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Cambiamenti in vista per le scuole a Berlino riguardo alla quarantena

I funzionari della sanità pubblica di Berlino stanno cambiando strategia per affrontare il coronavirus nelle scuole e negli asili. Solo i dipendenti e gli alunni positivi saranno messi in quarantena, così come i loro familiari. In precedenza, la quarantena si applicava anche alla classe.

Nella giustificazione dei responsabili della salute pubblica, si legge che si tratta ora di imparare a "vivere con il virus", perché altrimenti "il danno collaterale supererebbe chiaramente il beneficio", scrivono i medici, riferendosi ai diffusi problemi psicologici che sono derivati dalla lunga fase di DAD.

Anche se la variante virale predominante del tipo delta è molto contagiosa, tenendo conto dei "sintomi solitamente assenti o al massimo lievi" nei bambini e della loro infettività, le autorità sanitarie di Berlino chiedono la quarantena solo per i bambini che hanno un rilevamento Covid-19 positivo: "Chi è malato resta a casa. Tutti gli altri possono imparare, giocare e andare a lavorare".

Anche i ministri dell'educazione si sono espressi venerdì e hanno votato contro le misure di quarantena intensiva o anche contro una nuova chiusura delle scuole, soprattutto adesso che gli adulti possono vaccinarsi. Non c’è bisogno insomma di imporre altre restrizioni ai giovani.

I responsabili della salute pubblica sconsigliano inoltre i test di massa. Lo sforzo e il danno per le persone colpite e il beneficio - cioè la prevenzione della diffusione del virus - sarebbero sproporzionati.

I bambini molto raramente si ammalano gravemente di covid-19, per cui non ha più senso cercare di prevenire a tutti i costi ogni singola infezione a scuola, scrivono pediatri, infettivologi, virologi, epidemiologi tedeschi e invitano a trovare un equilibrio adeguato tra il numero di malattie prevenibili e il numero di giorni di insegnamento persi a causa della quarantena [Sara Gandini].

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Segue l’articolo tradotto da Ludovica Notarbartolo:

 

Niente paura di “diffusione”

Stop alle quarantene di gruppo nelle scuole e negli asili di Berlino.

Cambio di rotta nella lotta al Coronavirus: i medici del Dipartimento di prevenzione chiedono di disporre l’isolamento domiciliare solo per chi ha contratto l’infezione e di rinunciare al tracciamento dei contatti.

Si accendono le critiche.

Venerdì i medici del Dipartimento di prevenzione di Berlino hanno reso noto il cambio di strategia nell’affrontare il Coronavirus nelle scuole e negli asili. D’ora in poi andranno in quarantena solo coloro fra gli studenti e il personale scolastico che hanno contratto il virus e le loro famiglie. Prima la quarantena riguardava anche i compagni di classe.

Questo sorprendente cambio di passo è stato deciso da dodici medici del Dipartimento di prevenzione in una presa di posizione comune, che vi presentiamo di seguito. Sabato l’assessorato all’Istruzione non aveva ancora chiarito come e quando comunicare queste disposizioni alle scuole.

A quanto si dice i medici vorrebbero smettere di disporre quarantene già da questo lunedì. Secondo le nostre informazioni c’è però il rischio che l’agitazione che si creerebbe intorno alle scuole possa danneggiare la SPD, che amministra Sanità e Istruzione, con le elezioni alle porte.

Come queste circostanze influiscano con la messa in pratica delle disposizioni dei medici del Dipartimento di prevenzione, non è prevedibile.

La ministra della Pubblica Istruzione Sandra Scheeres (SPD) ha apprezzato che d’ora in poi si abbia “un’impostazione comune, su cui si possano basare genitori e scuole”.

Il rappresentante dei genitori per il Land, Norman Heise, ritiene che la decisione sia arrivata “troppo presto”. I genitori sono divisi.

