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1989-2009: il Trionfo dei Muri


muro di berlino"Un'epoca senza muri": questo avrebbe dovuto essere l'epoca in cui molti di noi sono cresciuti, grazie alla caduta del Muro di Berlino.
Non è stato proprio così: se quest'epoca si è aperta con le immagini dei profughi che arrivavano (i tedeschi dell'est) e dei cittadini che li accoglievano a braccia aperte (i tedeschi dell'ovest), oggi viviamo in un mondo in cui lo straniero che arriva non è il benvenuto. In Germania l'illusione durò ancora di meno, con alcuni dei tedeschi che festeggiavano attorno al Muro ormai aperto che sputarono addosso alle famiglie turche che tornavano a Kreuzberg, con l'assalto di centinaia di neonazisti a profughi e immigrati negli anni successivi - spesso con l'appoggio di polizia e popolazioni locali - con i tedeschi dell'ovest che vedevano sempre più i connazionali dell'est come un peso sociale ed economico, e i profughi orientali che, una volta accolti nei campi, venivano accettati o rispediti indietro sulla base del loro grado di germanicità.

Come spiega Peter Schneider nel libro Dopo il Muro, la legge vigente sull'immigrazione nella BRD era la stessa del 1937, epoca nazista: esisteva una Lista dei popoli tedeschi con diversi gradi di appartenenza e, nel caso degli ebrei polacchi di origine tedesca, per esempio, si poteva essere accolti nella nuova Germania unita solo se i propri nonni fossero stati riconosciuti come "ariani", cioè avessero nascosto la loro ebraicità. Avere avuto un nonno partigiano nel ghetto di Varsavia voleva dire porte chiuse nella Germania di Kohl.

Proprio nel 1989 la BRD aveva ratificato i dettagli dell'accordo di Schengen, istituito nel 1985 - l'anno della Perestroijka, della decostruzione sovietica - per blindare le frontiere europee. Da allora il mediterraneo sarebbe diventato un immane cimitero, dove decine di migliaia di persone sono morte tentando di raggiungere il continente clandestinamente, cioè sprovvisti dei visti che l'Unione Europea si rifiuta di rilasciare ai cittadini dei paesi più poveri. Non è un caso che proprio nel 1990 le Nazioni Unite abbiano pubblicato la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, che ad oggi non è stata ratificata da nessuno dei paesi dell'Unione Europea. Nel 1988, anno della centotrentaseiesima e ultima vittima del Muro di Berlino, si apriva un ventennio che avrebbe portato entro il 2008 oltre 12.000 persone a morire nel Mar Mediterraneo, a causa dei divieti opposti dall'Unione Europea all'ingresso libero dei migranti e dei profughi attraverso le frontiere. Sono morte 2.511 persone nel Canale di Sicilia, 4.091 al largo delle Isole Canarie e dello Sterro di Gibilterra, 70 nel tratto di mare che separa l'Algeria dalla Sardegna, 895 nel Mar Egeo, tra la Turchia e la Grecia, 603 nel Mar Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia. Le coste sono divenute nel tempo sempre più sorvegliate, e i mari sono stati attraversati da migliaia di persone con imbarcazioni di fortuna, inadatte al viaggio, gestite da organizzazioni criminali che devono i propri incassi ai risparmi di chi decide di non voler continuare una vita dal futuro già scritto.

La logica del filo spinato e della deportazione coatta fuori dai confini è stata assunta globalmente dall'Unione Europea il 18 giugno 2008
con la Direttiva sul rimpatrio degli stranieri in situazione irregolare, detta direttiva della vergogna. Nel 2006 è stata istituita a livello europeo l'agenzia Frontex, incaricata della protezione e della sorveglianza dei confini europei e della lotta contro coloro che tantano di attraversarli. Uno dei primi progetti della nuova creatura, lo stesso anno, ha avuto per obiettivo i migranti che dall'Africa subsahariana tentano di raggiungere le Isole Canarie, anche attraverso il rifornimento militare della Spagna che, dal canto suo, aveva già reagito alle migrazioni costruendo due Muri in Marocco, nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla.

