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danieladanna

Risposta alle 200 femministe che rispondono alle 100 senza nominarle, da parte della 301esima

di Daniela Danna

Mi fa molto piacere che alcune firme che conosco tra le 200 femministe pro-GPA vogliano aprire un dialogo su quella che chiamano Gestazione Per Altri, visto che sono anni che il dialogo viene puntualmente negato: prima in Famiglie Arcobaleno (anni Zero), poi in Nonunadimeno (anni Dieci) poi in varie Case delle donne. Dialoghi e informazione sono “sospesi” fino al momento in cui matura la convinzione che sì, è una grandiosa opportunità di espressione della generosità femminile, perché non la regolamentiamo? Oppure fino al momento in cui chi è contraria a questo come ad altri punti del “pacchetto gender” si allontana o viene allontanata con le buone o le cattive dagli inclusivi “luoghi delle donne”. O forse degli asterischi, altro punto del pacchetto gender che si avvicina a grandi passi.

Una volta, negli anni 80, le femministe chiamavano la compravendita di neonati commissionati (CNC) “utero in affitto”, e non c’erano al nostro interno compagne che la pensassero diversamente.

Dico “nostro” per brevità: ero adolescente e ho fatto in tempo solo a cogliere la coda un po’ decadente di quel movimento straordinario che ha dato cittadinanza all’essere femmina, lottando contro l’oppressione subita per mano degli uomini nella loro cultura patriarcale, da cui abbiamo cercato e cerchiamo tuttora di uscire.

Evidentemente con scarso successo.

Quarant’anni dopo il paesaggio sociale è cambiato: si dice che ci siano tanti femminismi, ognuno con la sua idea parziale sulla liceità o anche encomiabilità dello sfruttare le capacità riproduttive di una donna per sottrarle il figlio o figlia in cambio di denaro. Perché non la “regolamentiamo” anche in Italia? Cioè, se non fosse chiaro, perché non introduciamo anche nel nostro (avevo scritto “mostro”) Paese la possibilità per una donna di scegliere, tra i tanti mestieri a disposizione cui presto si aggiungerà il sex work regolamentato, di mettersi a disposizione per nove mesi di gravidanza a beneficio altrui, separandosi dal neonato appena esce da suo corpo, ovviamente senza possibilità di ripensarci perché il frutto del suo ventre non è suo, come le “portatrici” ripetono ad nauseam. Tranne quando ci ripensano, però. In California ci sono stati diversi casi che non hanno nemmeno potuto adire gli ultimi gradi di giudizio. Non c’è nulla da discutere né da rivendicare: hai firmato il contratto? Avevi un avvocato? (Pagato dalla controparte, non certo da chi vuole farsi quattro soldi per la propria famiglia e accetta la visione davvero masochista di partorire un figlio non suo.) C’è la data sul contratto? Allora è tutto legale, il figlio non è tuo.

Non so neanche bene cosa ci sia da discutere talmente è chiara la sopraffazione legale che la CNC introduce non solo sulle donne, trattate come contenitori di seme altrui come ai tempi di Aristotele, ma sui neonati di cui si calpesta il diritto umano alla continuità familiare, oltre che quello di non essere comprato e venduto. E la compravendita non può fare eccezione se le intenzioni sono buone. Chi garantisce poi che le intenzioni siano buone? Nell’adozione, che è dare una famiglia a chi sfortunatamente non può essere accudito dalla propria madre, per lo meno ci sono controlli. Qui paghi e pretendi.

Faremo la legge più bella del mondo! ho già sentito dire. Certo. Poi se le limitazioni (i controlli, ad esempio) non soddisfano l’acquirente, l’opzione estero rimane sempre aperta. ma non importa. Quel che conta è darne la possibilità alle donne che scelgono di fare le portatrici. Come in Grecia, dove sono le immigrate a diventare le migliori amiche delle donne che non possono partorire, che oltre alle pulizie e alla cura degli anziani, possono utilizzarle per diventare madri ai sensi della legge sulla CNC altruista. Si risparmierà così la fatica di andare all’estero a chi può pagare per commissionare un neonato. E magari incentiveremo il turismo procreativo, con noi come destinazione invece della Grecia o dell’Ucraina, momentaneamente in difficoltà.

Le femministe che non possono essere ingabbiate, ma che parlano secondo la teoria neoliberale, in cui tutto è una scelta, e l’illusione della scelta legittima qualunque aberrazione giuridica come vendere un figlio su commissione, si preoccupano persino che gli acquirenti possano non volere più il prodotto-bambino, che si troverebbe così senza genitori. Cosa vorrebbero fare, costringerli a occuparsene? Che idea delle relazioni umane hanno? Facciamo piuttosto in modo che nessuno si trovi in quella condizione lottando contro la CNC. Che va abrogata dove esiste, e perseguita nella sua organizzazione dove fortunatamente non esiste.

Un’ultima cosa: non esistono “figli nati da coppie omosessuali”, nemmeno all’estero. Sono lesbica e lo so bene.

Un’ultimissima cosa: che sfacciataggine appellarsi ai diritti dei bambini per “regolamentare”, cioè introdurre la CNC, che nasce per calpestarli programmando la separazione del neonato da sua madre.