La candidata di punta dell’SPD per le elezioni parlamentari Franziska Giffey si è espressa sabato contro una gestione meno rigorosa delle quarantene. “Visti i numeri in crescita per le fasce d’età più giovani, non ci possiamo permettere un allentamento delle regole relative alle quarantene nelle scuole e negli asili”, ha comunicato l’ex ministra alla Famiglia su Twitter.

Una delle motivazioni che hanno spinto i medici del Dipartimento di prevenzione a cambiare strategia sulle quarantene sarebbe, che il tracciamento dei contatti non può più condizionare la gestione dei Dipartimenti di Sanità Pubblica. Adesso si tratterebbe di “convivere col virus”, perché altrimenti “gli effetti collaterali supererebbero i benefici”, scrivono i medici con riferimento ai sempre più dilaganti problemi psichici, che sarebbero emersi durante la lunga fase di didattica a distanza.

La limitazione dei contatti sociali danneggerebbe la salute dei bambini, “più di quanto sia tollerabile”. Bisognerebbe riconoscere che nella situazione attuale “non è realistico perseguire il rischio zero Covid per queste fasce d’età”.

La variante dominante Delta sarebbe “così contagiosa, che bisogna mettere in conto il contagio dei bambini, i quali non sono vaccinati”. Tenendo presente che “di norma i bambini sono asintomatici o paucisintomatici” e trasmettono poco il virus al resto della popolazione, dato che è stato dimostrato molte volte, i medici del Dipartimento di prevenzione di Berlino disporranno la quarantena solo per i bambini positivi al Covid-19 (qui le disposizioni dei medici) .

La motivazione dei medici per il cambio di strategia è stata appoggiata da undici dei dodici rappresentanti del dipartimento, mentre la decisione di principio è stata presa da tutti e dodici. Il documento data 25 agosto, ma è stato reso noto il 27 agosto da Fallo Liecke (CDU), consigliere comunale responsabile di Salute e Giovani di Neukölln. Il politico della CDU ha accolto le nuove disposizioni affermando che “chi è malato sta a casa. Tutti gli altri possono andare a studiare, giocare e lavorare”.

Il virologo Drosten consiglia quarantene brevi, ma immediate.

I medici del Dipartimento di prevenzione si discostano con le loro disposizioni dal consiglio del virologo Christian Drosten, il quale aveva suggerito una quarantena di almeno 5 giorni. Fino ad ora la quarantena durava 14 giorni e solo qualche giorno fa Drosten aveva dichiarato alla stampa che la riteneva comunque “insopportabilmente lunga”. Inoltre il virologo afferma che ora che sono vaccinati gli adulti, non si deve temere ogni possibile contagio nelle scuole. Non bisogna però aspettare la comparsa di un secondo caso di positività in una classe (come si è fatto finora) prima di disporre la quarantena. “La cosa migliore è una quarantena breve, ma immediata per tutta la classe al primo caso”. Nel documento dei medici non si trova traccia del suggerimento di Drosten.

 

Lo screening a tappeto deve essere mantenuto

L’Assessorato alla Pubblica Istruzione resta invece fermo sull’opportunità dello screening scolastico bisettimanale e in Senato si sta discutendo se estenderlo agli asili.

Al contrario i medici del Dipartimento di prevenzione sconsigliano i test scolastici a tappeto. Nei periodi di alta circolazione del virus nella popolazione generale, i test a tappeto nelle scuole hanno portato necessariamente “all’individuazione di casi fra i bambini e i giovani”. E mandato “in isolamento” per 14 giorni persone generalmente sane. Il costo per i malcapitati e il beneficio - vale a dire, arrestare la diffusione del virus - non erano correlati. Ci sarebbero più “svantaggi per l’incidenza in autunno, a cui i contagi verrebbero rinviati”.

 

Attualmente ci sono 960 infezioni nelle scuole

Venerdì è stato reso noto dall’Assessorato all’istruzione anche il numero dei contagiati nelle scuole. Attualmente ci sono 920 studenti e 40 appartenenti al personale scolastico positivi. Ci sono 87 classi in quarantena, la settimana precedente erano 82.

