I furbetti della manipolazione e dell’indignazione
di Sergio Cararo
In soli tre giorni abbiamo assistito a un combinato disposto di disinformazione, manipolazione e stigmatizzazione teso a coprire e rimuovere eventi politicamente scomodi per la narrazione dominante.
Il primo è avvenuto venerdì quando l’attenzione politica e mediatica si è concentrata quasi esclusivamente nell’incursione alla sede del quotidiano La Stampa allo scopo evidente di oscurare lo sciopero generale dell’Usb e dei sindacati di base contro “La Finanziaria di guerra” del governo Meloni.
Il copione si è ripetuto tra sabato sera e domenica mattina quando, tra telegiornali serali e giornali domenicali, è stata oscurata una enorme manifestazione popolare contro il governo puntando esclusivamente ad amplificare la “stigmatizzazione” delle parole della relatrice speciale dell’Onu Francesca Albanese nel corso della manifestazione, tra l’altro distorcendone spudoratamente il senso e le parole stesse.
Aver usato Francesca Albanese come target di questa offensiva disinformativa e manipolante ha consentito alla classe politica e ai mass media di evitare di riferire e commentare una manifestazione pienamente riuscita sul piano della partecipazione e che proprio governo, mass media al servizio dello stesso e apparati sionisti avevano ardentemente sperato che non riuscisse. Un certo giornalismo-avvoltoio sperava magari in scontri o qualche vetrina sfasciata. Ma sono rimasti delusi, ragione per cui hanno ritenuto di dover oscurare una manifestazione con decine di migliaia di persone.
Vogliamo cogliere tra l’altro l’occasione per esprimere la nostra solidarietà a Francesca Albanese per i vergognosi attacchi a cui è sottoposta sia da destra che dal mondo Pd.
E fin qui siamo nel campo della distorsione e della manipolazione massmediatica funzionale al governo da parte di testate giornalistiche, anche di orientamento diverso, ma che in fondo ne condividono le priorità politiche in politica estera.
Poi però ci sono i furbetti e gli smemorati.
Il terzo caso è quello avvenuto lunedì, con l’enorme rilievo avuto sui mass media, e le puntuali dichiarazioni di tutte le istituzioni e della politica, contro le scritte apparse sulla sinagoga Beth Michael nel quartiere Monteverde di Roma. Il Presidente Mattarella, il presidente del Senato La Russa e tanti altri si sono affrettati a mandare messaggi solidali alla comunità ebraica di Roma.
L’evento, e la spropositata copertura politico-mediatica del fatto, sono intanto serviti a creare una impossibile simmetria nella comunicazione con il pestaggio di alcuni volontari italiani avvenuto in Cisgiordania da parte dei coloni israeliani, un episodio decisamente imbarazzante per il governo.
Ma soprattutto negli articoli sulle scritte comparse sulla Sinagoga quasi tutti si sono dimenticati di un dettaglio che magari andava riportato per completezza dell’informazione.
Proprio dalla sinagoga di Monteverde il 3 ottobre scorso, erano infatti partiti gli squadristi sionisti che avevano aggredito gli studenti del vicino liceo “Caravillani” che stavano tenendo una iniziativa sulla Palestina. In quel caso gli aggressori sono stati riconosciuti, in quanto tutti ben conosciuti e tutti adulti (non ragazzi). In quel caso non si trattava di una scritta sul muro.
Non abbiamo però memoria di telefonate dal Quirinale o dal Senato agli studenti della scuola, o quantomeno alla preside, almeno per stigmatizzare quanto era avvenuto.
Se l’imbrattamento della lapide dedicata al bambino ebreo Stefano Tachè ucciso nel 1982 è chiaramente inaccettabile (i morti vanno lasciati in pace, sempre), la scritta “Monteverde antisionista e antifascista” appare dunque del tutto pertinente al contesto di quanto avvenuto il 3 ottobre scorso.
Infine, e non certo per importanza, l’8 maggio dello scorso anno, la targa affissa dalla facoltà di Fisica della Sapienza a ricordo del rettore dell’università di Gaza Sufyan Tayeh, ucciso dai militari israeliani, era stata vandalizzata e imbrattata con scritte a sostegno di Israele.
Ma anche in quel caso non abbiamo memoria di una telefonata del Presidente della Repubblica o di quello del Senato alle autorità accademiche della Sapienza, o della facoltà di Fisica, per condannare l’oltraggio.
Come avevamo denunciato nei mesi scorsi, gli apparati sionisti e il governo italiano loro complice stanno cercando in tutti i modi di recuperare il terreno perduto a causa della indignazione di massa per il genocidio dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.
L’illusione è quella di riportare la narrazione sulla realtà alla situazione precedente al 7 ottobre, quando il controllo e l’egemonia di Israele sull’informazione anche nel nostro paese erano invasivi e totalizzanti.
Questo meccanismo però si è rotto in più punti. La gente manifesta per le strade e riconosce nella causa e nelle bandiere della Palestina un dovere politico e morale di giustizia. E poi, purtroppo e per fortuna, disponiamo di una memoria prodigiosa.







































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