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Tsunami di occupazioni nelle scuole, gli studenti continuano a bloccare tutto

di Redazione - OSA, Opposizione Studentesca d'Alternativa

Questa mattina forse Giorgia Meloni si è svegliata pensando che il “weekend lungo” – come lo ha chiamato lei – dei solidali con la lotta dei palestinesi fosse finito. Invece, sono tante le scuole che in varie città d’Italia stanno venendo occupate da studentesse e studenti. I più giovani sanno bene che non bisogna distogliere l’attenzione dal genocidio in corso in Palestina, e non permetteranno che ciò accada.

Gli studenti continuano a fare proprie le parole lanciate dai portuali di Genova del CALP e poi fatte proprie dall’intero paese durante i due scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre, chiamati dall’Unione Sindacale di Base e altri sindacati conflittuali: bloccare tutto, per imporre al governo di rompere tutti gli accordi con Israele e di porre fine al terrorismo sionista che colpisce tutto il Medio Oriente.

Il governo è alle strette, sotto il peso della sua complicità e della corsa verso il baratro del riarmo e della guerra fatta propria, chi più chi meno, da tutto l’arco parlamentare. I giovani stanno tenendo attiva un’opposizione reale in un paese in cui le coscienze si sono risvegliate, saldando la propria lotta con quella dei lavoratori.

Riportiamo qui sotto il comunicato nazionale diffuso dall’OSA – Opposizione Studentesca d’Alternativa in merito allo tsunami di occupazioni in corso.

* * * *

TSUNAMI DI OCCUPAZIONI NELLE SCUOLE, LE MOBILITAZIONI PER LA PALESTINA E DEI LAVORATORI CONTAGIANO GLI STUDENTI… BLOCCHIAMO TUTTO!

Torino, Genova, Roma, Pisa, Napoli: oggi 6 ottobre decine di scuole occupano in una sola giornata, è partito lo Tsunami delle occupazioni studentesche… blocchiamo tutto!

1. Sono occupazioni “anomale”, lo diciamo subito. Ha dato il via il Rossellini di Roma il 24 settembre scorso seguito prontamente da Klee di Genova, Cavour di Roma e Primo di Torino. Avvengono in città e in provincia, a scuola appena iniziata e parlano sì dei problemi dei singoli istituti, ma sono incentrate sul sostegno alla Palestina e alla Global Sumud Flotilla, al rifiuto del Governo Meloni complice col Genocidio, e fanno dell’alleanza con i lavoratori un punto di forza irrinunciabile. Sono occupazioni con un consenso di massa incredibile fra gli studenti che si estende anche a genitori e professori, dato non scontato. Sono una reazione di rabbia forte contro un ministro sceriffo come Valditara imbelle, assente e repressivo, che non vuole assumersi la responsabilità di prendere parte fra Genocidio e Palestina: le scuole sono state centrali nei due scioperi generali del 22/09 (tasso di adesione altissimo rispetto agli ultimi anni, all’11,4%) e del 3/10 e nelle mobilitazioni cittadine per la Palestina, adesso serve un passo in più.

2. Insomma, gli studenti e le studentesse si mettono a disposizione del movimento per la Palestina e dei lavoratori, autentici protagonisti della mobilitazione delle ultime settimane che fra 2 scioperi generali in 11 giorni e piazze oceaniche sta “rompendo gli argini” e facendo dilagare la rabbia nel Paese. “Occuparle tutte” è il nostro modo di interpretare e praticare nelle scuole il “Blocchiamo tutto” lanciato dagli operai portuali di Genova a settembre. È uno slogan eccezionale e travolgente per la sua semplicità e concretezza ma anche per la sua forza, perché solo bloccando tutto possiamo far male economicamente e politicamente a un governo che non ascolta il popolo né tanto meno le giovani generazioni.

3. Il movimento per la Palestina e contro il governo Meloni e il ministro Valditara è solo all’inizio. Non siamo sazi ⁠dopo le ultime incredibili due settimane e la piazza mozzafiato da 2 milioni di persone sabato a Roma, perché il Governo sbeffeggia la solidarietà della popolazione contro la Palestina e continua a varare misure odiose antipopolari. Per gli studenti ci sono i nuovi programmi scolastici, la riforma dei tecnici e professionali e quella del voto in condotta, l’ipocrita divieto dell’uso ai cellulari, l’aumento delle spese militari e il taglio a quelle per la scuola. Sempre più studenti e lavoratori stanno capendo che la matrice è comune. “Non siamo noi a liberare la Palestina, è la Palestina che ha liberato noi”: questo slogan riecheggia nelle piazze ed è vero, sta a noi far sì che la mobilitazione di queste settimane contagi ogni ambito della società e dia vita a un movimento che cambi tutto.

4. Oggi, 5 ottobre, contagiamo le scuole. Lo Tsunami di occupazioni è pronto a travolgerle tutte e dar vita a un grande movimento studentesco, noi lavoreremo per questo, noi lavoreremo con un obbiettivo: Blocchiamo tutto!

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