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theunconditional

Caduta libera con applauso

di Andrea Zhok

L’altro giorno la sig.ra Lagarde ha annunciato un ritocco al rialzo dei tassi della BCE, a suo dire per fronteggiare l’inflazione; oggi il panico si è impossessato delle borse europee, lo spread è ai massimi dal 2014, e i titoli bancari sono in profondo rosso.

Ora, il punto è: persino la sig.ra Lagarde, nonostante abbia fatto carriera a colpi di performance come quelle epistolari a Sarkozy (“usami come ritieni più opportuno”), persino lei, dicevo, non può ignorare che un’inflazione esogena, cioè dovuta non al surriscaldamento dell’economia (crescita incontrollata dei salari, ecc.), ma ad un incremento dei costi di approvvigionamento delle materie prime, NON può essere tenuta sotto controllo alzando il tasso di interesse a cui le banche ottengono (e forniscono) capitali. Si tratta di un caso fotocopia della studiatissima crisi petrolifera degli anni ’70, solo che allora si trattava in qualche modo di una sorpresa, mentre adesso stiamo adottando le stesse politiche insensate che sono diventate un caso di scuola.

Dopo la batosta subprime e la batosta Covid (entrambi i danni, è bene sottolinearlo, creati da specifiche attività di politica economica: non è il Covid ad aver dichiarato il lockdown, ma i governi occidentali), dopo questi due massacri economici e sociali, l’economia stava appena faticosamente recuperando parte del terreno perso. Ma ecco che con perfetta scelta di tempo i vertici del potere economico europeo, dopo due ganci alle costole sferrano un diretto in piena faccia all’economia che sarebbero chiamati a tutelare, spezzando i legami che ci permettevano di avere energia (Russia) e manifattura (Cina) a prezzi bassi. (Sì, certo, chi potrebbe negare che era assolutamente necessario reagire proprio così; noi mai e poi mai come europei e occidentali potremmo tollerare un’ingiustizia su questo pianeta, non ci sono precedenti: “Orsù prodi raddrizzatori di torti, gettiamo il cuore oltre l’ostacolo e, costi quel che costi, facciamo la cosa giusta!!”).

Naturalmente un allentamento della dipendenza da Russia e Cina poteva avere perfettamente il suo senso come intervento strategico, di graduale sostituzione delle dipendenze, ma qui non c’è niente del genere: tutta la trascurabile differenza tra lanciarsi con un paracadute o senza.

Da ultimo, mentre l’economia europea barcolla (e quella italiana più di tutti), la presidentessa della BCE interviene con un grazioso sgambetto, alzando i tassi e dichiarando finita la stagione del “credito facile”. (E stendiamo un pietoso velo sugli interventi di greenwashing, che invece di trattare seriamente alcunché sul piano ambientale, pianificano lo smantellamento dell’industria automobilistica europea.)

Ora, l’unica cosa che deve essere chiara a tutti è che parlare qui di “errori” o di “valutazioni soggettive” è completamente privo di senso. Questi sanno perfettamente cosa stanno facendo, sanno quali saranno le conseguenze, e per qualche motivo queste conseguenze, per quanto spaventose per il 90% della popolazione, gli stanno perfettamente bene.

Se escludiamo come motivazione il sadismo (che però, dopo aver visto all’opera il ministro Speranza, rivaluterei come possibile movente politico), la questione diventa: “A chi giova?”

Non è una risposta facile da dare, perché i perdenti in questo scenario sono assai più facili da trovare dei vincenti. E tuttavia azzarderei due linee di risposta.

In primo luogo, questa situazione giova sul piano geopolitico agli Stati Uniti d’America, che in capo ad un decennio si ritrovano un’Europa che da competitore temibile si riduce a cane da compagnia: fornitore di beni industriali intermedi e mercato di sbocco (per le minoranze ancora capaci di comprare), ma totalmente impossibilitata a svolgere più qualunque ruolo autonomo.

E in seconda istanza, questa situazione giova sul piano dello schietto potere economico ai grandi detentori di liquidità privata, fondi di investimento e speculativi, che ridurranno sì momentaneamente gli interessi erogati ai propri clienti (sfiga, pagheranno quelli che contano sulla pensione privata), ma che nel medio periodo si approprieranno ulteriormente e massivamente di asset reali, di attività, capannoni, ditte, terreni, immobili, miniere, tutte cose che in questa fase storica consentiranno al capitale liquido (per essenza virtuale, meramente potenziale, di principio fittizio) di scendere in terra e diventare titolo di proprietà inscalfibile.

E per metterci il fiocco, se consideriamo che gli hub della finanza mondiale gravitano intorno al mondo anglosassone (New York e Londra), e che lo stesso vale per i maggiori gruppi finanziari (Blackrock, Vanguard, ecc.), possiamo apprezzare come tutto si tenga in modo finanche elegante.