Il Muro di Ceuta, che impedisce l'ingresso dal Marocco al territorio spagnolo, è lungo 8 Km.
Inizialmente alto 3 metri, è stato portato a 6 metri sotto gli auspici di Frontex. È costituito da recinzioni e sbarre sovrastate da filo spinato, coadiuvate da illuminazioni potentissime, telecamere che hanno la possibilità di filmare di notte e sensori elettrici in grado di segnalare i movimenti sul terreno circostante. Il Muro di Melilla è simile, ma è lungo 12 Km. La sorveglianza della barriera è affidata alla Guardia Civile spagnola. Nell'ottobre 2005, più di 700 migranti e profughi dell'africa subsahariana hanno tentato di superare la barriera, incontrando il fuoco delle forze di sicurezza marocchine, che hanno ucciso un numero imprecisato di persone. Il 29 settembre 2006 centinaia di persone hanno tentato di scavalcare insieme il Muro per emigrare in Spagna, scatenando la risposta della polizia spagnola e poi quella, ancora più violenta, di quella marocchina: sono morte almeno undici persone.

Ma l'Unione Europea non è stata lasciata sola, nel processo della sua muratura, dal suo grande alleato contro il Muro di Berlino, gli Stati Uniti. Nel 1986 - anno della Glasnost, l'apertura in Unione Sovietica - venne varato l'IRCA (Immigration Reform and Control Act), che sveltì le procedure di repressione dei migranti clandestini. Nel 1994 il governatore della California Pete Wilson varò la Proposition 187, che verrà poi dichiarata incostituzionale dalla corte federale, che impediva ai clandestini di accedere ai servizi sociali. Tra il 1993 e il 1999 i finanziamenti federali per il controllo del confine aumentarono da 1.5 milioni di dollari a 4.2 milioni, e gli agenti di frontiera aumentarono da 3.389 a 8.200. Soprattutto, fu in quegli anni che iniziò l'opera di rafforzamento della costruzione che, innalzata fino allora quasi in sordina, è divenuta oggi ben più conosciuta: il Muro tra il Messico e gli Stati Uniti. Nel 1997 l'Illegal Immigration Reform and Immigration Responsability Act impose un ulteriore rafforzamento del Muro e una sua estensione di 14 Km a sud di San Diego, oltre a stanziare fondi per portare a 10.000 gli agenti di frontiera entro il 2000. Entro quell'anno, a partire dal 1994, la lunghezza del Muro raddoppiò; con l'Homeland Security Bill, significativamente varato l'11 settembre del 2001, è stato costruito un terzo Muro e gli agenti sono diventati 12.000.

Da allora l'amministrazione Bush ha continuato a finanziare la costruzione e la protezione militare, mentre i clandestini hanno continuato ad aumentare e a tentare di attraversare la frontiera nell'unico modo possibile, attraverso il deserto ma, come il mare per gli africani, questo è stato spesso la loro tomba, e anche in questo caso si parla di migliaia e migliaia di cadaveri ritrovati sulla sabbia. La nuova amministrazione Obama non ha ancora promosso cambiamenti di rotta e c'è da essere pessimisti, almeno se si pensa al fatto che Obama, quando era senatore, non ha mai avversato - al contrario di altri democratici, che hanno anche avanzato dubbi di costituzionalità - le politiche di Bush sul Muro. Queste politiche sono naturalmente state giustificate con la psicosi del "terrorismo", nell'atmosfera di guerra globale degli anni 2000. Ma il risultato più eclatante della guerra globale non è solo di aver potenziato i Muri statunitense ed europeo, ma di aver fatto fiorire Muri in tutto il mondo.