Anche i ministri della Pubblica Istruzione si sono pronunciati venerdì contro le misure di quarantena intensive o addirittura nuove chiusure scolastiche.

Si sono rifatti al contributo di sei scienziati, comparso venerdì su “Zeit-Online”. Riferendosi all’offerta vaccinale, gli scienziati hanno affermato che gli adulti adesso “hanno in larga misura nelle loro mani” la protezione contro il decorso grave della malattia COVID. Che quindi questo risultato non dovrebbe più essere raggiunto attraverso le limitazioni ai contatti sociali dei bambini.

“Per questo motivo e siccome i bambini raramente sviluppano sintomi gravi da COVID-19, non ha più senso voler impedire ogni singola infezione a scuola ad ogni costo”, scrivono gli scienziati, che sono:

  • Reinhard Berner, Direttore dell’Ospedale per bambini e adolescenti dell’Universitätsklinikum di Dresda
  • Jörg Dötsch, Professore di Medicina dei bambini e degli adolescenti dell’Universitätsklinikum di Köln e Presidente della Società tedesca di Medicina dei bambini e degli adolescenti
  • Gerd Fätkenheuer, Professore di Infettivologia all’Universitätsklinikum di Köln
  • Florian Klein, Professore di virologia all’Universitätsklinikum di Köln
  • Gérard Krause, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia presso il Helmholtz Zentrum für Infektionsforschung a Braunschweig
  • Berit Lange, Collaboratrice scientifica al Dipartimento di Epidemiologia del Helmholtz Zentrum für Infektionsforschung a Braunschweig.

I sei scienziati evidenziano che fino ad ora, “tutte le misure di prevenzione nelle scuole sono state orientate a evitare qualsiasi contagio in quel contesto”. Nel frattempo le condizioni sarebbero cambiate, “cosicché questo principio dovrebbe essere ridiscusso”.

 

Gli scienziati chiedono “quarantene circoscritte”

Quarantene estese creerebbero “grande incertezza fra studenti, genitori e insegnanti”. Per le scuole e le istituzioni di assistenza all’infanzia dovrebbe perciò essere introdotto un sistema specifico di gestione dei contatti, “che trovi un equilibrio fra il numero dei contagi evitabili e i giorni di scuola saltati a causa delle quarantene”.

Quarantene immediate, ma circoscritte, dopo l’individuazione di un caso o tracciamento sistematico e controllato, assicurerebbero la continuità delle lezioni ed eviterebbero “la maggior parte, anche se non tutti i casi di infezione in una classe”. Resta da discutere come esattamente dovrebbe essere gestito questo tipo di quarantena circoscritta e quali studenti nel caso di un positivo dovrebbero andare in isolamento, ma la discussione deve considerare l’equilibrio auspicato sopra.

 

Apprezzamento da parte del Ministro della Pubblica Istruzione

Britta Ernst (SPD), presidente della Conferenza dei ministri della Pubblica Istruzione e ministra di Pubblica Istruzione e i Giovani per il Land Brandeburgo ha definito l’intervento degli scienziati “un contributo molto importante da parte di scienziati autorevoli”. La ministra si rallegrerebbe del fatto, che “in questo modo l’apertura delle scuole sarebbe assicurata”. Le indicazioni sulla gestione delle quarantene sarebbero importanti nell’ottica di garantire la massima apertura delle scuole.

La vicepresidente della Conferenza dei ministri della Pubblica Istruzione e ministra della Pubblica Istruzione dello Schleswig-Holstein Karin Prien (CDU) apprezza che gli scienziati sostengano la Conferenza dei ministri della Pubblica Istruzione l'obiettivo di consentire il più possibile il ritorno alla normalità per gli studenti e le studentesse.


 

https://amp.tagesspiegel.de/.../keine.../27558124.html...

 

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