E grazie ai servigi di una stampa a libro paga tutto ciò difficilmente arriverà alle coscienze della maggioranza, che continuerà a lodare il polso fermo nella gestione della pandemia e il governo dei competenti e la saggia tecnocrazia europea (“meno male che c’è Draghi, pensa che sarebbe successo se non ci fosse lui a difenderci.”)

Comments

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Alfred*
Saturday, 18 June 2022 11:18
In primo luogo, questa situazione giova sul piano geopolitico agli Stati Uniti d’America, che in capo ad un decennio si ritrovano un’Europa che da competitore temibile si riduce a cane da compagnia: fornitore di beni industriali intermedi e mercato di sbocco (per le minoranze ancora capaci di comprare), ma totalmente impossibilitata a svolgere più qualunque ruolo autonomo.

Un sogno miserrimo, possibile, di una stupidita' anche capitalistica non indifferente.
Persino quel democratico nazista di Ford e' arrivato a dire che se pagava bene gli operai era perche' aveva bisogno di vendere a qualcuno le sue auto. Che cosa se ne faranno i fondi di investimento di capannoni e impianti produttivi in una realta' che paghera' le materie prime carissime per prodotti non competitivi e quindi strutture morte, nessun lavoro e nessun mercato interno.
Un capitalismo che suicida fonti di approvvigionamento indispensabili come la Russia (addirittura fornitore degli Usa per il 20% dell' uranio, un altro 20% gli Usa lo comprano da uno stan ex urss) ... in nome di un ingresso dell 'Ucraina nella Nato ...complimenti ai geni politico economici occidentali.
Questo delirio di bbbuoni contro caaattivi avviene in un contesto in cui i bbbbuoni dipendono in modo vitale dai caaattivi.
Non si spiega che uso facciano i nostri imbelli politicanti di anni di studi universitari, perfezionamenti all'estero, studi diplomatici e strategici.
Un semplice pizzicagnolo capitalista davanti alle scelte tafazziane fate avrebbe messo ... elenski e i suoi sodali dentro una camicia di forza, contrattato per una neutralita' europea del residuo di quella nazione e anche arretrato dai paesi in cui si e' istallata, proponendo ai russi di pagare in natura (gas, petrolio, materie prime assortite) la buona azione ehm, spontanea.
Da una posizione di debolezza (e' mia opinione personale che la Nato sia una struttura che collasera' sul campo in qualsiasi intervento ... salvo ricorso al nucleare) e con poche concessioni (sulle spalle altrui) il capitalista si sarebbe arricchito. I russi avrebbero ridimensionato le concessioni e poi per evitare un guerra e non sentire i latrati qualcosa avrebbero concesso. Una sana dinamica di mercato e di capitalismo
che volete farci, amo la fantageopolitica e immagino i capitalisti come probabilmente non sono mai stati.
Pero' se i capitalisti non sono cosi volpini allora sono delle rane morte tutta prepotenza e arroganza e il cui solo potere coincide con la nostra debolezza e frantumazione?
Scusate, da un banale caso geopolitico sono andato a finire nei massimi sistemi, buon fine settimana
Prosit
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Enza
Friday, 17 June 2022 18:58
La situazione è questa. Esattamente. Il punto è , allacciandomi al commento di Ambro con cui concordo, non solo le possibili reazioni/ opposizioni che non siano rivolte episodiche e scomposte, ma anche e soprattutto la facilità con cui Draghi e gli altri ( ieri a Kiev c'erano Macron e Scholz) che fanno dichiarazioni sconcertanti senza che ci siano sussulti. E vada per i gazzettieri. Ma noi, la gente, comune e non comune, a parte qualche sporadico pubblico segno di dissociazione e critica, che facciamo ? Assistiamo ammutoliti, rassegnati o indifferenti al nefos mefitico informativo riversatoci h24 ovunque ci rigiriamo ? Tacere è essere complici. Rabbrividisco al pensiero che , in qualche modo, oltre a lasciarci mutilare di diritti e conquiste sociali, possiamo essere , in un futuro, nelle analisi storiche, additati come quella piccola borghesia di appoggio a sottogoverni fascisti, vassalli dell'Impero in declino. Mi viene in mente Barthes.

"La piccola borghesia aspira ad una verità mitologica e pone la cultura (critica) come malattia: una posizione che è tipico dei fascismi." ( Roland Barthes)

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Ambro
Friday, 17 June 2022 09:58
La frase finale è il vero nodo del dramma: qualunque presa di coscenza passa dall'esposizione a voci realmente diverse, le cui carriere e benessere non dipende direttamente dalle "tesi" che sostenere. Lo vedo tutti i giorni rapportandomi con persone "istruite" che vivono nella bolla informativa senza neanche accorgersi.
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