Anzitutto, anche le potenze emergenti sono corse ai ripari. Nuove fortificazioni sono state costruite lungo gran parte del confine indiano: a partire dagli anni Novanta una fortificazione elettrificata di 550 Km, alta tra i due e i quattro metri, è stata costruita lungo la Linea di Controllo nella contesa regione del Kashmir. Sempre nei primi anni Duemila è iniziata la costruzione del Muro di cemento e filo spinato, in parte anch'esso elettrificato, posto al confine indiano con il Bengladesh; oltre 2.500 Km dei previsti 4.000 sono già in piedi. Un'opera analoga è in corso di costruzione dal 2003 al confine tra India e Birmania, che dovrebbe rendere impenetrabili i 1.624 Km della linea di frontiera. Le fortificazioni costruite lungo i confini nordorientali, in corrispondenza del Bengladesh e della Birmania, mira a prevenire l'immigrazione illegale, il contrabbando e l'infiltrazione di militanti ostili al governo indiano, che da tempo fronteggia nell'area gruppi armati d'ispirazione musulmana o comunista.

Anche gli altri due giganti territoriali e demografici asiatici hanno prodotto iniziative per difendere i confini più sensibili. Nel 2006 indiscrezioni giornalistiche, basate su testimonianze della popolazione locale, hanno ipotizzato l'esistenza di un progetto approvato nel 2003 da parte della Repubblica Popolare Cinese, già avviato, di costruire un Muro di cemento sul confine con la Corea del Nord. Nonostante tradizionalmente i due paesi avessero buone relazioni diplomatiche, sembra che un significativo esodo migratorio stesse avvenendo verso la Cina dal più povero paese confinante, e che per questo le autorità abbiano approvato il piano. Nel marzo 2007 invece Dmitry Kozak, l'inviato del Cremlino per la Russia Meridionale e comandante delle forze antiterrorismo in Cecenia ha incontrato Ariel Sharon, allora primo ministro israeliano, e Gideon Ezra, ministro dell'interno, per richiedere una consulenza per il progetto di costruire, al confine russo con la Cecenia, un sistema di fortificazioni e installazioni militari simili al Muro che Israele ha costruito all'interno della Cisgiordania. Il terreno più fertile e terribile per la proliferazione dei Muri è infatti la guerra: la maggior parte delle nuove barriere di trovano in Palestina, attorno all'Afghanistan e attorno all'Iraq.

Quando gli Stati Uniti attaccarono l'Afghanistan il vicino Uzbekistan costruì sul confine afgano una barriera di filo spinato elettrificato ad alto voltaggio. Il proposito era quello di impedire l'ingresso ai profughi che la guerra avrebbe indotto a fuggire da sud, oltre che mettersi al riparo dall'ingresso dei combattenti afgani. Ma lo stato di continuo disordine in cui versa l'Uzbekistan - l'insurrezione popolare di Andijan, repressa nel sangue nel maggio 2005, è costata migliaia di morti - ha indotto i suoi stessi vicini a fortificare i confini: il Kazachstan ha circondato con il filo spinato le zone urbane sul confine dal 2006, mentre il Turkmenistan già nel 2001 aveva sostanzialmente completato la barriera lungo i confini, e una barriera con il Kirkizistan era già stata costruita nel 1999. Gli stessi confini del Pakistan, principale alleato degli Stati Uniti nell'area, già enormemente militarizzati, sembrano evolvere rapidamente verso la muratura. Dopo un attentato presso la città iraniana di Zahedan, al confine con il Pakistan, nel febbraio 2007, l'Iran ha iniziato la costruzione di un Muro di cemento armato alto circa 3 metri e profondo un metro lungo tutto il confine. L'ex presidente del Pakistan Pervez Musharraf, dal canto suo, rispondendo pubblicamente alle dichiarazioni del presidente insediato in Afghanistan dagli USA, Ahmid Karzai, che lo accusava di non ostacolare il passaggio dei militanti jihadisti tra i due paesi, aveva dichiarato il 26 febbraio del 2006: "Se pensa che vi siano questi ingressi, ho già detto che si può fortificare il confine, e anche minarlo. Fortifichiamo il confine, così che questo gioco di accuse finisca una volta per tutte".

