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ilsimplicissimus

L’umiliazione del voto inutile

di Anna Pulizzi

Obbligare i partiti d’opposizione a raccogliere 60mila firme in pochi giorni e per di più senza fornire i moduli per farlo, è l’estremo atto di fede della giunta Draghi agli interessi delle oligarchie, che non tollerano alcuna voce fuori dal coro in parlamenti ridotti a santuari del servilismo, come del resto già da tempo avvenuto con gli organi d’informazione. Così sulla scheda elettorale compariranno esclusivamente le formazioni vallette del sistema, rigorosamente euro-nazi-atlantiste nonché prone ai diktat dei mercati finanziari. Tutte le altre, benché di dimensioni assai modeste, resteranno fuori dai giochi, non compariranno tra le scelte possibili e perciò nemmeno nei sondaggi o sulle poltroncine dei talk-show politici, che sarebbero quelle arene in cui moderatori con stipendi a cinque cifre ammettono voci dissidenti solo nel ruolo del toro durante la corrida.

Addomesticare la marea pentastellata fino al punto di avere il suo esponente di spicco che si mette la mano sul cuore quando passano i marines, non è stata impresa né lunga né difficile, a dire il vero. Tuttavia il suicidio del movimento grillino lascia sul terreno un 20% di elettorato deluso da un soggetto che prometteva di rivoltare l’Italia come un calzino e invece si è rivelato un barcone senza timone né bussola sospinto dalle supercazzole di un improbabile nocchiero.

Il timore che la massa di disincantati, cui si aggiunge il numero crescente di vittime del massacro sociale in corso, possa trovare un nuovo punto di riferimento politico, spinge i padroni del vapore a blindare il momento elettorale in un teatrino da cui non solo non può scaturire alcun mutamento reale ma nel quale esso non dev’essere nemmeno percepibile a livello ipotetico. Rimane ovviamente in piedi tutta la scenografia in cui destra e sinistra si contendono i posti a sedere (ora ridotti per volontà di popolo) cercando di applicare ognuna lo stesso programma politico dell’altra, che poi consiste semplicemente nell’arte di scattare sull’attenti di fronte alle pretese degli organismi sovranazionali.

Strano che Draghi non abbia trovato oltremodo confortevole un tale clima, che in verità esisteva già prima del suo apparire nelle vesti di idolo salvifico, fino al punto da liberarci in fretta e furia della sua presenza. Chissà, forse gli hanno già promesso un altro incarico, magari per leggere le veline alle conferenze stampa della Nato al posto dell’uscente Stoltenberg. O forse non intende trovarsi a palazzo nelle vesti di responsabile quando si paleseranno le conseguenze nefaste della sua devastazione per conto terzi. O infine – cosa improbabile anche se al peggio non c’è mai fine – perché attraverso un adeguato pressing mediatico potrebbe anche emergere come candidato unico in sostituzione di un Mattarella anch’egli dimissionario.

Siamo nel campo delle ipotesi, naturalmente. Non è invece una congettura il fatto che quelle del prossimo 25 settembre saranno elezioni farsa, caratterizzate addirittura dall’impossibilità materiale di scegliere soggetti anche solo nelle apparenze esitanti a prestare il collo al capestro del Pnrr e a fornire cannoni e quattrini al nazistume ucraino.

E’ possibile che all’ultimo momento, a fronte della montante indignazione, venga concessa la possibilità di raccogliere le firme mediante identità digitale, visto anche il rischio (assai modesto) che la Corte europea possa accogliere un’ipotetica istanza diretta ad invalidare le elezioni. Ma si tratterebbe comunque di una mossa ipocrita e tardiva, che non attenua il peso dell’epurazione elettorale in atto. Siamo come bestiame invitato a decidere sul colore del proprio recinto.

Il dissenso diventa così, d’autorità, un qualcosa da confinare nello spazio privato, o sui social ma con estrema cautela, così come in questi anni lo è stata anche l’esternazione di ogni perplessità al cospetto dell’informazione ufficiale sui dati relativi alla pandemia, o circa le reali responsabilità della guerra in corso.

Non esiste più, se mai è esistito, un ‘meno peggio’ con cui lavarsi la coscienza e sfuggire al rimorso d’essere rimasti a casa, mischiati alla massa degli indifferenti. Partecipare a queste elezioni significa dichiarare che anche una tale umiliazione è tollerabile ai nostri sensi ormai rotti ad ogni impostura.

