per il politicamente corretto.

Sicuramente si erano accorti che Hillary (Clinton, NdA) era una donna. E infatti durante le primarie la sostenevano con entusiasmo, esattamente come la sosteneva il fascistoide Edward Lutwak perché la vedeva “più propensa [di Obama, NdA] a ordinare bombardamenti sull’Iran”, più o meno il sogno personale che tra poco ci rivelerà la Sgrena, se va avanti con questi toni.

Femminismo e “diritti umani” a braccetto a fare da transponder per i bombardieri degli esportatori di democrazia. Alè.

Tutto quadra.

E già, perché Emma:

- era a favore dei bombardamenti sulla Serbia;

- era a favore dell’invasione dell’Afghanistan;

- era a favore dell’invasione dell’Iraq;

- ha compreso (che animo sensibile) la “reazione di Israele alle provocazioni di Hamas” quando venivano massacrati gli abitanti di Gaza un anno fa. E infatti vuole Israele nell’Unione Europea.


Ma Emma è una pacifista.

E poi Emma:

- era nel governo di Berlusconi e Fini quando la Polizia si dedicava alla “macelleria messicana” di Genova durante il G8;

- poco dopo era al governo con Prodi e sosteneva le cariche della polizia in Val di Susa (“Il ministro dell'interno non poteva fare altro perché lo Stato non può arrendersi, non può accettare veti da chicchessia”. Corriere della Sera, “Bonino: uso della forza legittimo Il ministro non poteva fare altro” di Dino Martirano, 8 dicembre 2005).

Ma Emma è per i diritti civili.


E ancora, Emma:

- ha brigato forsennatamente a favore del sistema maggioritario;

- ha distorto con protervia il sistema politico italiano in senso personalistico incentrandolo sul culto carismatico del capo (Marco Pannella) o della capa (Emma Bonino elle-même) e spianando la strada allo stile del Cavaliere;

- dalla Commissione Europea (dove era approdata grazie alla sponsorizzazione, per l’appunto, del governo dei Berlusconi, dei Previti e dei Giuliano Ferrara) lanciava la proposta dell’elezione diretta del Capo dello Stato, ovvero del presidenzialismo (non era un sogno anche di Edgardo Sogno, scusate il bisticcio di parole, e di Licio Gelli?).

Ma Emma è un baluardo contro questo “fascismo strisciante” che vuole stravolgere la Costituzione.

E infine Emma:

- è una che lavora ai fianchi la sanità pubblica italiana alla quale preferisce il modello USA (per darvi un’idea, avete visto “Sicko” di Michael Moore?);

- ha votato a favore della privatizzazione dell’acqua (DL 135/09);

- è un’ultraliberista: all’europarlamento ha votato contro la famigerata Direttiva Bolkestein, ma perché “Si poteva fare molto di più” (Corriere della Sera, “Bolkestein: via libera della Bonino” di Giuseppe Sarcina, 31 maggio 2006).

- ha proposto referendum contro i sindacati (e non certo da “sinistra”);

- ha spinto per l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne (per la parità, è ovvio!).

Ma Emma è a favore dei lavoratori.

Ma soprattutto Emma è laica: da buona liberista fino al midollo vuole che uteri, ovuli femminili, embrioni e cellule staminali diventino terreno di scorribande per medici disinvolti e per le multinazionali farmaceutiche (penso troppo male? no: il fatto è che 2+2 fa sempre e solo 4).

Orsù, votiamo per Emma!


Poi però andiamo in piazza a protestare contro le guerre americane, a sostenere i Palestinesi, a denunciare il neo-liberismo, a protestare contro la “privatizzazione dei principi stessi della vita” (come protesta Vandana Shiva) e, soprattutto, a difendere la Costituzione. Mi raccomando!

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