Più a occidente, oltre il territorio iraniano, si aprono le terre insanguinate dell'Iraq. Nel gennaio 2004 il Kuweit ha deciso di costruire una barriera di acciaio lunga 217 Km. Questa decisione scaturisce dalla seconda guerra che ha visto contrapposti Stati Uniti e Iraq, iniziata nel 2003. Il più potente e ricco vicino dell'Iraq, l'Arabia Saudita, ha a sua volta dichiarato l'intenzione di costruire una barriera lunga 900 Km sul tratto di confine che la collega al paese in guerra, per evitare che i partigiani iracheni possano fare ingresso nel suo territorio o che, come denunciano gli ufficiali statunitensi, militanti stranieri possano far ingresso in Iraq attraverso il deserto. Scossa in diverse occasioni da attentati e sedizioni interne, l'Arabia Saudita teme che il caos e l'insorgenza iracheni possano compromettere la sua stessa stabilità politica. Ma la guerra della monarchia saudita non si limita a chi combatte contro l'occupazione dell'alleato statunitense: un intero esercito di immigrati africani e arabi - 400.000 persone all'anno provenienti dallo Yemen, dall'Oman o dalle zone di guerra dell'Etiopia e della Somalia - entra illegalmente in Arabia Saudita attraverso il confine yemenita. Per fronteggiare queste ondate migratorie il governo ha incrementato le misure repressive e iniziato una caccia all'immigrato simile a quella dell'Unione Europea (60.000 yemeniti sono stati deportati nel paese d'origine solo nel 2007) e ha costruito un Muro lungo il confine meridionale. La barriera è lunga 1.800 Km e alta tre metri, composta da sacchi di sabbia e tubature inframmezzate da cemento e materiale elettrificato. Sono gli stessi scopi dichiarati che hanno portato gli Emirati Arabi Uniti, dal 2005, a chiudere e fortificare con il filo spinato il confine con il più povero Oman, sempre nella penisola arabica, tagliando in due le oasi di Al Ain e Buraimi, che un tempo formavano un unico paradiso naturale.

Ma il vero simbolo dell'epoca dei Muri sono le capitali della guerra.
Baghdad è oggi attraversata da molti Muri, il più famoso dei quali è stato costruito nel gennaio 2007, per dividere il quartiere di Adhamiya da quelli circostanti in modo da controllare meglio la forte resistenza che si annida al suo interno. Che l'intento dei Muri di guerra sia quello di controllare la popolazione è dimostrato anche da un'altra fortificazione costruita a Baghdad nel maggio 2008 all'interno di Sadr City, il quartiere sciita dove vive il 40% della popolazione della città. Tra febbraio e marzo la resistenza aveva sostenuto duri scontri a fuoco contro l'esercito di Washington. Dopo il cessate il fuoco pattuito dalle parti, il Muro è stato costruito per dividere la parte settentrionale del quartiere, controllata dai guerriglieri, dalla parte meridionale occupata dall'esercito. I soldati USA definiscono scherzosamente questa situazione "combattere con il cemento". In effetti la zona verde, dove è asserragliato il quartier generale USA, è murata dall'inizio dell'occupazione con i T-Walls, segmenti di cemento armato a forma di L che sfruttano l'ingegneria della muratura della DDR degli anni Settanta, ma anche quella dei Muri costruiti in Irlanda del Nord negli stessi anni per dividere lealisti e nazionalisti. Oggi centinaia di lastre di T-Walls raggiungono Baghdad ogni mese per murare nuovi quartieri, nuove strade, incroci e check-point, assimilando il suo destino a quello di Kabul, dove la sorte è analoga. Ha scritto sul suo blog Rachelle M. Tayag, consulente inglese del ministero afgano dell'economia: "Ciò che a Kabul colpisce maggiormente a livello visivo sono gli alti Muri che circondano le vite dei privilegiati. Più i Muri sono alti e spessi, più sono importanti le organizzazioni e le persone che vivono al loro interno".