Accettando colpevolmente di perdere ogni occasione in cui poteva mordere, l’alternativa al sistema ha finito per non poter nemmeno più abbaiare. Il dissenso da oggi può materializzarsi soltanto (o finalmente) nelle piazze e nella disobbedienza, nell’azione, in una resistenza che sia così tenace da guadagnarsi la maiuscola.

Comments

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Franco
Monday, 08 August 2022 10:37
Riprendo dal profilo di un mio contatto facebook, e sottoscrivo parola per parola:

«Circolano in rete accorati appelli per raccogliere le firme necessarie per presentare la lista di "Unione Popolare" e di "Italia Sovrana e Popolare". I due grossi (si fa per dire) raggruppamenti che pensano di poter raccogliere l'elettorato più a sinistra.

I toni sono patetici, vittimistici. Insomma, che ci votiate o no, fateci almeno presentare. E' una questione di democrazia! Che poi "noi" siamo "alternativi"... soprattutto "popolari".

Ora, a parte il fatto che la democrazia italiana può benissimo continuare a funzionare facendo a meno di De Magistris e di Rizzo (e pure di Fratoianni e Bonelli), è davvero surreale che due alleanze elettorali che presentano un programma (il primo infarcito di illusioni riformiste, l'altro di suggestioni reazionarie) col quale si candidano almeno a condizionare le scelte del futuro parlamento, abbiano bisogno di mendicare una firma a sostegno del loro diritto a partecipare alla kermesse elettorale.

Se non riescono a presentare una lista e i loro candidati "popolari e riformisti" e "popolari e sovranisti", in competizione nello stesso bacino elettorale, questo non dipende né dal ferragosto incombente né dalle regole che discriminano gli ultimi arrivati, ma dal banale fatto che sono irrilevanti e, proprio sul terreno da loro privilegiato, quello delle elezioni, non contano nulla.

Se non riuscite ad accucchiare 50mila firme, come pensate di recuperare un milione di voti, che è il minimo sindacale per entrare a piatto?

Insomma, siete convinti della giustezza della vostra strategia?Ritenete di essere le avanguardie che tracciano la linea e conquistano il consenso delle masse? Allora praticate la vostra politica "realista" dovunque essa vi porti. E' un fatto vostro.

Per me si tratta solo di operazioni di basso profilo che tracimano nelle minchiate. Tutte interne al sistema borghese e al funzionamento della sua macchina di consenso.

Perfino inutili visto che non lasceranno traccia alcuna, a parte qualche "spaghettata antifascista" e qualche bicchierata con un rosso di dubbia qualità.

Come è inutile continuare a discutere se i "rivoluzionari" debbono presentarsi alle elezioni, visto che di rivoluzionari io non ne vedo. Vedo solo ex magistrati a fine carriera, da una parte, e rottami rosso bruni dall'altra.

Provo a dirvelo con la massima chiarezza possibile.

Che votiate o meno la cosa non mi interessa. L'inutilità del voto, per quanto mi riguarda, è un dato acquisito da tempo. Fa parte della mia "sensibilità".

E per altro ritengo che per i proletari, non certo per i ceti politici che sulle tornate elettorali ci campano, le elezioni sono una "distrazione" che non possono permettersi in un momento in cui la guerra e la crisi li massacrano. E se qualcuno ha la fregola di fare politica ben altri sarebbero i fronti su cui impegnarsi.

Io non pretendo che la piccola borghesia massimalista che prova a occupare i sottoscala della casa padronale si comporti in maniera diversa da come si comporta.

Non pretendo che i prodotti della paludosa stagnazione e della pace sociale degli ultimi 50 anni siano "diversi" da come "la storia" li ha formati.

E nemmeno che i ceti politici in crisi di visibilità e di coccole istituzionali si candidino "al servizio del popolo".

Ma non tiratemi per la giacchetta perché non abbiamo proprio nulla da dirci.

E soprattutto non abbiamo un terreno di discussione comune sul quale abbia senso perfino polemizzare.» (M. G.)
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aldo
Sunday, 07 August 2022 18:51
Sono d'accodo a 90% Il mio rating è abbassato da quel "nazistume": non puoi liquidare così l'Ucraina.
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Gianni Bottigliero
Sunday, 07 August 2022 13:24
Speriamo, invece, che riusciamo nell'impresa di raggogliere le firme necessarie per permettere ad Unione Popolare con De Magistris di presentarsi alle elezioni.....adelante
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