Comments

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nadia breda
Sunday, 16 July 2023 07:26
Brava Daniela Danna, concordo in tutto con te! Chiara e condivisibile. ciao
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Renata
Tuesday, 27 June 2023 11:05
Ho riportato l'articolo sul mio blog e ho scritto là anche il mio commento

https://www.senzafine.info/2023/06/utero-in-affitto-o-gpa-gravidanza-per.html

renata
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Alfred
Saturday, 29 April 2023 13:16
perché non introduciamo anche nel nostro (avevo scritto “mostro”) Paese la possibilità per una donna di scegliere, tra i tanti mestieri a disposizione cui presto si aggiungerà il sex work regolamentato

Gia che ci sono commento, sempre da ignorante, anche quanto sopra.
Devo premettere che riguardo alla prostituziine sono favorevole alle leggi del nord europa che non puniscono chi vuole prostituirsi, ma i clienti.
Anche su questo ho dovuto discutere parecchio e con parecchi.
Perche' in molti sostengono tranquillamente che dovrebbe diventare un lavoro visto che molti e molte guadagnerebbero e .... pagherebbero le tasse (lasciamo perdere se poi loro le pagano, le tasse)
Nessuna considerazione su stato di necessita' e abusi e dolore davanti a stupri a pagamento. Sembra che il pagare sani l'uso di un corpo che altrimenti sarebbe reato. Ma lasciamo perdere, sono io che sono limitato, evidentemente.
Di solito mi viene in aiuto quello che succede in Germania, dove la prostituzione libera e lavorativa non solo non ha eliminato il sottobosco di sfruttamento, ma avendo legalizzato la prostituzione rende piu' difficile per chi ci lavora uscirne (se e' un lavoro come puoi lamentarti e magari voler fare altro e ... il curriculum di certo non offre molte alternative) e colpire svariati canali di sfruttamento borderline e di sfruttatori.
Ma la cosa non emoziona nessuno, quelle persone e quel mondo sono visti come qualcosa a parte, hanno scelto ecc..
Se non fosse per un piccolo dettaglio.
Avendo sdoganato la prostituzione come lavoro chi impedisce che con le leggi hartz i servizi di collocamento ti trovino posto di lavoro a fare pompini? A chiunque ... tanto e' un lavoro ..
E chiunque sostiene che la prostituzione e' un lavoro dovrebbe essere disponibile ad andare a fare questi che considerano lavori. Di solito la cosa non viene Mai presa in considerazione, per se e per i propri famigli (vuoi mettere la mia nipotina, tanto carina che va soddisfare voglie di sconosciuti a pagamento? O anche io ...ecc. ) ci si mette solo dalla parte di chi fruisce per il proprio piacere e uso. Uno schiavismo di qualche ora cosa vuoi che sia.
Se state pensando che esagero guardate sempre alla Germania, dove puoi rifiutare proposte di lavoro solo per un paio di volte e dove e' gia successo che i bordelli chiedessero lavoratori tramite i centri impiego.
Sinora si e' ricorso a labili sentenze che hanno esonerato (ma se e' un lavoro come un altro per quanto tempo durera' dire che lo stato non puo' incoraggiare la prostituzione? non suona contradditorio?), ma i tempi cambiano e non e' detto a voi a vostri figli disoccupati e con reddito di cittadinanza non capiti di essere indirizzati a utero in affitto (se lavoro) e a prostituzione (se lavoro).
Questo e' un articolo di anni fa, non so come sia l' attuale situazione tedesca, ribadisco il mio disaccordo su legalizzazione di utero in affitto e della prostituzione.
Non sono un giurista, ma credo che le due cose facciano a pugni anche con diritti universali tanto strombazzati.
https://www.lettera43.it/germania-assunta-in-un-bordello-a-sua-insaputa/?refresh_ce
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Alfred
Saturday, 29 April 2023 06:19
mettersi a disposizione per nove mesi di gravidanza a beneficio altrui, separandosi dal neonato appena esce da suo corpo, ovviamente senza possibilità di ripensarci perché il frutto del suo ventre non è suo, come le “portatrici” ripetono ad nauseam. Tranne quando ci ripensano, però.

Scusate la mia ignoranza in materia, mi chiedo da tempo se questa pratica di cessione di esseri umani per soldi o per amicizia o per vattelapesca non debba essere soggetta alle leggi che condannano lo schiavismo e la tratta di esseri umani. E' un mercato di esseri umani, comunque lo si voglia mettere. Ed e' al servizio del potere economico, dal momento che solo chi paga (o in soldi o altro) pretende un diritto ad avere cosidetti figli che in realta' sono soggetti comprati e venduti.
Non capisco come sia possibile accettare questo abominio, che e' diverso dal caso di adozione di persone che sono in stato di abbandono o di non supporto per le cause piu' disparate, ma che non sono state partorite con scopo di cessione a fronte di benefit.
Il mondo e' sovrapopolato e abbondante di orfani e bisognosi, non sono contrario a adozioni di single o accoppiati o anche di vicinato, ma gli uteri in affitto proprio non li concepisco, tantomeno come diritto ne per chi vende ne per chi compra (in qualsiasi modalita' di transazione).
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