Ma il Muro più famoso è quello di Gerusalemme, che dal 2001 divide arabi ed ebrei secondo un'ingegneria razzista:
tutta la periferia araba è tagliata fuori, mentre le colonie ebraiche esterne alla città sono annesse; ed essendo per Israele la città santa capitale unica eterna e indivisibile dello stato, anche i quartieri arabi della città vecchia sono dentro il Muro, col risultato che le famiglie e i contatti sociali e lavorativi dei palestinesi sono spezzati. Per ovviare a questa situazione, che in realtà è stata creata ad arte, Israele ha iniziato ad espellere i palestinesi tanto dal centro storico quanto dalle periferie limitrofe alle colonie, distruggendo le loro case. Grandi costruttori di Muri, grandi distruttori di pareti domestiche. Il Muro più lungo d'altra parte non è quello di Gerusalemme, ma quello costruito all'interno della Cisgiordania per annetterne una parte, e impedire ogni solidarietà e unità sociale e politica ai palestinesi, mentre procede la colonizzazione dei territori e la repressione sanguinosa delle proteste. La barriera di cemento è alta dai sei agli otto metri ed è rinforzata con recinzioni, filo spinato, cancellate di ferro e trincee. Nonostante la conclusione del progetto fosse prevista per il 2005, la costruzione è ancora in corso.

Infine, Gaza. Tutta la Striscia è murata e, quel che più colpisce, sulla base degli Accordi di Oslo del 1994.
Quando nel 2000 è scoppiata la Nuova Intifadah la barriera venne interamente demolita dagli insorti, rendendo necessaria la sua ricostruzione da parte di Israele, tra il dicembre di quell'anno e il giugno del successivo. Un Muro di cemento armato alto otto metri è stato costruito al confine con l'Egitto, e una zona cuscinetto di alcune centinaia di metri è stata creata a Rafah, anche attraverso la distruzione di palazzi e case abitati da palestinesi, mentre una missione militare dell'Unione Europea (l'EUBAM, European Union Border Assistance Mission Rafah) ha preso (formalmente) controllo del confine. In prossimità del secondo Muro, successivo a quello originario in legno, anche un terzo Muro sotterraneo è stato costruito, al fine di rendere più difficoltosi i tentativi di oltrepassare la frontiera attraverso tunnel. Il Muro di Rafah è divenuto celebre per le manifestazioni di palestinesi, soprattutto donne, che hanno tentato di forzare la struttura per andare in Egitto a cercare cibo, dopo l'embargo contro la Striscia, e per gli scontri a fuoco che portarono infine i palestinesi a oltrepassare la struttura nel gennaio e poi nel marzo 2008. Il Muro di Rafah è invece restato chiuso, su accordo tra Israele e l'Egitto, durante il massacro del dicembre 2008 e gennaio 2009, quando avrebbe rappresentato l'unico corridoio per profughi o medicinali.

Il 27 aprile 2007 il The Guardian constatava: "Mai, dall'età medievale, c'era stata una così larga richiesta di Muri in giro per il mondo".
Solo i creduloni, i disonesti o gli imbecilli possono credere che il 1989 abbia portato libertà, benessere e pace nel mondo. Se il Muro di Berlino doveva impedire a milioni di persone di viaggiare per perpetrare un esperimento politico in cui furono troppi a non riconoscersi, i nuovi Muri non sono Muri per non lasciar uscire, ma per non fare entrare; in fondo, proprio come nel medioevo. Ma a differenza del medioevo, il nemico non è quasi mai uno un esercito "regolare", ma un'entità militare disarmata o male armata, evanescente, irriconoscibile a prima vista, pericolosa già soltanto a partire dal fatto che si muove, che esiste e che, muovendosi ed esistendo, porta a spasso per il pianeta le sue contraddizioni. Cos'è questa cosa che si aggira, in milioni di lingue, di persone, di spari e grida, danze ed esplosioni, storie e colori, che mille Muri on riescono ad arginare? Una minaccia invisibile? Uno spettro?

 

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